Come limitare le 'malattie' nei pollai con le 5 Leggi Biologiche - parte 2

Lorenzo De Luca
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Questa è la seconda parte dell'articolo: Allevare galline: come cambia con la conoscenza delle 5 Leggi Biologiche

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Non possiamo ignorare il "pidocchio bianco", Menopon gallinae, ordine dei mallofagi. 
Quest'ultimo è a tutti gli effetti uno pseudo-pidocchio, molto simile al pidocchio umano, che ne condivide a mio parere anche il senso biologico.

Durante la trasformazione del mio allevamento da classico ad allevamento allo stato brado, ho potuto cogliere alcuni dettagli comportamentali che mi hanno portato alla conclusione che i conflitti biologici di un uccello come il Gallus gallus domesticus non sono così distanti da quelli di un mammifero. Fatte ovviamente le dovute comparazioni morfologiche ed etologiche, anche questi animali fanno conflitti legati al boccone, al territorio, e al distacco. 
Chiaramente, non potendo parlare con il soggetto, osservare da vicino e per lungo periodo le loro interazioni è più che necessario per riuscire a comprendere i "perché".

Anche in questo caso parliamo di conflitto di separazione, desiderio di contatto o fastidio di contatto (foglietto embrionale ectoderma). In caso di complicanze si potrebbe attivare anche il mesoderma, per un sentito di attacco.

Nella Fase Attiva si hanno micro ulcerazioni che riducono il tessuto. In questa fase la parte colpita appare secca e squamosa, e risulta desensibilizzata per "non sentire più il fastidio, o il mancato contatto desiderato"
Nella fase di riparazione i tessuti vengono riparati, e qui si ha la comparsa di prurito, desquamazione epiteliale, rossore, ed in caso di grattamento prolungato è possibile vedere escoriazioni, vescicole sierose, e croste. 
Verosimilmente, in PCLB compaiono gli "spazzini", che intervengono per rimuovere tutti questi prodotti di quella che è, secondo le 5LB, una rottura di contatto.

Ma come si fa a capire se una gallina ha subito un conflitto di distacco? 
Spesso i sintomi di una comune dermatite vengono attribuiti al parassita stesso, quando invece è probabile che il parassita stia solo in un secondo momento esasperando il prurito, mantenendo l'animale in recidive continue di contatto fastidioso.

Le galline sono animali socievoli tanto quanto gli umani. 
Sentono il conforto di un contatto, come nel caso dei pulcini che si rannicchiano sotto le ali della chioccia, oppure il desiderio del contatto con il partner. 
Di fatto infestazioni gravi e patologiche le ho osservate principalmente sulle femmine chioccia (ovvero in stato di cova) e sui giovani esemplari che hanno subito una separazione precoce con la madre (cosa che con galline non molto materne avviene anche spontaneamente).

Il maschio adulto raramente arriva a condizioni patologiche di infestazione, a meno che non sia stato mobbizzato dagli altri galli. 
Può capitare infatti che, in presenza di un numero eccessivo di galli o di spazi troppo angusti, i galli che non hanno formato un harem provino comunque ad insediare delle galline, ma questi puntualmente vengono scacciati dal gallo dominante.
In spazi non sufficientemente ampi, o addirittura angusti come è comune nei pollai domestici, questi episodi possono diventare un vero problema se non si interviene immediatamente con l'isolamento dell'esemplare che è stato preso di mira. 
Non farlo può attivare una serie infinita di SBS che portano in breve tempo alla morte dell'esemplare, morte che viene attribuita facilmente agli acari o ai pidocchi
Ed in assenza di questi, perchè magari si adotta una gestione di iper-igiene, il focus si sposta a patogeni sempre piú criptici, così criptici che bisogna effettivamente fare un grande atto di fede per accettarne la presenza o fare costose analisi di laboratorio.

Partiamo dal presupposto che parassiti di questo genere possono coesistere con il loro ospite senza mai arrivare a forme patologiche. In natura la stessa specie di "pidocchio" è ben presente su tutti i volatili senza per questo causarne una moria di massa.

Allora come mai nei pollai questi piccoli commensali diventano tanto famelici da indurre un animale apparentemente sano ad una condizione potenzialmente mortale? 
Partiamo come sempre dai sintomi.

I principali sintomi di un'infestazione di "pidocchio pollino" sono:
  • penne e piume malconce sfibrate o spezzate
  • perdita di peso repentina
  • cambio del piumaggio fuori stagione (muta)
  • calo della deposizione
  • grattamento nevrotico.
I sintomi sono quasi sovrapponibili a quelli dell'acaro se non per il fatto che al contrario dell'acaro, che è esclusivamente ematofago, il pidocchio è un mallofago, si nutre quindi di residui di pelle, di sebo e di piume, talvolta anche sangue prelevato dal follicolo delle piume.
In questo caso è sì ectoderma, ma sono coinvolti principalmente la piuma e il sebo.

Come abbiamo visto uno dei sintomi principali è quello della muta anticipata. 
È infatti possibile osservare ampie aree senza piume, specialmente sotto le ali, alla base del collo, sulla faccia, sul dorso, nei pressi della coda, talvolta a chiazze, a volte in ampie aree. Poiché alcune piume, come le setole e le filopiume, hanno funzioni prettamente tattili, sentono come i nostri peli.
Secondo questa comparazione potremmo ipotizzare di trovarci di fronte ad una caduta per alopecia e individuare il malessere che affligge queste povere galline.

E se fosse alopecia?
Ad esclusione di qualunque altra motivazione possa provocare una caduta delle piume, analizziamo l'ipotesi di alopecia: in Fase Attiva si ha una disattivazione della papilla dermica (apparato germinativo) tramite ulcerazione, che indebolisce la tenuta della piuma. 
In PCLA questa cadrà spontaneamente, ricrescerà invece in PCLB.

In natura una perdita repentina di porzioni di piumaggio torna molto utile in caso di predazione. Possiamo supporre che una forte Fase Attiva possa indurre un indebolimento della papilla tale da favorire un distacco immediato della piuma, in caso di contatto avvenuto da parte del predatore:
ho visto personalmente diverse scene di galline divincolarsi durante un tentativo di predazione da parte della volpe, lasciando il predatore incredulo con in bocca nient'altro che piume. 
Stessa cosa accade in seguito ad atti sessuali troppo violenti con la partecipazione di piú galli sulla stessa gallina.

Oltre alla predazione però, si hanno anche i casi in cui la gallina perde il piumaggio spontaneamente per sentire di più il contatto con le uova. 
Questa volta si spoglia sul ventre in modo da rimuovere lo strato di piume isolanti e aderire direttamente alle uova. In questo modo fornirà maggiore calore e tratterrà meglio l'umidità, garantendo parametri di incubazione perfetti allo sviluppo dell'embrione (chissà se in questa occasione si attiva un SBS localizzato per aumentare il calore cutaneo e migliorare l'incubazione?).

Da notare come in entrambi questi casi può verificarsi l'insorgenza potenzialmente grave del pidocchio, specialmente nel caso della chioccia. Nelle varie guide sull'avicoltura, si consiglia caldamente di attuare procedure antiparassitarie riferite proprio al nostro caro pidocchio bianco.

Negli allevamenti intensivi una gallina rinchiusa nei capannoni sovraffollati può senz'altro reiterare questo conflitto, tanto che le galline ormai "esauste" alla fine del loro ciclo si mostrano quasi completamente spiumate.

PERCEZIONE BIOLOGICA

Nel caso della gallina vanno individuati i fattori conflittuali. Abbiamo analizzato un caso di predazione, un atto di stupro o il desiderio di contatto nella cova. 
Il senso biologico è quello di staccare il piumaggio per riuscire a divincolarsi dal predatore o lo stupratore che la trattiene oppure, nel caso della cova, il senso biologico risiede nell'aumentare la superficie di contatto diretto con il calore del corpo. Parliamo dunque di conflitti di distacco.

Percorsi per l'interruzione di circoli viziosi e recidive

Abbiamo parlato delle possibili cause biologiche di solo due "inquilini" delle nostre care amiche pennute. Esistono in realtà molti altri parassiti, tra interni ed esterni, su cui si potrebbe approfondire.
Ma teniamo presente che per quanto riguarda quelli esterni in genere si parla sempre della stessa tematica, ovvero "conflitti di distacco" con varie sfumature.
Con le descrizioni che vi ho fornito sopra dovreste riconoscere con facilità quale delle varie situazioni potrebbero verificarsi anche nel vostro pollaio.

COME POSSIAMO IMPEDIRE QUESTE DINAMICHE?

Appurato il fatto che ragionare con una gallina potrebbe risultare un'impresa ardua e anche un po' fuori di testa, l'unica cosa che possiamo fare è assecondare le sue necessità biologiche.
Senza cadere nell'errore di pensare solo ad acqua, cibo e un posto asciutto dove dormire, teniamo presente che queste cose sono garantite a qualunque carcerato perfino nelle celle di isolamento.

Ovviamente come a noi umani fa stare bene leggere un libro, mangiare, farci una risata con gli amici, e intrattenerci con tante attività ludico ricreative, anche gli animali come le galline hanno bisogno di esprimere un ventaglio molto ampio di gesti quotidiani che esulano dalla nutrizione.

Fornire quindi un adeguato quanto ampio e diversificato habitat dove possano scegliere in totale autonomia ogni attività, dal razzolare, al saltare e svolazzare, a farsi bagni di sole e bagni di terra, poter correre, fuggire, cambiare dormitorio ogni qual volta lo ritengono necessario e così via.

Altro fattore importante è tenere sotto controllo il numero dei galli. Il rapporto adeguato non dovrebbe essere superiore ad un gallo ogni 10 galline.
L'inserimento di nuovi gruppi deve essere graduale: si può predisporre un piccolo recinto nel pascolo dove le vecchie galline possono iniziare a socializzare con le nuove senza innescare dinamiche di mobbing.

Si dovrebbe evitare l'utilizzo di mangiatoie e beverini: l'apporto di mangimi deve essere distribuito in maniera equa, fornito in lunghe file o sparso a spaglio per far si che ogni gallina trovi un posto libero per beccare senza innescare l'ordine di beccata
Stessa cosa vale per i punti di abbeveraggio: questi devono essere tanto ampi da permettere ad ogni gallina di abbeverarsi nello stesso momento. Ad esempio si possono realizzare dei laghetti che fungono da abbeveratio permanente, che oltre ad essere frequentati dalle galline diventeranno un elemento di conservazione biologica per la fauna minore locale.

Altro fattore che gioca un ruolo cruciale nella vivibilità di un sito di allevamento è senz'altro la capacità del sistema di sostenere numericamente la specie allevata. 
Banalmente se l'area pascolo risulta sovraffollata aumentano le condizioni attivanti degli SBS. Ma qual è il numero giusto? 
Dare i numeri in questi casi è facile, ma le condizioni locali possono variare talmente tanto che il consiglio che posso dare è di sperimentare: inseriamo gradualmente i capi in un'area e osserviamo su cosa generano maggiore pressione trofica, come erbacee, insetti o piccoli vertebrati, cercando di mantenere equilibrio nell'intera catena trofica locale.
Nel mio caso ho osservato che più di una gallina per 100 m2 risultava eccessivamente impattante.

Al fine di non far patire conflitti attivi prolungati, o gravi DHS, sarebbe a parere mio opportuno evitare stravolgimenti repentini relativi alla gestione come:
  • passaggi repentini da cibi “golosi” a cibi meno golosi
  • cambi troppo frequenti dell’area di pascolo tramite pollai mobili (le galline sono animali abitudinari e territoriali, dopo le prime esplorazioni trovano quelle che sono le loro aree di maggiore gradimento, di razzolamento, crogiolamento, pulizia tramite bagni di terra o sabbia),
  • l'inserimento di nuovi capi senza un'adeguata fase di socializzazione fatta in sicurezza, tramite l'utilizzo di piccole voliere mobili da tenere nell'area pascolo
  • evitare il piú possibile la permanenza in un pollaio tramite l'utilizzo di porticine automatiche.
Sistemare i nidi per la deposizione all'esterno del dormitorio, oltre ad avere uova sempre pulite, diminuirà drasticamente la presenza di acari nella struttura essendo il nido uno dei punti maggiormente infestati.

Si potrebbero inoltre realizzare dormitori che vengano irraggiati dalla luce diurna, per mettere in fuga i parassiti lucifughi. 
Se si possiedono sistemi adeguati per il controllo dei predatori, la scelta migliore sarebbe far dormire le galline perennemente all'aperto: salvo in regioni con inverni nevosi, gli alberi sono da sempre, anche nella specie selvatica, il “pollaio” preferito da galli e galline.
Se partiamo con queste prerogative possiamo già osservare un miglioramento sostanziale delle loro condizioni di salute.

Se ci pensiamo bene, analizzando la fonte del problema la soluzione ci viene palese, ed essendo noi i governanti delle loro vite siamo di certo gli unici che possono effettivamente cambiare qualcosa.

Spero di aver stimolato l'analisi attraverso le 5 Leggi Biologiche anche al di fuori del contesto umano, e di aver aiutato qualche gallina a vivere con meno conflitti o meglio, a non reiterare i propri disagi causati da un ambiente inadeguato.


Biografia

Mi chiamo Lorenzo De Luca, naturalista e, dal 2017, allevatore di galline ovaiole allo stato brado. Osservatore attento degli animali e della natura, accumulo sin da bambino tutta l'esperienza e la conoscenza che posso nel campo naturalistico ed ecologico. 
Quando, grazie a mio padre, ho incontrato le 5 Leggi Biologiche il mio punto di vista si è arricchito ulteriormente. 
Con l'apertura della mia azienda ho potuto poi sperimentare tutti i benefici di un'indagine naturalistica che utilizzi gli strumenti della Nuova Medicina
È nata così La Gallina Selvatica, il primo esempio di allevamento allo stato brado, ovvero in totale libertà, di Gallus gallus domesticus.

Se vuoi sostenere il progetto La Gallina Selvatica prenota una visita guidata in azienda (zona nord di Roma). 
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[Foto di Lorenzo De Luca]

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