Tempi extra-ordinari per fare introspezione e trasformazione di sè

Eleonora Meloni
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La nostra vita era adagiata in routine che ci hanno rallentato nel nostro movimento di crescita personale e sociale.
Routine con le quali siamo arrivati a farci piacere, o comunque a farci percepire "confortanti", delle situazioni di vita familiare, lavorative, relazionali poco gratificanti, e di malessere psico-fisico (malattie) in certi casi anche drammatiche.

Se siamo onesti con noi stessi, non abbiamo mai cercato di affrontarle sotto una potente spinta interiore di cambiamento; ci siamo forse solo limitati a pensare "sarebbe bello se.... ", ma poi nulla di fatto: l'automaticità quotidiana ci rimetteva nella nostra zona di confort e cosi via...

L'ITALIA INTERA IN QUARANTENA PER IL CORONAVIRUS

Dopo gli shock di cambiamento repentino della nostra vita (solo 15 giorni fa!) ci troviamo improvvisamente catapultati ad avere uno dei beni più preziosi: il TEMPO e, volenti o nolenti, a fare i conti con noi stessi.

Questo fa piú paura del virus e del regime d'eccezione che si sono creati.


Questa paura del VUOTO e dello SCONOSCIUTO è forte, ed è per questo che si cerca in tutti i modi di riempire gli spazi della giornata con dell'altro FARE: il vuoto è pauroso si rischia di incontrare noi stessi con tutte le nostre FERITE che negli anni della nostra vita abbiamo tentato di nascondere sotto al tappeto.

Attenzione, non ci deve essere giudizio in questo, altrimenti vanifichiamo i nostri sforzi.

È parte del comportamento umano perchè è naturale cercare di evitare il dolore profondo.
Oggi però è come se un ospite sconosciuto fosse entrato in casa nostra, avesse improvvisamente alzato quel tappeto e... tac!...tutte quelle ferite si stanno manifestando.


UN'OCCASIONE DI OSSERVAZIONE DI SÈ

Cosa vogliamo fare ora?
Riabbassiamo il tappeto e ci inventiamo nuove cose da fare o cogliamo l'occasione di iniziare ad osservare quel "IO" impaurito, impolverato dagli anni?

Non è una scelta di tipo esclusivo (o questo o quello) ma facciamola diventare una scelta inclusiva (E questo E quello): c'é un momento per FARE cose e tenersi impegnati praticamente, e c'è un momento per STARE con le nostre emozioni e osservarci nelle nostre re-azioni istintive per evitare il dolore.

A proposito di questo ultimo esercizio, un giorno, di fronte ad un sequestro emotivo molto forte mi sono volontariamente messa sul divano e mi sono imposta di ascoltare quella sofferenza dentro di me.
Dopo pochi minuti (credo 2 o 3) mi sono trovata a caricare la lavatrice e a passare l'aspirapolvere pur di non entrare in contatto con quel dolore.

È stata una re-azione inconscia, istintiva, nemmeno mi sono accorta di essermi alzata dal divano.

Effettivamente non l'ho deciso io volontariamente, è stato un automatismo, una routine di fuga dal dolore...va bene lo stesso, anzi a volte è indispensabile.
L'importante è che io sia riuscita a riconoscerla e ad osservarla...e vi assicuro che la sofferenza ha iniziato a ridursi notevolmente.

Questo esercizio può essere un inizio per cominciare a conoscerci meglio, a osservare, come se fossimo uno spettatore che vede un film, che vede come re-agiamo alla vita.... e vi dico che talvolta ci incazziamo con noi stessi, altre volte ci commuoviamo per la tenerezza di noi stessi e altre volte ancora sorridiamo perchè ci scopriamo essere buffi, goffi e ridicoli.

Se diventiamo consapevoli delle nostre re-azioni possiamo portare dei cambiamenti nella nostra vita nella direzione in cui desideriamo e in accordo con il nostro progetto di vita.

Ci sono tanti modi per stare in ascolto di noi, ognuno cerchi il suo personale, ma vi ricordo che ci vuole un atto di VOLONTÀ che sia scelto e deciso consapevolmente ogni volta.
Questo atto di volontà è il gradino più difficile e a volte può servire l'aiuto di una persona esterna che ci guidi per i primi passi a fare l'esercizio.

Conoscere noi stessi può essere intrigante. Lasciamoci stupire perchè dietro ad ogni ferita, ad ogni dolore si celano i nostri TALENTI e DONI che nemmeno siamo consapevoli di avere...
Questi servono a noi, ma soprattutto servono al mondo perchè chissà quanti ne abbiamo, ma per paura non li lasciamo esprimere.

Questo per me è IL PECCATO.

Che peccato... ♥️

Immaginate che POTENZIALITÀ avremmo, quando tutto sarà finito e si ripartirà.



Osservare i nostri automatismi di macchina biologica.