Quando scegli per la tua salute, per chi lo fai?

Eleonora Meloni

Anche se si è circondati da tanto affetto e competenze, nel momento di una scelta importante si è comunque da soli in un confronto con se stessi e, per questo motivo, occorre più che mai essere vigili.
Scegliere e intraprendere un qualsiasi percorso per la propria salute implica un atto di presenza...che non sempre è semplice attuare.
Il medico e i farmaci possono sostenerci in caso di sintomi impegnativi, ma il processo di riparazione lo fa il corpo, lo fa la persona stessa nella sua totalità, in base ai suoi sentiti profondi, in base alle sue credenze e in base ai suoi desideri e intenzioni...che spesso nemmeno lei stessa conosce.

Quando ci approcciamo alle 5 leggi biologiche è importante sentire profondamente (anche con una ricerca personale e domande adeguate di chiarimenti dettagliati per il nostro specifico caso) che la terapia da sola, senza la spinta alla vita, non è in grado di risolvere il proprio problema.
Se mi sento condannato, qualsiasi intervento sarebbe inefficace: per questo gli interventi su alcune persone funzionano e su altre no.
Se la persona non si trova in una tale posizione per sua propria intenzione, ma agisce sulla spinta e il desiderio di qualcun altro (in particolare di amici e parenti, ma anche del medico o terapeuta), sarà portata a "provarle tutte" con una convinzione solo mentale; anche se "lo vuole" (mentalmente) non avrà la forza di intraprendere alcun percorso con presenza. Rischierebbe di trovarsi ad avere continuamente dubbi che inficerebbero la capacità di discernere cosa sia più utile e funzionale per se stessa, passo dopo passo, e i risultati sarebbero compromessi. 

Scegliere una terapia
Proprio per tutte queste delicate implicazioni è fondamentale che sia solo la persona direttamente coinvolta a chiedere informazioni, un confronto, a fare ricerche, mossa dalla propria spinta interiore verso la vita e non per accontentare gli amici o i parenti che, pur essendo molto vicini e nonostante l'amore e tutte le buone intenzioni, non potranno mai conoscere ciò che sente profondamente essere il meglio, o il meno peggio, per sè. 
Ancora una volta, se la persona si muovesse con il fine più o meno cosciente di tranquillizzare un caro, verrebbe meno la forza che è necessaria per sentirsi nella direzione giusta e qualsiasi percorso risulterebbe inefficace.
Mettersi in moto per scelta personale è il primo gradino fondamentale per testare quanto sono disponibile a riprendere le redini della mia vita
...dopotutto sono io il massimo esperto dei miei problemi, chi altri?


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