Una posizione di rispetto nei confronti della Natura

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Questo periodo di Covid19 ha scosso tutti, sia per il panico collettivo del microbo maligno, ma anche per l'irrazionalità della reazione politico-sanitaria globale.
Chi per propria educazione vive in un rapporto di pace e collaborazione con l'ambiente naturale, mal sopporta la diffusa cultura predatoria e di guerra con cui la civilizzazione del nostro secolo ha devastato le risorse del pianeta.
Chi ha anche una educazione alle 5 Leggi Biologiche, vive lo stesso opprimente contrasto nei confronti di una medicina militarizzata.

Allora, chi poteva voler urlare e meglio coniugare questa sensibilità, se non André Chediek, autore della edizione brasiliana di 5LB Magazine.
Un paese, il Brasile, che ha radicata nella propria cultura una relazione molto stretta e speciale con la Madre Terra e che, allo stesso tempo, sta subendo le minacce più efferate con la deforestazione fuori controllo dell'Amazzonia.
Mauro Sartorio

Qui di seguito, la traduzione dell'articolo di André.

NATURA

Natura microbi
Sembrerebbe proprio che siamo finiti ​​su un pianeta inospitale. 
E i nostri due milioni di anni di evoluzione su questo pianeta? Può essere che ora, "dal nulla", la Natura abbia generato qualcosa che ci mette in una tale posizione di panico e fragilità?

Questa mi sembra una grande opportunità per pensare a quale evoluzione stavamo seguendo. 
Qual è lo scopo, a discapito di cosa, in quale relazione e con quale rispetto nei confronti della natura ci stiamo muovendo?

Un pianeta così abbondante, con ogni tipo di risorsa, che funziona armoniosamente seguendo una logica sistemica, grazie a relazioni simbiotiche ai più diversi livelli (a chi lo trova strano consiglio le opere di Lynn Margulis e Jan Sapp). 
E poi la teoria dell'endosimbiosi, con la quale si verifica che siamo composti da molto più delle sole cellule: abbiamo almeno 39 trilioni di microbi, cioè batteri, VIRUS, funghi, protozoi.
La maggior parte dei nostri geni appartiene ai microbi e la maggior parte delle funzioni del nostro corpo sono svolte proprio da loro. 
Come dice l'immunologa Dr. Yasmine Belkaid, "siamo solo un involucro". 
Abbiamo bisogno di questi microbi per sopravvivere e proteggerci, sono necessari nel sistema immunitario, nell'intestino, nella pelle, nei polmoni. 
Sulla base di questa moderna conoscenza della biologia, l'invito è a rivedere il paradigma delle infezioni e del contagio.

LA TRACOTANZA DELL'APPROCCIO UMANO ALLA NATURA

È molto chiaro, in questo momento attuale che stiamo vivendo (durante la pandemia Covid19, NDT), che le nostre attuali basi di conoscenza "ufficiale" non offrono né assicurano la padronanza dell'argomento, e ancora meno il controllo sulle sue variabili.

La prova è la quantità di informazioni non corrispondenti, imprecise, test che rendono l'80% di falsi positivi e vengono applicati come se fossero certificati di infezione, leggi che ci obbligano a seguire misure preventive anche senza alcuna prova scientifica di reale protezione. 
Un caos, in cui anche i professionisti della salute e i ricercatori non sanno cosa fare e con cosa hanno a che fare.

Osservando la natura con questa nozione sistemica e di interdipendenza tra tutti gli organismi, non possiamo chiudere gli occhi sulle relazioni che abbiamo con questa natura. 
Viviamo come se lei fosse al nostro servizio, e non nella consapevolezza che eravamo invece noi al suo servizio.

Deviamo un fiume qui, inondiamo un'area lì, cloniamo un animale, deforestiamo intere foreste, inquiniamo gli oceani ... 
E allora torno alla domanda iniziale: qual è lo scopo di ciò, a quale costo, con quale relazione e rispetto della natura ci stiamo muovendo?

L'uomo "moderno" (se dovessi chiamarlo così) è l'unica specie che ha raggiunto un tale stadio di "evoluzione" da modellare la natura alla sua "sopravvivenza", per non dire convenienza. 
Mentre altre specie cercano di modellare la loro sopravvivenza alla natura.

UNA POSIZIONE SIMBIOTICA E RISPETTOSA

Cosa ti sembra più armonioso?
In questo momento stiamo vivendo la natura, la forza vitale, reagendo instancabilmente nella ricerca dell'equilibrio?
Come posso relazionarmi con questo pianeta, con questa natura così integra, in un modo più armonioso?

Riconoscere la grandezza di questo sistema e anche la sua saggezza, dove non c'è nulla che DEVE essere diverso, mi fa smettere spontaneamente di incolpare, condannare, giudicare, temere, ma piuttosto mi permette di osservare me stesso e di cercare un modo per mettermi in una posizione di forza e sinergia, simbiosi, con questo immenso sistema.

Senza pensare che ci sia qualcosa là fuori che mi sta dando la caccia, ma piuttosto che quella parte di me che è fuori posto mi ha "messo fuori" da questo grande sistema che mi nutre. 
Con questo esercizio e in questa posizione, sento che diventa più facile trovare strategie, e che divento autore e responsabile del mio processo.

Siamo su un pianeta che ci accoglie e non su un pianeta che DEVE accoglierci, ma è anche immensamente generoso in quell'accoglienza. 
Quindi, posso sfruttare al meglio ogni momento in cui sono qui, in connessione con le mie scelte e con il modo in cui mi fanno sentire.

È un esercizio che cerco di praticare costantemente, mi fa sentire più sveglio, consapevole delle congruenze e delle incongruenze. 
E mi permette, quando qualcosa inizia a cadere al di fuori di questa "coerenza", di fermarmi, sentire e riflettere. 
Ma a partire da un luogo che riconosce questo intero sistema e che se ne nutre, che qui ho chiamato Natura.