Se il concetto di prevenzione nel paradigma sanitario attuale ha un senso - perchè è importante immunizzarsi dai microbi e perchè si può intervenire prima che un malanno ci colga di sorpresa - nel paradigma delle leggi biologiche questo senso non c'è.
Non è infatti logicamente possibile prevenire una DHS, cioè un evento inaspettato che prende in contropiede l'organismo: prevenire l'imprevisto è un ossimoro, un paradosso.
Nella vita l'unico modo per evitare l'imprevisto è non esistere.
Se invece il corpo fosse già in una Fase Attiva asintomatica della curva bifasica (e lo siamo tutti bene o male), anche prevenire la soluzione sintomatica non sarebbe possibile, perchè la CL capita generalmente in modo inaspettato.
Questa sarebbe inoltre desiderabile, e al limite la PCL può essere accompagnata nel migliore dei modi lungo il suo decorso.
Forse e a volte, solo la CE può essere prevista.
In sostanza, comportarmi bene non mi metterà nelle condizioni di "non fare conflitti".
Restiamo per ora nel paradigma attuale e portiamo all'attenzione alcune contraddizioni interne.
Infatti la "diagnosi precoce" consiste nell’identificazione tempestiva di una neoplasia in persone che presentano già segni o sintomi della malattia. Fonte: Evidence.it
Allora penso: se prendo in tempo questa "anomalia" e la tratto in anticipo, il rischio che diventi qualcosa di più pericoloso è limitato.
In un mondo ideale, sapere prima potrebbe effettivamente aiutarmi.
Invece nella realtà accade che si abusi commercialmente dell'equivoco intorno alla formula "diagnosi precoce", veicolando il significato di "controllo a tappeto" sulla popolazione sana con il fine di anticipare ogni sciagura possibile.
Secondo questa aspettativa molto popolare, chi sta bene dovrebbe attivare un ritmo regolare di controlli su ogni organo del proprio corpo.
Allora dirò tra me e me: è importante che io segua i consigli delle campagne informative e mi sottoponga agli screening di massa e ai check-up completi, che spesso anche la sanità pubblica mi mette a disposizione gratuitamente; in questo modo posso stare tranquillo, come quando ho appena fatto il tagliando all'automobile e sono abbastanza certo di prevenire qualsiasi problema per il prossimo futuro.
Questo è un ragionamento che facciamo o che abbiamo fatto tutti, corroborato dal mantra prevenire è meglio che curare, così logico ed evidente...che però ci dimostra quanto l'evidenza sia relativa: perchè in effetti è solo un ragionamento, ma è fallace.
Infatti le evidenze scientifiche ci dicono ben altro:
questo studio di Cochrane del 2012 ha revisionato 16 ricerche che hanno coinvolto circa 200.000 persone, sulla efficacia delle visite di controllo di routine per persone in salute e generalmente non a rischio.
I risultati sono stati: "I controlli generali sulla salute [nelle persone sane NDT] non riducono gli stati patologici o la mortalità, né in generale, né per cause cardiovascolari o per cancro, nonostante il numero di nuove diagnosi aumenti.
Esiti nocivi importanti, come gli interventi di procedura in seguito alla diagnosi o gli effetti psicologici a breve termine, spesso non sono studiati o non sono segnalati, e molti di questi studi hanno difetti metodologici.
Visto il gran numero di partecipanti e il numero dei decessi, visti i lunghi periodi di analisi utilizzati, e considerando che la mortalità per cause cardiovascolari e cancro non è stata ridotta, è improbabile che le visite di controllo generali sulla salute diano un beneficio."
Quest'altra revisione di meta-analisi pubblicata sul BMJ nel 2015 e dal titolo Perchè gli screening per il cancro non hanno mai mostrato di salvare vite, e cosa possiamo fare, rivela il modo in cui i controlli di massa possono apparire efficaci anche se non lo sono.
È quindi improbabile che fare prevenzione con gli screening di massa e i check-up completi come oggi è spesso consigliato e creduto, possa apportare benefici.
O, come minimo, non c'è evidenza scientifica che sostenga di consigliarlo.
Tuttavia questi studi hanno indagato solo l'efficacia, ma non hanno potuto indagare le possibili conseguenze avverse e gli effetti sulla qualità della vita dei controlli periodici.
Rispetto ai rischi e ai danni ci sono numerosi altri studi che entrano nello specifico di ogni tipo di controllo.
Devo dire che nel database di Cochrane è stato difficile trovare screening che risultassero nettamente efficaci rispetto ai rischi (alcuni lo sono in caso di particolari categorie "a rischio"), evidenziando il fatto che il controllo a tappeto è uno strumento molto debole.
Ci sono al contrario numerose ricerche che certificano l'insostenibilità del rapporto rischi/benefici.
Abbiamo già parlato degli screening mammografici, e del perchè oggi è ragionevole non farli.
Lo stesso discorso vale per i controlli di routine alla prostata (con il test PSA nessun beneficio ma 20% di falsi positivi), o per i controlli regolari a raggi X dei polmoni (nessun beneficio e forte rischio di sovradiagnosi, un po' meno per la TAC).
In generale stiamo parlando di un argomento noto: la sovradiagnosi, della quale abbiamo qui su 5LB Magazine una rubrica specifica.
"Prevenire è meglio che curare" per le persone in salute è un falso mito.
Perchè controllarsi spasmodicamente non mette al sicuro, tutt'altro, comporta dei rischi.
Non a caso esiste anche la "prevenzione contro l'eccesso di prevenzione".
In questo periodo storico in cui la sanità pubblica è in grande difficoltà per i tagli ai finanziamenti governativi e perchè viene progressivamente fagocitata dal capitale privato, è certamente importante che emergano tutte quelle evidenze disponibili che possano ridurre lo sperpero in attività di dubbia efficacia sociale, per indirizzare le risorse in quegli ambiti che ne hanno più necessità.
Ad esempio, se un sintomo mi avesse portato a fare indagini non urgenti - come una tosse che avesse condotto a rilevare un nodulino al polmone - potrei decidere di sottopormi ad alcuni controlli successivi che verifichino se il nodulo è in crescita (forte Fase Attiva), stabile (Fase Attiva), in riduzione (PCL) o concluso (magari incistato).
Idealmente il medico che ha in mano un reperto clinico può individuare la posizione dell'organismo sulla curva bifasica in quel momento, ma è necessario fare controlli a distanza di tempo per conoscerne la dinamica e sapere se e come vale la pena di intervenire.
Infatti un singolo esame riproduce una fotografia statica, la quale da sola non può dire nulla sulla direzione del decorso.
Non è infatti logicamente possibile prevenire una DHS, cioè un evento inaspettato che prende in contropiede l'organismo: prevenire l'imprevisto è un ossimoro, un paradosso.
Nella vita l'unico modo per evitare l'imprevisto è non esistere.
Se invece il corpo fosse già in una Fase Attiva asintomatica della curva bifasica (e lo siamo tutti bene o male), anche prevenire la soluzione sintomatica non sarebbe possibile, perchè la CL capita generalmente in modo inaspettato.
Questa sarebbe inoltre desiderabile, e al limite la PCL può essere accompagnata nel migliore dei modi lungo il suo decorso.
Forse e a volte, solo la CE può essere prevista.
In sostanza, comportarmi bene non mi metterà nelle condizioni di "non fare conflitti".
Restiamo per ora nel paradigma attuale e portiamo all'attenzione alcune contraddizioni interne.
PREVENZIONE SECONDARIA: DIAGNOSI PRECOCE
L'accezione di prevenzione (secondaria) in medicina ha un significato specifico (spesso equivocato dagli organi di informazione): rilevare in una fase precoce una "anomalia".Infatti la "diagnosi precoce" consiste nell’identificazione tempestiva di una neoplasia in persone che presentano già segni o sintomi della malattia. Fonte: Evidence.it
Allora penso: se prendo in tempo questa "anomalia" e la tratto in anticipo, il rischio che diventi qualcosa di più pericoloso è limitato.
In un mondo ideale, sapere prima potrebbe effettivamente aiutarmi.
Invece nella realtà accade che si abusi commercialmente dell'equivoco intorno alla formula "diagnosi precoce", veicolando il significato di "controllo a tappeto" sulla popolazione sana con il fine di anticipare ogni sciagura possibile.
Secondo questa aspettativa molto popolare, chi sta bene dovrebbe attivare un ritmo regolare di controlli su ogni organo del proprio corpo.
Allora dirò tra me e me: è importante che io segua i consigli delle campagne informative e mi sottoponga agli screening di massa e ai check-up completi, che spesso anche la sanità pubblica mi mette a disposizione gratuitamente; in questo modo posso stare tranquillo, come quando ho appena fatto il tagliando all'automobile e sono abbastanza certo di prevenire qualsiasi problema per il prossimo futuro.
Questo è un ragionamento che facciamo o che abbiamo fatto tutti, corroborato dal mantra prevenire è meglio che curare, così logico ed evidente...che però ci dimostra quanto l'evidenza sia relativa: perchè in effetti è solo un ragionamento, ma è fallace.
Infatti le evidenze scientifiche ci dicono ben altro:
questo studio di Cochrane del 2012 ha revisionato 16 ricerche che hanno coinvolto circa 200.000 persone, sulla efficacia delle visite di controllo di routine per persone in salute e generalmente non a rischio.
I risultati sono stati: "I controlli generali sulla salute [nelle persone sane NDT] non riducono gli stati patologici o la mortalità, né in generale, né per cause cardiovascolari o per cancro, nonostante il numero di nuove diagnosi aumenti.
Esiti nocivi importanti, come gli interventi di procedura in seguito alla diagnosi o gli effetti psicologici a breve termine, spesso non sono studiati o non sono segnalati, e molti di questi studi hanno difetti metodologici.
Visto il gran numero di partecipanti e il numero dei decessi, visti i lunghi periodi di analisi utilizzati, e considerando che la mortalità per cause cardiovascolari e cancro non è stata ridotta, è improbabile che le visite di controllo generali sulla salute diano un beneficio."
Quest'altra revisione di meta-analisi pubblicata sul BMJ nel 2015 e dal titolo Perchè gli screening per il cancro non hanno mai mostrato di salvare vite, e cosa possiamo fare, rivela il modo in cui i controlli di massa possono apparire efficaci anche se non lo sono.
È quindi improbabile che fare prevenzione con gli screening di massa e i check-up completi come oggi è spesso consigliato e creduto, possa apportare benefici.
O, come minimo, non c'è evidenza scientifica che sostenga di consigliarlo.
Tuttavia questi studi hanno indagato solo l'efficacia, ma non hanno potuto indagare le possibili conseguenze avverse e gli effetti sulla qualità della vita dei controlli periodici.
Rispetto ai rischi e ai danni ci sono numerosi altri studi che entrano nello specifico di ogni tipo di controllo.
Devo dire che nel database di Cochrane è stato difficile trovare screening che risultassero nettamente efficaci rispetto ai rischi (alcuni lo sono in caso di particolari categorie "a rischio"), evidenziando il fatto che il controllo a tappeto è uno strumento molto debole.
Ci sono al contrario numerose ricerche che certificano l'insostenibilità del rapporto rischi/benefici.
Abbiamo già parlato degli screening mammografici, e del perchè oggi è ragionevole non farli.
Lo stesso discorso vale per i controlli di routine alla prostata (con il test PSA nessun beneficio ma 20% di falsi positivi), o per i controlli regolari a raggi X dei polmoni (nessun beneficio e forte rischio di sovradiagnosi, un po' meno per la TAC).
In generale stiamo parlando di un argomento noto: la sovradiagnosi, della quale abbiamo qui su 5LB Magazine una rubrica specifica.
"Prevenire è meglio che curare" per le persone in salute è un falso mito.
Perchè controllarsi spasmodicamente non mette al sicuro, tutt'altro, comporta dei rischi.
Non a caso esiste anche la "prevenzione contro l'eccesso di prevenzione".
In questo periodo storico in cui la sanità pubblica è in grande difficoltà per i tagli ai finanziamenti governativi e perchè viene progressivamente fagocitata dal capitale privato, è certamente importante che emergano tutte quelle evidenze disponibili che possano ridurre lo sperpero in attività di dubbia efficacia sociale, per indirizzare le risorse in quegli ambiti che ne hanno più necessità.
UN EQUIVOCO ULTERIORE
Ora non si pensi che, poichè un check-up è inutile e dannoso, ogni indagine clinica sia di per sè inefficace: in caso di fisiologia speciale in corso il medico avrà a disposizione diversi strumenti utili per chiarire cosa sta avvenendo nell'organismo, e li offrirà in base alla migliore appropriatezza per il singolo caso.Ad esempio, se un sintomo mi avesse portato a fare indagini non urgenti - come una tosse che avesse condotto a rilevare un nodulino al polmone - potrei decidere di sottopormi ad alcuni controlli successivi che verifichino se il nodulo è in crescita (forte Fase Attiva), stabile (Fase Attiva), in riduzione (PCL) o concluso (magari incistato).
Idealmente il medico che ha in mano un reperto clinico può individuare la posizione dell'organismo sulla curva bifasica in quel momento, ma è necessario fare controlli a distanza di tempo per conoscerne la dinamica e sapere se e come vale la pena di intervenire.
Infatti un singolo esame riproduce una fotografia statica, la quale da sola non può dire nulla sulla direzione del decorso.