I migliori anti-dolorifici per accompagnare la PCL

Mauro Sartorio
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Quali farmaci da banco (acquistabili senza prescrizione medica) sono più efficaci nel contenere l'intensità di una PCL e quindi nel ridurre il dolore?

Seconda Legge Biologica

Una recente revisione sistematica di Cochrane ha valutato, con un alto grado di evidenza, l'efficacia di 21 anti-dolorifici non steroidei, in commercio in diverse formule e dosi.
Sono stati analizzati gli studi sul dolore in seguito all'estrazione del dente del giudizio, considerato rappresentativo di un dolore quotidiano da moderato a forte.

L'analgesico più efficace nel sostenere una PCL dolorosa risulta l'accoppiata Ibuprofene + Paracetamolo a basse dosi (esistono prodotti che li combinano anche in Italia), mentre sia l'Aspirina che il Paracetamolo (assunto da solo) sono piuttosto inefficaci.
Le frecce rosse indicano le combinazioni di principi attivi disponibili alla vendita nel paese in cui la ricerca si è svolta, il Regno Unito.


Cochrane mostra, con questa revisione, che abbiamo a disposizione farmaci molto diffusi ed economici per lenire quei dolori che possono essere eccessivi e debilitanti durante profonde PCL, con particolare riguardo al mal di denti, alle distorsioni e agli stiramenti.
Molto interessante notare che Paracetamolo + Ibuprofene, e Ibuprofene ad azione rapida, hanno dato risultati soddisfacenti soprattutto a basse dosi.
È stato inoltre osservato che bere una tazza di caffè aumenta ancora di più l'effetto analgesico: poichè il caffè è un simpaticotonico, la curva bifasica viene sostenuta nella PCL in modo ancora più energico.
Alla luce delle 5LB, dobbiamo comunque considerare che il dolore da PCL-A è diverso da quello da PCL-B, e che i farmaci sono molto meno efficaci nella prima fase e molto di più nella seconda: si tratta di un importante fattore da osservare durante l'assunzione, ma questa ricerca non può metterlo in risalto.

Ci sono stati addirittura meno effetti collaterali con Ibuprofene e Paracetamolo rispetto al placebo (trattamento fittizio).
I risultati sugli effetti collaterali possono essere forti quando gli analgesici sono assunti in dosi più elevate e per periodi più lunghi rispetto a quelli considerati dalla revisione (pochi giorni consecutivi).

Questi specifici studi non hanno indagato sintomi molto comuni, come le emicranie e i dolori mestruali, per cui le considerazioni fatte non sono a quelli applicabili: in effetti gli studi vengono spesso eseguiti su dolori post-chirurgia, che non sono uguali a quelli dovuti agli edemi di un programma SBS (come un comune mal di schiena). Purtroppo ad oggi (2015) le evidenze di efficacia dei farmaci non-steroidei su questo tipo di dolori è molto povera per mancanza di ricerche ben strutturate.
Tantomeno le considerazioni qui riportate NON sono valide per i dolori cronici, cioè per quelle curve, che chiamiamo "umane", che mantengono l'organismo in lunghe PCL sospese: è certo probabile che i farmaci abbiano qualche effetto, ma sappiamo che gli interventi sintomatici non possono essere risolutivi.
D'altro canto, se è vero che i farmaci sono strumenti molto comodi che ci semplificano la vita, è anche vero che il dolore è una risorsa che va rispettata e non combattuta.
Quando affrontiamo il dolore cronico, infatti, non stiamo facendo la guerra a qualcosa di esterno: siamo invece in un braccio di ferro, senza via di uscita, con noi stessi. Leggi sul dolore come risorsa e sul trattamento del dolore cronico.
È essenziale e necessario, oggi più che mai, recuperare il valore biologico del dolore.

Le informazioni che Cochrane ci offre sono molto utili per la vita quotidiana, sia per il paziente che per il medico: nonostante si tratti di medicinali venduti senza ricetta (in Italia alcuni di questi la richiedono), non sono caramelle ed è bene utilizzarli dietro consiglio medico.
Infatti queste informazioni, come tutte quelle ricavate dalle più recenti evidenze, non ci servono per fare "medicina fai da te", ma vanno prese come un solido elemento di valutazione quando dobbiamo compiere una scelta terapeutica (sintomatica): portando al nostro medico la ricerca, proprio così come è a questo link, possiamo fargli domande e vagliare insieme attivamente le possibilità che fanno al caso nostro.
Le informazioni ci servono, in definitiva, più che per "guarire", per iniziare a sperimentare qualcosa a cui siamo ben poco abituati ma che, in coscienza 5LB, fa la differenza: acquisire una posizione attiva nelle scelte che riguardano la nostra salute.