La causa di un'anca bloccata (e altri dolori che durano mesi)

Mauro Sartorio
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Premessa: questa pagina tratta di un modello eziologico che spiega le cause psichiche delle cosiddette malattie. 
Per i principianti si suggerisce di leggere la nostra introduzione alle 5 Leggi Biologiche.

Il video che segue è una porzione di un webinar che tratta diversi argomenti, in collaborazione con il centro olistico ClubDelGatto.



Domanda: La mia anca destra è bloccata in questi giorni, dopo quasi due mesi inizio stare meglio praticando esercizi con il chiropratico.
Sono consapevole che a livello emotivo voglia dire qualcosa, mi farebbe piacere avere una risposta grazie.


Mauro: ok. L’anca destra bloccata
Allora: tutto ciò che fa il corpo con i sintomi è sensato biologicamente, non è un'interpretazione. 
Quindi in effetti l’anca ha un certo tipo di movimento del bacino e serve per alzare la gamba per superare un ostacolo - mettiamola così.
Quindi noi possiamo dire che se c'è stato uno shock, qualcosa di improvviso, un ostacolo che si è parato davanti nella vita, che può anche essere un “non riuscire a salire di livello sociale”, qualcosa che proprio mi impedisce di avanzare, ecco quella lì è la Fase Attiva dove non c'è dolore, non ci sono sintomi.

Causa dolore anca
L’anca bloccata è proprio poco dopo in cui questa cosa l'ho mollata, mi sono rilassata rispetto a questa sensazione di non riuscire ad andare oltre, non riuscire a superare, proprio alzare l’anca per mandare la gamba dall'altra parte.
Potrebbe avere questo senso…forse potrebbero esserci anche altri motivi…

Eleonora: se è proprio l'articolazione c'è una sfumatura di “non sono sufficientemente agile, agile nel muovermi per fare questo passo".
Nel momento in cui l'ho fatto, questo passo, oppure non mi interessa, ecco che tutto il tessuto che è stato impegnato nella Fase Attiva va riparato e qui c’è gonfiore, edema, dolore…
Al massimo questa fase di riparazione (quindi dolorosa) dovrebbe durare 21 giorni, dopodiché si entra in una fase dove si sta assolutamente meglio.

DOLORI CHE DURANO MESI

Ma che cosa succede: qua mi dice che sono quasi due mesi, quindi sono più di 21 giorni… questi tessuti sono tessuti di sostegno: i muscoli, le ossa, le articolazioni sono un po’ tosti nel senso che, quando io sento dolore, vado ancora in Fase Attiva perché rispondono ad un sentito di “non ci riesco”, quindi il cervello dice “lì c'è qualcosa che non va per cui non ci riesci”.

Mauro: cioè, se io non riesco a fare una salita, un superamento di un ostacolo nella vita, quello è il conflitto e va bene; poi faccio il sintomo perché l'ho risolto, perché “sono riuscita a superare quella cosa lì”; il problema è che dopo si fa il conflitto locale - come lo chiamiamo - cioè significa che io nella vita non riesco veramente ad alzare l’anca ed è proprio questo non riuscire ad alzare l’anca che fa conflitto a sua volta.

Quindi è un continuo recidivare, ricadere nel buco, ed è per questo che i famosi 21 giorni, quando si parla di muscoli, di ossa, è raro che siano quelli, perché è un continuo su e giù a onde.
Ma uno deve vivere, non è che può stare sdraiato a letto 21 giorni senza fare niente, quindi anche solo il fatto di fare una scala e non riuscire ad alzare l’anca, quello fa un conflittino che sposta un po’ più in là la riparazione del tessuto.
E questo vale per tutti: io ho appena fatto un mal di schiena che avrebbe dovuto risolversi in un po’ di giorni e invece si è trascinato per settimane.

Eleonora: e a me non si è ancora risolto.
Mauro: tu sei una caso speciale.

L'USO DI RIMEDI SINTOMATICI E FARMACI

Eleonora: volevo dire poi che qui c'è scritto una cosa interessante “con gli esercizi consigliati dal chiropratico sta andando meglio”, perché mi mette nelle condizioni di poter allentare quella recidiva locale, quel serpente che si mangia la coda, quindi mi permette di uscire finalmente dalla curva.
Può essere appunto un chiropratico, un osteopata… ma anche solo il fatto di andare in una piscina e galleggiare…il cervello vede che l’anca destra è uguale all'anca sinistra se tu galleggi nell'acqua… e allora il cervello dice “allora è tutto a posto” e anche quello può essere un miglioramento.

Quando c’è tanto dolore anche l'utilizzo di antinfiammatori che abbassano un po’ il dolore in modo tale che quella recidiva locale possa essere un po’ più contenuta, perché se sto col dolore “non ci riesco un'altra volta”.

Mauro: esatto, questa è una parentesi importante. Immaginate che fate due settimane di conflitto, di stress perché non riuscite a superare quell'ostacolo, e poi si risolve perché riuscite a superare l'ostacolo.
Secondo la regola teorica si fa una settimana di dolore: due settimane di shock, una settimana di dolore.
Però, siccome si fanno i conflitti locali che abbiamo appena raccontato, questa settimana si allunga e diventano due, diventano tre, diventa un mese eccetera…
Allora l'uso dei farmaci qui è molto importante - con farmaci intendo di tutti i tipi, cioè può essere quello allopatico della farmacia, può essere l’erboristeria, può essere l’omeopatia…come volete… però diciamo che magari sul dolore gli antidolorifici sono più efficaci (sempre consultando il medico che saprà dare la cosa giusta).

Poichè dopo la soluzione ho tanto dolore che mi fa conflitto locale, [allora] il farmaco mi aiuta a tenere un po’ sollevata questa curva di riparazione, quindi mi fa sentire meno dolore e quindi mi fa cadere meno nelle recidive locali.
Per questo l'uso del farmaco nelle 5 Leggi Biologiche non è “perché guarisco l’anca malata”, ma perché mi aiuta a sostenere un po’ la riparazione con meno dolore, quindi io faccio meno conflitti locali e quindi esco prima dal loop.
È un uso diverso dei farmaci ma si usano con una consapevolezza diversa.

LA LATERALITÀ

Lateralità dolori hamer
Eleonora: volevo approfittare perché la nostra amica ci dice “la mia anca destra”.
Su determinati tessuti come questi, ad esempio, dobbiamo distinguere una parte destra del corpo da una parte sinistra.
Quindi se questa donna è destrimane e sta facendo un programma sull'anca destra, vuol dire che questo suo “non riuscire a fare questo passo” è in relazione a qualcuno che lei vive sulla sua destra, cioè a delle persone che sono al suo pari, quindi può essere il marito, il fratello, un collega, gli amici… ok?

Mauro: sì scusa, perché io ho detto “non riesce a superare una situazione nella vita”, ma in realtà questi tessuti hanno sempre a che fare con qualcuno, non è mai una cosa.
Quindi “non riesco a superare” ma in rapporto a questi - appunto - colleghi, fratello, marito eccetera.
E viceversa, se lei fosse mancina avendo comunque il dolore a destra, sarebbe in rapporto o alla mamma o ai figli. Quindi “non riesco a superare una situazione dove ci sono implicati loro”.

Eleonora: e bisognerebbe indagare un attimo queste cose. 
Quindi capite la complessità, perché si lavora sul tessuto che fa male, sul sentito e su chi è implicato. 
Le cose poi si fanno molto delicate perché lì emergono poi tutta una serie di dinamiche di relazioni e, insomma, diventa anche molto interessante perché, oltre ad aiutarci a lavorare proprio nello specifico sul nostro disturbo, conoscere questi meccanismi delle 5 Leggi Biologiche è un'occasione per entrare in contatto a conoscere come noi abbiamo sempre reagito nella vita con quella persona, con quell'altra persona e quindi ci mette un po' in gioco, ci fa fare l'osservatore di come noi reagiamo agli eventi e in relazione alle persone.
E questo è estremamente interessante, un'ottima occasione proprio di autoconoscenza.

Domenica: Sì è un modo per lavorare su di sè, usiamo questo termine che tutti usano ormai in questi ultimi vent'anni di new age, e le 5 Leggi Biologiche sono sicuramente un metodo maestro.

Mauro: uno strumento affilatissimo, tanto affilato che bisogna adoperarlo con prudenza.

Domenica: beh sì, sono proprio frasi scritte da Hamer, voi l'avete anche riportato… sono spietate. È una parola importante, però è la verità.


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