I miei 60 anni di esperienza con i tumori: i limiti della medicina d'organo

Mauro Sartorio
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La sanità di oggi offre al cittadino solo una piccola e limitata branca della medicina. 
Infatti oggi negli ospedali si pratica in modo pressoché esclusivo la medicina d'organo, super-specialistica e a compartimenti stagni, che conosce abbastanza bene la meccanica dei componenti del corpo umano, ottenendo risultati soddisfacenti negli interventi meccanici, cioè quelli chirurgici.
È di questi giorni la notizia di un'applicazione esemplare di questo tipo di medicina, su una scoliosi di oltre 100° in una bambina di 8 anni, corretta con delle barre metalliche magnetiche che si allungano con il suo sviluppo. Fonte: il Messaggero

Invece nella comprensione sistemica delle malattie, nella comprensione delle cause e nella loro cura i risultati sono molto deludenti se non del tutto assenti.
La farmacologia ha funzione strettamente sintomatica e, quando usata come cura dell'organo, nella migliore delle ipotesi ottiene la cronicizzazione della malattia.

Lotta al cancro: ora l’obiettivo è rendere la malattia cronica
Fonte: La Stampa


PERCHÈ LA MEDICINA NON RIESCE A GUARIRE LE MALATTIE?

Perchè la medicina d'organo conosce l'organo ma da sola non comprende l'uomo né ha interesse a farlo

Oggi si fanno le diagnosi e gli esami, si stabiliscono le terapie. 
Ma diventa un po’ come consultare il manuale del cemento armato per gli ingegneri, e questo non va bene, perché si perde di vista la conoscenza del malato. 
Se un paziente ti fa un cenno e ti chiede di fermarti, tu - medico - devi fermarti e ascoltarlo, senza fretta, fino alla fine, e completamente.

Perchè la malattia colpisce un organo, è vero, ma viene elaborata dalla mente
Io dico sempre ai miei collaboratori: «E’ facile togliere un tumore al seno, ma bisogna anche toglierlo dalla mente, dal pensiero, e curare la ferita che si è creata anche a livello della psiche». 

La medicina del futuro dovrà essere la medicina della persona, proprio per un’esigenza diffusa di tornare a una cultura olistica, che non perda di vista l’uomo o la donna da curare nella loro interezza.

Queste in corsivo sono le parole di un uomo che si è istruito e ha lavorato immerso in tale paradigma tecnicista, ha sviluppato in modo significativo la medicina d'organo, ma ne ha anche sperimentati i limiti cercando di trasformarla dal suo interno con istanze umanistiche che non sono proprie del nostro tempo.

Quest'uomo non ha mai creduto che quei tumori che avrebbe voluto sconfiggere totalmente fossero solo questione fisica. 
Quando diceva che sia facile togliere un tumore dal corpo, ma difficilissimo asportarlo dalla mente, intendeva questo: una malattia tumorale colpisce il corpo e si insinua nella mente, e il cancro (parola che peraltro detestava) non è solo un accumulo di mutazioni del DNA. 
La malattia tumorale è un’esperienza fisica e psicologica, emotiva e di relazione. 

[...] c’era la consapevolezza che in qualche modo lo stato psicofisico influenzi il benessere del corpo.

[...] «La mente può fare tutto: controlla la tua mente e anche il corpo risponderà»: quante volte lo ha detto per spiegarmi che non esiste separazione tra mente e corpo ma un’unità, una convivenza fluida e inscindibile tra due aspetti del medesimo essere.

[...] Umberto Veronesi mi ha insegnato l’enorme importanza dell’ascolto della storia intera dei pazienti, e da questo ascolto abbiamo compreso che quasi mai una malattia sembra del tutto casuale.

Noi in 5LB Magazine raccogliamo queste parole e le ricodifichiamo, ben sapendo che ogni seme richiede il giusto terreno e il giusto momento per germogliare.
Ascolta queste parole dalla voce dell'oncologo luminare Umberto Veronesi.


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