Il 5G farà male alla salute? La guerra USA/Cina per il dominio tecnologico globale.

Mauro Sartorio
Il 16 maggio 2019 il governo americano ha scosso i mercati finanziari e il mondo della tecnologia attuando una sorta di embargo nei confronti di Huawei, impedendo alle aziende americane collaborazioni commerciali con il colosso cinese.
Le ripercussioni economiche e politiche di questa mossa sono enormi, dato l'intreccio inestricabile che lega l'industria informatica dei due paesi.
In questi giorni Google, Intel, Microsoft, Qualcomm e numerosi importanti fornitori statunitensi di Huawei hanno tagliato i ponti con l'azienda:

Huawei, stop da Google e Intel dopo l'ordine di Trump
Google ha revocato la licenza per il sistema operativo Android, utilizzato su tutti gli smartphone del colosso cinese, mentre Intel, Qualcomm e Broadcomm hanno congelato le forniture di nuovi chip. Una mossa che mette in grossa difficoltà la società cinese e aumenta la tensione tra i Paesi.

Questo è lo scenario in cui inquadrare quello che sta accadendo.


LA GUERRA DEL 5G PER IL PREDOMINIO GLOBALE

Dominio mondiale tecnologia 5G
Huawei è un'azienda cinese leader di mercato in molti ambiti, soprattutto in Cina ma ormai anche a livello globale.
In particolare è all'avanguardia nei dispositivi di comunicazione 5G, una tecnologia che promette di rivoluzionare non tanto internet, quanto proprio il modo in cui vivremo da qui al prossimo decennio.
In che modo?
Realizzando il famigerato "Internet delle cose", un mondo dove ogni oggetto, dal frullatore alla lampadina agli occhiali, è connesso in rete.
Principalmente grazie alla bassissima latenza (il trasferimento di segnale è istantaneo), le potenzialità sono illimitate e inesplorate. Tra le più note:
- le auto a guida autonoma saranno molto sicure e quindi commerciabili
- drastico aumento della sicurezza nel pilotaggio automatico di droni e altri robot.
- applicazioni medicali come la chirurgia a distanza

Il fatto che tutti gli oggetti del mondo saranno connessi, eleva ad un livello estremo il problema della gestione dei dati correlati e della loro sicurezza, perché i rischi di hacking e spionaggio crescono esponenzialmente.
In sostanza, chi avrà accesso all'archivio del "Big Data assoluto" della rete delle cose, deterrà un potere sconfinato che fa impallidire in confronto all'odierno accentramento di dati da parte dei social network.

Per questo i governi delle maggiori superpotenze tecnologiche sono impegnati in un braccio di ferro infuocato che tira in causa le rispettive sicurezze nazionali, e che segnerà il "diritto all'egemonia globale" del prossimo futuro. 
È una guerra per la supremazia, né più né meno.

L'Europa probabilmente resterà schiacciata in mezzo: che siano gli USA o la Cina a prevalere, la nostra vita sarà potenzialmente sotto il controllo di entità esterne, condizione in fondo non molto diversa da quella odierna.
Il problema degli USA è che, ad oggi, hanno una tecnologia arretrata rispetto a quella cinese e per questo hanno deciso la "chiusura a riccio" per prendere tempo contro l'avanzata inarrestabile dell'oriente.


TECNOCRAZIA A BRIGLIE SCIOLTE

La bramosia del progresso tecnologico non guarda in faccia a niente e nessuno: vogliamo un mondo istantaneamente interconnesso e lo avremo.
La rapidità evolutiva sospinta dalla "turbo" competizione dei mercati finanziari ci sbalza in nuovi mondi con accelerazione crescente, al punto che neanche più capiamo cosa sta succedendo.
La tecnocrazia anticipa qualsiasi adeguamento legislativo, i governi locali sono frastornati e impotenti.
La ricerca scientifica sugli effetti sociali di questi cambiamenti è rimasta indietro di almeno un decennio.
Non abbiamo la più pallida idea di cosa comportino sulla nostra salute le scelte commerciali di un pugno di multinazionali.
"Non c'è nessuna letteratura scientifica, non ci può essere, e non si dovrebbe poter consentire l'esperimento in vivo su milioni di persone di qualcosa che non è mai stato verificato".
Ernesto Burgio, comitato scientifico dell'European Cancer and Environment Research Institute.



Ci sarebbero anche alcune lotte intestine all'industria per la supremazia di diversi protocolli:
Sulle strade il parlamento europeo preferisce il WiFi al 5G
Per la connettività dei veicoli, la Commissione europea ha scelto una tecnologia di connessione WiFi che va in una direzione diversa da quella che vorrebbero i sostenitori del 5G
Fonte: Macitynet

Aggiornamento ottobre 2019:
Amazon dice che il 5G è troppo complesso ed energivoro, annuncia la rete Sidewalk. 
Fonte: Mobile Europe
Altro protocollo concorrente del 5G nel campo dell'internet delle cose. Questa volta a proporlo è un colosso che ha la forza concreta di imporre un proprio standard al mercato.
Sidewalk è una tecnologia che opera su frequenze 900Mhz, già usata e senza licenza da alcuni dispositivi come walkie talkie, che permette di collegare tra loro oggetti a distanza di 1Km senza grosse difficoltà a superare barriere come i muri e un grande risparmio energetico.
Il 5G, con i suoi costi di ingresso, la bassa portata e gli ostacoli burocratici, sta rischiando grosso.


UN MARE DI ONDE ELETTROMAGNETICHE E GLI EFFETTI SULLA SALUTE

Dal punto di vista tecnico la questione è che stiamo immettendo nell'etere una nuova e imponente cascata di onde elettromagnetiche.
Se non consideriamo l'elettromagnetismo naturale né quello di origine umana della TV, della radio, quelle per le comunicazioni militari e altri trasmettitori radio, le onde di cui siamo più permeati sono prevalentemente:

- il WIFI nostro e dei vicini di casa (2.4Ghz e 5Ghz)
- il Bluetooth per le connessioni di prossimità (2.4Ghz)
- le reti 2G, 3G e 4G della telefonia mobile (intorno a 1Ghz e 2 Ghz)

Con il dato delle frequenze possiamo comprendere la capacità di un'onda di penetrare oggetti e tessuti biologici. 
Si capisce che più o meno le più diffuse tecnologie odierne operano intorno alla stessa frequenza.
È da sapere che la 2.4Ghz è quella usata dai forni a microonde, ma non per questo è possibile cuocere un uovo con uno smartphone perchè ci sono altri fattori da considerare come l'intensità del segnale.
Eppure il tipico calore all'orecchio in seguito ad una lunga telefonata lo conosciamo tutti.

Antenne 4G
Nonostante siamo sopravvissuti all'inondazione degli ultimi 20 anni, si può comprendere l'apprensione di chi si preoccupa degli effetti di questo mare elettromagnetico sugli organismi biologici.
Numerosissimi e contraddittori sono gli studi in questo ambito.

Oggi a questo mare si aggiunge la nuova copiosa cascata 5G:
- avremo una frequenza 700mhz che verrà sottratta alla TV, un'onda molto lunga che valica i monti e penetra i muri. Questa già la conosciamo da decenni e permetterà di raggiungere i luoghi oggi isolati da internet.
- la 3,7Ghz che è un po' di più della rete odierna e del WiFi 2.4, e un po' meno del WiFi 802.11A e AC (5Ghz) che non è molto diffuso in Italia ma c'è.
Anche questa bene o male si colloca in prossimità di un range che conosciamo ma, essendo ora usata dai ripetitori cellulari a più lunga distanza rispetto ad un router WiFi, avrà bisogno di emissioni più alte o di antenne più numerose per penetrare gli ostacoli come i muri degli edifici.


IL 5G "MILLIMETRICO"

- alle precedenti si aggiungono le cosiddette onde millimetriche a 26 Ghz (in Italia, ma lo standard può arrivare a 100Ghz), quelle veramente interessanti e necessarie per costruire l'internet degli oggetti.
Attenzione lo ripeto: solo queste frequenze porteranno i nuovi servizi e le velocità più elevate. Le frequenze più basse NON offriranno prestazioni diverse da un buon 4G: "il servizio sarà simile alle prestazioni di una buona connessione 4G". Fonte: Verizon
Le 26Ghz sono una frequenza talmente fine che, come la pallina di un flipper, rimbalza su qualsiasi cosa.
Un grado di penetrazione così basso che ogni oggetto solido è un ostacolo (persino la pioggia può esserlo).

Lunghezza d'onda e frequenze 5G
Dalle onde "metriche" verso quelle millimetriche. Immagine CC-BY-SA di Benjamin Abel

Per questo sarà necessario:
- eliminare alcuni alberi, vegetazione troppo alta e altri impedimenti rimovibili, rivedendo l'arredo urbano.
- tappezzare le città di antenne, grosso modo una ogni 100 metri.
I lampioni sulle strade sono infatti i principali candidati alla costruzione della struttura di rete 5G.

Aggiornamento luglio 2019: poiché il culto tecnocratico del libero mercato porta le persone a negare persino gli stessi fatti tecnologici, in questi giorni accade che alcuni sedicenti debunker neghino che un albero possa essere un ostacolo da eliminare e che le antenne debbano essere così fittamente concentrate.
Basterebbe prendersi qualche minuto per studiare e prendere un articolo giornalistico a caso, o uno fra le decine di paper sui test 5G:
"i risultati delle misurazioni mostrano che quando ci sono da uno a tre alberi tra il trasmettitore e il ricevitore, l'attenuazione causata da ogni albero può variare da 10 a 40dB, in base al tipo di albero: per esempio alberi decidui basse perdite, conifere alte perdite di segnale. E anche in base agli spazi tra le foglie fluttuanti nel vento. 
Ciò porta a ricezioni instabili quando le onde radio passano attraverso gli alberi. Inoltre gli alberi collocati a 10-20m da un'antenna possono bloccare il segnale millimetrico"
[...] I punti di accesso posti in una rete di antenne che lavorano a 28Ghz possono coprire un'area con un raggio di 200 metri." 
Fonte: Unione Radio Scientifica Internazionale



Antenna 5G a lampione
Immaginate un drone o un'automobile a guida autonoma che perdesse il controllo perchè la fronda di un albero ha impedito il segnale di un'antenna troppo lontana.
Alla data di questo articolo sono attive reti 5G sulle basse frequenze, ma non esiste ancora nessuna rete installata a 26Ghz, che è però l'unica che saprà mantenere le promesse dei servizi innovativi.


L'alta frequenza non è quindi in grado di penetrare un corpo, un po' come lo spettro della luce visibile che rimbalza sulle superfici e produce coni d'ombra.
Per questo in termini di salute i ricercatori si pongono dubbi principalmente sugli effetti sulla pelle o comunque sugli effetti genetici di superficie.

Ma con un ulteriore punto interrogativo: il livello energetico delle emissioni sarà innalzato da un limite odierno di 6V/m a 61V/m, 100 volte tanto (10W/mq contro il nostro 0,1, decreto 8/7/2003).
Già in Svizzera si sono allarmati per tempo: qui una spiegazione di Hans Ulrich Jakob, presidente di un'associazione che si occupa di proteggere dall'abuso di antenne elettromagnetiche.



GLI EFFETTI SULL'ECO-SISTEMA: GLI INSETTI

5G e 5 Leggi Biologiche del dott. Hamer
Insomma, tutto questo elettromagnetismo fa male?
Queste nuove frequenze ci taglieranno i vestiti a fette o ci daranno problemi cutanei? 
Nessuno lo sa perché è tutto troppo veloce.

Nessuno sa nemmeno gli effetti di queste onde millimetriche sugli animali, sugli uccelli, sugli insetti e quali interferenze possano creare a certe sottilissime sensorialità (animali ma anche umane): vi dico sinceramente che questo interrogativo mi preoccupa più di ogni altro.

L'elettromagnetismo della "vecchia" tecnologia è già stato dimostrato ampiamente essere nocivo per gli insetti, in particolare sono state studiate le api, pilastro del nostro ecosistema vegetale.
Le api vengono disorientate dalle onde elettromagnetiche, non riescono a tornare all'alveare e muoiono prematuramente. A quanto pare, inoltre, sono maggiormente influenzate dalle frequenze oltre i 6Ghz, ovvero quelle della tecnologia 5G.

Fonti: Wellenstein 1973, Warnke 1975, Greenberg 1981, Sainudeen 2006Kimmel 2007, Sharma 2010, Darney 2016.


L'evoluzione tecnologica non coincide necessariamente con l'evoluzione scientifica...la quale non coincide con un'evoluzione etica.


Aggiornamento giugno 2023: Sono mesi che nelle stanze di governo girano bozze di decreti (e in questi giorni nuovamente) sull'aumento dei limiti di emissione elettromagnetica delle reti telefoniche, ad oggi in Italia i più bassi d'Europa.
Ciò comporta la necessità di installare più antenne per coprire la stessa area di territorio: meglio più antenne meno potenti o viceversa?
In termini economici non c'è dubbio (meglio meno antenne più potenti), in termini di inquinamento è una domanda senza risposta e le variabili in gioco sono molte (come la conformazione del territorio, in Italia estremamente articolata), figuriamoci in termini di salute.
Ora la popolazione sta abbassando l'attenzione sul tema, lo dicono i dati sulle ricerche online dal picco del 2020 ad oggi, perché, dopotutto, non si vedono grandi manovre per l'installazione di antenne e i cittadini si stanno abituando ad avere in tasca un dispositivo con l'etichetta 5G.
Il fatto è che l'attuale 5G è ancora poco più di un 4G potenziato, perché l'infrastruttura tarda ad essere compiuta (non c'è traccia di millimetriche).
In sostanza siamo in un limbo: quando i gestori riprenderanno a installare l'infrastruttura, magari agevolati da leggi più favorevoli, i timori dei cittadini torneranno a crescere, senza dubbio.

GLI EFFETTI SULLA SALUTE NEL MODELLO 5LB

Possiamo però azzardare alcune deduzioni con le 5LB.
Al netto degli effetti fisici e meccanici di un ambiente altamente inquinato, parliamo di "cancro": è più probabile che un organismo reagisca con un tumore alla costante minaccia di un invisibile aggressore, piuttosto che a causa di un danneggiamento meccanico... e tanto meno a causa della mutazione casuale di una cellula.

Su che basi lo possiamo ipotizzare?
  1. Perché non sembra che le nuove frequenze abbiamo caratteristiche tali da danneggiare i tessuti più di quelle in cui siamo già immersi. Non sembra.
  2. Perché un organo produce una massa tumorale per reagire ad una percezione ambientale, e non per un caso: fanno bene o fanno male? Le onde elettromagnetiche.
  3. Perché la percezione di un pericolo ambientale è sufficiente a generare reazioni biologiche anche senza alcun agente reale: Le cose a cui credi possono farti ammalare
  4. Perchè il paradigma della "cellula impazzita" è al tramonto: il cancro non è mai stata una cellula impazzita.