La notizia dell'uomo che si alza dalla sedia a rotelle: una spiegazione per i miracoli

Mauro Sartorio
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Anno 2006: un grave incidente sugli sci, la persona non sente più le gambe, il midollo spinale è lesionato, da lì in poi vive sulla sedia a rotelle.

2024, 18 anni dopo: qualcuno prova a stimolare un'area del suo cervello che nessuno avrebbe mai preso in considerazione: l’ipotalamo laterale. 
Infatti l'ipotalamo non ha niente a che fare con la motricità, si tratta di una piccola regione del cervello la cui area laterale è associata solo a funzioni come la regolazione della fame, della sete e dell'arousal (PubMed), cioè l'attivazione generale psico-fisica, l'eccitazione emotiva, in una parola possiamo dire anche LA MOTIVAZIONE (PubMed).

La notizia:
In sedia a rotelle per una lesione midollare, torna a camminare stimolando un’inaspettata area del cervello.
Fonte: FanPage

Già durante l'operazione, poiché il paziente era sveglio e cosciente, “una volta posizionato l’elettrodo ed eseguita la stimolazione, il paziente ha immediatamente detto: ‘Posso sentire le mie gambe’. E quando abbiamo aumentato la stimolazione, ha aggiunto: ‘Voglio camminare’ ".

Nessuno è intervenuto a riparare i nervi spinali, e dato che la risposta è stata istantanea ciò significa che un collegamento bioelettrico sufficiente c'era da tempo: dopo tanti anni immaginiamo che la PostConflittoLisi da trauma fosse oltremodo terminata e che i tessuti fossero più o meno ripristinati. 
Nonostante l'ipotalamo possa stimolare la produzione di ormoni e neurotrasmettitori, l'istantaneità della risposta sembra difficile da spiegare con una riorganizzazione delle fibre nervose nel midollo spinale.

La stimolazione di quella piccola area del cervello "ha prodotto non solo risultati immediati nel miglioramento della mobilità durante la deambulazione, ma anche miglioramenti a lungo termine che persistono anche quando la stimolazione viene interrotta".

Non so se si capisce cosa insegna questa storia: l'organismo aveva il necessario da un punto di vista anatomico, ma non ne faceva uso.
Forse aveva disimparato, forse le nuove routine quotidiane sulla sedia a rotelle avevano sostituito gli schemi motori, forse credenze e aspettative di irreversibilità avevano reciso le gambe dal punto di vista percettivo.
Fatto sta che ad un certo punto l'uomo riceve una forte stimolazione artificiale ad un'area del cervello che spinge all'azione e alla motivazione: istantaneamente torna la sensibilità alle gambe e la prima cosa che gli esce dalla bocca è "Voglio camminare".

Affascinante: a me questa vicenda risuona con fenomeni omologhi che ho sperimentato anche nel mio lavoro con le persone, quando un individuo crede e sente fisicamente di non poter fare una cosa, finché un evento inaspettato sconvolge gli equilibri e, di colpo, riesce a farla.
Da lì si apre una crepa nel muro percettivo, si scioglie lo stato ipnotico e si re-instaurano rapidamente i meccanismi di apprendimento per prove ed errori degli schemi motori.
Possiamo chiamare in causa anche il contributo del fattore placebo, senza dubbio, alla luce di tanti ed eclatanti esperimenti chirurgici simulati (tra i più famosi quelli al ginocchio).

Certo la mia lettura potrebbe essere semplicistica e potrei ingannarmi, stiamo parlando di scoperte di frontiera sintetizzate su una pagina giornale e da ripetere sperimentalmente mille volte; tuttavia la questione centrale è notevole e degna di attenzione, tanto che la notizia mi sembra avere a che fare non tanto con una nuova tecnica per recuperare una lesione midollare (come si interpreta sul giornale), piuttosto ha a che fare con una spiegazione neuroscientifica di come avvengono i miracoli...

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