Cuffie e auricolari a cancellazione attiva del rumore (ANC) danneggiano l'udito?

Mauro Sartorio
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Questa è la PARTE 3 di una serie: PARTE 1 "Affaticamento digitale e malesseri da tecnologia - Introduzione"

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Proseguiamo questa piccola rubrica sulle tecnologie "affaticanti", quando sfruttano stratagemmi che ingannano il sistema percettivo e lo mettono sotto stress.
Negli articoli precedenti ti ho parlato della fatica e dei sintomi che possiamo sperimentare a causa della compressione digitale (come nell'ascolto degli mp3) e con gli schermi OLED... oggi voglio parlare della tecnologia di cancellazione attiva del rumore che troviamo nella quasi totalità degli auricolari oggi in commercio, da una fascia media di prezzo in su.
Molti la usano abitualmente e ne sono meravigliati, perché sembra magia: sei in un ambiente assordante, per esempio la cabina di un aereo, premi un pulsante e il rumore ambientale svanisce completamente.
Come è possibile?

In breve si tratta di un meccanismo che riesce ad annullare le onde sonore del rumore, opponendogli contro delle onde uguali, nella forma e nell'intensità, ma girate al contrario.
Ti sarà capitato di vedere, alla foce di un fiume, le onde scontrarsi con quelle del mare e attenuarsi una contro l'altra; oppure avrai visto un'onda infrangersi contro il muro della banchina e, nel moto di ritorno, ridurre la forza delle onde successive.
Parliamo di una tecnologia che sfrutta questo fenomeno. 
Se lo fai con grande precisione, replicando l'onda d'aria sonora e sinusoidale in modo che i picchi della prima onda si sovrappongano perfettamente alle valli della seconda, ottieni quella che si chiama controfase, e come risultato le due onde si annullano vicendevolmente.

Quindi gli auricolari a cancellazione attiva del rumore fanno questo: con dei microfoni captano dall'ambiente il rumore di fondo e lo replicano dentro il padiglione auricolarecon la stessa forma e intensità ma in controfase, ottenendo un annullamento pressoché totale di certi rumori costanti e regolari, specialmente quelli a basse frequenze.
Fin qui niente di nuovo, è ciò che ti raccontano i tecnici di settore e i venditori.

LA MIA ESPERIENZA ALLE ORIGINI

Ora ti spiego le mie perplessità, che nacquero (anche in questo caso) nel periodo in cui, lavorando per la multinazionale SONY, avevo l'opportunità di testare prodotti e nuove tecnologie.
Sarà stato l'anno 2002 o 2003 (SONY era tra le prime a portare questa tecnologia sul mercato) e mi arrivò tra le mani un bellissimo prototipo di cuffia di cui non ricordo il nome (e che in Italia non fu commercializzata), tutta in legno, la prima con tecnologia Active Noise Canceling (ANC); premevi un pulsante e tutti i rumori ambientali svanivano, specialmente i rumori dei condizionatori, del traffico... insomma quel sottofondo molto disturbante per chi desidera godere di musica ad alta fedeltà (ai tempi ancora esisteva il concetto di HI-FI).
Oggetto incredibile, magico.
Allora, volendo testarne i limiti, cercavo di infilarmi in ambienti estremamente rumorosi, avvicinandomi con la testa a fonti roboanti come motori e cose simili. 
Fu lì che capii che non avrei mai permesso ad un tale dispositivo di starmi sulle orecchie... la sensazione era terribile! Più il rumore esterno era forte (anche se io effettivamente non lo sentivo) più percepivo una pressione silenziosa sul timpano sempre più fastidiosa.

Che diavolo faceva questa tecnologia?
Sinceramente non l'ho mai capito, ma sono passati più di 20 anni e ne sono sempre stato alla larga, mentre assistevo ad una diffusione progressiva e pervasiva nella popolazione che mi ha sempre lasciato perplesso.
Infatti oggi è una funzionalità di punta nelle schede tecniche, che si paga anche cara. Qua e là nel tempo ho testato alcuni nuovi prodotti per verificare gli avanzamenti, ma anche molto di recente non ho rilevato alcun miglioramento da questo punto di vista.

Non prenderlo come un fatto categorico: in verità, come accade per gli schermi OLED, alcune persone sono più sensibili di altre, reclamando le mie stesse sensazioni, e alcuni modelli e marchi di auricolari danno meno problemi di altri. 
Ma nella generale inconsapevolezza del cittadino medio, immagino anche che molte persone percepiscano qualcosa di strano senza avere gli elementi per rendersene conto, e di certo l'industria non farà nulla per aiutarle a capire che c'è qualcosa che non va.
Allora è venuto il momento di farlo qui.

PERCHÈ POSSONO ESSERE DANNOSI

Per prima cosa ti dico la mia ipotesi riguardo al fenomeno, perché devi sapere che "la scienza" non ha una risposta definita, non essendoci studi specializzati sugli effetti collaterali di tanta tecnologia là fuori.
Immaginiamo che un piccolo rumore ambientale sia abbattuto dentro il mio condotto uditivo tramite un  altro piccolo rumore, uguale e contrario, riprodotto dall'auricolare: un'onda sonora spinge il timpano in una direzione, l'altra onda artificiale lo risucchia in direzione inversa. Il timpano resta fermo, e io non percepisco alcun suono.
Immagina ora che il rumore ambientale cresca fino a diventare assordante; allo stesso modo, l'auricolare spingerà nel condotto uditivo un rumore altrettanto assordante, ma in controfase: il primo spinge il timpano, il secondo lo risucchia e questo resta fermo, io non sento nulla. Ma ho la sensazione di dolore. Perché?
Ora, queste due forze poderose, per quanto si annullino, sono presenti dentro il mio orecchio.
Due persone spingono contro una porta chiusa, una da questa parte e una dall'altra: la porta non si muove, è chiaro, ma la pressione contro di essa esiste e può diventare enorme! E se questi due esagerano, la porta si spacca e si scardina!
Allora la mia ipotesi è che il fastidio che molti percepiscono, soprattutto quando i rumori ambientali sono intensi, abbia a che fare con questo stress sul timpano che c'è ma acusticamente non si sente.

Non posso essere affatto certo che questa sia la spiegazione (e non troverai altrove alcuna giustificazione a questa ipotesi, per quanto ne so) ma se me ne sono costruita una è perchè, te ne accorgerai, le spiegazioni accreditate sono anche meno soddisfacenti.
Infatti ti anticipo che la diffidenza verso questa tecnologia non è una mia paranoia, né cerco clic facili con un articolo un po' terroristico: è un fenomeno noto, ma molto di nicchia.

LE IPOTESI COMUNI INTORNO ALLA SENSAZIONE DI TIMPANO RISUCCHIATO

Dice il NewYork Times
"Alcune persone potrebbero scoprire di non riuscire a sopportare di indossare delle cuffie antirumore per più di qualche minuto perché avvertono una pressione nei timpani, un fenomeno che chiamiamo "risucchio del timpano", simile alla diminuzione di pressione che si verifica quando si sale su un ascensore ad alta velocità. Questo dolore può essere così intenso che le persone finiscono per nascondere le loro costose cuffie antirumore in un cassetto (come abbiamo fatto noi) o per regalarle. Il dolore al timpano è il minore dei problemi per alcuni ascoltatori, che ci hanno detto di aver sofferto anche di mal di testa, vertigini o nausea. E più potente è la cancellazione del rumore, peggiore sembra essere il problema."

Come abbiamo visto in altre occasioni parlando di schermi OLED, di TV 3D e di realtà virtuali, gli impulsi sensoriali incoerenti prodotti dagli "inganni percettivi" tecnologici (per esempio vedo con gli occhi un movimento che non corrisponde con la mia sensazione cinestesica) rendono l'esperienza indigeribile per l'organismo e faticosa da controllare.
Per questo possiamo presumere, grazie alle 5 Leggi Biologiche, che i tessuti dell'apparato digerente e quelli preposti a tenere sotto controllo le cose siano i più frequentemente stimolati, provocando mal di testa, nausea e sintomi di questo tipo.
Succede anche in traghetto col mare mosso, dove la discrepanza tra la staticità che si osserva e ciò che comunica il sistema vestibolare fa reagire molti stomaci (e pressoché tutti gli stomaci di chi improvvisamente si trova in un ambiente a microgravità, in caduta libera dentro una stazione in orbita - fonte).

Ora ascolta la teoria più accreditata, che dovrebbe spiegare il fenomeno del risucchio del timpano (a cui personalmente non credo affatto): 
"Il risucchio del timpano sembra essere psicosomatico: non c'è una differenza misurabile nella pressione dell'aria nelle cuffie antirumore (abbiamo provato a misurarla). 
Dopo aver parlato con alcuni ingegneri che hanno lavorato sulle cuffie antirumore, abbiamo ipotizzato che ciò si verifichi probabilmente a causa del modo in cui il cervello di alcune persone elabora il cambiamento drammatico e irregolare del suono che si verifica quando attivano la cancellazione attiva del rumore. Il cervello potrebbe interpretare questo cambiamento come una decompressione e comunica ai tuoi timpani che vengono risucchiati, anche se stanno benissimo*. Ma il cervello governa il corpo, quindi il dolore è il risultato."
Fonte. NY Times

Ah il cervello governa il corpo! Sapete che la psicosomatica nella medicina di oggi spunta fuori tutte le volte che non si sa che pesci pigliare, e allora si va a prendere la ruota di scorta: la psicosomatica! 
Vista da qui è una oscenità... comunque è certo che non troverai una particolare pressione dell'aria intorno alle cuffie, eppure qualcosa sul timpano succede. 
[*Nota che questa ipotesi non spiega il motivo per cui all'aumentare del rumore aumenta drammaticamente la pressione]

E in ogni caso, al di là della sensazione di compressione che molti sperimentano e altri meno, sono stati rilevati effetti collaterali neurologici di ancor più difficile misurazione.

"Allarme di alcuni esperti britannici, che ritengono che questi tipi di auricolari e cuffie siano responsabili dell’aumento del numero di giovani indirizzati ai servizi di audiologia del Servizio Sanitario Nazionale. 
Cos’è stato osservato precisamente? 
Quando arrivano ai servizi di audiologia – lo riporta il DailyMail – spesso si scopre che il loro udito è a posto. 
Qual è allora il problema? Probabilmente è di tipo neurologico: il loro cervello riprogrammato fa fatica a elaborare e differenziare i suoni. 
Nei casi più gravi, si parla di disturbo dell’elaborazione uditiva (APD), una condizione in cui è difficile comprendere i suoni, incluse le parole pronunciate, soprattutto in luoghi rumorosi, come un’aula scolastica, o se le persone parlano velocemente.
[...] Sotto osservazione sono comunque i giovani: sarebbero più a rischio perché “le capacità di ascolto più complesse e avanzate del cervello si completano realmente solo verso la tarda adolescenza” Fonte: Il Fatto Quotidiano


In sostanza l'abitudine a permanere in un ambiente artificiale privo di rumori altererebbe la percezione e la capacità di ascoltare, comprometterebbe la comprensione di suoni e voci, soprattutto nei bambini che sono in età dello sviluppo di tali facoltà.

COSA FARE CONCRETAMENTE

Per concludere il discorso: in modo analogo alla questione intorno agli schermi OLED, non dobbiamo demonizzare gli strumenti tecnologici ma conoscerli per sapere come, se, quando usarli e perché succede che a volte ci disturbano. D'altra parte il marketing delle aziende fingerà che queste cose non esistano o che non sia niente di serio.
Se sei sensibile quanto lo sono io, probabilmente sceglierai di non acquistare mai auricolari ANC, o di tenere disattivata la funzione; dopotutto la cancellazione attiva del rumore non è qualcosa di cui non si possa fare a meno e la tecnologia passiva, ovvero l'isolamento meccanico dei gommini e delle spugne delle cuffie, può essere sufficiente per l'uso quotidiano senza esporre ad effetti collaterali.
Suggerisco comunque - come fanno in genere gli esperti - di non abusare della cancellazione attiva, quindi di accendere la funzione solo in caso di necessità e - aggiungo io - quando i rumori ambientali sono di medio-bassa intensità, evitando di usarla in mezzo ad un frastuono: questo non te lo dirà nessuno, anzi spesso ti consiglieranno di indossare gli auricolari in aereo o mentre falci l'erba: personalmente non lo farei, non sopporterei ore di un braccio di ferro tecnologico contro il mio timpano.
Ma adesso che conosci come funzionano le cose puoi fare i tuoi test, prestare attenzione quanto ne sei sensibile, quali sono i tuoi limiti in ambienti molto rumorosi e scegliere come usare questi prodotti.

Josh Gordon, responsabile dell’innovazione presso la società tecnologica di Singapore Geonode, esprimendo preoccupazione nei confronti dell’uso sempre più massiccio delle cuffie antirumore, dice: "La tecnologia è uno strumento potente ma, come per ogni strumento, conoscere i suoi limiti e usarlo responsabilmente è la chiave per non farsi del male". Fonte: FoxNews

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