Perché i vaccini antinfluenzali non funzionano? (Nov 2024)

Mauro Sartorio
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Nel 2018 la Cochrane Collaboration - organizzazione votata alla revisione sistematica delle ricerche bio-mediche sulla base di principi di evidenza - "stabilizzava" le proprie valutazioni intorno ai vaccini antinfluenzali (significa che le interrompeva congelandole) ritenendo che fosse inutile proseguire il ventennale lavoro di revisione perché dati e conoscenze sono da sempre lacunosi intorno a questi prodotti farmaceutici e gli stessi non hanno mai mostrato una efficacia concreta.Per di più, alla luce dei fatti, i ricercatori auspicavano testualmente lo "sviluppo di un nuovo paradigma delle cause dell'influenza" perché le ipotesi eziologiche sulla cui base si producono i vaccini antinfluenzali non reggono alla prova del mondo reale.In quel periodo ne avevo scritto un articolo dedicato, perché la questione è chiaramente molto significativa per noi.

Oggi, anno 2024, dopo lo storico shock pandemico del Covid19 e le indelebili polemiche che ne derivano, gli stessi autori - più consapevoli di chiunque altro riguardo al problema - proseguono a evidenziare le contraddizioni della promozione di campagne vaccinali da parte di istituzioni e media nonostante le evidenze scientifiche di inutilità delle stesse.

Ho tradotto un articolo di Tom Jefferson che riassume la questione ad oggi: lascio la traduzione integrale a fondo pagina per poterla leggere nel dettaglio.In sintesi il documento tocca questi temi:
  1. I numerosi tentativi falliti nell'infettare persone tramite virus respiratori dimostrano le lacune logiche nella teoria dei germi;
  2. Non si può stabilire che la causa di sintomi cosiddetti "influenzali" sia il virus dell'influenza perché i sintomi non sono clinicamente distinguibili.
  3. I dati microbiologici attendibili e disponibili indicano che solo l'11% delle persone con sintomi detti "influenzali" ha in corpo un "virus influenzale", nel 21% si trovano altri "patogeni" come rhinovirus e "virus parainfluenzali", mentre per il 68% le cause sono ignote. (cioè in 2 casi su 3 l'influenza non si sa da cosa sia provocata!)
  4. Per questo i vaccini antinfluenzali sono inefficaci: ammesso che ogni farmaco sia efficace per il singolo virus per cui è progettato, peraltro mutevole, "proteggerebbe" solo una persona su dieci e gli altri 9 fanno l'influenza a prescindere. Ecco perché tua zia sempre vaccinata poi fa comunque l'influenza, tutti gli anni.
  5. Le stime annuali sulla diffusione dell'influenza fornite dalle istituzioni e dai media sono congetture pure, gonfiate e inverosimili, perché nessun sistema di sorveglianza è in grado di definire presenza e causalità del virus;
  6. L'ignoranza pluralistica spinge i politici a promuovere campagne di vaccinazione antinfluenzale, nella credenza che abbia una qualche efficacia. Che però nessun dato di evidenza può sostenere, semmai il contrario.
    Comunque il finanziamento di campagne nazionali assolve i decisori da qualunque responsabilità e fa girare un po' di denaro. [Le contraddizione di una politica terrorizzata dalle responsabilità durante Covid-19 - articolo di 5LB Magazine].
  7. I ricercatori ci lasciano con un paio di domande: Perché i vaccini antinfluenzali hanno avuto un ruolo così importante negli ultimi due decenni? Questa dubbia e costosa iniziativa si applica anche ai vaccini anti-Covid?

Più sotto l'articolo originale, e qui qualche articolo sul tema dall'archivio di 5LB Magazine:

Solo l'11% dei casi di "influenza" sono causati dall'influenza. Non c'è da stupirsi che i vaccini non funzionino

Per ricapitolare quanto scritto finora: Abbiamo visto che dati attendibili non supportano l'idea che esista un solo agente respiratorio virale, che il suo nome sia influenza (A o B) e che l'influenza causi scompiglio ogni anno nel periodo invernale.

Nella nostra serie Riddles abbiamo segnalato le molteplici lacune logiche nella teoria dei germi. Citiamo spesso il fallimento nell'infettare i volontari durante gli studi di provocazione presso la Common Cold Unit del MRC quando le condizioni sono ideali per tale infezione. 
Una parte dei volontari in quarantena senza anamnesi o prove di laboratorio di recente malattia influenzale non è stata infettata spruzzando virus nelle loro narici. 

Altre modalità di trasmissione non sono state studiate con la moderna diagnostica molecolare, quindi ci restano le prove derivanti dagli studi sui baci e sui giochi di poker per cercare di capire esattamente come questi batteri infettano o si attivano (si risvegliano).

Ci sono diversi problemi nel capire esattamente cosa sta succedendo. 
Innanzitutto, la somiglianza clinica tra la malattia simil-influenzale (ILI, una sindrome causata da circa 200 microrganismi noti e X sconosciuti) e l'influenza (causata dall'influenza A e B) rende facile giocare con la parola "influenza". 
Secondo i media e i politici, tutto è "influenza", ma cosa intendono con questo termine? 
Non è possibile identificare un particolare agente patogeno dai suoi sintomi, poiché sono tutti uguali.

In un anno relativamente pochi casi di malattia simil-influenzale sono causati da virus influenzali e, in quanto tali, sarebbero suscettibili di prevenzione mediante vaccini specifici. 
I due, influenza e "ILI non influenzale", non sono clinicamente distinguibili e persino periodi di circolazione più elevata del virus influenzale non sono predittivi, poiché altri organismi (come rinovirus, RSV e virus parainfluenzali) sono co-circolanti.

Per comprendere la microbiologia di tutto questo, si considerino i casi di ILI come una torta annuale, che mostra che solo l'11% (77 su 700) dei casi di ILI è in realtà causato dal virus dell'influenza. 



 Lo abbiamo spiegato in uno dei nostri primi post.

I dati provenienti dai bracci di controllo degli studi nella nostra revisione Cochrane e negli studi epidemiologici proporzionali (PIE) [eseguiti in luoghi dove tutte le persone possono essere sottoposte a test in un ambito chiuso, per esempio RSA - NDT] hanno maggiori probabilità di fornire dati affidabili perché sono progettati per seguire coloro che presentano sintomi e testarli. 
Puoi anche controllare gli andirivieni di questi agenti nella nostra serie Week in Numbers, che mostra che la maggior parte di coloro che sono stati testati con sintomi non sono dovuti all'influenza.

Il secondo problema è che nessuno conosce il peso preciso della morbilità o mortalità dell'influenza, poiché nessun sistema di sorveglianza è in grado di distinguere di routine l'influenza dalle malattie simil-influenzali e nessuno esegue autopsie di routine per identificare una causa microbiologica della morte. Quindi le congetture sono la regola
Questo spiega, in parte, le stime del CDC selvaggiamente gonfiate, a cui nemmeno il dottor Fauci credeva.

Questi semplici fatti biologici vengono raramente menzionati dai medici e dai media, ai quali viene invece detto che le misure attuali (ad esempio la vaccinazione) sono sufficienti per controllare il problema, sebbene nessuno conosca esattamente la portata del problema e pochi comprendano la sua natura multiagente.

Se a ciò si aggiunge il fatto che i virus dell'influenza mutano continuamente, vaccinandosi si diventa sostanzialmente degli inseguitori di un bersaglio mobile: si comincia a capire perché la zia, che era stata vaccinata contro l'influenza, poi si prende comunque l'influenza. 

Per i politici il valore di questa ignoranza e confusione è grande
Facendo riferimento all'"influenza" e al loro programma annuale di prevenzione con i "vaccini antinfluenzali", sembra che abbiano agito e risolto il problema, soprattutto se possono sostenere le loro assurdità con una manciata di soldi extra per i servizi sanitari. 
I soldi, come ben sapete, non provengono dalle loro tasche. 

Resta da vedere se il pubblico sentirà puzza di bruciato quando all'improvviso verrà spinto a vaccinarsi contro l'influenza, il Covid e il virus respiratorio sinciziale: "Aspetta, non c'era un solo agente cinque anni fa? Da dove sono saltati fuori gli altri due? Ce ne sono altri? Cosa? Ce ne sono? Significa che tutti saranno vaccinati contro altri 60 batteri tra qualche anno?".

Una valutazione critica degli effetti dei vaccini è complessa, poiché le revisioni sistematiche mostrano che gli studi sono spesso di scarsa qualità. 
Mancano studi clinici randomizzati di durata sufficiente e un campione di dimensioni troppo ridotte per rilevare un effetto su esiti gravi (come ospedalizzazione e morte). Questa è l'osservazione che si adatta alle prove: una piccola dimensione del campione significa che si tratta di eventi relativamente rari.

Come conseguenza della scarsa base di prove, c'è un eccessivo affidamento su studi e modelli non randomizzati, che, come sapete, possono essere fatti per dirvi praticamente qualsiasi cosa vogliate
Ad esempio, alcuni studi non randomizzati ampiamente citati eseguiti su persone di età pari o superiore a 65 anni, riportano sistematicamente una sequenza di effetti implausibili, con vaccini antinfluenzali trivalenti apparentemente efficaci per la prevenzione di esiti non specifici, come la morte per tutte le cause, ma non per la prevenzione dell'influenza o della morte causata da polmonite e influenza. 

La maggior parte delle prove (centinaia di migliaia di osservazioni) deriva da coorti di scarsa qualità, ampie, retrospettive e collegate ai dati, in cui i dati erano stati raccolti per altri scopi (solitamente il rimborso fiscale). 
Ventidue dei 40 studi di coorte retrospettivi pubblicati fino al 2006 non sono riusciti a segnalare né il contenuto del vaccino, né il grado di corrispondenza dell'antigene, né entrambi, rendendo la generalizzazione da questi set di dati un compito arduo. 

Quindi, come facciamo a sapere di questi problemi? 
Perché, a differenza dei media, dei politici, dei lobbisti e degli influencer, abbiamo letto e valutato questi studi prima di decidere che semplicemente non valevano la pena. 
Li abbiamo mantenuti nelle nostre revisioni Cochrane aggiornate come appendici legacy.

Per concludere, passiamo ad un'altra serie di domande.

  • In una situazione simile, come giustificano i decisori politici la decisione di promuovere l'annuale colossale iniziativa della vaccinazione antinfluenzale?
  • Perché i vaccini antinfluenzali hanno avuto un ruolo così importante negli ultimi due decenni?
  • Questa dubbia e costosa iniziativa si applica anche ai vaccini anti-Covid?
Nelle prossime puntate vedremo le giustificazioni che il CDC e i suoi amici hanno dato per le loro azioni e forniremo le prove che non tutto sta andando bene: ci stanno derubando.

Questo post è stato scritto da un vecchio che ci lavora da tre decenni e spera che il contenuto di post come questi sarà la sua eredità. L'altro vecchio scuote la testa.

Il dott. Carl Heneghan è professore di medicina basata sulle evidenze a Oxford e il dott. Tom Jefferson è un epidemiologo di Roma che lavora con il professor Heneghan alla Cochrane Collaboration. 
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta sul loro sito Trust The Evidence (a cui puoi abbonarti), riportato interamente da DailySceptic e tradotto all'italiano da Mauro Sartorio.