Il collasso del paradigma biomedico, l'alba di una nuova era

Mauro Sartorio
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Poteva una nuova era per la medicina non passare attraverso il collasso violento di un paradigma che era costruito sull'argilla e che non sapeva più fornire risposte alle domande del nostro tempo?
Il passaggio tra il secondo e il terzo millennio ha rappresentato, molto più che simbolicamente, lo scoccare della mezzanotte, oltre il quale siamo stati proiettati dentro un nuovo giorno.

Il modello bio-medico che, obsoleto, appartiene a quel prima non riesce più ad adattarsi a questo tempo e ne muore. 
Modelli che sono invece nuovi e adeguati spingono per la loro inesorabile emersione.
La metamorfosi è carica di sofferenza, violenza e irrazionalità, una condizione che stiamo vivendo tutti: così come qualsiasi trasformazione, porta in sé la resistenza al lutto.

Gli eventi stanno lasciando indietro chi sta cercando di aggrapparsi con paura ad una concezione della salute arcaica, rozza e mono-dimensionale (quella che fa della salute una guerra e che identifica la malattia con un nemico, il virus); mentre allo stesso tempo gli eventi stanno anche aggregando tutte le persone che, invece, vivono la salute in una prospettiva ampia, sistemica, complessa quanto è la vita, e sono coscienti degli illimitati aspetti dell'essere umano, che fanno la salute: corporale, psichico, elettromagnetico, genealogico e così via. 
Queste persone vivono già di questo modello olistico, e non perché sia una moda o parrebbe un buon ideale relegato in qualche libro di medicina, ma perché questo approccio alla salute è già maturato da tempo, è presente, è concreto.

Le 5 Leggi Biologiche si sono materializzate proprio in questo tempo, intorno alla "mezzanotte", e non è certamente un caso. 
Anche l'arte sta integrando, progressivamente, le categorie di pensiero che sono il cuore di questo potentissimo passaggio storico.

André è un medico morto con una diagnosi di cancro.
Come la maggioranza delle persone ancora crede, il suo "male" è qualcosa che lo ha colpito, dall'esterno e per una sfortuna ingiusta e inspiegabile.
Il dott. André imparerà, invece, che questa è solo la credenza di un paradigma bio-medico che sta collassando su se stesso. 
Imparerà che il suo proprio destino è strettamente legato al suo mondo interiore, alla sua anima, molto più che alla malasorte e al suo corpo.

Questa è l'alba di un nuovo umanesimo nel quale finalmente, anche per la salute, l'essere umano è posto al centro.

André: non posso neanche pensare a quello che ho passato, un incubo, un'ingiustizia.
Clarêncio: cosa posso fare per te André?
André: ho bisogno di spiegazioni.
Clarêncio: sì certo, è comprensibile dopo tutte le tue sofferenze.
Mi dispiace molto che tu sia arrivato qui da suicida.
André: Cosa?? Lei non sa di cosa sta parlando. Non avrei mai potuto farlo.
Lisias: il corpo spirituale registra uno storico di tutte le azioni praticate nel mondo materiale.
André: allora dovrebbe mostrare la malattia che mi ha tolto la vita.
Clarêncio: la tua malattia è il risultato di una legge superiore
André: quale legge?
Clarêncio: azione e reazione. Lo stato mentale è determinante nella vita dell'essere umano.
André: io non capisco di cosa state parlando!
Clarêncio: avresti mai potuto immaginare che la rabbia, l'odio, l'invidia, l'egoismo e l'intolleranza potessero far parte della diagnosi?
Lisias: e per di più, gli organi del corpo somatico possiedono delle riserve incalcolabili ma non possono sopportare anni e anni di maltrattamenti. 
Il tuo apparato gastro-intestinale era praticamente distrutto da qualsiasi tipo di eccesso [psichico].
Clarêncio: bene, credo che il concetto ormai sia chiaro. Per una azione compiuta ripetutamente nel corso degli anni, il risultato è uno solo: suicidio inconsapevole.
Lisias: ecco la spiegazione di tanta sofferenza.
Clarêncio: centinaia e centinaia di creature lasciano la vita sulla Terra per gli stessi motivi tutti i giorni. È una vera e propria catastrofe silenziosa.
Ora André approfitta del riposo e acquieta il tuo spirito, affliggersi non risolverà i problemi.
Il buono della vita è poter ricominciare. Ricomincia.

Dialogo tratto dal film Nosso Lar (2010)