Interessante studio quello promosso da MediCinema e coordinato dai ricercatori della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Gemelli, in collaborazione con il Niguarda di Milano, che ha introdotto la "film-terapia" in ospedale per osservare le variazioni del dolore su 240 pazienti ricoverati di cui 120 bambini.
Lo studio è stato avviato a settembre 2016 (e chiuderà la sua prima fase a marzo 2017)
Lo studio è stato avviato a settembre 2016 (e chiuderà la sua prima fase a marzo 2017)
I primi dati hanno rilevato un miglioramento della percezione del dolore dal 20% al 30 %.
Film-terapia funziona, cinema riduce percezione del dolore
Fonte: AdnKronos
Se semplicemente guardando un film il dolore si riduce, questo significa che è avvenuto un cambiamento nella percezione della persona sofferente, tale da attenuare, se non addirittura sospendere, il malessere.
Conoscendo le 5 leggi biologiche possiamo provare a dare una spiegazione a questo fenomeno.
In un ambiente di ricovero ospedaliero dove è difficile sentirsi a casa, e in caso di degenza prolungata non è improbabile sentirsi soli e senza punti di riferimento, al paziente viene offerto qualcosa di nuovo e concreto: l’opportunità di guardare un film. Ma soprattutto, come sottolinea l’articolo, lo può fare in compagnia dei suoi amici e parenti.
Già la “distrazione” può avere di per sè un effetto terapeutico che permette alla persona di rivolgere l’attenzione altrove spostandola dalla "malattia", ma c’è di più.
Il fatto di poter condividere questo momento di svago con qualcuno di caro è un elemento che fa sicuramente la differenza.
Il fatto di poter condividere questo momento di svago con qualcuno di caro è un elemento che fa sicuramente la differenza.
Il “quadretto famigliare” che si crea davanti a un film non vi fa pensare alla sensazione “mi sento a casa”, “mi sento tornato nel mio habitat naturale”?
In un contesto del genere la persona può allentare, momentaneamente, il sentito viscerale del “profugo”, del “sentirsi un pesce fuori dall’acqua”, così che i suoi tessuti in riparazione (PCL), possano drenare via attraverso una cospicua minzione un po' di liquidi, sia a livello generale che a livello locale, e alleviare in questo modo il dolore.
Alla luce delle 5LB sarebbe stato interessante poter registrare nello studio quanti dei pazienti nella sala cinema abbiano avvertito, ad un certo punto della proiezione, l’impellente necessità di correre a urinare!
Il monitoraggio di questo dato sarebbe stato un esempio di verifica concreta, e una conferma evidente, di come funziona uno dei meccanismi più significativi messi in risalto dalle leggi biologiche.
La film-terapia può sicuramente essere un ottimo intervento in alternativa o in supporto al farmaco, e va considerato un intervento sintomatico.
L’intensità del dolore, oltre ad essere soggettiva in base alla soglia di dolore che ciascuno ha, è soggettiva soprattutto per il significato che gli viene attribuito dal singolo individuo.
Se il dolore viene vissuto come il segnale che un organo non funziona bene o addirittura che c’è qualcosa che, a prescindere da noi, sta distruggendo parte del nostro corpo, diventa motivo di angoscia che non fa altro che peggiorare il quadro clinico.
Se invece al dolore si può dare un significato del suo esistere con un senso bio-logico, allora c’è un poco più di spazio per accoglierlo e poterlo accompagnare. Per chi ha la rivista ZERO, il testo "L'esperienza di un dolore" ne è un esempio chiaro.
Un altro esempio è il dolore del parto che, nonostante l’intensità, può essere accettato e sopportato per l’immenso dono che sta portando con sé; o il dolore durante la convalescenza per un osso rotto in riparazione viene vissuto senza angoscia o minaccia per la propria vita, perchè sappiamo che se restiamo bloccati a letto aiutiamo la cicatrizzazione.
La conoscenza delle 5 Leggi Biologiche è una vera rivoluzione scientifica, ma soprattutto umana. Con essa possiamo dare un senso ad ogni dolore, tranquillizzarci un po' sul significato di ciò che sta avvenendo e ridurre gli effetti del conflitto del profugo che uno stato di paura tende ad accentuare.
In questo contesto gli ospedali diverrebbero un ricovero di riposo, in cui la persona si autorizza a fare la propria convalescenza accompagnando i suoi processi biologici...e vedere un film in compagnia non sarebbe più una distrazione ma un momento di piacere voluto e cercato.