La causa dell'emicrania con aura

Mauro Sartorio
Devo essere sincero: comincio ad avere difficoltà nell'attività di revisione delle notizie sulla salute.
La revisione di una notizia prevede una prima lettura in una posizione interna al paradigma convenzionale e una seconda in una posizione interna al modello delle 5LB, in modo che le due possano essere messe su una bilancia e confrontate.
Poiché il mio personale filtro sulla realtà è ormai profondamente imbevuto di leggi biologiche, a volte mi capita che la prima lettura - quella che sarebbe più immediata - mi sfugga, tanto da non comprendere il significato della notizia.

Mi succede oggi, leggendo i quotidiani:

Il segreto del mal di testa: scattata la prima "foto" di un'emicrania

L'emicrania non è più un nemico invisibile: le foto del male

L’emicrania lascia la sua impronta nel cervello: scattata prima fotografia

In uno studio pubblicato a inizio 2015, è stata analizzata l'attività del cervello in 20 persone alle quali capitava di avere la cosiddetta "emicrania con aura", poi in altre 20 persone alle quali capitava di avere "emicranie" e ancora in altre 20 che non avevano sintomi particolari.
È chiamato "aura" un fenomeno che coinvolge la vista, caratterizzato da macchie luminose o scure (scotomi) posizionate nel campo visivo, che a volte si presenta in concomitanza con un mal di testa.
L'indagine tra le 60 persone è stata fatta a riposo, in un momento in cui non era presente alcun sintomo.
Dai risultati dello studio si rileva che solo chi "soffre di aura" mantiene attive alcune aree del cervello connesse alla vista (area della corteccia occipitale), anche nei momenti in cui non c'è mal di testa.
La conclusione dello studio è, quindi, che questa immagine cerebrale "può rappresentare un bio-marcatore in grado di differenziare i pazienti che sperimentano il fenomeno dell'aura dai pazienti con sola emicrania ma senza aura, anche nei momenti tra un'emicrania e l'altra".

Mi sfugge qualcosa in questo studio, o nella notizia in sé, rispetto agli obiettivi dell'indagine.
Faccio un esempio metaforico: se studiassimo 20 persone che soffrono di emicrania e dolore al tallone, 20 persone che soffrono di emicrania e 20 persone senza sintomi, penso che potremmo fotografare, prevalentemente nel primo gruppo, una particolare attività nell'area del cervello che innerva il tallone.
Eppure, non per questo diremmo di avere effettuato una fotografia dell'emicrania, semmai una fotografia della tallonite.

Cosa crea il corto circuito logico?
Nella classificazione convenzionale, "emicrania con aura" è un'entità specifica indivisibile, con una propria identità eziologica, diversa dall' "emicrania senza aura" e dall' "aura senza emicrania".
Si considerano quindi 3 patologie a sé.
I due sintomi "aura" e "emicrania" vengono assemblati insieme in una terza entità, con una propria etichetta, per un motivo ben preciso: la contemporaneità.
Due cose che vengono insieme, al giorno d'oggi, fanno una sindrome. 
Poichè la relazione tra i due fenomeni non è spiegabile, la sindrome costituisce un nuovo soggetto nosografico, con un nome proprio che la possa classificare e consenta di comunicarla.

Con questo procedimento si moltiplicano nel tempo le "patologie", che poi è necessario studiare separatamente.
Se, un giorno, si trovasse una qualche correlazione di simultaneità tra emicrania e tallonite, certamente si vorrebbe dare un'identità a tale sindrome, per esempio con il nome di "tallonite emicranica". 
E se ne farebbero studi specifici.
Ecco perchè, quando siamo di fronte ad una indivisibile "emicrania con aura" e scattiamo una fotografia del fenomeno "aura", ci permettiamo di chiamarla "fotografia dell'emicrania".

Come si affronta, invece, una "emicrania con aura" all'interno del modello delle 5 Leggi Biologiche?
Semplicemente separando le pere dalle mele: "emicrania" è una cosa, "aura" è un'altra.
A volte le due cose possono essere simultanee, molte altre no: infatti esistono "emicranie", "emicranie con aura" e "aura senza emicranie".

Se vogliamo proprio trovare un senso alla correlazione temporale, quando sussiste, dobbiamo considerare un principio fondamentale: l'organismo si adatta all'ambiente con i programmi biologici che sono necessari, uno o più di uno, così ad un singolo evento (DHS) corrispondono quasi sempre diverse attivazioni organiche. 
La reazione ad 1 evento DHS con 3 diversi programmi biologici


Infatti, nella fattispecie, la diagnosi di "aura" identifica non solo sintomi visivi, ma anche formicolii, intorpidimenti muscolari, nausee e ipersensibilità a luci e rumori.

Il metodo "Divide et Impera" con le 5LB sull' "emicrania con aura":

1) Sintomo: improvvisi scotomi (macchie nere) nel campo visivo.
Tessuto e fase: la retina, pochi minuti in seguito alla CL.
Percezione biologica: "il pericolo in agguato alle mie spalle è passato". 
Per esempio "mi è andata bene, questa volta non sono stato sgridato".

2) Sintomo: dolore ad un lato della testa.
Tessuto e fase: muscoli e ossa in area cervicale, pochi minuti/mezzore in seguito alla CL.
Percezione biologica: "sono stato all'altezza". 
Per esempio "non mi ha sgridato, vuol dire che sono stato bravo".

3) Una qualsiasi altra reazione organica simultanea, in risposta allo stesso evento.

Sappiamo bene che il modello delle 5LB è in grado di semplificare incredibilmente la classificazione delle "malattie", trasformando la prolificante giungla delle odierne enciclopedie mediche in una ariosa prateria.
In questo senso, il contributo delle 5 Leggi Biologiche alla medicina ha un valore inestimabile: leggi di più su questo argomento.

Se non hai capito molto di questo articolo, comincia a studiare le leggi biologiche da qui.
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