Il ministero si rifà il trucco sulla gestione catastrofica di Covid19

Mauro Sartorio
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17 febbraio 2021, il ministro Roberto Speranza se ne esce con questo post affascinante



Ineccepibile vero? Un bell'applauso.
Se non fosse che proprio lui, in quanto ministro della Sanità, è il responsabile dell'assenza della medicina di territorio durante il Covid19.
Non per una mera responsabilità istituzionale, ma perchè il suo ministero ha promosso direttive esplicite che hanno impedito il funzionamento della medicina di territorio.
E questo sappiamo cosa ha comportato:
Mantenere la lucidità all'interno di un esperimento socio-sanitario

Il bello dei media su internet è che tutto ciò che si fa e si dice resta, e ogni contraddizione è verificabile da chiunque, così restano orgogliosamente i nostri articoli "profetici", tanto quanto le nefandezze di chi - che sia per paura, cattivi consigli, fanatismo o premeditazione - ha provocato questa tragedia globale.

Allora rinforziamo la memoria dei fatti sul revisionismo del ministro che ha gestito il Covid, che vorrebbe ora la "casa come primo luogo di cura e la sanità del territorio come pilastro":

GLI AMBULATORI DEVONO RESTARE CHIUSI

Visite telefoniche, con i pazienti che descrivono a sommi capi i propri sintomi, e prescrizioni on line. Quest’ultimo aspetto lo ha regolamentato una nuova ordinanza della Protezione civile Nazionale [...] Obiettivo: evitare assembramenti negli ambulatori che restano il più possibile chiusi.
21 marzo 2020, Fonte: La Provincia di Cremona

Questa era l'ordinanza a marzo: non permettere contatti tra medici e pazienti, ambulatori chiusi.

SOLO PRESCRIZIONI TELEMATICHE

L’accesso agli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta non deve avvenire in caso di sintomatologia febbrile o “influenzale” o in caso di disturbi riconducibili a Covid-19.
I pazienti saranno contattati telefonicamente dal medico che, tramite triage attivo, monitorerà le condizioni cliniche.
[...] Il medico prescrittore può inviare tramite SMS all’assistito il solo numero di ricetta elettronica (NRE) da consegnare al farmacista di fiducia.
17 marzo 2020, Fonte: IVG

Il medico diventa un "prescrittore", così assurge definitivamente al ruolo di passacarte, se già non se lo era lasciato affibbiare in questa epoca di industrializzazione disumanizzata.

IN ITALIA MEDICI DI BASE ABBANDONATI

L'umiliante confronto con il Portogallo:
"In Portogallo Covid-19 contenuta grazie ai medici di base, in Italia li hanno abbandonati"

Per questo la letalità nei dati della Lombardia aveva toccato il 18%, un valore senza alcun senso epidemiologico (quello realistico è intorno allo 0,2%) e nessuno può nemmeno sospettare che la causa di questo picco fosse il virus: i fattori sono stati incontestabilmente locali.

LE TESTIMONIANZE DEI MEDICI CHE HANNO CURATO A CASA IN SCIENZA E COSCIENZA

Cosa diceva Riccardo Munda in pieno epicentro della pandemia, quel medico di Nembro che ha visitato tutti i suoi pazienti a domicilio senza perderne nemmeno uno.
Sono andato a casa dei pazienti tutti i giorni, mentre praticamente tutte le persone morte sono rimaste per settimane a casa senza assistenza
Riferivano i sintomi al medico di famiglia, alla guardia medica, al 118, ma c’era sempre qualcuno più urgente da seguire. 
Se i medici di base avessero visitato i pazienti e attivato per tempo l’assistenza domiciliare integrata, con l’ossigenoterapia e un infermiere per la reidratazione, le persone si sarebbero salvate. 
Così ho fatto io, che non sono certo un luminare. La responsabilità è tutta della medicina territoriale
I miei colleghi ospedalieri non sono arrivati neanche a visitare i pazienti, perché non ci sono abbastanza medici per un numero così grande di malati. 
Gran parte di queste persone sono morte senza vedere un medico.
[...] Invece di investire sulle persone si pensa a comprare tecnologia. 
Intendiamoci, la telemedicina potrebbe anche essermi d’aiuto. Ma quando tutti si ammalano servono i medici che vanno a visitare, non ci sono stregonerie.
Fonte: dott.Munda a il Manifesto

UNA GESTIONE OSPEDALOCENTRICA

E ancora, il dott.Luigi Cavanna in prima linea all'ospedale di Piacenza:
«Prima capiamo che il coronavirus va curato a domicilio, prima risolveremo questa pandemia. La risposta ospedalo-centrica è sbagliata».
«I malati abbandonati chiamano il Pronto soccorso e gli ospedali si riempiono. È l’errore da evitare».  «[...] Il governo ripensi l'assistenza sul territorio subito se non vuole trovarsi a curare nelle chiese»
Ottobre 2020, intervista al dott. Luigi Cavanna su La Nuova Bussola Quotidiana

IL PANICO ALIMENTATO DIRETTAMENTE DAI PORTAVOCE DELLE ISTITUZIONI

Non solo, ne abbiamo parlato decine di volte nei mesi scorsi: le istituzioni hanno fatto di tutto per alimentare il panico, e hanno permesso a TV, giornali e pseudo-scienziati in rappresentanza di chissà che cosa, di banchettare amplificandolo senza controllo.
Zangrillo sensazionalismo

Il panico è stato uno dei 3 fattori cardine che hanno generato la "pandemia".
Come diceva il dott. Zangrillo:
Dal sensazionalismo mediatico derivano angoscia, disorientamento, somatizzazione e abbandono dei pazienti. 
Questo produce un flusso caotico nei pronto soccorso che a sua volta crea una inefficiente gestione clinica dei pazienti Covid e non Covid, arrivando al 'blackout' dell'ospedale".
Fonte: AdnKronos


Walter Ricciardi, il consigliere di Speranza che sa dire solo "lockdown": ecco quante volte lo ha ripetuto
Fonte: Libero

LA CIRCOLARE MINISTERIALE CHE IMPEDISCE AI MEDICI DI FARE IL PROPRIO LAVORO

Il Ministero della Salute ha mandato un’ordinanza a tutti noi medici del territorio, dicendoci sostanzialmente che eravamo di fronte a un nuovo virus, sconosciuto, per il quale non esisteva alcuna terapia.
La cosa paradossale è che fino a quel giorno avevamo gestito i medesimi pazienti con successo, senza affollare ospedali e terapie intensive; ma da quel momento si è deciso che tutto quello che avevamo fatto fino ad allora non poteva più funzionare.
Non era più possibile un approccio clinico/terapeutico.
Noi, medici di Medicina generale, dovevamo da allora delegare al dipartimento di Sanità Pubblica, che non fa clinica, ma una sorveglianza di tipo epidemiologico.
Nella circolare ministeriale, il Ministro della Sanità ci dava le seguenti indicazioni su come approcciarci ai malati: isolamento e riduzione dei contatti, uso dei vari DPI, disincentivazione delle iniziative di ricorso autonomo ai servizi sanitari, al pronto soccorso, al medico di medicina generale.
Dunque, le persone che stavano male erano isolate; e, cosa ancora più grave, il numero di pubblica utilità previsto non rispondeva. Tutti i pazienti lamentavano che non rispondeva nessuno; io stessa ho provato a chiamare il 1500 senza successo. Un ministro della salute che si accinge ad affrontare una emergenza sanitaria prevede che i numeri di pubblica utilità non rispondano?
In sintesi: le polmoniti atipiche non sono state più trattate con antibiotico, i pazienti lasciati soli, abbandonati a se stessi a domicilio. Ovviamente dopo 7-10 giorni, con la cascata di citochine e l’amplificazione del processo infiammatorio, arrivavano in ospedale in fin di vita. Poi, la ventilazione meccanica ha fatto il resto.


Ora, il mandante di tali circolari ministeriali si lava la reputazione e le responsabilità con un post angelico.

La politica e i media perseguono a parlare di virus e vaccini, fingendo che tutto questo non sia successo e facendone anche un bel revisionismo storico.
Una ipocrisia da fare accapponare la pelle, che dobbiamo fare emergere per lasciarla alla memoria.
Ho riportato solo alcuni riferimenti che abbiamo già trattato su 5LB Magazine, ma le testimonianze sui fatti sono illimitate.

Rivedi anche l'intervista al dott.Pasquale Aiese, perchè solo dove ai medici è stato impedito di fare i medici c'è stato quel fenomeno sociale catastrofico chiamato "Covid19". 
Covid-19: virus o problema di organizzazione sanitaria?

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