La schizofrenia e i perchè del 'falso' interprete per Mandela

Mauro Sartorio
Leggere le notizie alla luce delle leggi biologiche è sempre molto rassicurante, e ci si accorge spesso di quanto siano rivoluzionarie non solo nel campo della salute, ma nella più ampia visione sull'uomo e sulla sua essenza.

Nei giorni scorsi è finito nelle prime pagine di tutti i giornali del mondo il caso del cosiddetto "falso interprete" del linguaggio dei sordo-muti, Thamsanqa Jantjie, alla commemorazione di Nelson Mandela:

Mandela, falso interprete segni: "Ho avuto allucinazioni. Vedevo angeli nello stadio"
L'uomo accusato di aver usato un linguaggio incomprensibile per le persone sorde durante la commemorazione di martedì ha raccontato di soffrire di schizofrenia: "In passato sono stato violento. Ho trascorso oltre un anno in un ospedale psichiatrico" Fonte: Repubblica


Questa notizia è per me solo un pretesto per accennare qualcosa sulla schizofrenia, un ambito in cui oggi medicina, psicologia e psichiatria brancolano nel buio.
Lo studio dei comportamenti schizofrenici è invece, attraverso le 5 leggi, straordinariamente rivelatore, chiaro e preciso.
Hamer infatti ha classificato quelli che chiama "super-programmi biologici" per la sopravvivenza (costellazioni cerebrali), codici biologici di comportamento che si manifestano in presenza di due o più processi organici che si sovrappongono, coordinati dalla medesima area cerebrale.
Materia ampia che non approfondisco qui, ma ne spiego i principi di base in modo semplificato.

L'essere vivente risponde con una funzione organica per mettersi in salvo in seguito a un pericolo inaspettato; nel momento in cui si dovesse trovare nella insostenibile circostanza di dovere affrontare due o più situazioni di pericolo nello stesso tempo, metterebbe in campo delle misure di salvataggio che l'organismo manifesta sul piano comportamentale.
Queste manifestazioni variano dall'aggressività, alla mitomania, alla megalomania, alla "morte emozionale", all'autismo ecc. e permettono di resistere a una doppia e contemporanea posizione critica per la vita.

Il fatto che una persona, come l'interprete sudafricano, possa diventare improvvisamente e "inspiegabilmente" violenta, ha la sua logica in quella che viene chiamata "bilancia ormonale", un meccanismo di equilibrio tra i processi organici attivi nell'organismo.
Quando il nostro interprete sudafricano dice: "Mi capita all'improvviso, non so perché, ma quando succede posso diventare molto violento", ci sta implicitamente raccontando che nella sua vita sente di dovere sottostare a un'ingiustizia (che fa reagire la vie biliari e/o lo stomaco), ma anche a un'altra situazione dove la sua identità e il suo ruolo sono continuamente messi in discussione.
Quando queste 2 sensazioni sono entrambe stabili, la bilancia resta in equilibrio; ma nel momento in cui una delle due si rilassa o si appesantisce bruscamente, la persona manifesta un cambiamento di comportamento altrettanto repentino (in questo esempio: compulsivo e violento).

Con questo semplice meccanismo (molto dettagliato in verità per chi volesse approfondire) è possibile assistere a quegli sbalzi maniaco-depressivi che la psichiatria, nell'impossibilità di comprendere questi fenomeni, chiama "disturbi bipolari" e affronta prevalentemente con i sedativi.

Visto che tutti, ma proprio tutti, siamo bene o male immersi in "conflitti" di ogni genere, l'unica cosa che ci differenzia da un cosiddetto "schizofrenico" e nella fattispecie dall'interprete sudafricano, è l'intensità dell'esperienza e della conseguente reazione biologica.
Siamo tutti, chi più chi meno, in certe situazioni un po' autistici, un po' compulsivi, un po' megalomani e tutto il resto, in infinite combinazioni.

Questa visione dovrebbe permettere di abbattere la diffusa arroganza del giudizio sul prossimo, che anche quando è pazzo, schizofrenico, "da rinchiudere", non è in nessun modo sbagliato o biologicamente diverso da noi, ma semplicemente vive in condizioni al limite della vita, e in realtà fa quello che fa perchè è istintivamente molto legato ad essa.
In un mondo in cui simili comprensioni saranno diffuse, idealmente non sarebbero nemmeno necessarie le carceri e i manicomi, come alcuni pensatori e sociologi sognano.

Per fare l'avvocato del diavolo e aggiungere chiarezza al caso, cito l'interprete sotto accusa Thamsanqa Jantjie, che dice:
"Durante la cerimonia non c'era nulla che potessi fare, ero da solo in una situazione pericolosa. Ho cercato di controllarmi e non far vedere al mondo cosa stava succedendo. c'erano poliziotti armati intorno a me" [....] "ma le allucinazioni sono cominciate proprio quei 45 minuti [....] Ero davanti al mio Paese, non volevo che il mio intervento fosse vergognoso, ero circondato da guardie. Quando ho avuto l'attacco di panico e cominciato a vedere gli angeli, ho cercato in ogni modo di contenerlo".
Premesso che ciò non ha niente a che fare con i suoi pregressi impulsi violenti, già dalle sue parole si evince una buona dose di paura e un certo senso di persecuzione... ma la prova del nove ce la dà il suo corpo: le allucinazioni sensoriali sono infatti il chiaro segno di un programma biologico in atto e, nel caso delle visioni, si tratta di un processo a carico delle retine che si attiva in una condizione di "paura di un pericolo che arriva da dietro", una sensazione viscerale di "belva in agguato" che potrebbe attaccare da un momento all'altro (il suo continuo riferirsi al pericolo e alle guardie armate rende bene l'idea del percepito).

A livello comportamentale questi processi possono manifestarsi con manie di persecuzione e allucinazioni visive, come testimonia il povero interprete che, se le cose sono andate come descritte, si è trovato in uno stato di coscienza alterata, terrorizzato, in mezzo agli angeli, perdendo totalmente il controllo e la concentrazione sulla traduzione.

  • Per conoscere, riconoscere e sapere affrontare questi fenomeni psichici, studia sulla nostra piattaforma di corsi Le Costellazioni Cerebrali.