La 'malattia del tempo libero': perché ci ammaliamo in vacanza

Mauro Sartorio
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Dell'argomento in passato ho trattato qua e là in modo sparso, perché è indubbiamente una delle dimostrazioni delle 5 Leggi Biologiche più eclatanti ed accessibili a chiunque vi presti attenzione.
Per noi infatti è scontato che i sintomi compaiano nel momento del rilassamento, tuttavia la medicina ortodossa lo tratta come un fenomeno curioso e inspiegabile.
O meglio, cerca di spiegarlo in qualche maniera ma, non avendo alcuna contezza della bifasicità della biologia, compie acrobazie logiche al limite del grottesco.

Dalla notizia di oggi (Fonte: Gazzetta):

Effetto let-down: ecco perché ci ammaliamo in vacanza, secondo la scienza

Qualcuno la definisce la malattia del tempo libero, perché infausta e subdola, si manifesta in vacanza o durante i weekend, quando stiamo per apprestarci al tanto desiderato riposo. Basta mettere piede in spiaggia che nel giro di pochi giorni ecco arrivare mal di schiena, mal di testa, dolori di stomaco, eruzioni cutanee, stanchezza e a volte persino l'influenza. Ma la legge di Murphy non c'entra: se ogni tanto capita di ammalarsi a ridosso delle vacanze, c'è una ragione molto più scientifica...

Sentiamo dunque la ragione scientifica:

Secondo Marc Shoen, psicologo e docente presso la Facoltà di Medicina Geffen dell'UCLA, l'effetto let-down (un sinonimo della malattia del tempo libero) è una condizione comune, in cui ci si può sentire male o ammalarsi dopo eventi stressanti come un periodo di intenso lavoro o studio. 
A volte si manifesta anche dopo eventi positivi, come un matrimonio o una competizione sportiva. Quel che è certo è che, spesso e volentieri, si verifica durante i fine settimana, le vacanze, le festività.


Questo è ciò che si osserva sperimentalmente, e noi infatti la chiamiamo fase di "riparazione" che segue immediatamente la Fase Attiva di stress: è un principio di base molto elementare (studiato da almeno un secolo nella ricerca in psicosomatica), verificabile per la maggioranza dei sintomi che il corpo manifesta, ed è descritto nella seconda Legge Biologica.
Siccome però questo principio elementare non è contemplato nell'odierno modello di salute, sentite le ipotesi "scientifiche" quanto sono povere e come si avvitano su loro stesse.

Shoen afferma che “la malattia durante questi periodi può presentarsi in due modi. 
Potrebbe essere legata a qualcosa a cui siamo stati esposti nel culmine dello stress, come un virus contratto per il superlavoro. 
Oppure potrebbe svilupparsi successivamente attraverso questa finestra aperta, in cui ogni agente patogeno intorno a noi ha più chance di infettarci”. 
In pratica, durante i periodi faticosi il nostro corpo produce alti livelli degli ormoni cortisolo e adrenalina, che hanno lo scopo di mobilitare le energie e potenziare il sistema immunitario per far fronte allo stress. 
È una risposta naturale e necessaria. Il problema sorge quando questo stato di allerta viene interrotto improvvisamente: quando lo stress si placa, il corpo vuole naturalmente riposare e dormire.
Tuttavia, se ci de-stressiamo troppo rapidamente, il repentino calo degli ormoni dello stress porta il sistema immunitario ad abbassare le difese nel momento sbagliato, esponendoci ad attacchi di virus e batteri.


Qui è proprio la morte della scienza, ridotta alla lotta tra i buoni e i cattivi, una lotta persa perché il cosiddetto sistema immunitario sarebbe fuori uso.
Siccome riposi dopo lo stress, i microbi ti aggrediscono di soppiatto.
Ma poi, ci dovremmo inventare pure il virus del mal di schiena?
E il mal di testa "perché il sistema immunitario è indebolito"?

Allora quale sarebbe la soluzione?
Non devi riposare!

Secondo il dottor Schoen, il modo migliore per evitare l'effetto let-down è quello di de-stressarsi progressivamente, tenendo la mente o il corpo attivi, in modo da mantenere il sistema immunitario in allerta.


Scusate se rido, questa cosa fa abbastanza ridere di per sé, ma a noi in modo particolare perché si allinea ad una burla autoironica dalla nostra pagina comica Una Vita da haMeriano: "L'haMeriano cerca di non fare andare troppo bene le cose, per non fare soluzioni troppo forti".
Ce lo diciamo spesso tra di noi "meglio che sto bello teso e non risolvo!".

In scienza medica siamo davvero ancora nella preistoria, ma molti di noi oggi hanno la fortuna di avere una sana via di fuga in avanti.
Se non capisci di cosa sto parlando, lo sapevi che questa legge bifasica ha vinto il Nobel per la medicina nel 2017?


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