Allevare galline: come cambia con la conoscenza delle 5 Leggi Biologiche

Lorenzo De Luca
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Come molti lettori sapranno, Hamer ha concentrato i suoi studi principalmente sulla fisiologia umana. Tuttavia ha sempre affermato che le sue scoperte non solo possono essere applicate a tutti i mammiferi, ma anche a tutta la biosfera.
Da naturalista, posso affermare di averlo visto io stesso: le 5 leggi biologiche sono verificabili in campi della vita diversi dal solo campo della salute umana.
L'ho verificato soprattutto quando, lasciato il mio lavoro da documentarista e ricercatore, ho messo le mani in pasta nella progettazione agro-ecologica e ho sperimentato tutti i benefici di un'indagine naturalistica che utilizzi gli strumenti della Nuova Medicina.

I primi passi li ho fatti nella mia azienda con la gallina ovaiola
Mi sono messo in testa che avrei trovato, tramite le 5 Leggi Biologiche, soluzioni definitive ai problemi piú comuni e facilmente riscontrabili in tutti i tipi di pollaio, dal classico a quello industriale.

Più osservavo le mie galline in questo modo, più andavo avanti nella progettazione di una nuova visione di allevamento, riuscendo così a raggiungere un livello tale di benessere dell'animale da non riscontrare piú parassitosi patologiche o altre malattie fatali. 
È nato così il progetto "La Gallina Selvatica", il primo esempio di allevamento allo stato brado - ovvero in totale libertà - della specie Gallus gallus domesticus.

Voglio quindi condividere questo articolo nato dalla mia esperienza: una buona occasione per discutere dell'applicazione della scienza diagnostica delle 5LB per una volta non agli umani, ma a un animale, che condivide la sua esistenza con noi da circa 8 mila anni. 
Premesso sempre che le mie osservazioni sono puramente empiriche e non corredate da una raccolta di dati o campioni diagnostici veterinari, prendiamole con puro spirito di curiosità. 
Lascio il mio contributo a chiunque conosca le 5LB e le verifica ogni giorno. Quello che dico potrà certamente essere messo a confronto con altre esperienze per accreditarne o meno la verosimiglianza.

L'era del consumo come prima causa del malessere animale

Mi preme cominciare con una premessa di tipo culturale.
Siamo nell'anno 2023. Nonostante si assista ogni tanto a qualche barlume di presa di coscienza, l'umanità si percepisce ancora totalmente estranea al sistema ecologico che ha imparato, a caro prezzo, a trasformare radicalmente. 
Complice di questo processo è la pretesa che il cibo debba essere un bene scontato e di immediata recapitazione. La stagionalità non è piú ammissibile nella società moderna e se, ad esempio, in piena estate così come in autunno una volta non si mangiavano uova per via del naturale riposo fisiologico delle galline, ora si pretende di averle sempre. E mentre il contadino piú attempato sa che "non c'è gallina o gallinaccia che a gennaio uova non faccia", mentre in estate e in autunno cala la produzione, la risposta delle industrie non è stata "l'uovo è un prodotto stagionale", ma è stata: "facciamo ricerca su come spingere la produzione di uova anche nei periodi di naturale pausa fisiologica".

La mancata deposizione ora è considerata una sintomatologia che deve preoccupare l'allevatore, subito spinto a pensare alle ipotetiche cause: malnutrizione, zoonosi e altre colorite patologie. 
Come conseguenza, e come accade per gli esseri umani, allo scopo di prevenire le malattie, la sanità fa eseguire controlli a tappeto (soprattutto negli allevamenti all'aperto). 
Ovviamente anche nel mondo degli allevamenti si ignora l'andamento della curva bifasica
È naturale che sfugga quindi che il calo di produzione, o l'espressione di altri sintomi, siano perfettamente coerenti con la biologia della gallina addomesticata. Ma è proprio questo il punto, l'uomo ha saputo piegare ai suoi bisogni anche la coerenza.

Nel 1978, infatti, nacquero i primi ibridi brevettati di galline ovaiole usa e getta, le cosiddette Isa brown. E non servono virgolette perché usa e getta è il trattamento che gli viene riservato: finito il loro ciclo di produzione, che in genere dura 12/14 mesi, le Isa brown subiscono il cosiddetto "tutto vuoto", ovvero lo smaltimento tramite abbattimento di tutti i capi per essere sostituiti da giovani e rampanti ovaiole per la produzione dell'anno seguente.

I.s.a. sta per "Institute de Sélection Animale", l'istituto responsabile della creazione di questi ibridi industriali non autoriproducibili, che promettono 365 uova in un anno a gallina! A patto che ricevano tutta una serie di imput esterni: dal cibo industriale con le giuste dosi di amminoacidi, elementi, vitamine, proteine, grassi, carboidrati e flavonoidi per fare il tuorlo piú rosso che c'è, all'illuminazione e ai sistemi di controllo di temperatura ambientale. 
Tutto questo gran da fare dell'essere umano perché la gallina, da animale, si trasformasse in un macchinario per la produzione industriale di uova.

Abbiamo potuto intravedere qualche piccolissimo cambiamento con le più recenti e sbrilluccicanti normative sul benessere animale, che hanno senza dubbio ammorbidito alcune pratiche e garantito spazi minimi alla biologia della gallina. 
Ad ogni modo siamo ben lontani dagli allevamenti semibradi, bucolici, che forse qualche anziano ricorda. Fortunatamente esistono realtà che stanno riportando in auge questo genere di allevamenti. È l'esempio degli allevamenti all'aperto, detti anche freerange, ovvero "senza confini", oppure degli allevamenti gestiti con "pascolo razionale" (1). 
Per quanto innovativi se messi a confronto con gli allevamenti in gabbia, questo genere di allevamenti purtroppo non ha risolto le piú comuni problematiche di gestione, specialmente quelle legate al comparto sanitario. 
Ancora una volta non c'è da stupirsi… Non conoscono le 5 Leggi Biologiche!

Come l'osservazione in chiave 5LB mi ha aiutato a progettare un allevamento "bio-compatibile"

Da quando nel 2017 ho iniziato il progetto "La Gallina Selvatica" ho da subito sperimentato i metodi piú innovativi ed "ecocompatibili" per l'allevamento delle galline appena citati. 
Non che ve ne fossero molti in realtà, in quanto partono tutti da una base unica, la presenza di un pollaio: un luogo recintato con una struttura chiusa, dedicata al ricovero notturno e alla deposizione. 
E visto che le problematiche principali erano legate all'insorgenza dei parassiti ectodermici, e che questi si annidano nelle strutture, ho da subito maturato l'idea che l'insorgenza di questi era legato a sentiti di: impossibilità alla fuga, contatto indesiderato, rancore in relazione al cibo o agli spazi vitali (territorio) con conseguenti svalutazioni

Dunque la prima cosa che ho fatto è stata eliminare tutte le barriere ed i fattori potenzialmente "attivanti"
Cosa ho ottenuto? 
Le galline non sono piú costrette a lunghi ed esasperati conflitti attivi legati alla clausura, al contatto sgradito o desiderato, al litigio per cibo, acqua o addirittura per il luogo di posatoio o deposizione (il così definito ordine di beccata).

Osservazioni sui parassiti piú comuni

La scomparsa dei parassiti ectodermici è stato il primo effetto apprezzato, senza interventi chimici o meccanici di nessun tipo. Parliamo di Dermanyssus gallinae e Menopon gallinae.

Dermanyssus gallinae è un acaro ematofago di circa 1 mm il cui ciclo biologico non avviene sulla gallina, ma negli spazi chiusi dei ricoveri notturni. Questi acari infatti si annidano tra le fessure, gli interstizi delle pareti e gli oggetti presenti nella struttura, dove depongono le uova biancastre dall'aspetto farinoso. Questi acari, essendo lucifughi, di giorno rimangono rintanati per poi muoversi non appena cala la notte, in massa, verso il loro malcapitato pasto. 
Lo fanno orientandosi seguendo una fonte di calore corporeo: tutti possono sperimentare che se di notte si posa un dito su una superficie infestata, questo ne verrà in breve tempo ricoperto. Tuttavia, non possono nutrirsi di sangue umano, quindi è chiaro che si orientino verso un'emanazione di calore corporea a prescindere dalla specie.

Quando ebbi la prima seria infestazione di acari nel mio primissimo pollaio notai, però, che alcune galline erano piú infestate di altre
Interrogandomi piú volte su questo aspetto mi sono chiesto alla luce delle 5 Leggi Biologiche se poteva esserci una spiegazione al fenomeno.

I sintomi

Come sempre si parte dai sintomi
Bagni di sabbia
I principali sintomi che inducono a pensare ad una infestazione sono: piume stropicciate, forte tendenza a fare bagni di sabbia, grattamento nevrotico; nei casi molto gravi l'animale perde peso in maniera incontrollabile, e pur mantenendo appetito appare debilitato ma nervoso (questo lo rende oggetto di mobbing da parte di altri esemplari); in casi molto gravi si possono osservare sintomi di una drammatica anemia come lo sbiancamento di cresta e bargigli e l'assunzione di atteggiamento sconfitto, ma comunque sono pronte a balzare se si tenta di afferrarle.

Quando ci accorgiamo di avere un'infestazione da acari nel pollaio dobbiamo immediatamente sospettare che uno o piú esemplari vengano mobbizzati
Si riconoscono perchè tendono ad isolarsi, a dormire nei nidi invece che sui posatoi, o in un angolo della struttura il piú lontano possibile dal gruppo. 
Scelgono persino di dormire fuori dal pollaio, sul tetto della struttura o su un albero lì nei paraggi (quest'ultima sarebbe la terapia vincente! A patto che il confine sia protetto dai predatori). 
Questo esemplare, prima della forte debilitazione data da mobbing continuo, presenta grande nervosismo, tende a saltare il recinto esterno o tenta ripetutamente di farlo, e questo in genere induce il proprietario a praticare il taglio delle penne remiganti per dissuadere il volo, con l'effetto di aumentare nel soggetto la sensazione di malessere (ma attenzione: il nervosismo non è da confondere con il naturale atteggiamento di alcune razze, o delle chiocce). 
Inoltre possiamo osservare sintomi da accaldamento, becco e ali aperte, tendenza a ripararsi dal sole anche senza reale motivo, la deposizione in genere rallenta anche se in piena epoca riproduttiva, e si può notare un'accelerazione metabolica con un evidente aumento della defecazione sotto i posatoi.

Ipotesi

Entrando nel campo delle ipotesi in chiave 5LB potremmo, a giudicare dalla sintomatologia evidente, trovarci di fronte ad alcune attivazioni. 
Partiamo dal prurito. Il prurito come sappiamo appare in fase PCLB delle attivazioni dell'ectoderma: conflitti di separazione con sentito di fastidio o desiderio al contatto. 
È molto probabile che in casi di infestazione estrema gli acari attacchino indiscriminatamente, e in tali condizioni un animale perfettamente sano potrebbe patire un forte prurito a causa della massiccia presenza dell'acaro stesso, e da qui innescare poi possibili SBS ectodermici e circoli viziosi
Tuttavia, analizzando il caso in cui di un intero pollaio solo alcuni esemplari presentano gravi infestazioni dobbiamo cercare il "primum movens", in una dinamica di gruppo eccessivamente morbosa causata dall'ambiente
In questo caso la struttura del pollaio (2).

Facciamo un esempio

Per esperienza posso dire che è più facile osservare l'inizio di un'infestazione nel momento in cui si inseriscono nuovi esemplari, magari piú giovani o di altre razze, in un pollaio con un gruppo di galline ormai consolidato. 
La tendenza è di attribuire la causa dell'infestazione alle nuove arrivate, anche se queste, appena inserite, apparivano perfettamente in salute e in gran forma. 
Quello che invece accade in questi casi, e che viene ignorato, è un totale sconvolgimento all'interno delle dinamiche già stabilite e consolidate del gruppo, che innesca quello che viene definito "l'ordine di beccata".

Da questo momento iniziano i guai: le giovani appena entrate verranno da subito mobbizzate, sia dai galli che tenteranno ripetutamente di montarle, che dalle altre galline. Verranno in malo modo scacciate dal cibo, dall'acqua e perfino dai posatoi, gli verranno inflitte impietose beccate e speronate con tanto di inseguimenti e spiumate.
Questa fase in genere dura qualche ora in un contesto naturale. 
In una struttura chiusa può durare giorni, anche se talvolta qualche esemplare del vecchio gruppo può perpetuare il mobbing per periodi potenzialmente interminabili. 
Finita questa fase le nuove arrivate hanno ormai dimostrato di "essere degne" di far parte del gruppo, ed allora tutti quei contatti fastidiosi ripetuti e perpetrati si risolvono avviando la conflittolisi, in questi casi sia nelle galline del vecchio gruppo che in quelle del nuovo.

Restando ancora nell'analisi della dinamica portata con questo esempio, in base ai soggetti ed ai loro singoli vissuti le attivazioni di programmi SBS potranno essere molteplici
Lo vediamo dai sintomi. 
Ad esempio, uno dei più rilevanti sintomi da infestazione grave di acaro rosso è l'incontrollabile dimagrimento
Ho personalmente assistito a questo tipo di dinamiche sia per mia esperienza diretta sia da testimonianze di amici allevatori. 
Avevo questa bellissima gallina di razza australorp, giovane, appena trasferita nel pollaio (allora era un classico pollaio). 
Fin da subito i tre galli del pollaio hanno cominciato ad abusare di lei, malgrado fosse decisamente troppo giovane. 
Era così terrorizzata da loro che non appena aprivo le galline al pascolo lei correva subito a nascondersi sotto un cespuglio di Pyracantha. Da lì non si muoveva per molto tempo, perché se si muoveva attirava subito l'attenzione di uno dei galli che immediatamente le correvano incontro. 
Calmati i bollori, usciva dal rifugio e andava alla mangiatoia per abbuffarsi. 
In questo caso la gallina oltre a ipotetici conflitti di fastidio al contatto, attacco, paura frontale o nella nuca può, in condizioni di impossibilità alla fuga, vivere quella che viene definita costellazione del talamo: l'organismo entra in una condizione terminale per un sentito di "non ho vie di fuga"
La costellazione talamica accelera il metabolismo dell'animale provocando repentina perdita di peso, con defecazione più copiosa e aumento di calore corporeo.

La giovane australorp morì: da 2,4 kg passò a pesare quanto le sue piume in meno di un mese malgrado non disdegnasse né acqua né cibo. 
All'epoca diedi la colpa agli acari che, malgrado i miei primi maldestri tentativi di disinfestazione con la polvere di piretro, sulla giovane australorp non smettevano di persistere, e diventarono in breve resistenti al trattamento.
Proprio l'aumento di calore corporeo palesato con atteggiamenti da accaldamento (ali e becco aperti) mi ha indotto in seconda analisi a pensare all'attivazione del talamo in quanto, come abbiamo già accennato, l'acaro viene attratto dal calore corporeo tipico della Fase Attiva della costellazione talamica, che orienta così la scelta della vittima in massa.
Un aumento di calore si ha anche in PCLA negli SBS dell'ectoderma, ed anche in questo caso gli acari verrebbero attratti dai punti sintomatici.

Ho riportato l'esempio del singolo esemplare mobbizzato, tuttavia il sentito di "non avere vie di fuga" è molto comune e si attiva con estrema facilità specialmente in animali che da un punto di vista ecologico occupano scalini molto bassi della catena trofica, ovvero ricoprono con piú facilità il ruolo di preda
Il senso è quello di dimagrire a tal punto da riuscire a "passare attraverso le sbarre". 
In condizione di cattività è estremamente importante osservare le reazioni a qualunque turbazione, che sia una new entry che innesca dinamiche di gruppo, o un tentativo di attacco da parte di un predatore. 
Le condizioni attivanti in cattività possono reiterarsi a lungo con effetti drammatici.

Immaginiamo che le galline non vengano piú aperte all'area pascolo per vari motivi, galline che hanno sempre vissuto le giornate all'aperto. Improvvisamente l'organizzazione degli spazi torna ad essere in quattro mura buie e sporche. 
Qui qualsiasi turbazione alla quiete può facilmente attivare una cascata potenzialmente letale di SBS. Un cane curioso che passa lì davanti abbaiando, un'intrusione di un predatore, un bambino molesto, perfino il padrone che va a ritirare le uova può indurre nel panico il gruppo e far attivare SBS di qualsiasi genere.
La morte per "inedia" dopo un periodo di forte dimagrimento e defecazione abbondante è molto comune, può trattarsi della fase terminale di una serie di traumi biologicamente irrisolvibili.

L'anemia invece può essere dovuta certamente ad un ennesimo conflitto, sempre del medesimo esempio sopra riportato. Immaginiamo che uno degli esemplari non abbia la tempra e la forza di farsi accettare dal gruppo e che si abbia una svalutazione totale del soggetto. In questi casi bisogna sospettare situazioni ambientali altamente disagiose, oppure una genetica che ha trasmesso alla progenie questo sentito nelle medesime condizioni conflittuali.

Continua con la seconda parte

Biografia

Mi chiamo Lorenzo De Luca, naturalista e, dal 2017, allevatore di galline ovaiole allo stato brado. Osservatore attento degli animali e della natura, accumulo sin da bambino tutta l'esperienza e la conoscenza che posso nel campo naturalistico ed ecologico. 
Quando, grazie a mio padre, ho incontrato le 5 Leggi Biologiche il mio punto di vista si è arricchito ulteriormente. 
Con l'apertura della mia azienda ho potuto poi sperimentare tutti i benefici di un'indagine naturalistica che utilizzi gli strumenti della Nuova Medicina
È nata così La Gallina Selvatica, il primo esempio di allevamento allo stato brado, ovvero in totale libertà, di Gallus gallus domesticus.

Se vuoi sostenere il progetto La Gallina Selvatica prenota una visita guidata in azienda (zona nord di Roma). 
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Note

(1) Nell'allevamento freerange le galline possono essere allevate in pollai da poche unità ma anche in capannoni industriali, con numero di capi che varia dalle 50 unità alle svariate migliaia. Queste subiscono ahimè gli stessi trattamenti dei più convenzionali allevamenti industriali a terra, con la differenza che le galline hanno libero accesso all'esterno (sempre nei limiti imposti dalle norme sul benessere animale: minimo 4 m2 a gallina, che in allevamenti intensivi può ridursi a 2,5 m2 a gallina) nelle ore pomeridiane, ovvero dopo l'orario di deposizione.
Nel caso degli allevamenti con pascolo razionale si parla in genere di allevamenti estensivi, con galline stabutale in pollai mobili definiti chicken caravan. Questi pollai mobili presentano le stesse caratteristiche di un pollaio classico, con posatoi e nidi per la deposizione. Il pascolo razionale solitamente nei piccoli allevamenti familiari non supera le 250 unità, e utilizza a rotazione dei "parchetti di pascolo" in genere prestabiliti.


(2) È importante comprendere che questi parassiti si sono coevoluti insieme agli avicoli, sono dunque specifici! È impensabile quindi che scompaiano completamente, tanto che i prodotti che vengono usati per debellarli devono essere continuamente ridosati o cambiati per evitare l'insorgere di farmacoresistenza. Come noi umani riusciamo a "convivere pacificamente" con zanzare, pappataci, acari o cimici, anche le galline possono arrivare ad una convivenza pacifica con questo acaro, cosa che del resto succede in natura dove ogni specie ha i suoi personalissimi parassiti con cui convive. 
Se si guardasse il tutto da un punto di vista ecologico si potrebbe osservare come la presenza dei parassiti condizioni l'etologia delle specie che vivono in contesto naturale. Ad esempio il parassita funge spesso da importante incentivo per i grandi spostamenti. Come succede alle api da miele (Apis mellifera) che sciamando si liberano di gran parte dell'acaro varroa salvando la famiglia da un'inesorabile morte. Nel caso della gallina, se fosse libera di spostarsi e non chiusa tra quattro mura, è facile immaginare che cambierebbe dormitorio.

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