Screening mammografico, pro e contro: perchè oggi è ragionevole non farlo

Mauro Sartorio
Screening mammografico sconsigliato
- Quali sono i benefici e i rischi della partecipazione ad un programma di screening per il tumore al seno?
- Quante donne beneficeranno della mammografia e quante subiranno un danno?
- Quali sono le evidenze scientifiche?

Tra i più importanti centri di ricerca per una medicina basata sull'evidenza (Evidence Based) c'è sicuramente Cochrane.
Un'organizzazione indipendente di operatori sanitari e ricercatori che produce revisioni sistematiche degli studi clinici di tutto il mondo, affinchè sia i medici sia i pazienti abbiano la possibilità di essere pienamente informati per prendere decisioni nel campo della salute.
(per intenderci, Cochrane è la stessa organizzazione che l'anno scorso ha compiuto la famosa e clamorosa revisione sul medicinale Tamiflu)

L'OPUSCOLO DI COCHRANE SUI RISCHI DELLA MAMMOGRAFIA

Nel 1999, quando in Danimarca fu sollevato il dubbio circa la validità dello screening mammografico, il Consiglio Nazionale della Salute chiese al medico e scienziato Peter C Gøtzsche, del Centro Cochrane Nordico, di valutare gli studi esistenti.
Il rapporto fatto dal Centro Cochrane divenne in seguito molto approfondito, dando vita ad una revisione Cochrane: la revisione più completa degli studi sullo screening mammografico.

Della revisione venne fatto un opuscolo divulgativo, che il Center for Medical Consumers degli Stati Uniti ha dichiarato possa considerarsi "il primo esempio di informazione onesta sulla mammografia per le donne, scritta da professionisti in ambito sanitario".
Questo opuscolo offre le informazioni necessarie di base sui benefici e sui danni dello screening preventivo, in modo da consentire alla donna, insieme alla sua famiglia e al suo medico, di prendere una decisione libera e informata in merito alla partecipazione allo screening.
Infatti, le informazioni che una donna riceve, sia a livello mediatico sia quando viene invitata a partecipare, sono generalmente insufficienti o superate, a volte sostenute da intenti commerciali o addirittura errate. 
Per esempio, le lettere di invito allo screening sottolineano i benefici ma non riportano i possibili danni conseguenti, quali l'eccesso di diagnosi e l'eccesso di cure. 

Riporto qui sotto il riassunto introduttivo dell'opuscolo di Cochrane aggiornato al 2012:

Quando abbiamo pubblicato questo opuscolo per la prima volta nel 2008, il riassunto riportava quanto segue: 
"Può essere ragionevole sottoporsi ad uno screening mammografico per il tumore al seno, ma può anche essere ragionevole non farlo, perché lo screening comporta sia benefici che rischi
Se 2.000 donne effettuano la mammografia regolarmente per 10 anni, una ne beneficerà perché eviterà di morire di tumore al seno. 
Nello stesso tempo, 10 donne sane saranno considerate malate di tumore a causa dell’esame, e verranno inutilmente sottoposte a trattamento. Queste donne potranno subire l’asportazione di una parte o tutta la mammella, spesso riceveranno una radioterapia e in taluni casi una chemioterapia. 
Inoltre, circa 200 donne sane incorreranno in un falso allarme. 
Gli effetti psicologici - nel periodo di attesa della diagnosi esatta, ma anche successivamente - possono essere gravi." 
Questi dati derivano da trial randomizzati effettuati sullo screening mammografico. 

Tuttavia la cura del tumore al seno è migliorata in maniera considerevole rispetto al periodo in cui questi trial sono stati eseguiti. 
Studi più recenti suggeriscono che lo screening mammografico può non essere efficace nel ridurre il rischio di morte dal tumore al seno. 
Lo screening può risultare positivo per donne sane che non avrebbero mai sviluppato sintomi di tumore al seno. La cura a cui sono sottoposte queste donne sane aumenta il loro rischio di morte, per esempio per malattie cardiache o tumori. 
Pertanto non sembra ragionevole sottoporsi a screening del tumore al seno
Infatti, evitando di sottoporsi allo screening, si diminuiscono le probabilità di avere una diagnosi per tumore al seno. 
Tuttavia, nonostante questo, alcune donne vorranno continuare a sottoporsi a screening.

In sostanza, i rischi dello screening non riguardano (come popolarmente si immagina) danni da radiazioni o per lo schiacciamento doloroso del seno. 
Si tratta invece di subire:
- indagini invasive per "lesioni" che non avrebbero comportato alcun problema; 
- trattamenti e mutilazioni di organi per microlesioni che non sarebbero mai progredite
- danni psicologici conseguenti, che sono il problema per noi più rilevante.
Siccome le cure a sintomo conclamato sono sempre più efficaci, tutto questo diventa un prezzo non sostenibile, rendendo sempre più inutile la corsa alla prevenzione ad ogni costo.
Ad esempio, dal momento che la polmonite può essere trattata con successo, nessuno suggerisce che si facciano screening per la polmonite. Fonte: NEJM

Successivamente nel settembre 2015 Peter Gøtzsche, ricercatore a capo della revisione, è stato anche più determinato: "C'è così tanta sovradiagnosi che la cosa migliore che una donna può fare per ridurre il rischio di ammalarsi di cancro al seno è evitare di sottoporsi allo screening."  Fonte: PubMed
Con l'occasione ha riproposto il suddetto opuscolo informativo tradotto in 16 lingue, di cui ti lascio qui il link per scaricare l'originale integrale in PDF e in italiano. (il sito di Nordic Cochrane in cui risiedeva il file è stato chiuso)


Se i benefici sono perfettamente noti al pubblico, i rischi segnalati da Cochrane sono altamente sottostimati se non occultati.
D'altra parte è anche chiaro che le evidenze scientifiche richiedono un certo tempo per essere acquisite e integrate nelle consuetudini.
Nel frattempo, attraversando le turbolenze della comunicazione di massa, possiamo essere non più vittime inermi ma, con tutte le informazioni disponibili certificate e con l'aiuto del nostro medico, possiamo diventare persone autodefinite e attive nelle scelte per la nostra salute.


Aggiornamento del 10/01/2017
Si aggiunge oggi un altro studio osservazionale di Cochrane sulle campagne di screening nazionali eseguite tra il 1980 e il 2010.
Le conclusioni: gli screening per il cancro al seno non sono associati ad una riduzione nell'incidenza di cancro allo stadio avanzato. 
È probabile che 1 caso su 3 di tumore invasivo e di carcinoma duttale in situ diagnosticati durante gli screening rappresenti sovra-diagnosi (con aumento dell'incidenza del 48,3%).
Fonte: Annals of Internal Medicine


All'indagine di Cochrane, aggiungo il parere del Swiss Medical Board, citato dallo stesso Gøtzsche nel 2015.

«Dati alla mano, lo screening mammografico riduce la mortalità solo nella convinzione delle donne, ma non nella realtà delle evidenza scientifiche»
[...] I risultati della presente inchiesta portano alle seguenti raccomandazioni:
1. Non è consigliabile che i programmi di screening mammografico siano introdotti.
2. Un limite di tempo deve essere impostato sui programmi esistenti.
3. Tutte le forme di screening mammografico devono essere valutate in termini di qualità.
4. Allo stesso modo sono raccomandati una precedente e approfondita valutazione del medico e un chiarimento comprensibile che esponga alla persona gli effetti desiderati e indesiderati 
di tutte le forme di screening.