Terza e ultima parte di una chiacchierata tra Mauro Sartorio e Paolo Renati (qui la prima parte) in cui spunta fuori in sordina la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto.
Che incredibilmente non è 42.
Aggiornamento maggio 2022: per permettere a tutti di studiare la materia in modo rigoroso, Paolo ha preparato una intera formazione sulla piattaforma 5LB DEX.
Inoltre ha trattato questi argomenti al Simposio Risonanze Biologiche.
Paolo Renati: la differenza
è molto sottile in realtà. Nel senso che
quell'approccio di campo che ti stavo
dicendo già permette di capire che non
c'è dualismo fra struttura e funzione, e
questo vale già per qualunque dominio, per qualunque contesto materiale. Quindi c'e un'unita ontologica.
Questa differenza si radica nel fatto
che il sistema vivente è un sistema in
cui la coerenza si declina su molti
livelli, non soltanto su pochi gradi libertà, ma su tanti.
Questo
significa che tu hai la possibilità di
far sì che un sistema macroscopico come può essere un organismo grande, come
anche già un gatto, un cane o anche un
lievito, sia in grado di ricevere gli
stimoli come olos.
Perché tu puoi avere
componenti che sono correlati su un certo tipo di pulsazione, e però puoi averne anche altri: tipo le membrane pulsano su questo
livello qua, alcuni recettori di membrana
pulsano su un altro livello, poi ci sono degli enzimi all'interno
che pulsano su un altro livello... ma c'è sempre
una qualche condivisione
di questi modi, tale per cui tutto quello che accade su
un certo livello viene ripercosso sugli
altri.
Quindi questa condizione, diciamo
super-coerente, permette al sistema di
essere responsivo come un'unità a
qualunque tipo di stimolo.
Mauro Sartorio: è
un domino?
Paolo Renati: sì praticamente, sì da un punto
di vista causale.
QUANTUM JAZZ
Mauro Sartorio: ma c'è un "direttore
d'orchestra"?
Paolo Renati: no, il direttore
d'orchestra al massimo, in certi
organismi che possono essere i mammiferi, c'è magari nel
dirigere un certo tipo di risposta, tipo il cervello. Se io ti denervo un
tessuto non si infiamma.
Però il
direttore d'orchestra non c'è: è una come una jazz band. Ma questo lo aveva
anche scritto la Mae-Wan Ho, cioè il Quantum Jazz lei diceva. Nel senso che è sostanzialmente un
processo corale, emergente, self produced, in cui c'è sotto una fase comune che è
il ritmo.
Se tu ascolti un brano jazz, sotto puoi sentire questo [un clic ritmico]. Ma non è che
tutti stanno facendo questo: c'è un sax che fa un fraseggio, e il basso che fa il suo giro, e il pianista che mette i suoi accordi... però sotto c'è quella cosa lì.
Questo è
il il ritmo, la fase, quella cosa che
tiene tutto.
Mauro Sartorio: c'è un ritmo? O si costruisce dal "campo"?
Paolo Renati: è una
semplificazione, quello che sto chiamando ritmo
in realtà è un concerto di roba, è una
molteplicità, è una cosiddetta fase
multiplexed, come si dice anche in
telecomunicazioni.
Mauro Sartorio: devo dire, da jazzista quale anche tu sei, che in effetti il ritmo che
non è metronomico (non c'è un metronomo
che lo dà) si costruisce anche mentre si
suona, in base anche allo stato d'animo.
Paolo Renati: perché c'è la possibilità di
condividere quella frequenza
di oscillazione, altrimenti non si crea.
Quindi è un'autopoiesi, è self
emergent.
Poi ci sarebbe da dire molte altre cose che sono sofisticate, ma qui stiamo facendo
una chiacchierata...
IL SENSO FUNZIONALE DELL'ESSERE VIVENTE
Mauro Sartorio: adesso mi è venuto in mente che prima dicevi: la struttura è la funzione e la funzione è la struttura...
Paolo Renati: e la differenza che hai tra la materia
vivente e quella non vivente è che nella
materia vivente è la funzione che decide la struttura... se teniamo questo dualismo. Cioè il vivente si struttura in base a quello
che deve fare, ma si struttura in tutti gli ambiti: se io ti perturbo, tipo che ti porto a 6.000
metri di quota, lo scopo è che tu devi avere quell'ossigenazione
del sangue. Cambio la mia fisiologia per averla, quindi cambio la struttura, modifico l'emoglobina, ne faccio di più, produco più globuli rossi...
Ti metto in un campo
elettromagnetico, tipo del 5G? Faticosissimo e terribile? Tu cerchi di cambiare la struttura perché hai uno scopo da adempiere! Guarda che è
pazzesco... cioè il sistema è come se sapesse
sempre dove deve arrivare e si configura
per farlo.
Quindi quello che fa è sensato!
Mauro Sartorio: ok, ora mi hai fatto entrare un'altra domanda... però quello che mi vien
da dire è che un osso, nella sua funzione
di sorreggere la struttura del corpo, non potrebbe essere altrimenti che un
osso.
Cioè quella funzione lì, qua in questo mondo, non ha altra forma.
Paolo Renati: bravo, chiaro, esattamente. In biologia
quello che è, è quello che deve, quello
che può e quello che vuole. Quello che si vuole, quello che si
deve e quello che si può.
Poi l'uomo, che purtroppo ha una psiche che è capace di oggettivare se stesso e uscire
da fuori, produce il desiderio, produce
una scomposizione tra "sono questo" "ma
vorrei quello", "posso questo" "ma devo
quell'altro".
Mauro Sartorio: però possiamo dire che anche
questo fa parte del senso? Ce lo
mettiamo? Poi può essere più o meno funzionale in certe situazioni...
L'AGIRE UMANO FUORI SCALA BIOLOGICA
Paolo Renati: fa parte della dinamica
dell'adattamento però secondo me negli
animali che non hanno questa attitudine
psichica (che secondo me viene da un altro dove, e non lo dico in senso metafisico ma in senso ecosistemico... Biglino docet) negli
animali questa cosa avviene sempre con
una compositio, non c'è una scissione, non produce frustrazione dove tu vivi in una narrazione di te stesso che
potrebbe non equivalere a quello che sei.
La pecora è lì che bruca, magari sarà costretta a brucare
delle erbe che non digerisce e poi
generazione dopo generazione
svilupperà la capacità di digerirle
cambiando alcuni parametri, ma non è come
te che dici "porca miseria vorrei volare come fa il condor"; oppure "voglio andare da Bombay al Cairo in 4 ore" e quindi costruisci l'aeroplano... capisci?
Vedi che questo
adattamento qua non è più biologico, è un
adattamento che fai come tecnica, cioè è eso-biologico e produce effetti.
Parliamo appunto di quello che dicevamo prima: io prendo il mio sedere, lo metto su un aereo, faccio 21 ore lì dentro e scendo che sono a 35 mila chilometri di distanza da dove abitavo... arrivo lì e ho tutta un'altra bioflora, microflora e probabilmente il mio organismo si trova scioccato, ha delle reazioni.
Marco Polo per andare da Venezia
in Cina e Giappone non è che ha dovuto vaccinarsi, tanto per dire... perché lo ha fatto con
scala biologica.
Tu vai domani al Gange, ti bevi un bicchiere d'acqua del Gange e stai malissimo e magari ci
rimani pure secco. Perché?
Perché non è
biologica la scala spazio-temporale.
Mauro Sartorio: oggi...
Paolo Renati: esatto, quella con cui noi
facciamo questo tipo di cose. Quindi noi pensiamo "ah vedi la
natura è stupida!". No perchè sei
tu che non ti stai adeguando alle scale
naturali. Se tu prendessi a piedi o con il tuo cammello e vai...
Mauro Sartorio: diciamo che se noi
per generazioni andiamo avanti e indietro India-Italia e ci abituiamo a queste velocità, la nostra
struttura si adatta forse in qualche modo.
Paolo Renati: sì però lo vedi il prezzo? Il prezzo sta nel fatto che tutta la gestualità tecnica che adotti e sviluppi, tipo l'aereo, ha ripercussioni sull'olos biologico ecositemico che sono fuori scala.
Invece quando c'è
evoluzione tipo della pecora che cambia, in realtà quel cambiamento è condiviso tramite correlazioni di fase da tutti, tutto l'ecosistema, si muove sempre tutto insieme.
Per quello che è una sorta di
scala frattale. Mentre tu uomo, scisso nel tuo posso voglio devo, tu fai cose ma le
fai con il tuo deliberato volere, senza
essere dentro a un sentimento corale
di connessione. Tu lo
fai e punto.
Devo fare 60 ettari
di grano, li faccio. Capisci cosa voglio dire? È questa gestualità il problema.
Mauro Sartorio: cioè
che lui non è in campo, non è in
relazione.
Paolo Renati: esatto, è identificato in una prospettiva, lui guarda le cose da una prospettiva.
Mauro Sartorio: e non dal tutto
Paolo Renati: esatto. Questa cosa la
puoi fare soltanto sei stai di nuovo
nella disidentificazione.
Ma questa cosa
in realtà la può fare soltanto uno che in qualche modo non
ha coscienza dell'io.
Secondo me questa caratteristica è
estremamente "artificiale". Voglio dire: i monaci ci lottano tutta la vita
per raggiungere lo stato
che un gatto probabilmente vive tutti i giorni senza
fare un centesimo di fatica. E poi lo chiamano Nirvana, per dire... adesso dico
una cosa banale... pensaci ma è incredibile questa roba qua.
Come
mai? Come mai siamo la prima specie in grado
di distruggere tutta la vita sul pianeta?
Come mai abbiamo questo tipo di
scollegamento, potendo agire per i
cavoli nostri senza interessarci... sono domande da farsi, soprattutto
in questo periodo dove c'è il timore del
transumanesimo.
CHI GLIELO FA FARE, ALLA VITA, DI EVOLVERE?
Mauro Sartorio: allora io adesso esagero, perché mi hai messo una pulce parlando... e allora ti chiedo proprio tutto: hai detto che l'organismo, quando perturbato
da qualcosa, lui adatta la funzione e adatta la struttura, ma è come se lui
sapesse sempre dove deve arrivare. Hai detto così.
Allora: dove deve
arrivare?
Paolo Renati: primo, deve arrivare a
mantenere la sua omeostasi.
Mauro Sartorio: perché?
Paolo Renati: perchè altrimenti cessa di sopravvivere.
Mauro Sartorio: e chi glielo fa fare? Di essere ordinato?
Paolo Renati: è mal posta la domanda. Non c'è un "chi glielo
fa fare": è termodinamica questa esigenza. Massimizzare la coerenza, massimizzare la
precisione della fase di oscillazione, significa minimizzare il livello di vuoto e
anche l'entropia.
Mauro Sartorio: scusa...prova a dirmelo in altre parole, che faccio fatica.
Paolo Renati: un sistema coerente è un sistema
che ha dissipato del disordine aprendosi
all'ambiente - te la dico male.
Cioè butta fuori
entropia e mantiene il proprio ordinamento e questo, per quell'aspetto
delle rotture spontanee della simmetria, implica un abbassamento del livello di
vuoto. Ok?
Quindi il livello di minima
energia è più basso che non se fosse...
Mauro Sartorio: cioè ordinato è meno faticoso che disordinato??
Paolo Renati: in
questo senso sì perché è un sistema aperto, se no no!
In un sistema aperto, cioè se tu puoi
dissipare un'energia in eccesso e la
butti fuori per esempio come calore e disordine, tu puoi avere ordine avendo un livello
di energia minima minore, quindi
termodinamicamente favorevole. Questa è la cosa che
guida tutto.
Mauro Sartorio: cioè quando noi ci chiediamo "perché
la vita esiste", è perché la vita ordinata è conveniente rispetto a un
disordine??
Paolo Renati: sì termodinamicamente il
sistema coerente, pur avendo una qualità
di energia strutturale libera (strutturale nei termini di Erwin Schimonovich Bauer) maggiore, ha un livello di vuoto più
basso. E tanto più avviene la
correlazione, la condivisione, la
massimizzazione della purezza della fase (quindi la coerenza) e tanto più questo
energy gap - così si chiama, cioè questa
differenza tra i componenti in stato
scorrelato
e i componenti in stato coerente - è
maggiore, quindi tanto più è stabile.
Più
l'energy gap è profondo più significa che io deve spendere energia per mandare in
incoerenza gli elementi: le molecole
d'acqua, la proteina...
Quindi quando tu hai una coerenza forte, sei centrato, stai bene, sei molto meno decoerentizzabile.
Questa
cosa è legata a un principio che si
chiama di complementarità, la forma del
principio di indeterminazione di Heisenberg che c'è
in Quantum Field Theory ma non in Quantum Mechanics.
Cioè: quanto più la fase è
precisa, quanto più il numero di
oscillatori è indefinito.
Te la giro: quanto più il numero di oscillatori è indefinito, quanto più la coerenza è
forte.
Vuol dire che quanto più tu riesci
a condividere la fase di oscillazione con
tanti altri, vuol dire che il numero
aumenta, l'incertezza sul numero aumenta, quindi l'incertezza sulla base
diminuisce, tende a zero, e la coerenza è
massimizzata.
Ecco perché più tu
condividi la tua frequenza di risonanza
con altri, più sei stabile.
Mauro Sartorio: cioè tu stai
dicendo che l'universo - esagero! - l'universo sta andando verso un ordine
sempre maggiore?
Paolo Renati: non l'universo. La parte vivente dell'universo. Il regno vivente tende a
fare questo.
Tu tendi a condividere la tua fase di oscillazione con altri sistemi. Questo in natura accade spontaneamente.
Mauro Sartorio: il
corpo tende al senso ordinato della sua
funzione. Voglio dire: la
malattia, intesa come un errore di
disordine, è sconveniente - se fosse così - rispetto a qualcosa di sensato.
Paolo Renati: dobbiamo ricordarci la domanda che mi
fatto all'inizio, che è "ma perché tende
all'omeostasi?". Tienila lì e ricordamela.
Intanto rispondo a questo: allora, ci sono stimoli. Se io ti ti faccio investire da un
camion, questo è uno stimolo che minaccia
la tua coerenza, in questo caso meccanicamente.
Se io
ti metto dentro un microonde... ok? Ci sono stimoli.
Quando la tua
coerenza viene persa, tu sei morto. La differenza tra la vita e la morte è che tu non sei più super-coerente. Ok?
Quindi il
corpo cerca di ritrovare la condizione
per ripristinarsi in quella coerenza il
meglio che può. L'esigenza di fare questo
è in realtà alla fine fine fine fine
fine termodinamica, per quella ragione che ti ho detto.
Mauro Sartorio: è più conveniente. È più conveniente stare bene che stare male.
Paolo Renati: esatto, è più conveniente essere coerenti perché è un
livello di vuoto più basso. Ok?
Così come il cristallo: perché sotto una certa temperatura l'acqua
condensa e il ferro solidifica?
Perché - a
patto che possa dissipare un calore in
eccesso che si chiama calore latente di
solidificazione / di liquefazione - quel sistema si trova in una condizione più
favorevole termodinamicamente quando è
ordinato. Ovvio, rispettate certe
condizioni di contorno: se lo scaldo di
nuovo lo decoerentizzo. Se a te ti metto nel microonde ti decoerentizzo. Se ti butto dal sesto piano ti decoerentizzo. Se
ti avveleno ti decoerentizzo.
Mauro Sartorio: ma il mio corpo tenterà comunque di ricoerentizzarsi?
Paolo Renati: finché c'è un sufficiente grado di
correlazione, se no poi vuol dire che
non hai più possibilità di agire risposte, perché sei diventato sostanzialmente morto.
Mauro Sartorio: quindi se mi faccio
recidive a raffica, decoerentizzo?
Paolo Renati: sì ora tu stai entrando nelle 5LB, però aspetta, ricordami la domanda, dopo ci entriamo nelle 5LB. Tu mi hai detto: "perchè tende all'omeostasi?".
Allora: quando ti ho detto che più
tu condividi la fase, cioè più il numero
di oscillatori che hanno la stessa fase è
grande e più questa fase è pulita e precisa e quindi più la coerenza è forte, questo significa che la natura
- inteso proprio come la natura sul pianeta terra, cioè la biosfera - cerca in
qualche modo di far sì che gli
organismi viventi (tutti, di varie specie
di varie derivazioni) abbiano un qualche grado di libertà su cui condividano delle
oscillazioni. Prime tra tutte per esempio
sfruttarne una che esiste già di suo, tipo i modi di Schumann, che sono delle onde
stazionarie della ionosfera, che investono
tutta la crosta terrestre di cui quelle un po' rilevanti sono la prima, la
seconda e la terza armonica, 7,83Hz ... poi variano perché l'attività
antropica (quindi le interferenze delle
telecomunicazioni, l'elettromagnetismo, così come anche l'attività solare un
po' la cambia, gli eventi
climatici, i temporali... però insomma siamo
circa su quelle frequenze lì) queste
sono già dei carriers che tengono
locked.
Quindi già questa
cosa è importante, è un carrier su cui si
possono condividere, si agganciano voglio
dire, i sistemi viventi a questa cosa. Ma anche tra loro.
In un ecosistema le specie
che ne fanno parte hanno qualche grado di libertà su cui risuonano. Se uno si limita a guardare la natura
con gli occhi di Darwin "ah guarda, la
zebra viene uccisa dal leone"... c'è la
collisione, il conflitto, la lotta.... sì quella è una dinamica che in realtà se la sposti a scale anche tu dentro di te vedi un sacco di cellule che vengono uccise eccetera... ma questo processo permette Mauro!
Quel
processo lì permette quell'ecosistema (la predazione per esempio).
Ma in realtà
anche il leone e la zebra stanno
condividendo delle
frequenze di lavoro, sono
in entanglement in qualche modo.
Questo perchè stabilizza, stabilizza, stabilizza.
E
quindi l'ecosistema si muove sempre come
olos.
L'evoluzione non è
nella specie. Ecco una cosa da svecchiare. L'evoluzione è sempre del biologos, dell'ecosistema. O addirittura della
biosfera tutta.
E SE ANDASSIMO SU MARTE?
Mauro Sartorio: con la Terra, col pianeta. E adesso noi andiamo su Marte...
Paolo Renati: lì c'è
un'altra storia. Perché non posso sapere se - facciamo finta
che su Marte ci fosse vita - non so se ci possano essere carriers che connettono...
Mauro Sartorio: ma perché sono spaziali? Potrebbero rimanere?
Paolo Renati: allora: tu puoi avere l'entanglement e la non-località, è chiaro.
Però devono
essersi conosciuti questi due sistemi, dovrebbero avere un'origine.
Certo, potresti avere che le onde luminose che
vengono dalla Terra portano dietro dei
pacchetti, dei fotoni possono anche
arrivare
e, se la intensità è sufficiente da arrivare fino a Marte, possono portare
un qualche pattern informante, qualcosa... però comunque voglio
dire: su Marte, se ci fosse vita, c'è
giustamente un altro tipo di... non ti dico di sintassi, ma magari
altri tipi di strutture che rispondono a
condizioni diverse.
La struttura è figlia della funzione. C'è
un'altra intensità solare, un altro tipo di atmosfera, un'altra durata
del giorno, un'altra velocità di
rotazione... insomma mille
altre cose... satelliti, campi
magnetici stazionari propri del
pianeta, o l'arrivo di quelli dal sole
diversi... è giusto che sia
differente, capisci?
È un po' il discorso
anche all'interno del tuo organismo: il
fatto che tu abbia coerenza, non significa che la cellula del fegato deve
assomigliare a un neurone.
Chi è che ti tiene in piedi? Le
ossa? Cos'è che digerisce, il cervello?? E sei fregato!
Quindi la
coerenza non deve essere usata naif, in
modo ingenuo: "ah che bello la coerenza, siamo tutti coerenti!".
Mauro Sartorio: il fegato che va così insieme al cervello, no! Avrà una sua frequenza...
Paolo Renati: avrà delle pulsazioni
su un certo tipo di livelli che saranno
in fase, ma sotto ha le sue! Perché se
no la cellula del fegato diventa un neurone!
Mauro Sartorio: perchè se no non c'è funzione...
LE FUNZIONI CELLULARI DIFFERENZIATE IN PROPORZIONI AUREE
Paolo Renati: ricordiamoci tutti
che le cellule hanno tutte lo stesso
genoma!
E come fa la cellula del fegato ad
essere "del fegato" e quella del neurone ad essere un neurone?
Perché in base al tipo
di frequenze di lavoro che vengono già
subito impostate durante l'embriogenesi, viene espresso un
certo tipo di fenotipo o un altro
all'interno della cellula.
È questo il punto.
Alla fine quella cellula lì è quella lì
in base al compito che deve fare, ma
appunto in base ai tipi di oscillazioni che la connotano.
Ecco perché poi ha quella
composizione lì, ha quelle capacità
sintetiche lì. L'epatocita fa cose che
non sa fare il globulo bianco e
viceversa.
Praticamente l'output molecolare è la
conseguenza, in un certo senso. Guardiamo come parte la vita: lo zigote parte da una roba che è un'unica
cellula, eppure cosa vuol dire che man mano si
differenzia?
Vuol dire che ci sono
distretti, le onde stazionarie
di questi campi auto-confinati, cominciano a promuovere interfacce, compartimenti all'interno dei quali
cominciano a differenziarsi le
costanti dielettriche del mezzo e
quindi cominciano a cambiare le
frequenze di lavoro del campo auto-intrappolato in quel sotto compartimento.
E quelle creano un nuovo tipo di
montaggio chimico che connoterà - non so - la
parte dell'endoderma, la parte del mesoderma, la
parte dell'ectoderma... è bellissimo, e man mano le
differenziazioni aumentano. Che poi è una struttura esponenziale 1-2-4-8-16...
Mauro Sartorio: sono armonici?
Paolo Renati: no, le frequenze non sono armoniche, se no tu avresti sempre un phase locking, cioè un aggancio di risonanza e quindi l'energia sarebbe trasferita "a babbo".
Sono frequenze che hanno un rapporto irrazionale di sezione aurea tra loro, in modo da non entrare in sovrapposizione.
Si mettono in armonica
ad hoc, ad voluntas. È questa la
genialata. Nel corso che faccio c'è
tutta la spiegazione di questa cosa, molto nel dettaglio.
Multipli irrazionali
di frequenze. Ecco perché siamo sistemi frattali: il frattale è espresso spesso da dei rapporti di scala irrazionali, oppure
dimensioni che sono frazionarie.