L'odierno sistema medico paga un prezzo salatissimo nello sforzo di sostenere la narrazione a cui è sottoposto.
Di quale narrazione parlo?
Di quella che pretende che la medicina sia una rigorosissima scienza, che i dati strumentali siano indiscutibili, che il progresso scientifico abbia fatto i famosi "passi da gigante", specialmente sui tumori, che le metastasi siano un fatto chiaro e acquisito e non una pura teoria, che non ci sia spazio per sciocchezze alternative... insomma quella narrazione dogmatica che conosciamo bene nella nostra epoca e che in una parola si chiama scientismo.
Lo scientismo è uno strumento retorico che si presta comodamente ai disturbi narcisistici di certe personalità e agli abusi di potere nella classe medica: chiunque può raccontare di avere vissuto un qualche aneddoto in cui abbia subìto pressioni del tipo "lei non deve capire alcunché, lo dice la Scienza", "chi non crede nella Scienza non ha diritto [all'assistenza, a praticare la professione]..." e altri abomini di questo tenore.
Lo scientismo è uno strumento retorico che si presta comodamente ai disturbi narcisistici di certe personalità e agli abusi di potere nella classe medica: chiunque può raccontare di avere vissuto un qualche aneddoto in cui abbia subìto pressioni del tipo "lei non deve capire alcunché, lo dice la Scienza", "chi non crede nella Scienza non ha diritto [all'assistenza, a praticare la professione]..." e altri abomini di questo tenore.
Ne abbiamo parlato spesso rilevando che i baroni assumono questo atteggiamento autoritario proprio perché l'odierno paradigma medico è debole, sempre più debole, esposto a falsificabilità e quindi la violenza autoritaria è l'ultimo baluardo in difesa di un sistema di potere e privilegi.
Ma tale atteggiamento a tratti sacerdotale dall'altra parte ha un pesante effetto collaterale: produce nel cittadino medio illusioni, promesse iperboliche impossibili da mantenere, fanatismo.
E ciò è inevitabile che prima o poi presenti il conto.
LA MEDICINA DIFENSIVA
Infatti il medico di oggi, sotto la pressione di pretese altrettanto iperboliche da parte dei pazienti, è costretto a tutelare se stesso, ancora prima che la salute del paziente, arroccandosi nella medicina difensiva, cioè quella condotta che induce un medico ad eccedere in diagnosi, prescrizioni e trattamenti, piuttosto che trovarsi in tribunale accusato di negligenza.
Leggiamo quotidianamente notizie di cause legali e risarcimenti "perché il medico aveva sbagliato diagnosi", "ha sottovalutato le cose", "aveva detto benigno e invece era maligno".
Una rassegna di notizie quotidiane prese in modo casuale |
Benigno e maligno... a noi qui fa un certo effetto, che tutto sia così rigidamente fondato su ipotesi al limite della superstizione, ma comunicate come se scaturissero da un incontrovertibile rigore scientifico.
La "scienza" è stata sovra-venduta per decenni, ora i pazienti la pretendono così come gli è stata raccontata.
E non ci possiamo capacitare di come un medico possa fare il proprio lavoro serenamente, costretto a recitare la parte dello scienziato, dell'infallibile, quando in realtà è molto lontano persino dal comprendere la natura di ciò su cui lavora.
Benigno? Maligno? Magari benigno oggi ma maligno domani perché alcune cellule cambiano misteriosamente morfologia?
Cancro o qualcos'altro? E se dopo questo qualcos'altro mi trovano un cancro altrove, allora forse ci siamo sbagliati era un cancro anche il primo?
Colpa delle metastasi?
Ma quale cognizione puoi avere delle metastasi, che è un fenomeno studiato da 150 anni e ancora del tutto incompreso?
Al di là degli inevitabili incidenti e degli errori umani oggettivi, come i più tipici scambi di vetrini e provette, gli interventi alla gamba destra invece che alla sinistra... per il resto siamo veramente nel vicolo cieco di una allucinazione collettiva, di cui le principali vittime sono proprio gli operatori sanitari.
COME USCIRNE
E io penso che l'unica via di uscita, al di là del dibattitto in corso sulla necessità di uno scudo penale per i medici, sia un bagno di umiltà che riconosca la naturale fragilità della medicina in quanto arte umana, la quale va smascherata dello scientismo di dati e procedure inviolabili.
La burocrazia diventa, come un cane che si morde la coda, l'ultima àncora di salvezza di persone che credevano di andare a fare del bene grazie ad un mestiere umanitario, e si sono ritrovate costrette a trincerarsi dietro le carte bollate.
Per disinnescare questo circolo vizioso abbiamo un grande potere come pazienti: togliere al medico la responsabilità sulla nostra salute, che non ha e non ha mai avuto, e riprenderla nelle nostre mani.
Questo è il concetto di "utente attivo in medicina", che si esprime al massimo potenziale quando, grazie alle 5 Leggi Biologiche, conosciamo molto bene i perché del nostro organismo, meglio di chiunque altro.