Stop alle guerre ideologiche: integriamo le conoscenze.

Mauro Sartorio
Ideologia dei buoni e cattivi in medicina
Un medico ottuso, serrato nei suoi protocolli, che non vede la realtà che ha di fronte nel suo paziente ma vede solo quella che suppone o addirittura pretende, può fare grossi danni, certamente.
Anche non darsi possibilità di intervento alternative al protocollo può essere molto limitante, ma è pur vero che spesso il professionista può avere le mani legate da regole deontologiche e legislative molto ferree.
In un mondo ideale in cui il paziente, ben informato, si prende la responsabilità della propria salute, questo dato di fatto non è un limite ma ricade nell'ambito della semplice scelta terapeutica.

La capacità di scegliere in modo attivo e autonomo la propria cura, nel rispetto della propria unicità, richiede in primis il presupposto necessario della corretta informazione, che sia pubblicamente disponibile e non manipolata.
Le tante associazioni di medici e terapeuti, che supporto direttamente su questo sito, lavorano tutti i giorni strenuamente con questo fondamentale obiettivo: All Trials, Cochrane, Gimbe, Salute Attiva, 500words ...
La corretta e completa informazione è imprescindibile.

Eppure un fenomeno molto diffuso si insinua a minare la capacità di una scelta di cura lucida e serena: le campagne denigratorie verso la pubblica sanità e quelle verso nuove terapie, le invettive contro i medici "convenzionali" e quelle contro gli operatori "alternativi", l'opposizione generalizzante ai medicamenti, il terrorismo del biologico "ciò che è minimamente elaborato uccide", la dicotomia, in ogni settore, tra buoni e cattivi... in definitiva niente altro che lotte tra faide, in mezzo alle quali una scelta consapevole diventa impossibile.

E la posizione peggiore, la più limitante e pericolosa, è proprio quella di chi si schiera. Voglio sottolineare, non solo limitante, ma pericolosa.
Mettersi in posizione di guerra nei confronti di qualcosa, qualsiasi cosa, produce l'unico effetto di escludere se stessi da una larga fetta di mondo e tagliare via le risorse personali a quella collegate.

"No io dal medico mai", "io prendo solo erbe, cose naturali, guai le medicine", "i latticini fanno male!", "l'omeopatia è una truffa", "gli alternativi sono tutti ciarlatani" e le infinite varianti sono parte di un fenomeno fortemente in espansione che sa solo escludere, alimentando paure frutto di elaborazioni mentali, che possono mettere in pericolo la persona nel momento in cui dovesse avere bisogno della risorsa alla quale si oppone.
Un esempio è quello di chi si trovasse nella necessità impellente di un pronto soccorso, immerso nel proprio racconto mentale scalpitante "Io all'ospedale non ci metto piede", in una contraddizione lacerante tra sopravvivenza e coerenza ideologica, salvo poi finire forzatamente in ospedale e infine rilassarsi profondamente, perchè "qualcuno finalmente si prende cura di me".
Lottare contro qualcosa, in sostanza, si riduce a una lotta contro se stessi.

La parola d'ordine sia INTEGRARE, e non isolare.
Potere contare su tutto ciò che è disponibile equivale a potere contare sulle proprie forze interiori, complete, integre.
Sono sicuro che molti troveranno parallelismi con le guerre di posizione in altri ambiti.

In termini di leggi biologiche sappiamo bene che curare è molto diverso da guarire, dove il primo si riferisce alla riduzione dei sintomi, mentre il secondo è strettamente ed esclusivamente in mano alla natura, ai processi dell'organismo.
Per questo motivo poco importa se una persona trova giovamento prendendo un'erba, un altro assumendo bicarbonato, un altro un medicinale, un altro ancora attraverso una dieta proteica, un altro quella vegetariana, e chi con la preghiera. Va tutto benissimo.
Quello che conta è che il corpo possa portare a compimento con meno ostacoli possibili la sua guarigione secondo leggi di natura.

In questo senso biasimo profondamente quel medico, quel terapeuta, quel giornalista, il bio-terrorista e chiunque crei scissioni ideologiche, perchè possono avere un impatto negativo concreto sulla salute delle persone.
"Non fare questo, non fare quell'altro, questo fa bene e quello fa male" è un atteggiamento assolutista che niente ha a che fare con la cura della persona nella sua unicità, e che deve come minimo mettere in guardia chi cerca un sostegno nel campo della salute.