Gli animali hanno la cellulite? La causa della 'buccia d'arancia'.

Mauro Sartorio
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Per la serie "vivere biologico", affrontiamo l'argomento "cellulite".

Come primo passo, iniziamo dal principio base di questa rubrica: un animale, in questo caso anche il più grasso e sedentario animale domestico, difficilmente farà la cellulite (attenzione: la "cellulite giovanile" del cane è un'altra cosa).

E invece perchè, anche tra le donne più attive e nutrizionalmente disciplinate, compare spessissimo questo sintomo? Per la precisione: tra l'80 e il 90% delle donne, mentre è molto più raro per gli uomini.
Cosa differenzia in questo un essere umano da un animale?

Quando qualcuno ingrassa o dimagrisce rapidamente, il fenomeno ha a che vedere con la ritenzione idrica operata dai reni, secondo la fisiologia speciale del cosiddetto "conflitto del profugo", un programma biologico molto antico e molto frequente in tutti gli esseri viventi.

Quando invece si formano i cuscinetti adiposi con le placche, considerati una malattia persino genetica detta cellulite, questi sono il risultato di un lungo processo di continue recidive sul tessuto connettivo.
Questo tessuto è innervato dalla sostanza bianca quindi, in base alla sua funzione, fa necrosi cellulare in Fase Attiva e riparazione con eccesso in PCL-A.
Un continuo processo di necrosi e riparazione produce resti cicatriziali che si accumulano nel tempo creando la famosa "buccia d'arancia". Essendo cicatrici, queste appunto restano.

PERCEZIONE BIOLOGICA

Il tessuto connettivo ha la funzione biologica di costituire parte della struttura, definendo la nostra forma. 
Causa della cellulite Hamer
Essendo un tessuto di origine mesodermica recente, risponde ad una percezione di "non essere adeguato": nel caso specifico "non essere adeguato nella propria forma", "non sentirsi idoneo nelle proprie forme".
Attenzione: questa svalutazione estetica non è frutto di una vanità superficiale, ha invece un'importanza biologica fondamentale: essere attraente nelle proprie forme è vitale per la femmina (soprattutto per la femmina), affinché sia presa dal maschio e fecondata. 
Se al contrario non lo fosse, sarebbe a rischio sia l'individuo stesso che verrebbe emarginato, sia tutta la comunità.

È superfluo argomentare quanto l'essere umano civilizzato di questa epoca sia fortemente sollecitato in questi aspetti, sotto un bombardamento di stereotipi surreali.
Ecco perchè per un animale risulta più raro, benché non impossibile, vivere una tale percezione.

È molto frequente invece, per l'essere umano, permanere nella propria gabbia percettiva per lungo tempo: infatti le curve bifasiche più adeguate a rappresentare questo sospeso sono le cosiddette "curve umane"


Come uscire da questi circoli viziosi?
Se i tipici rimedi come le diete, gli esercizi fisici e tutto ciò che cerca di rimediare alla cellulite, non produce un cambio concreto nella propria percezione di "schifo", di "non mi sento adeguato nelle mie forme"... niente potrà avere effetti nell'impedire a questo processo fisiologico di avanzare.
Ci saranno certamente rimedi estetici lenitivi, in particolare quelli che permettono di ridurre il gonfiore della ritenzione idrica, ma non vere soluzioni.
Invece, nella misura in cui la persona inizia finalmente a "sentirsi meglio nelle proprie forme", in quel momento il suo organismo può concedere al processo di essere meno intenso o arrestarsi.

Ora si chiarisce il motivo per cui la cellulite, anche mangiando schifezze o meno, spalmandosi creme speciali o meno, si presenta esclusivamente in quelle zone in cui l'attenzione si mantiene alta perchè è accompagnata da "inadeguatezza", e non in altre zone del corpo.
E diventa anche chiaro il motivo per cui la tua amica ghiotta di "cibo spazzatura" non ha neanche un filo di cellulite!


Questo articolo è parte della rubrica "vivere biologico", che vuole raccogliere quelle evidenze in cui l'essere umano appare così drammaticamente lontano da se stesso e dalla sua essenza rispetto all' animale selvatico il quale, al contrario, sa essere pienamente e senza fronzoli il suo corpo.
Il "ritorno a se stessi" citato dai saggi, è propriamente e molto semplicemente questo ritorno alla propria natura, biologica e libera da sovrastrutture.