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Se è vero che il modello 5LB ci offre un'interpretazione delle cose che si approssima molto più di altri alla realtà, dobbiamo solo aspettarci che il tempo riporti all'ovile le numerose prospettive divergenti.
In questi giorni è stato pubblicato in una rivista americana uno studio di revisione sull'effetto che le creme solari hanno sulla sintesi della vitamina D.
I risultati mostrano che le creme, specialmente quelle ad alta protezione, impediscono il metabolismo della vitamina e contribuiscono alla diffusa carenza della stessa nella popolazione.
La diffusa carenza di vitamina D probabilmente dovuta all'uso di creme solari
Fonte: American Osteopathic Association
Fonti in italiano: Corriere, Diario del Web
Un po' contro corrente, i ricercatori invitano a "rinunciare alle protezioni solari", in questo senso:
«Le persone spendono sempre meno tempo all’aria aperta, e quando lo fanno di solito indossano una protezione solare, che annulla sostanzialmente la capacità del corpo di produrre vitamina D – spiega la prof.ssa Pfotenhauer – Mentre noi vogliamo che la gente si protegga contro il cancro della pelle, ci sono sani, moderati livelli di esposizione al sole senza protezione che possono essere molto utili nello stimolare la produzione di vitamina D».
[...] per stimolare la produzione di vitamina D sono sufficienti anche solo pochi minuti di esposizione al sole (da un minimo di 5 a circa 30 minuti a mezzogiorno) due volte a settimana.
Durante queste esposizioni alla luce solare, però, «è importante rinunciare alla protezione solare, perché SPF 15 o superiore diminuisce la produzione di vitamina D3 del 99%»
In sintesi: non vogliamo che le persone rinuncino a proteggersi, ma senza abusarne perchè, ogni qualvolta si intervenga su processi biologici, ci sono effetti collaterali da considerare.
È evidente che le protezioni sono molto utili all'essere umano civilizzato, che spesso non vede la luce del sole per 3 stagioni e poi, di colpo, si espone alle radiazioni più forti dell'anno nei suoi sudati 15 giorni di ferie.
È anche chiaro che siamo molto esposti al terrore del cancro della pelle, alimentato dai media e da credenze più o meno scientifiche, e anche in questo caso le creme solari sono ottime protezioni per le percezioni biologiche più viscerali (che qui sappiamo non essere indifferenti).
Su questo ultimo punto, tuttavia, la letteratura scientifica (aggiornata a luglio 2016) non ci offre molta chiarezza, anzi...nonostante le poche prove di qualità disponibili (ne sarebbero necessarie maggiori), pare che usare una crema solare o non usarla non faccia differenza sull'incidenza del tumore della pelle. Fonte: Cochrane
Questo risultato, osservato con le leggi biologiche, di certo non ci meraviglia.
Qualche anno fa scrissi un articolo che provava a osservare il fenomeno dell'abbronzatura e delle relative scottature dal punto di vista delle 5 Leggi Biologiche.
Ne è uscito qualcosa di interessante, molto coerente con questi ultimi studi.
Ti invito a leggerlo:
Fa bene o fa male? Il sole sulla pelle