È impossibile, eppure funziona - lo studio sull'effetto placebo.

Mauro Sartorio
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[In questa introduzione esprimo la mia personale visione del mondo, non mi offendo se molti non la pensano come me, anzi, ho grande rispetto per chi porta avanti la propria indagine e lo supporto sinceramente. 
Le cose saranno di certo diverse da come ce le raccontiamo, e in futuro potrei senz'altro cambiare idea.]

Nella mia personale ricerca sull'essere umano, una tra le scoperte che mi hanno affascinato di più è stato riconoscere che siamo un corpo che vive di percezioni.
La scissione in corpo, anima e mente è ideale, un artificio analitico che tuttavia personalmente ho sempre ritenuto non-reale, e che si configura nella nostra cultura degli ultimi 3000 anni come una frattura faticosamente sanabile, nonostante i tanti e ripetuti sforzi olistici.
In questo contesto, le 5 Leggi Biologiche danno una scossa fenomenale al processo di ritorno all'Uno, di integrazione di ciò che non può essere separato.
Quando ho scritto il testo Fenomenologia della percezione (2015) ho rappresentato quel che consideriamo "mente" come una sorta di ombra riflessa di quel che consideriamo "corpo", mettendo un particolare accento: benché parliamo di una indefinita psiche, tutte le cose che muovono la biologia succedono nel corpo.

Aggiornamento settembre 2022: a quel tempo in cui ho scritto questo articolo, che la psiche fosse una manifestazione riflessa del corpo, percepita attraverso il sesto senso (detto anche contenimento), era una pura intuizione scaturita dalla mia personale esperienza negli studi e nel lavoro. 
Successivamente, grazie all'incontro con Paolo Renati, ho potuto giustificare in modo scientifico quella intuizione ed essere ora più preciso: psiche ed emozioni sono qualità emergenti del corpo, cioè sono caratteristiche della materia condensata su base acquosa in fase vivente. Fonte: Salute Attiva


Per questo insisto sempre e così assiduamente sul fatto che, quando si inizia l'investigazione causale su un sintomo, è necessario mettere sotto esame esclusivamente fatti concreti che abbiano permesso all'organismo di percepire la ConflittoLisi (se non comprendi il significato di questa frase, comincia da qui).
La consapevolezza, intesa come comprensione mentale dei fatti, non è un atto concreto che di per sè trasforma le cose: può essere un fattore da cui tutto ha inizio, ma trasformatrici sono quelle azioni che l'organismo fa concretamente nel mondo, in conseguenza ad una nuova percezione delle cose.
Ripeto: stiamo parlando di fatti concreti che l'organismo vive e agisce in conseguenza alla propria percezione delle cose.
Sembra un dettaglio trascurabile ma, personalmente, lo ritengo estremamente significativo.

Settimana scorsa è stata pubblicata una ricerca sull'effetto placebo, e ora ti mostro come i risultati si inseriscono in modo molto coerente in questa visione delle cose.

Sai che il farmaco è un placebo? Potrebbe funzionare lo stesso
"Il meccanismo del cervello che lo permette è ancora sconosciuto, ma la scoperta è affascinante: se prendiamo a lungo un placebo convinti che funzioni, scoperta la sua inefficacia continueremo comunque a stare meglio"
Fonte: Oggi Scienza
Qui lo studio originale pubblicato sul Journal Of Pain

A due gruppi di persone è stato somministrato un gel analgesico (ma in realtà era solo vaselina) per il trattamento del dolore.
Al primo gruppo, dopo una seduta applicativa, è stato rivelato che si trattava di un placebo: la sensazione di sollievo svaniva rapidamente.
Al secondo gruppo sono state fatte 4 applicazioni, e soltanto in seguito è stato rivelato che si trattava di un placebo: in questo caso non solo la sensazione di sollievo non svaniva, ma proseguiva nonostante la consapevolezza che non si stesse assumendo un vero farmaco
.
In altre parole, che tu sia suggestionato dall'idea che la sostanza sia straordinariamente efficace o che tu sia cosciente che stai prendendo qualcosa che non ha alcun effetto chimico, non fa differenza: il prodotto potrà comunque dare buoni risultati.

A una condizione.
Quale?
Che ne sia stata fatta esperienza concreta.
Il primo gruppo non ha sperimentato fisicamente l'efficacia del prodotto, non ha potuto percepire di "sentirsi accudito" e il rilassamento dei tubuli renali non c'è proprio stato: quindi non è stata registrata alcuna esperienza reale dall'organismo.
Il secondo gruppo ha invece vissuto concretamente l'efficacia del "sentirsi accudito e curato", percependo il beneficio del prodotto, perché la conferma è stata fattuale e registrata nel corpo.
Si è trattato dunque di una percezione biologica "il prodotto mi sta curando", confermata e convalidata dal fatto concreto "il dolore diminuisce".
Adesso, in questa condizione, chiunque può dirmi che quella cosa è finta e non funziona, e io posso anche crederci e restarne deluso.
Eppure ha funzionato.
L'unica cosa vera e reale è l'esperienza corporea, che senza dubbio c'è stata e ha influito sulla biologia, e non le parole, per quanto convincenti.

Aggiornamento gennaio 2019: nell'incontro di Salute Attiva Onlus con Fabrizio Benedetti abbiamo avuto riprova di questo particolare fenomeno persino con antidolorifici oppiacei. Fonte: La conferenza di Salute Attiva.


Sarà forse un po' più chiaro (e appurato con scienza) in che modo possano funzionare perfettamente sostanze e prodotti miracolosi di ogni fattura; quanto le accuse diffamatorie di "ciarlataneria" si fondino su una conoscenza decisamente parziale dell'essere umano (vedi l'ostilità diffusa contro l'omeopatia); e quanta dignità sarebbe da restituire al placebo, un farmaco universale tra i più potenti che abbiamo a disposizione.
D'altra parte pensaci: il placebo è il medicamento più testato al mondo, non c'è ricerca scientifica ben progettata che non lo metta alla prova, e nei risultati mostra un'efficacia statistica pari, se non superiore, alla maggioranza dei farmaci sperimentati.

Al contrario, sull'altro lato della medaglia, diventa anche chiaro quanto possa essere gravoso l'effetto nocebo, quando si è convinti che qualcosa è dannoso e pericoloso; quanto possa influire concretamente sulla fisiologia del corpo, e quanto sia complicato svincolarsi da certe radicate percezioni.

Nel futuro ho intenzione di sviluppare più nel dettaglio i temi di Fenomenologia della percezione entrando nel funzionamento del mondo percettivo, perché, quando questi aspetti non vengono presi in considerazione, anche la più approfondita conoscenza delle leggi biologiche resta un esercizio di erudizione di limitate utilità ed efficacia.