Menisco e dolori al ginocchio: non si tratta (solo) di un aggeggio da aggiustare

Mauro Sartorio
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La meniscectomia parziale è uno degli interventi chirurgici più eseguiti nel mondo occidentale (700.000 interventi all'anno solo in USAsuperato soltanto dall'intervento alla cataratta).
Si tratta di un'operazione che consiste nell'asportazione di frammenti "lesionati" di cartilagine, con il fine di riportare la struttura il più possibile alla forma originale.
Oltre alle condizioni conseguenti ad un infortunio, spesso ci si sottopone a controlli del menisco quando si soffre di dolori cronici al ginocchio.

La questione è che la degenerazione del tessuto del menisco è molto comune, tanto che una persona su tre dall'età di 50 anni in poi, se si sottopone a risonanza magnetica, mostra lesioni anche senza aver subito alcun trauma.
E tra queste persone con il menisco effettivamente "lesionato", ben il 70% non manifesta alcun sintomo. Fonte: NEJM

QUANDO L'INTERVENTISMO CHIRURGICO NON È UTILE SULLE STRUTTURE "ANOMALE"

Di fatto quando si soffre di dolori interni o laterali nel ginocchio, e in concomitanza si rileva una struttura anomala del menisco, ad esso è attribuita la causa dei dolori.
Come in molte altre occasioni in cui si fanno indagini diagnostiche ad immagini (ad es. alle coronarie),
la soluzione ad un problema appare intuitiva
: un paziente si presenta con un menisco lesionato e, ovviamente, vorrà sistemarlo; e così vorrà anche il chirurgo.
Allora il paziente è probabile che sceglierà di sottoporsi all'operazione.

La logica intuitiva però non corrisponde ad efficacia nella realtà: infatti le evidenze sperimentali hanno rivelato che l'intervento chirurgico su un menisco danneggiato per "degenerazione" è raramente utile.
Gli studi a riguardo sono numerosi, e tra i più rilevanti c'è questo che ha messo a confronto l'intervento di meniscectomia parziale artroscopica con un intervento placebo: si tratta cioè di simulare un finto intervento in cui il paziente entra in sala operatoria, i chirurghi eseguono le incisioni e ricuciono senza fare nient'altro.
Né il paziente né il suo medico sanno se il menisco è stato toccato o no.
Entrambi i gruppi hanno quindi seguito una fisioterapia di recupero.
Il risultato dello studio: i due interventi (quello finto e quello vero) hanno mostrato la stessa efficacia, con lo svantaggio che l'intervento vero può aumentare le probabilità di dolore cronico (osteoartrite).
Fonte: NEJM

Altri studi hanno messo a confronto diretto l'intervento chirurgico con la fisioterapia, e i risultati sono ancora a vantaggio della sola fisioterapia, che è efficace senza i potenziali effetti collaterali dell'intervento.
Fonte: NEJM e anche BMJ

Queste acquisizioni non significano che la chirurgia sia inutile, specialmente nel caso di infortuni, di blocchi dell'articolazione e probabilmente anche quando i dolori sono pungenti e intermittenti (dolori ectodermici che possono avere a che fare con alterazioni morfologiche).
Queste ricerche invece segnalano che oggi un gran numero di persone si sottopone a chirurgia con l'aspettativa di chi porta l'auto dal meccanico, nonostante sia molto probabile che non otterrà alcun beneficio ma, in compenso, potrà trarne dei problemi. Fonte: PubMed
Si tratta della stessa ipnosi culturale che intuitivamente fa assimilare il sistema cardiocircolatorio ad un sistema di tubi: eppure come "il sistema cardiocircolatorio è più complesso del lavandino della cucina", allo stesso modo l'apparato muscolo-scheletrico è più complesso di un sistema di leve.

Con questa visione meccanica gli stessi pazienti che soffrono dolori spesso cercano quei medici che accosentano a sottoporli a intervento chirurgico, anche quando non fosse una scelta appropriata. E lo cercano finchè non lo trovano.
Come dice John Christoforetti, chirurgo ortopedico americano: "Molti dei miei colleghi direbbero: guarda, evitati il mal di testa, fai l'operazione e basta. Nessuno di noi sarà rammaricato con te per avere fatto l'operazione. Il tuo conto in banca non sarà rammaricato con te per avere fatto l'operazione. Fai l'operazione e basta."

Riassumendo la conclusione di questi studi: "il dolore al ginocchio, come principale preoccupazione dei pazienti, deve essere attentamente valutato per le sue possibili cause prima di eseguire l'intervento chirurgico", il quale resta una scelta di ultima istanza. Fonte: PubMed
E "incoraggiamo i dottori e i pazienti di mezza età con lesioni degenerative al menisco e senza evidenze radiografiche di osteoartrite a considerare come opzione una terapia di esercizi in strutture supervisionate". Fonte: BMJ
Al contrario, la corsa alla diagnosi per immagini può affrettare verso una chirurgia che nella maggioranza dei casi sarà inefficace.

LA QUESTIONE VALUTATA NEL MODELLO 5LB

Osservando le cose dal punto di vista delle 5 Leggi Biologiche, indipendentemente dalla scelta dell'intervento (chirurgico, fisioterapico o altro), questo sarà finalizzato a contenere il più possibile le recidive locali.
In seguito sarà auspicabile una valutazione intorno alle cause percettive che hanno mantenuto a lungo in una curva sospesa il ginocchio, e se queste non siano esclusivamente di natura "locale".
La percezione biologica che mantiene in recidiva un ginocchio è "non riesco a stare dietro a qualcuno", "non sono abbastanza agile", con utili informazioni che possono essere dedotte dalla lateralità del sintomo.

Nella monografia di 5LB Magazine dedicata interamente a LE RECIDIVE, Andrea Giannini, fisioterapista e ricercatore 5LB, ci ha illustrato che in generale le alterazioni strutturali osteo-articolari sono raramente la causa di dolori.
Viceversa possono essere verificate precise e specifiche correlazioni percettive che sono alla base del dolore e, con il tempo, possono anche produrre un'alterazione strutturale.


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