Epidemia tra gli ulivi - leggi biologiche in botanica, cercasi rinforzi

Mauro Sartorio
Ulivi in Puglia malati
Quanto mi piacerebbe che esperti in botanica e agronomi prendessero in mano le leggi biologiche e approfondissero lo studio nel loro campo.
Qualche veterinario sta lavorando in questi termini con risultati molto interessanti, ma nel mondo degli studi sui vegetali, ad oggi, non conosco nessuno.
Eppure, quando parliamo di leggi di vita sulla Terra, i vegetali non possono essere esclusi.

Mi fa tornare all'attenzione questo argomento la notizia shockante della morìa incontrollabile dei secolari ulivi pugliesi:

Puglia, ulivi uccisi da batterio killer: il Salento rischia il deserto, l’Italia il contagio

In provincia di Lecce 8mila ettari sono stati colpiti da “Xylella fastidiosa”. Centinaia di migliaia le piante da abbattere. Pericolo epidemia per tutta la penisola e anche per l'Europa, ma per tamponare l’emergenza le risorse sono nulle
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Questo è il terreno della quarta Legge Biologica, che tratta dei micro-organismi e del loro operare sensato.
Quale possa essere il vissuto che fa attivare un qualsiasi processo biologico in un vegetale non ne ho idea, se non qualche supposizione in quelle situazioni in cui ci sono palesi conflitti con il nutrimento (assenza o eccesso di acqua), ma non sarà questo il caso.
Dalla prospettiva 5LB è comunque certo che qualsiasi micro-organismo si presenti non è un elemento casuale, né causale, né patogenico, piuttosto è un fattore sistemico che compartecipa al fenomeno.
Mi astengo dal tirare conclusioni che sarebbero fantasiose, e spero che chi studia e opera nel campo della botanica e della agronomia possa abbracciare presto queste conoscenze fondamentali.
Aggiornamento aprile 2023: 5LB Magazine negli anni ha acquisito competenza sull'argomento e prodotto una rubrica specifica.  

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Inchiesta Xylella
Aggiornamento maggio 2019: dalla prima notizia del 2013 in cui è scoppiato il "caso Xylella" ad oggi è successo il finimondo. Non farò qui la cronistoria di tutte le vicende, che sono state prima di tutto di carattere politico, poi scientifico, economico e infine giudiziario.
Il parallelismo inevitabile è con quell'esiziale guazzabuglio di politica e conflitti di interesse che ha inquinato irreparabilmente il dibattito sui vaccini.
Riporto però la notizia di oggi, perchè una lunga inchiesta della magistratura ha fatto emergere irregolarità e conflitti di interesse tali da far traballare ogni pretesa di scientificità dal "caso Xylella".
E tra le altre cose traballa anche la tesi fondamentale: cioè che il batterio (portato da Xylella) sia la causa del disseccamento degli alberi (da tempo noto come Co.di.r.o.). Questa conclusione in ottica 5LB ci pareva tanto ovvia.

Il quadro che dipinge la Procura è un decalogo di come la ricerca scientifica non dovrebbe mai essere condotta: "Incredibile sciatteria da mettere in seri dubbi anche gli accertamenti su cui poi si sono basate le conclusioni degli enti coinvolti"; omertà, reticenze, assenza di documentazione [...] "un'imbarazzante attenzione ai riflessi della notorietà sul piano scientifico e alle prospettive economiche della gestione del fenomeno, avvenuta in regime di sostanziale monopolio".
Dagli atti, in una email del 2014 di un indagato ad una collega: "...se usiamo la Coratina [una varietà di ulivo] la infettiamo con la Xylella, la osserviamo asintomatica per uno, due, tre...quindici anni. Poi quando Martelli sarà morto, Savino forse, io non so, e la professoressa avrà avuto una crisi isterica perchè non ci ha guadagnato nulla in tutti i sensi, tu avrai la mia età e pubblicherai che Xylella non è patogenica (ma questo lo sappiamo già): embé?".
Dall'inchiesta emergono elementi che mostrano manipolazioni degli esperimenti per interessi personali, esperimenti in base ai quali però nel 2016 l'Agenzia per la sicurezza alimentare dell'UE, il governo italiano di allora, la stampa e la sedicente "comunità scientifica" imponevano ai contadini pugliesi lo sradicamento delle proprie piante, attraverso una sentenza "scientificamente" categorica e con tanto di piano governativo.
Nel 2016 si era scomodata sulla colpevolezza della Xylella anche l’Accademia dei Lincei: “Una conclusione che abbiamo accettato come non più discutibile”.
Dalla ricostruzione giornalistica, sembrerebbe che la posta in gioco riguardasse una varietà di ulivo giudicata dagli stessi ricercatori "resistente", sulla quale pende un brevetto.
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Per completare il quadro sul pasticcio scientifico/giudiziario, riporto una fonte che vede la questione in tutt'altro modo: “Incredibile sciatteria”. Quattro anni di un’inchiesta antiscientifica sulla Xylella. Il Foglio

Aggiornamento marzo 2024
: uno studio pubblicato sul Journal of Phytopathology riporta che "l'eradicazione delle piante risultate positive alla xylella, comprese anche tutte quelle asintomatiche in un raggio di 100 o 50 metri, è stata effettuata lungo gli ultimi 10 anni. 
I dati mostrano che l'incidenza della xylella nelle zone "contenimento" e "tampone" è molto bassa, soprattutto durante le ultime tre campagne dal 2020-2021 al 2022-2023, quando il batterio è stato rilevato in un intervallo compreso tra 0,06% e 0,07%, delle piante campionate".
"Nella maggior parte degli alberi campionati che mostravano sintomi, il batterio non è stato rilevato. Sulla base di questi dati e secondo modelli epidemiologici che hanno verificato il ruolo trascurabile degli olivi asintomatici nella diffusione della xylella, proponiamo di eliminare la norma che impone lo sradicamento di tutte le piante ospiti che circondano un albero positivo al batterio in un raggio di 50 metri. Una tale implementazione potrebbe salvare molti ulivi secolari e monumentali sani e lo straordinario paesaggio a cui contribuiscono".

Gli alberi sani non andavano abbattuti, eppure in questi 10 anni ne sono stati tagliati 21 milioni; la Puglia ha perso il 50% della produzione di olio, pari al 30% di quella italiana e molte zone caratterizzate da ulivi monumentali non sono più riconoscibili.
Uno scempio indicibile che, non abbiamo dubbi, aveva scopi tutt'altro che fito-sanitari.
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Racconto un aneddoto personale: più volte mi è capitato, passeggiando, di osservare certi "sintomi" nei fiori e nelle piante, e specialmente le neoplasie attirano spesso la mia attenzione. "Se un albero produce radica in quel punto del tronco, un motivo dovrà pure averlo! Chi glielo fa fare se no di fare quello sforzo!".
Qualche mese fa (4 gennaio 2013), passeggiando in campagna, avevo scattato una foto a testimonianza e avevo provato a immaginare... scrivendo: "Questa foto prova a confermare una teoria che porto avanti strenuamente, ovvero come tutti gli esseri viventi, animali e vegetali, reagiscono agli stessi stimoli con tumori o altre manifestazioni biologiche. 
Qui si vede la fila di alberi verso la strada caratterizzata da più o meno pronunciate proliferazioni tumorali, che costituiscono la corazza verso l'attacco dei mostri metallici puzzolenti e rumorosi. 
La fila di sinistra della stessa specie non ne presenta, li ho controllati tutti.
Negli animali questi tumori vengono chiamati mesoteliomi, e riguardano i tessuti di rivestimento degli organi (pleura, peritoneo, pericardio, derma ecc.), utili nell'evoluzione proprio a proteggere gli organi stessi: se attaccati, questi tessuti aumentano la propria dimensione a difesa dell'organo.
"

Tumori negli alberi secondo le 5 Leggi Biologiche

Accolgo a braccia aperte chi volesse portare contributi, informazioni e studi in questo campo.

Aggiornamento aprile 2023: ho trovato l'aiuto e le risposte che cercavo nell'incontro con l'Istituto Italiano di Permacultura. Ora 5LB Magazine offre una rubrica dedicata alle 5 Leggi Biologiche applicate al mondo vegetale.  
E sì, per gli ulivi pugliesi sarebbe servita una sola cosa, probabilmente: meno diserbanti, trattamenti  sradicamenti, e un ambiente più biodiverso: vedi il destino dei banani.
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