Cancro al seno causato da un preciso trauma emotivo: è noto dal XVIII secolo, almeno.

Mauro Sartorio
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Nel 1959 Lawrence Leshan, professore e ricercatore presso l'Istituto di Biologia Applicata di New York, scriveva sulla rivista dell'Istituto Nazionale per il Cancro (Volume 22 Numero 1, 1959) a riguardo di alcune ricerche sull'origine del cancro nei secoli XVIII e XIX:

Questo concetto secondo cui un grave trauma emotivo (per usare la terminologia moderna) contribuisca notevolmente all'insorgenza e allo sviluppo del cancro non è stato affrontato in modo approfondito. 
È stato ampiamente accettato e indicato da molti scrittori come un fatto ben noto. 
Si trattava, tuttavia, di un fatto che all'epoca era poco significativo dal punto di vista clinico: non c'era modo che potesse essere usato per aiutare il paziente. 
La psichiatria clinica non iniziò ad apparire fino all'inizio del XX secolo. Prima di allora, chiunque fosse interessato ai fenomeni mentali poteva solo osservare, registrare e classificare. 
Non aveva strumenti con cui esplorare o intervenire.

In sostanza, che i traumi emotivi fossero una causa del cancro era un fatto accettato e ben noto da secoli, tuttavia la questione non fu approfondita perchè ai tempi non si avevano a disposizione strumenti di intervento.

IL CANCRO AL SENO CAUSATO DALLA PERDITA DI QUALCUNO

Per esempio il chirurgo Thomas William Nunn, nel 1882 pubblicava il suo libro Il Cancro del Seno, una raccolta di casi clinici.
Nel testo è chiaro il fatto che uno shock emotivo influenzi la progressione di un tumore.
Per esempio nel caso 44 (pag.104 dell'edizione originale) descrive una donna con "tumori al seno destro e masse": "Una riduzione generale di tutti i tumori in misura notevole. Ciò coincide con uno shock al sistema nervoso causato dalla morte improvvisa di suo marito. Poi i tumori hanno cominciato a ricrescere".

Significa che la DHS per la morte del marito ha arrestato il processo tumorale, che poi in seguito ha ripreso. Non abbiamo dettagli per verificare che fosse un processo ectodermico, che sarebbe quello più coerente con la storia perché prolifera in PCL.


Citiamo ora un paio di casi riportati nella metà del 700 dal medico Deshaies Gendron che insisteva sul concetto di "stress emozionale intenso" e sulla importanza dei "disastri nella vita, occasione di molti problemi e dolore" nell'origine del cancro. Fonte: Recherches sur la nature et la guerison des cancers - Deshaies Gendron.

Il Kowal, nel suo libro Emotions as a cause of cancer; eighteenth and nineteenth century contributions, nel 1955 riprendeva questi due casi dal Gendron:

Caso 1: La signora Emerson, alla morte di sua figlia, ha subito una grande afflizione e ha percepito il suo seno gonfiarsi, diventando subito dopo doloroso; alla fine scoppiò in un cancro estremamente persistente, che consumò gran parte del seno in breve tempo. Aveva sempre goduto di un perfetto stato di salute.

Caso 2: La moglie dell'ufficiale della marina militare, il quale fu catturato qualche tempo prima dai francesi e messo in prigione, fu così tanto colpita che il suo seno iniziò a gonfiarsi, e subito dopo scoppiò in un cancro disperato che si è sviluppato così tanto che io non potevo più affrontare il suo caso. Non aveva mai avuto nulla al suo seno.

Lo stesso LeShan, che ha sottoposto ad analisi psicologiche numerosissimi casi oncologici, ha documentato una correlazione tra l'equilibrio psicologico precario dato dalla perdita di una relazione affettiva e l'insorgenza a 6-12 mesi di una neoplasia.
Fonte: Cancer as a turning point, Lawrence Leshan, 1994



In uno studio condotto al New York City Cancer Institute nel 1951 sul cancro al seno e all'utero, Milton Tarlau e Irwin Smalheiser scrivono: 
Se un disturbo psicologico è dimostrato in un gruppo di pazienti con una specifica malattia, uno deve determinare se si tratti di un risultato secondario della malattia o se il disturbo psichico esisteva già prima, diventando così una causa della difficoltà fisica.
È importante rendersi conto che c'è la tendenza ad andare a conclusioni preconcette, cosicchè si nega la possibilità che fattori psicologici producano uno stato che può configurarsi più come una causa che come un effetto." 
"C'è qualche evidenza che suggerisce che la struttura della personalità può giocare un ruolo nella patogenesi del cancro degli organi sessuali primari o secondari.", specificando quindi che gli schemi psicologici che hanno descritto non erano il risultato della malattia ma al contrario potevano avere un ruolo nella genesi e nella localizzazione del processo patologico.
Fonte: PubMed


Un altro studio del 1955 di Reznikoff alla Yale University rilevava che "Le donne con tumori maligni [al seno] hanno riportato un numero molto maggiore di decessi tra fratelli alla nascita o durante l'infanzia. 
L'infanzia dei malati di cancro sembra essere caratterizzata da responsabilità eccessive principalmente associate alla cura dei bambini più piccoli. 
Da adulti i loro matrimoni sembravano avere meno successo. 
Il gruppo oncologico [rispetto al gruppo di controllo] ha espresso sentimenti più negativi nei confronti della gravidanza e della nascita e ha evidenziato disturbi specifici nell'identificazione femminile.
Fonte: PubMed

Chi conosce l'eziologia psichica delle 5 Leggi Biologiche, riconoscerà queste percezioni così strettamente coerenti con il modello da essere inequivocabili.

UNA REVISIONE DELLA LETTERATURA SCIENTIFICA

I secoli scorsi sono costellati di ricerche in questo senso con risultati notevoli, e potrei andare avanti per giorni ad illustrarli.
Infatti sulla rivista dell'Istituto Nazionale per il Cancro, il Leshan scrive:

Abbiamo revisionato la letteratura riguardante l'effetto della struttura della personalità sull'eziologia e lo sviluppo delle neoplasie. 
Nel diciottesimo e diciannovesimo secolo, le pubblicazioni hanno ripetutamente indicato la convinzione dei loro autori che gli stati emotivi abbiano un effetto importante sullo sviluppo del cancro
Negli ultimi 10 anni sono stati condotti numerosi studi in questo campo con le moderne tecniche di psichiatria e psicologia clinica. 
Nel complesso, studi recenti sono giunti alle stesse conclusioni degli oncologi del XVIII e XIX secolo. 
Al momento i dati sembrano portare a 4 conclusioni: 
1) Sembra esserci una correlazione tra la malattia neoplastica e alcuni tipi di situazioni psicologiche
2) Il fattore psicologico rilevante riportato in modo più coerente è stato la perdita di una importante relazione emotiva che ha anticipato i primi sintomi della neoplasia. 
3) Sembra esserci una relazione tra l'organizzazione della personalità e il periodo di tempo tra l'apparizione di una neoplasia e la morte del paziente. 
4) Potrebbe esserci qualche relazione tra l'organizzazione della personalità e il tipo o l'area del corpo in cui insorge un tumore.
Fonte: Journal of the National Cancer Institute

HAMER CONFERMA E PERFEZIONA

In sostanza che i traumi emotivi siano una causa del cancro è un fatto accettato e ben noto da tempo, e non solo: si sospettava anche che ci fosse una stretta relazione tra un sentito emotivo e l'organo coinvolto.
Tuttavia la questione non fu approfondita perchè, prima dell'avvento della psichiatria clinica, non si avevano a disposizione strumenti di intervento.

Evidentemente le forti speranze riposte nella psichiatria del XX secolo sono sfumate nel XXI: infatti il negazionismo intorno a queste evidenze è largamente diffuso ai nostri giorni: qualsiasi correlazione tra emozione e cancro è tacciata di ciarlataneria, e la medicina con una benda sugli occhi si è schiacciata nell'angolo buio della tecnica e delle tecnologie molecolari.

Eppure là fuori il mondo delle discipline psicologiche ha fatto salti da gigante negli scorsi decenni, e numerosi sarebbero oggi gli strumenti di intervento a disposizione.
Strumenti che possono finalmente contare su un modello eziologico certamente perfettibile ma molto elegante e coerente, che descrive con una precisione mai avuta prima le correlazioni tra percezioni psichiche e reazioni fisiologiche di ogni singolo organo del corpo.

Oggi grazie alle 5 Leggi Biologiche ci è estremamente più semplice osservare questi fenomeni (rispetto a quei ricercatori "hameriani prima di Hamer" che non avevano un riferimento teoretico) e infatti li sperimentiamo quotidianamente e nel nostro piccolo li comunichiamo in modo semplice a chi ha orecchie pronte per questa rivoluzione.

Quindi quali sono le cause che attivano la fisiologia speciale del seno?
Sì, hanno proprio a che fare con le perdite di relazioni affettive.