L'Agenzia Spaziale trova il senso biologico...nello spazio: la fisiologia speciale delle ossa.

Eleonora Meloni
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Attendevo di leggere questa notizia scientifica da diversi anni: una conferma che la scienza comincia a porre l’attenzione al senso biologico che alcune fisiologie/patologie del corpo umano assumono in risposta ai bisogni che l’organismo esprime in determinate condizioni ambientali.

Nell’articolo edito dalla Agenzia Spaziale Italiana si legge che il nostro astronauta Paolo Nespoli si è offerto come “cavia spaziale” per lo studio di alcuni fenomeni fisiologici/patologici che vengono più frequentemente rilevati in un organismo posto a vivere in assenza di gravità.

Senso biologico dell'osteoporosi Hamer
“L’esperimento canadese MARROW punta a esplorare i cambiamenti che avvengono nel nostro sangue in missioni di lunga durata, in particolare nei globuli rossi e nei globuli bianchi: una condizione che, secondo gli scienziati, potrebbe influire sul corretto funzionamento del midollo osseo
[...]"
"[...]L’ipotesi è che, in caso di prolungata esposizione a zero G, le cellule di grasso si accumulino nel midollo a discapito delle cellule del sangue, causando così la cosiddetta ‘anemia spaziale’.
Lo studio MARROW sul midollo osseo si inserisce nel più ampio filone che punta a comprendere cosa accade allo scheletro degli astronauti in condizioni di microgravità, anche in vista di una migliore comprensione delle principali malattie ossee qui sulla Terra.
Dopo un certo tempo in assenza di gravità, infatti, il nostro corpo inizia lentamente a ‘smantellare’ lo scheletro, come se non ne avesse più bisogno
Nel frattempo “un nuovo studio arriva a confermare l’effetto dello spazio sulla struttura ossea umana. La ricerca, coordinata dall’Università del Missouri e pubblicata su Aerospace Medicine and Human Performance, afferma in particolare che la microgravità potrebbe inibire la formazione della cartilagine.
"[...]spiega Elizabeth Loboa, leader dello studio: “Il nostro studio mostra che la microgravità è in grado di inibire questo processo di ricostruzione della cartilagine.”
Dal punto di vista scheletrico, l’esperienza nello spazio si avvicina a quella dei pazienti paralizzati o costretti a un riposo prolungato: nel loro caso, così come in quello degli astronauti, la rigenerazione della cartilagine potrebbe quindi essere complicata.”

Fonte: Agenzia Spaziale Italiana - Agosto 2017

Queste dichiarazioni ci permettono di considerare quanto alcune ricerche e teorie scientifiche possano aderire sempre di più al modello diagnostico proposto dalle 5 Leggi Biologiche.
Proseguiamo per comprendere perchè.


CENNI DI EZIOLOGIA

Andando nello specifico, ossia considerando la seconda e la terza legge biologica, in questo articolo si sta parlando di tessuti che originano dal foglietto embrionale mesoderma recente: midollo osseo, eritrociti, leucociti, tessuto osseo, tessuto cartilagineo (e ricordo anche il tessuto muscolare, che qui non è citato).

In base alla seconda legge biologica, questi tessuti nella fase di attivazione simpaticotonica (FA) vanno incontro ad un calo della loro funzione fisiologica e a lisi (osteoporosi) o a necrosi o a citopenia.
Nella fase successiva di vagotonia (PCL) essi riparano le lisi con una rapida proliferazione cellulare, che ci ricorda la cicatrizzazione, e contemporaneamente ripristinano la loro funzione che, nello specifico per il midollo osseo, è quella di riportare il numero degli elementi figurati del sangue (globuli rossi e bianchi) verso i valori di normalità.
Questa seconda fase ripristina la fisiologia normale dei tessuti con un eccesso cellulare (che per la medicina ortodossa viene diagnosticato come “osteosarcoma” per il tessuto duro e “leucemia” per il tessuto molle e il sangue).
Questa abbondanza di cellule ha lo scopo finale di fortificare i tessuti coinvolti.


IN ASSENZA DI GRAVITÀ

Come possiamo spiegare con le leggi biologiche questi fenomeni quando osservati in assenza di gravità?

Le leggi biologiche ci invitano a considerare la FUNZIONE dell’organo e dei tessuti.
Lo scheletro è la nostra impalcatura, ci sostiene con una forza adeguata a stare eretti in un perfetto bilanciamento con la gravità, che tenderebbe a schiacciarci al suolo.
Immaginate come saremmo senza di esso: degli ammassi di carne accasciati su noi stessi come delle amebe o dei vermi giganti costretti a stare fermi o al massimo a strisciare.
Per assicurare una struttura appropriata dello scheletro alle pressioni esercitate dalla forza di gravità avviene un fisiologico rimaneggiamento osseo, un perpetuo alternarsi dell'azione di due tipi di cellule delle ossa: gli osteoclasti che lisano il tessuto eliminando le vecchie cellule, e gli osteoblasti che ricostruiscono apportando nuove cellule e calcio. (Per un rinnovamento completo l’essere umano impiega circa 7 anni).
Nello spazio in assenza di gravità il corpo non riesce a reagire e a muoversi velocemente perchè non poggia, non fa leva quindi non c’è modo nè senso a sostenersi.
In questa condizione ambientale l’organismo percepisce che lo scheletro non riesce a svolgere la propria funzione perchè non serve; di conseguenza non impiega energia, risorse e reazioni biochimiche per mantenere tale struttura.
Per una legge di economia biologica, poichè il lavoro svolto dagli osteoblasti (apporto di nuove cellule) non serve, viene interrotto.
Ciò comporta che i tessuti vanno incontro a fenomeni di lisi: se riguarda la struttura viene definita osteolisi, se riguarda i globuli rossi è chiamata “anemia”, se sono coinvolti i globuli bianchi “leucopenia”, se riguarda muscoli “atrofia” e cosi via per tendini, cartilagini, vasi sanguigni e linfatici etc...

Abbiamo appena scoperto che un'osteolisi nello spazio ha SENSO


Aggiornamento luglio 2022: uno studio ha confermato che pochi mesi di permanenza nello spazio equivalgono ad una perdita di calcificazione ossea che richiederebbe decenni sulla Terra.
E che anche dopo 12 mesi di recupero e di esercizi sul pianeta, le ossa non ripristinano la densità originaria. Fonte: Nature e notizia FanPage

IN PRESENZA DI GRAVITÀ

Come possiamo invece spiegare una osteolisi sulla Terra, ossia in presenza di forza di gravità?
Per farlo, ci addentriamo nel campo della psiche.
In base alle 5 Leggi Biologiche quando si parla di psiche ci si riferisce ad un sentito profondo, biologico, a quella percezione sovente inconscia che mette in allerta la nostra parte più istintiva dell’essere vivente, la parte animale, con lo scopo di reagire, superare, sopravvivere ad un evento reputato (oggettivamente e soggettivamente) pericoloso .
Ogni tessuto reagisce ad una percezione, in relazione alla funzione che esso svolge per garantire l'omeostasi dell’intero organismo.

Per una immediata e semplice comprensione, in riferimento ai tessuti di origine neo-mesodermica si utilizza generalmente il termine psicologico “svalutazione”.
Tuttavia il sentito biologico non è qualcosa di psicologico.
Il tessuto osseo, struttura portante che ci sorregge in un ambiente gravitazionale, reagisce quando l’individuo ha la profonda percezione di sentirsi non adeguato a sostenersi, ad esistere (Fase Attiva).
Nelle condizioni di tale percezione, il sentirsi una nullità equivale a livello tissutale a “non servire più”.
Il sostegno dello scheletro dunque non è più utile: per economia biologica, il corpo smette di occuparsi del mantenimento della struttura portante e le ossa iniziano il processo di lisi...come nello spazio.
In effetti l’astronauta nello spazio non si “svaluta”, ma in quelle condizioni il suo corpo vive comunque l’esigenza biologica di non avere più bisogno di uno scheletro.

MALATTIA O ADATTAMENTO?

Con una chiave di lettura meno patologica e più biologica possiamo arrivare tutti a comprendere come la natura del nostro organismo sia sempre in perfetta armonia con le circostanze ambientali in mutamento, perchè ad esse si adatta rapidamente per poter garantire l’omeostasi di tutte le sue parti (organi e apparati) e la sua stessa esistenza.

Non c’è quindi differenza tra un astronauta il cui corpo nello spazio percepisce di "non servire più" per mancanza di gravità e un vivente sulla Terra il cui corpo percepisce di "non servire più" per via di un senso di fallimento totale.
Entrambi i corpi reagiscono allo stesso modo con una lisi ossea.

Perchè ora dovremmo definire il primo un adattamento a condizioni ambientali mentre il secondo una “malattia”?

Con la conoscenza delle 5 Leggi Biologiche non è più possibile dare delle interpretazioni diverse allo stesso fenomeno che si osserva. 
La precisa correlazione tra psiche, cervello e organo ci permette di comprendere che la reazione, sia sulla Terra o sia nello spazio, è la migliore risposta alla percezione di “inutilità” che i due organismi vivono.

Il mio ringraziamento va senza'altro all'astronauta volontario che permetterà futuri approfondimenti sull'argomento.


P.S: Il Dott. Hamer sostiene che per il mesoderma recente il senso biologico sia nella fase di ripristino (PCL) in quanto, una volta superata la conflittualità, il tessuto si fa più forte di prima.
Credo tuttavia che si possa applicare un senso biologico anche alla reazione del tessuto in fase Attiva (FA). Il sentito profondo è "non sono adeguato", allora "non servo".
Pertanto i tessuti corrispondenti alle sfumature di inadeguatezza smettono di essere presi in considerazione dal sistema che li mantiene, degenerando con lisi e necrosi.



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LA FISIOLOGIA SPECIALE DELL'APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO