Big Pharma pronta al cambio di strategia sul cancro: i vaccini

Mauro Sartorio
Siamo giunti nell'era dell'immunoterapia.


Aifa, primi vaccini contro cancro in prossimi 3 anni
''Oltre alle vaccinazioni 'classiche' contro le malattie infettive, rispetto alle quali non va assolutamente abbassato il livello di attenzione - ha detto Pani - ci sono oggi delle grandi evoluzioni: i vaccini per l'immunoterapia del cancro, che dovrebbero arrivare nei prossimi tre anni, ed i vaccini contro l'Alzheimer e contro le sostanze di abuso come la cocaina, che dovrebbero invece essere pronti in 5-10 anni''. 
Dunque, ha sottolineano Pani, ''ci saranno vaccini per tutte le età della vita''. [...] Allo studio, ha rilevato il presidente dell'Aifa Sergio Pecorelli, ''sono dunque vaccini terapeutici e preventivi."
Fonte: ANSA

L'approccio ai tumori sta cambiando strategia, con il nuovo obiettivo del rinforzo del sistema immunitario:"...tutto ciò che aiuta il sistema immunitario a resistere alle cellule tumorali può contribuire a tenere sotto controllo la malattia anche per molti anni: solo rendendo stabile una buona capacità di reazione dell’organismo possiamo pensare di rendere il cancro una malattia cronica" (Michele Maio, direttore del Dipartimento Immunoterapia Oncologica del policlinico Alle Scotte di Siena).

Stiamo passando dalla guerra frontale della chemio e della radio terapia (che resteranno comunque i rimedi principali), ad un sistema che permetta di resistere in vita il più a lungo possibile, rendendo la malattia da mortale a cronica.
Questo approccio appare una sincera ammissione di sconfitta da parte della scienza medica che, non sapendo più da che parte prendere questo "mostro indomabile", cerca un modo per conviverci.
Non è quindi vera nessuna interpretazione giornalistica, nessun proclama del tipo "guariremo o faremo prevenzione del cancro con i vaccini", perchè ad oggi non è il proposito di queste sostanze.

Tra tutti gli approcci sintomatici questo forse appare il meno peggio, e comunque saprà garantire i cospicui profitti necessari alle industrie, addirittura moltiplicandoli, perchè in prospettiva si creerà una clientela più longeva dipendente da farmaci.

Dal punto di vista delle leggi biologiche e delle terapie causali si tratta tuttavia di un vicolo cieco: malgrado si dia finalmente un certo ruolo al corpo (poichè si incentiva il cosiddetto "sistema immunitario" a fare il suo lavoro), si seguita a veicolare l'usuale abbaglio dell'errore genetico da correggere, della macchina rotta che, non solo non fa il suo dovere, ma incomprensibilmente si auto-distrugge.
E si incentiva questo ipotetico meccanismo di difesa in qualche maniera, malgrado non si conosca come effettivamente funzioni, e nessuno abbia una risposta ufficiale alla domanda "come mai il sistema immunitario non riesce a reagire adeguatamente e a distruggere cellule così diverse da quelle sane?".

Il messaggio che il cancro sia un "mostro indomabile da sconfiggere" non cambia ma, escludendo categoricamente la funzione preventiva di queste sostanze (impossibile e illogica per l'eziologia), se comunque questi rimedi permetteranno davvero una sopravvivenza meno dolorosa di quella attuale, sarà un bene per tutti, e consentirà, a chi fosse disposto, di approcciare con più calma i propri processi fisiologici da un punto di vista causale.


Aggiornamento 2016: nell'immagine a lato, l'indagine dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust), pubblicata nel 2016, che peraltro notifica la previsione di grande crescita del mercato nei prossimi anni.
"La redditività del settore vaccinale è elevata, addirittura superiore a quella dell'industria farmaceutica nel suo complesso".


Aggiornamenti negli anni successivi: dal 2014 in poi (anno in cui questa notizia è stata battuta) si è assistito ad una comunicazione estremamente aggressiva sui vaccini, a tratti propagandistica e senza precedenti.
La notizia stessa acquista oggi (2017) un sapore molto diverso.
Qui alcune nostre considerazioni 3 anni dopo.