Lucarelli, Scanzi e il dogmatismo sanitario che mette in pericolo di vita

Mauro Sartorio
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Per aprire gli occhi a chi oggi è sotto ipnosi, bisogna prendere quei casi, famosi e in prima linea, che spesso durante il periodo Covid hanno superato il limite della psicopatia, ed esporli di modo che l'ipnotizzato possa specchiarvisi.
Tra i molti famosi esemplari che hanno attirato la mia attenzione, ci sono i giornalisti Andrea Scanzi e Selvaggia Lucarelli.

Guarda cosa fa la Lucarelli in queste ore e, se anche tu stai facendo questo, specchiati in lei.

Selvaggia Lucarelli Covid

Ti ci ritrovi? Allora la tua mente è controllata dal terrore, perchè ti ha tolto la lucidità del discernimento.

Indossi la divisa del benpensante, preconfezionata da un potere totalitario.
La indossi con l'angoscia di chi si sente in guerra con un nemico che non riesce a mettere a fuoco.
Meno lo metti a fuoco e più hai paura, più hai paura e più diventi violento e intollerante.

Non ti accorgi però che il nemico a cui rivolgi violenza sei te stesso, una parte di te stesso.
E poiché colpisci te stesso (e non te ne accorgi) stai assumendo un comportamento suicida.
Quando si indossa la divisa del benpensante violento e intollerante, si marcia verso il suicidio.

PERCHÉ SUICIDA? COSA C'ENTRA?

Ora te lo mostro più chiaramente, perché spesso si osserva questo fenomeno con le malattie tumorali: la paura del cancro, un mostro che non si sa da dove viene, non si riesce a mettere a fuoco né a controllare, mette nelle condizioni di non poter scegliere per il proprio bene.
Spesso - il cancro - né tu né l'autorità medica avete un'idea di come affrontarlo.
Allora l'autorità, che non può sottrarsi alle responsabilità del proprio ruolo, agita potenti armi, a volte devastanti, che sembrano essere l'unica speranza di fronte all'ignoto: quello è il momento in cui, se si è preda della paura, ci si irreggimenta nell'esercito con un atto di fede.

La paura fa violenti e alimenta l'ideologia che serve a giustificare la violenza che altrimenti non si sarebbe voluta agire. Si colpisce duramente il nemico e si colpisce nel buio.
Ciechi, senza riuscire a discernere cosa sia e da dove venga questo nemico, si ritorce la violenza e si colpisce se stessi. Perché, appunto, il nemico mostruoso è dentro.

Immagina quindi la Lucarelli che applicasse il suo comportamento ad una diagnosi di cancro: 
- il terrore che toglie la lucidità 
- la divisa della guerrigliera 
- nessuna dignità a strategie alternative 
- nessuno spazio alla valutazione di rischi e benefici 
- eseguire l'ordine dogmatico di una dottrina di guerra, anche fosse la massima amputazione tollerabile

Madonna come vorrei che questo cancro ti mangiasse gli organi in dieci minuti riducendoti ad una poltiglia verdastra, per vedere quanti inflessibili che scelgono di non fare la chemioterapia restano al mondo.

Qui non c'è alcuna valutazione di rischi e benefici reali, si esegue un ordine militare a prescindere da tutto e dai fatti, non c'è spazio di manovra per la coscienza, è un vicolo cieco.
Per questo diciamo che l'attitudine dogmatica e intollerante mette in pericolo di vita.

ESSENZIALE INTEGRAZIONE NEL PROCESSO DECISIONALE

Scegliere per la propria salute è sempre un lucido e consapevole processo decisionale, che soppesa i rischi e i benefici di un trattamento in relazione al proprio unico caso personale.
Né un cancro né un virus riducono qualcuno ad una poltiglia verde. Non esiste nulla di simile nella realtà.
Se mai dovesse succedere, ognuno deciderebbe se assumere qualche rimedio che apparisse utile a proteggerlo.
E la Lucarelli stia pur certa che lo farebbe anche chi, oggi, ha deciso di non assumere un farmaco sperimentale per un virus che raramente provoca sintomi e ha una bassa letalità (questo si dice nel paradigma microbiologico attuale). Ma non tutti: alcuni comunque preferirebbero rischiare di diventare poltiglia verde. E questo va rispettato.

Invece la paura toglie la lucidità, impedisce di discernere la realtà, al punto di doverla deformare in surrealtà, così che possa giustificare la propria scelta ideologica e violenta. 
L'ipnosi è una identificazione che tende ad autoconservarsi.
Come biasimare questa resistenza? La resistenza di chi si rende conto che tanti altri esseri umani fanno e pensano diverso. E se avessero ragione loro?
Tutti hanno paura di fare la scelta sbagliata, quando si tratta della propria vita.
Il dubbio corrode i pensieri inconsci di chi è arruolato in un dogma e non ha margini di scelta, come un tarlo. Tuttavia, l'identificazione con l'ideologia nasconde alla coscienza il logorio sotterraneo.

Parliamo spesso di questi concetti, anche nei nostri corsi, raccogliendoli sotto un principio universale ed essenziale: l'integrazione. Approfondisci se vuoi cosa intendiamo per integrazione.

IN GUERRA CON LA PROPRIA PAURA

L'effetto della guerra a se stessi è il proprio indebolimento, a volte è anche una rapida consunzione, la quale rinforza la paura di non avere il controllo delle cose, rinforza il mostro interiore, la violenza e la deformazione ipnotica della realtà.
Spesso solo la morte è capace di spezzare questo circolo vizioso.

Sapere riconoscere questi meccanismi ci aiuta a soppesare la realtà con più lucidità possibile, riducendo i condizionamenti, aprendo uno spazio in cui poter fare una valutazione dei rischi e benefici delle nostre scelte. Il che, nel regime sanitario in cui ci troviamo, appare un atto eversivo.
Riconoscere questi meccanismi permette di uscire più spesso e rapidamente dalle ipnosi e, soprattutto, ci evita di scaricare la paura delle nostre scelte sul prossimo che, se ha scelto diverso, lo ha fatto per i propri motivi che possono essere tutt'altro che irrazionali, ma piuttosto molto consapevoli.

L'attitudine della Lucarelli incarna queste paure, e il pericolo a cui chiunque si espone quando c'è assenza di ascolto e valutazioni interiori.
Se la Lucarelli fosse in contatto con se stessa, saprebbe riconoscere nei "diversi" (stigmatizzati col "NoVax") la dignità dello stesso processo decisionale che avrebbe seguito lei stessa.

SCEGLIERE IN PRESENZA DI SÉ

Questo ascolto di sé significa per noi essere presenti a se stessi.
La migliore scelta per la propria salute, che sia in relazione ad un cancro o un virus, si fa necessariamente in presenza a se stessi, posando qualsiasi arma, svestendo qualsiasi divisa. Integrando.
I risultati che si ottengono dalle proprie scelte dipendono strettamente dal luogo interiore da cui si agisce. 

Viceversa, l'atteggiamento violento e totalitario che non integra ma disgrega, a sua volta vittima di un autaritarismo superiore, va smascherato nella sua radice, che è la paura della propria fragilità.
Una volta smascherato, perderà il fascino dell'esempio da seguire.


Approfondimenti per un argomento complesso:

Parola d'ordine: INTEGRAZIONE

Sconfiggere la malattia: una guerra con se stessi

Come si esercita la libera scelta terapeutica

Rifiutare la chemioterapia: molte buone ragioni per farlo.

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