La fisiologia speciale della prostata

Mauro Sartorio
Premessa: questa pagina tratta di un modello eziologico che spiega le cause psichiche delle cosiddette malattie. 
Per seguire questo approccio è fondamentale avere dimestichezza con la funzione biologica dei tessuti coinvolti e sapere riconoscere le fasi del processo.
Un modo di procedere che adotta il grado di dettaglio acquisito dalla Formazione Professionale 5LB, che in sè non è la dimostrazione di qualcosa (non in questo contesto) ma fornisce strumenti precisi per permettere a chiunque di verificare questi fenomeni di persona.
Per i principianti sarà necessario leggere almeno la nostra introduzione alle 5 Leggi Biologiche, mentre per un dettagliato approfondimento è consigliato lo studio del libro La Fisiologia Speciale (di cui il testo che segue è un estratto sintetico) e i corsi online 5LB DEX.


La prostata è la ghiandola dell’apparato riproduttore maschile che produce il liquido prostatico, il "composto base nella ricetta" del liquido seminale.
Poiché la ghiandola è di origine endodermica, aumenta la sua funzione produttiva in Fase Attiva.
Quando permane per un lungo periodo in questa fase, può gonfiare (ipertrofia) oppure le sue cellule possono proliferare in modo da sostenere ulteriormente l’aumento funzionale (iperplasia, adenocarcinoma).
In PCL il tessuto in eccesso necrotizza con l'azione dei micobatteri (TBC) o, in assenza di microbi, viene incapsulato.

PERCEZIONE BIOLOGICA

La percezione viscerale della Fase Attiva è Causa psichica cancro prostata Hamer"non poter fecondare abbastanza”, “non poter continuare la stirpe".
I motivi per cui un organismo può trovarsi in un tale schema percettivo possono essere molteplici: ha molte donne e non può fecondarle tutte; la propria donna ha un altro uomo; il proprio figlio ha relazioni instabili o comunque non riesce ad avere figli…
Si tratta in sostanza di situazioni in cui il corpo cerca di sostenere una aumentata necessità di fecondare.
Tuttavia per raggiungere una ipertrofia tale da essere diagnosticata, il corpo deve permanere a lungo nella percezione di “non poter fecondare abbastanza”.

Possiamo ritenere improbabile che, con il passare degli anni, un uomo non abbia la prostata un po' ingrossata: non a caso le stime parlano di almeno il 50% degli uomini sopra i 50 anni, con un incremento medio di circa il 10 % ogni decennio (80% di chi ha più di 80 anni ha ipertrofia prostatica).
 Possiamo anche supporre che i numeri siano sottostimati, perché i sintomi notevoli non sono frequenti, se non in fase PCL a causa di ascessi dovuti al lavoro dei microbi.
Spesso si imputa alla ipertrofia della prostata la difficoltà nella minzione: quello è il sintomo che tipicamente conduce a diverse diagnosi, come la prostatite. 
A osservare il fenomeno dal punto di vista delle 5 Leggi Biologiche, la correlazione tra le due condizioni è più rara di quel che si crede: infatti i sintomi come l'ipersensibilità, i bruciori, lo stimolo a urinare persistente o la difficoltà a urinare sono segni precisi e verificabili di un processo sull’uretra in fase PCL, molto raramente della prostata. 



Per applicare queste conoscenze nel concreto è categorica la precisione, così è importante non farsi autodiagnosi e non modificare alcun trattamento medico, ma, nei limiti di queste informazioni che non pretendono di essere complete, osservare i processi così come sono con soli fini didattici.
Le Leggi Biologiche non sono una terapia ma una precisa mappa di lettura che può essere consultata in qualsiasi ambito disciplinare e terapeutico.
Per la pluralità delle variabili è inoltre impossibile e irrispettoso per la persona coinvolta, anche in presenza del miglior medico o esperto nel campo, fare corrette diagnosi online.
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