Covid19: scelte politiche anti-scientifiche svelano un'agenda nascosta.

Mauro Sartorio
ATTENZIONE: dati e opinioni sono stati raccolti nei primi giorni di aprile 2020.
Poiché la situazione è in frenetica evoluzione, ogni informazione ed "evidenza" potrebbe essere obsoleta e molto diversa al momento della lettura di questo testo. 
Non prendere niente come verità assoluta.

Resta invece intatto il dato storico, oggetto dell'articolo di 5LB Magazine: lo scollamento tra ragioni scientifiche e certe pesanti decisioni politiche.


[L'articolo è molto lungo, se preferisci puoi ascoltare il video-podcast introduttivo (durata 8 minuti) e ascoltare i video di approfondimento nei sotto-capitoli. Iscriviti al canale YouTube]



La reazione sproporzionata dei governi mondiali all'influenza Covid19 e certe scelte politiche contrarie alle evidenze scientifiche sono la misura della disperazione delle istituzioni nell'affrontare l'emergenza ma, allo stesso tempo, poichè è inverosimile che i dirigenti ignorino le evidenze disponibili, lascia spazio alla possibilità che certe manovre apparentemente non giustificabili perseguano un fine non esplicito.
Anche fosse semplicemente un tentativo di rimediare con conseguenze disastrose alla psicosi collettiva fuori controllo che hanno contribuito a provocare.

Ora proverò a fare ordine nella confusione generale dell'informazione. Te lo dico, non è stato per niente facile.
Proverò a mantenere la bussola sulla mia particolare visione delle cose, rispondendo ad alcune domande frequenti sull'influenza Covid19 attraverso le evidenze scientifiche disponibili: ti accorgerai che spesso le evidenze sono incredibilmente in contrasto con certe misure in corso di adozione da molti governi.
Risponderò con una breve frase, lasciandoti la possibilità di approfondire le fonti di riferimento: ne troverai molte in lingua straniera, sia perchè si tratta di studi clinici, sia perchè preferisco fonti più obiettive rispetto a quelle nostrane.

È da considerare che le acquisizioni di dati sono quotidiane e in continua evoluzione, quindi quello che diciamo in questi primi giorni di aprile 2020 può divenire rapidamente obsoleto.
Dobbiamo anche sospendere temporaneamente la nostra prospettiva sulla malattia dal punto di vista delle 5 Leggi Biologiche, perché stiamo per affrontare incongruenze che riguardano il piano più superficiale della distorsione dell'informazione di massa, ancor prima che una discussione del paradigma alla base della microbiologia.

Prima di tutto assimiliamo un concetto fondamentale dell'infettivologia: avere un virus nel corpo non significa essere malati.
Ripeto: se sei positivo al virus, non sei malato.
Allo stesso modo, se hai dei sintomi respiratori è possibile che tu risulti positivo al Sars-CoV-2 ma anche no, come è sempre accaduto negli anni scorsi quando avevi la tosse.
E considera che tendenzialmente questo Coronavirus prima o poi lo ospiteremo tutti.

Cominciamo.

1- IL CONTAGIO

Quanti sono i positivi al virus Sars-Cov-2 che restano asintomatici?

Dal 50% al 78%, ovvero 3 persone su 4 sono portatori sani del virus.



Al momento possiamo dedurre questo dato da un paio di vasti campionamenti:
Il primo è quello italiano compiuto sull'intero paese di Vo' Euganeo., su circa 3000 persone.
Fonte: Repubblica

Il secondo è una rara e ampia indagine su campioni rappresentativi della popolazione dell'Islanda, dove si conferma che il 50% di tutti i positivi al test non ha mostrato alcun sintomo, mentre l’altro 50% ha mostrato per lo più sintomi molto moderati e simili al raffreddore.
Fonte: Governo Islanda, BuzzFeedNews

Inoltre da un recente studio eseguito in Cina, più limitato ma importante: il 78% dei positivi è asintomatico.
Fonte: BMJ

Qual è la probabilità di contagio da persone asintomatiche?

Molto bassa e poco rilevante rispetto al contagio da persone sintomatiche.

Il Center for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti afferma che "non si ritiene che questo sia il modo principale" di diffusione di Covid-19.

Maria Van Kerkhove dell'OMS affermava che tali eventi sono "molto, molto pochi", e “Sicuramente non è uno dei principali driver della trasmissione".

Nel momento in cui, in questo periodo di lockdown globale, le persone sintomatiche sono del tutto isolate, le (poche) probabilità di contagio rimaste sono quelle asintomatiche.

Aggiornamento 15 aprile 2020: si continua a discutere sulla contagiosità degli asintomatici, mettendo l'accento sui "subclinici", cioè coloro che hanno sintomi lievi e spesso non rilevabili.
Questione ancora poco chiara. Fonte: NEJM

Per quanto tempo una persona è contagiosa dopo essere stata positiva a Covid19?

Probabilmente non lo è per nulla. Il CDC raccomanda di attendere 3 giorni dopo la febbre.

La questione non è chiara, ma si ritiene che la stragrande maggioranza della trasmissione avvenga con i primi casi sintomatici e raramente, se non mai, a causa di persone asintomatiche o post-recupero.
Fonte: NNT

Il Center for Disease Control americano raccomanda di uscire dopo 3 giorni che si è rimasti senza febbre.
Fonte: CDC

Il Sars-Cov-2 si trasmette nell'aria?

Raramente o per nulla.

La trasmissione per via aerea della malattia di Covid-19 è rara o inesistente, ma la diffusione aerosolizzata del virus (come qualsiasi virus) è fattibile e potrebbe, raramente, portare alla malattia. Soprattutto, evitare il contatto ravvicinato con persone anche leggermente malate e l'uso di sapone o disinfettanti dopo il contatto con persone o oggetti con qualsiasi possibilità di contatto virale, manterrà le persone al sicuro.
[...] Mentre i dati dimostrano che SARS-CoV-2 può essere aerosolizzato nell'aria per ore in un laboratorio, questo è diverso dalla trasmissione aerea di malattie.
Fonte: NNT

Quando esco devo indossare una mascherina?

Al netto di ordinanze improvvisate dai governatori locali, devi indossarla solo se hai sintomi.

«L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di indossare una mascherina solo se sospetti di aver contratto il nuovo Coronavirus e presenti sintomi quali tosse o starnuti o se ti prendi cura di una persona con sospetta infezione da nuovo Coronavirus. […] è possibile che l’uso delle mascherine possa addirittura aumentare il rischio di infezione a causa di un falso senso di sicurezza e di un maggiore contatto tra mani, bocca e occhi.»

Inoltre: «se non hai i sintomi del Covid19, soprattutto tosse, o non ti stai occupando di qualcuno che li ha, allora stai sprecando una mascherina».
Fonte: OMS

Aggiornamento 13-04-2020
Questo ci dà un'idea di quanto sono labili le conoscenze e le indicazioni delle istituzioni: questo articolo del BMJ del 9 aprile considera che, per un principio di precauzione, benché in assenza di prove si presume che le mascherine siano utili anche per gli asintomatici. Better then nothing.
E proprio oggi l'OMS cambia idea:
"Il portavoce dell'Oms, David Nabarro, alla Bbc. «Il coronavirus non andrà via. Non sappiamo se le persone che lo hanno avuto siano immuni né quando avremo un vaccino», ha spiegato. «Quindi qualche tipo di protezione facciale diventerà la norma, anche se solo per rassicurare le persone», ha sottolineato." . Fonte: Il Messaggero
Tradotto: probabilmente non servono, ma anche solo in termini psicologici sono utili.

2- LA MORTALITÀ

Qual è il tasso di mortalità di Covid19?

Non è al momento possibile rispondere.
- I tassi di letalità (cioè quanti tra i positivi muoiono a causa del virus) sono estremamente variabili, specialmente a causa di una raccolta dati non standardizzata, anzi dovremmo dire disastrosa e fallace.
Potrebbe variare tra lo 0,04% e il 4%.
- La mortalità in relazione alla popolazione sarà definibile tra qualche mese o anno.



LETALITÀ
La risposta accreditata dall'OMS sul tasso di letalità è intorno al 3%.
Uno studio statistico epidemiologico preliminare sui dati di Wuhan, stima una letalità reale molto più bassa: tra lo 0,04% e lo 0,12%.

MORTALITÀ
Per quanto riguarda invece la mortalità, cioè l'impatto dell'epidemia sulla popolazione in generale, si tratta di un conto che potrà essere fatto solo tra qualche mese.
La misura chiave sarà quella che viene chiamata morte in eccesso - cioè una stima generata dalla differenza tra il numero di morti degli anni passati e le morti effettive dell'anno in corso. Fonte: BBC

NUMERI PROVVISORI
Alcuni numeri provvisori di riferimento per l'Italia: durante il periodo del cosiddetto picco/plateau, durato tra metà marzo e (finora) metà aprile, abbiamo riportato decessi giornalieri, registrati come Covid, nell'ordine delle 6-700 unità.
La normale mortalità in Italia è di circa 1800 morti al giorno per tutte le cause, circa 50.000 al mese. 

Riporta il presidente dell'ISTAT sull'Avvenire:
- Dal 21 febbraio al 31 marzo sono morte 12.428 persone per Covid 19. 
Quanti sono i morti di influenza nel mese di marzo degli anni scorsi?
- Più che i morti per influenza, che è più difficile da attribuire come effettiva causa di morte, conviene ricordare i dati sui certificati di morte per malattie respiratorie. 

Nel marzo 2019 sono state 15.189 e l’anno prima erano state 16.220. 
Incidentalmente si rileva che sono più del corrispondente numero di decessi per Covid (12.352) dichiarati nel marzo 2020.

Se consideriamo il periodo di riferimento appena citato (un mese e 10 giorni), a spanne siamo nell'ordine delle 65-70.000 morti naturali.
12.000 sono morti con Covid19, in rapporto ai 16.000 che morivano di malattie respiratorie nello stesso mese negli anni precedenti.
Questi numeri ci servono per avere un'idea della magnitudine del fenomeno.

COSA È COVID E COSA NO
Ora va affrontata la questione: dei decessi dichiarati Covid19, quanti effettivamente sono stati causati dal virus?
Infatti, per poter definire un decesso per malattia respiratoria, per infarto o per Covid19 devono essere fatte delle indagini autoptiche, soprattutto nella situazione in cui siamo, perchè più del 99% dei deceduti presentava precarie condizioni di salute e un’età media intorno agli 80 anni.

Invece i dati quotidiani dei bollettini di guerra della protezione civile non fanno questa distinzione: è tutto Covid.
Come in Italia così anche all'estero: per esempio il direttore dell’Istituto nazionale tedesco per la salute (RKI) ha ammesso di annoverare tra i decessi da coronavirus tutti i decessi positivi ai test, indipendentemente dalla reale causa di morte.

Ma poiché le autopsie sono state variamente ostacolate in questa pandemia, ho il sospetto che un dato sulla reale incidenza di Covid19 non sarà possibile averlo.

Qualcuno ritiene che i dati degli anni precedenti saranno sostanzialmente sovrapponibili e che le morti in eccesso non saranno notevoli.
Quasi il 10% delle persone di età superiore agli 80 anni morirà nel prossimo anno - sottolinea il professor Sir David Spiegelhalter, dell'Università di Cambridge - e il rischio che muoiano se infettati da Coronavirus è quasi lo stesso.
Ciò non significa che non ci saranno morti extra ma ci sarà "una sostanziale sovrapposizione".
"Molte persone che muoiono di Covid sarebbero morte comunque entro un breve periodo", afferma.
Fonte: BBC

Perchè così tanti morti in Lombardia?

Prima di tutto va considerato che l'Italia ha una mortalità per influenza stagionale storicamente più alta rispetto alle altre regioni europee.
dati molto particolari di Bergamo mostrano invece che la mortalità totale è quasi quadruplicata nel marzo 2020, passando dalle comuni 200/300 persone al mese a circa 900 persone.
Fonte: ISTAT
I numeri sono così fuori scala rispetto alla letalità di Covid19 (tanto da portare la letalità italiana al 10%!), e anche rispetto ad altre regioni italiane, che sono necessariamente implicati fattori locali.

In 5LB Magazine ne abbiamo un'idea piuttosto chiara, perchè per noi le risposte sono sempre locali e sistemiche, mai generiche e univoche.
Potendo includere ovviamente gli aspetti psichici, consideriamo:
- l'isolamento delle persone, in particolare gli anziani, che hanno perso il riferimento nel proprio medico, perchè l'assistenza medica territoriale in questo periodo si è dissolta.
- il panico collettivo che ha spinto le persone a ospedalizzarsi in massa, in assenza di un'assistenza territoriale.
Il panico collettivo sarebbe stato molto più accentuato in Lombardia, dal momento in cui si è avviata la caccia mediatica ai "casi 0" con effetto "spray al peperoncino" (approfondisci).
- la crisi delle strutture ospedaliere, sia in termini di riorganizzazione e di procedure farraginose, sia di posti letto. (Leggi la testimonianza di Bergamo)
- tutto questo ha amplificato a dismisura gli esiti iatrogeni.

Un dato rilevante che corrobora questa prospettiva è, secondo quanto riportato dai media italiani al 20 marzo, che circa il 90% dei decessi nella regione Lombardia sono avvenuti in casa o nei corridoi degli ospedali. 
Solo 260 dei 2168 decessi si sono verificati in terapia intensiva.

Aggiornamento 15 maggio: la storia del dott. Munda che, grazie al suo lavoro capillare sul territorio, di 1000 pazienti non ne ha visto nemmeno uno morto né ricoverato. E lavora a Nembro, occhio del ciclone nella bergamasca. Fonte: Il Fatto Quotidiano

Inoltre: quanto erano pronte le terapie intensive lombarde?
In regime normale il tasso di occupazione delle strutture è del 90%, già molto vicino ai suoi limiti di saturazione.
Basta un afflusso leggermente più alto per collassare.
Nella stagione 2017-2018 abbiamo già assistito al collasso degli ospedali lombardi per le numerose polmoniti.
Questo dà la misura delle difficoltà del nostro sistema sanitario.

Una strage di medici?

Ovviamente anche il sottogruppo più esposto (e noi diremmo più che al virus, alla fatica e alla paura) muore.
La federazione dei medici sta raccogliendo la lista dei dottori deceduti, indipendentemente che fossero in attività o in pensione. La loro età media parla chiaro (tra i 70 e gli 80 anni).
Per qualche motivo la federazione ad un certo punto ha ritenuto che le date di nascita dovessero essere nascoste.
Comprendiamo e sosteniamo le rivendicazioni dei medici che si sono sentiti mandare al macello.
Fate però attenzione che la lista è una commemorazione, non un dato statistico.
Perchè invece i media ne hanno fatta la solita informazione becera da "caduti di guerra":
Sono 105 i medici morti in Italia per il coronavirus. Fonte: La Repubblica
La notizia rimbalza con grande sensazionalismo in tutta la rete, ma il dato è semplicemente falso: molti di questi medici non sono morti a causa del virus, altri sono morti con il virus mentre erano a casa in pensione, altri invece mentre affrontavano stremati il delirio dell'ospedale.

Il dato del sottogruppo dei medici contagiati/deceduti riporta peraltro la letalità ad un valore dello 0,9%, molto più realistico di quello generale che veleggia intorno al 10%.


Quanto è efficace la ventilazione meccanica in terapia intensiva?

Una brutta verità è che la maggior parte dei pazienti intubati endotrachealmente su ventilatori esibiscono rapidamente importanti scompensi fisiologici. Lo stato di ipercoagulabilità, il delirio agitato refrattario, l'insufficienza renale improvvisa e il peggioramento della ARDS (sindrome da distress respiratorio acuto) sono tutti comuni nelle ore successive all'intubazione e alla ventilazione.
In una importante rassegna del grafico dei casi cinesi, l'86% dei pazienti invasivamente ventilati è deceduto.
Si ritiene che la propaganda mediatica sul problema delle terapie intensive sia deleteria perché sposta il problema e l'attenzione su una pratica inefficace.
Invece, poichè la maggior parte di chi viene ventilato è a rischio, potrebbe essere necessario spostare gli sforzi delle risorse per prevenire e curare l'ipossia prima che sia necessaria la ventilazione.
Fonte: NNT
Questo dato riporta alla necessità di rinforzare il sistema di cura dei pazienti sul territorio, a partire dai medici di famiglia.

3- IL NUMERO DEI CONTAGIATI

Perchè continuano ad aumentare i contagiati?

Non perché aumentino le persone infette, ma principalmente perchè aumentano i test eseguiti.



Il ricercatore tedesco Dr. Richard Capek sostiene in un’analisi quantitativa su dati americani che l'epidemia di coronavirus sia in realtà una "epidemia di test".
Capek dimostra che il numero di test è aumentato in modo esponenziale, ma la percentuale di positivi ai test è rimasta stabile e la mortalità è diminuita, il che è in contrasto con la tesi di una diffusione esponenziale del virus stesso.
Il numero di individui positivi in relazione al numero di test eseguiti rimane costante in tutti i paesi studiati, il che indica semplicemente un aumento esponenziale del numero di test, non di contagiati.

Anche il professore di virologia Dr. Carten Scheller dell’Università di Würzburg spiega in un podcast che il Covid19 è abbastanza paragonabile all’influenza e finora ha portato anche a meno morti.
Il professor Scheller sospetta che le curve esponenziali spesso presentate dai media abbiano più a che fare con il numero crescente di test che con un’insolita diffusione del virus stesso.

Inoltre, come sostiene la microbiologa Gismondo, i dati dei contagiati sono del tutto inattendibili.
«Non bisogna più comunicare il numero delle persone positive». «Scientificamente è un dato “sporco”, che come tale rischia di falsare non solo i calcoli sulla dimensione e la letalità della pandemia di Covid-19, ma anche di dare ai cittadini un’impressione sbagliata. Condizionandone la psiche e il comportamento»
«È un dato da un punto di vista scientifico “sporco” perché ogni giorno varia il numero di persone che vengono sottoposte a tampone». Succede così che «i dati sui positivi si riferiscono a una campionatura molto poco omogenea». Un insieme che ormai comprende l’esito di tamponi fatti a «sintomatici, asintomatici, personale sanitario». E a volte anche «i tamponi rifatti per la seconda o la terza volta allo stesso soggetto».

L'unico valore che andrebbe comunicato è il rapporto tra positivi e test eseguiti su un campione randomizzato, mentre i dati degli ospedali dovrebbero avere solo valore clinico, e non epidemiologico, ad uso dei medici per decidere le terapie.

La rete tedesca di valutazione del rischio RiskNET parla in un’analisi di Covid19 come di un "volo alla cieca", a causa di scelte politiche adottate sulla base di dati falsati, sia italiani che tedeschi, nonché di "etica dei dati e competenza insufficienti".
Fonte: RiskNet

Quanto è affidabile il test tampone?

Il test è stato prodotto in condizioni di emergenza e non ha un'affidabilità certificata.

Il test non è stato convalidato e non è indicato per fare diagnosi.
Il risultato del rilevamento di questo prodotto è solo per riferimento clinico e non deve essere utilizzato come unica evidenza per la diagnosi e il trattamento clinici.
Fonte: produttore

Falsi negativi: si ritiene che il tampone faringeo sappia rilevare solo il 32% dei casi. Fonte: Jama
Falsi positivi fino al 75%. Fonte: Pubmed

Uno studio canadese del 2006 sull'affidabilità del test PCR, condotto dal professor John Ioannidis di Stanford, mostra il caso di una casa di cura dove anche i comuni corona virus (virus del raffreddore) possono causare una mortalità fino al 6% nei gruppi a rischio, e che i kit di test del virus inizialmente indicavano falsamente un’infezione da corona virus della SARS.

Al di là del test, ci sono numerose criticità burocratiche che falsano ulteriormente i numeri: ho raccolto nella mia esperienza numerose testimonianze di diagnosi di Covid19 definite senza l'esecuzione di alcun test, ma solo in base ad una sintomatologia.
Questo è risaputo essere già accaduto in Cina nel primo periodo epidemico, ma ancora avviene nel resto del mondo (video sottotitolato).

4- PERICOLOSITÀ DI COVID19

Covid19 è sopravvalutata? 
É pericolosa quanto una influenza stagionale?
Incredibile a dirsi oggi, ma ciò è molto probabile.



A parità di condizioni, l'infezione da SARS-CoV-2 non può essere descritta come statisticamente più grave dell'infezione con altri coronavirus in circolazione comune. 
Infine, nei paesi OCSE, la SARS-CoV-2 non sembra essere più letale di altri virus circolanti.

L'equiparazione ad un comune coronavirus è stata fatta da molti epidemiologi e virologi, tra i più noti il professor Sucharit Bhakdi nella sua lettera aperta al cancelliere Angela Merkel.

Dello stesso parere il virologo tedesco Hendrik Streeck, che in un’intervista sospetta che Covid19 non aumenterà il tasso di mortalità in Germania, che normalmente è di circa 2500 persone al giorno.
E, commentando i numeri italiani, discute delle disomogeneità dei dati sui tamponi e sui decessi, causate da rilevazioni fatte in modo non appropriato.

Il professor John Oxford della Queen Mary University di Londra, uno dei più importanti virologi e specialisti di influenza del mondo, conclude riguardo al Covid19:
"Personalmente direi che il consiglio migliore è quello di passare meno tempo a guardare notizie televisive non molto buone e sensazionalistiche. 
Ritengo che questa epidemia di Covid sia una grave epidemia di influenza stagionale. 
In quel caso l’anno scorso abbiamo avuto 8000 decessi nei gruppi a rischio, vale a dire oltre il 65% delle persone con malattie cardiache, respiratorie ecc. 
Non credo che l’attuale Covid supererà questo numero. Siamo colpiti da un’epidemia mediatica!"

Quasi tutti quelli con cui parlo, profani e colleghi (sono uno specialista in medicina interna e ho lavorato per due anni in un dipartimento di malattie infettive) considerano la pandemia di Coronavirus una pandemia di panico, più di ogni altra cosa.
Fonte: Corona: an epidemic of mass panic - Peter C. Gøtzsche, epidemiologo co-fondatore di Cochrane

Secondo il professor John Ioannidis di Stanford, non esiste una base di dati medici sufficiente per le misure attualmente decise.
Il nuovo coronavirus non è probabilmente più pericoloso di alcuni dei comuni coronavirus, anche nelle persone anziane.

L’immunologo e tossicologo tedesco, il professor Stefan Hockertzspiega in un’intervista che il Covid19 non è più pericoloso dell’influenza, ma che viene osservato solo molto più da vicino.
Più pericolosi del virus sono la paura e il panico causati dai media, e la reazione autoritaria di molti governi.
Il professor Hockertz sottolinea inoltre che molte delle presunte "morti per coronavirus" sono in realtà morti a causa di altre malattie risultate positive ai virus corona.
Hockertz sospetta che fino a dieci volte più persone di quanto riferito hanno già avuto il Covid19, quasi senza accorgersene.

Il sito InProportion segue le statistiche dei decessi di Covid19 nel Regno Unito mettendole in relazione con le influenze precedenti.


Anche il governo del Regno Unito ha fatto il "downgrade" a Covid19:
A partire dal 19 marzo 2020, COVID-19 non è più considerata una malattia infettiva ad alte conseguenze (HCID) nel Regno Unito. 
[...] Ora che si sa di più su COVID-19, gli organismi di sanità pubblica nel Regno Unito 
hanno esaminato le informazioni più aggiornate su COVID-19. Hanno determinato che diverse caratteristiche sono ora cambiate; in particolare, sono disponibili ulteriori informazioni sui tassi di mortalità (complessivamente bassi) e ora esiste una maggiore consapevolezza clinica e un test di laboratorio specifico e sensibile, la cui disponibilità continua ad aumentare. 
Il comitato consultivo sugli agenti patogeni pericolosi (ACDP) ritiene inoltre che COVID-19 non debba più essere classificato come HCID. 
Rimane la necessità di avere una risposta coordinata a livello nazionale, ma ciò viene soddisfatto dalla risposta del governo. 

Aggiornamento 4/5/2020: 
Test sul sangue effettuati in Giappone rivela: la mortalità da coronavirus è di gran lunga inferiore all’influenza
Fonte: La Stampa
Uno studio su 1000 pazienti sprofonda la letalità di Covid19 allo 0,01%

5- PERICOLOSITÀ DELLA QUARANTENA NAZIONALE

Qual è l'impatto della quarantena nazionale?

Questa domanda è cruciale, tuttavia se tutti studiano i numeri della pandemia senza capirci ancora molto, pochissimi stanno studiando l'impatto del blocco, potendo prevedere ancora meno, se non in termini prettamente monetari (47 miliardi di euro per ogni mese di quarantena in Italia).
Tuttavia numerosissimi epidemiologi e ricercatori hanno le idee piuttosto chiare, che può essere riassunta in questa domanda retorica di Lord Sumption:

"La vera domanda è: [questo virus] è abbastanza grave da giustificare gli arresti domiciliari della maggior parte della nostra popolazione, la distruzione della nostra economia per un periodo indefinito, la distruzione delle imprese che persone oneste e laboriose hanno impiegato anni per costruire, il peso sulle generazioni future di debiti, causando depressione, stress, attacchi di cuore, suicidi e angoscia incredibile a milioni di persone, che non sono nemmeno particolarmente vulnerabili ma soffriranno solo di sintomi lievi o del tutto assenti?"
Fonte: Spiked Online



Il professor Robert Dingwall, della Nottingham Trent University, afferma che "il danno collaterale alla società e all'economia" potrebbe includere:
- problemi di salute mentale e suicidi legati all'auto-isolamento
- problemi cardiaci da mancanza di attività
- l'impatto sulla salute dovuto all'aumento della disoccupazione e alla riduzione del tenore di vita

Noi in 5LB Magazine sappiamo perfettamente che le conseguenze sulla salute non si limitano affatto alla sola depressione o alla sedentarietà. Si tratta di una cascata di reazioni che potremmo senz'altro definire "metastatica".
Isolamento e stress sociali possono fare più danni di un virus influenzale.

Nel frattempo i ricercatori dell'Università di Bristol affermano che [...] il punto cruciale è un calo del 6,4% delle dimensioni dell'economia - alla pari di quello che è successo dopo il crollo finanziario del 2008: vedrebbe una perdita di tre mesi di vita in media nella popolazione a causa di fattori che vanno dal declino del tenore di vita all'assistenza sanitaria più scadente.
Fonte: BBC

Frank Ulrich Montgomery, presidente del Consiglio della World Medical Association
Non sono un fan della quarantena. Chiunque imponga qualcosa del genere deve anche dire quando e come ripristinare le cose. 
Dato che dobbiamo presumere che il virus sarà con noi per molto tempo, mi chiedo quando torneremo alla normalità? 
Non è possibile tenere chiuse scuole e asili nido fino alla fine dell'anno. Perché ci vorrà almeno tanto tempo prima di avere un vaccino. 
L'Italia ha imposto un blocco e sta ottenendo l'effetto opposto. Hanno raggiunto rapidamente i loro limiti di capacità, ma non hanno rallentato la diffusione del virus all'interno del blocco. 
Un lockdown è una misura della disperazione politica, perché si pensa di poter risolvere con misure coercitive come se ciò venisse da una decisione razionale.
Fonte: General Anzeiger

Il dottor David Katz, direttore fondatore del Yale University Prevention Research Center, chiede al New York Times:
"La nostra lotta contro il corona virus è peggiore della malattia? Ci sono modi più mirati per sconfiggere la pandemia“.

Il prof. Yoram Lass, ex capo del ministero della Sanità di Israele, afferma che i governi non possono fermare i virus e che il blocco ucciderà più persone per depressione rispetto a quelle che sarebbero morte per il virus.
Fonte: Globes

In una casa di riposo e di cura tedesca per persone con demenza senile, sono morte 15 persone positive al test:
"Sorprendentemente molti individui sono deceduti senza mostrare sintomi di Covid19. 
Un medico tedesco scrive: "Dal mio punto di vista medico, ci sono prove che alcune di queste persone potrebbero essere morte a causa delle regole costrittive
Le persone affette da demenza senile sono sottoposte a forte stress quando cose importanti cambiano nella loro vita quotidiana: Isolamento, nessun contatto fisico, infermieri incappucciati...". 
Fonte
Chiaramente anche questi 15 casi entrano invece nelle distorte statistiche del Coronavirus.

In un’approfondita intervista di 40 minuti, il professore di epidemiologia di fama internazionale Knut Wittkowski di New York spiega che le misure adottate sul Covid19 sono tutte controproducenti. Invece di distanziamenti sociali, scuole chiuse, coprifuoco, mascherine, test di massa e vaccinazioni, la vita deve continuare il più indisturbata possibile e l’immunità deve essere costruita nella popolazione il più rapidamente possibile.
Secondo tutti i risultati finora ottenuti, il Covid-19 non è più pericoloso delle precedenti epidemie influenzali.

Il Prof. Gérard Krause, capo del Dipartimento di Epidemiologia del Centro tedesco Helmholtz per la ricerca sulle infezioni:
Dobbiamo mantenere queste dure misure sociali per il più breve tempo possibile, perché potrebbero potenzialmente causare più malattie e morti rispetto al coronavirus stesso.
Sebbene la mia attenzione sia rivolta alle malattie infettive, credo che sia indispensabile considerare l'impatto su altre aree della salute e della società. 
Noi come società non dobbiamo concentrarci esclusivamente sulle vittime del virus corona.
Fonte: ZDF


Il Dott. Andreas Sönnichsen, capo del Dipartimento di Medicina Generale e di Famiglia dell’Università di Medicina di Vienna e presidente della Rete per la Medicina Basata sulle Evidenze scientifiche, ritiene che le misure ordinate finora siano folli.
L’intero Stato viene paralizzato solo per proteggere i pochi che potrebbero essere colpiti dal virus.


[...] Oggi è probabile che la paura spinga i governi a fare troppo, dato che i politici democratici corrono a nascondersi di fronte al panico pubblico. Il coronavirus è l'esempio più recente e dannoso?
[...] Una generazione precedente non avrebbe capito l'attuale isteria per Covid-19, i cui sintomi sono più lievi e la cui mortalità in caso di malattia è inferiore a [molte delle epidemie precedenti].

Che cosa è cambiato? Da un lato, siamo diventati molto più avversi al rischio. Non accettiamo più che giri la ruota della fortuna. Diamo per scontata la sicurezza. Non tolleriamo tragedie evitabili. La paura ci impedisce di pensare ai costi più remoti delle misure necessarie per evitarle, misure che ci possono portare a disgrazie ancora più grandi e di natura diversa.
[...] Ciò che è chiaro è che Covid-19 non è la peste nera. È pericolosa per chi soffre di gravi condizioni mediche, soprattutto se è anziano. Per altri, i sintomi sono lievi nella stragrande maggioranza dei casi.
[...] Abbiamo sottoposto la maggior parte della popolazione, giovane o anziana, vulnerabile o in forma, alla detenzione domiciliare a tempo indeterminato. Ci siamo impegnati ad abolire la socializzazione umana in modi che portano a un disagio inimmaginabile.
Abbiamo dato alle forze dell'ordine poteri che, anche se rispettano i limiti, creeranno un modello di vita autoritario del tutto incoerente con le nostre tradizioni. Abbiamo fatto ricorso alla legge, che richiede una definizione esatta, e abbiamo bandito il buon senso, che richiede un giudizio.

Queste cose rappresentano un'interferenza con la nostra vita e la nostra autonomia personale che è intollerabile in una società libera. Dire che sono necessarie per fini sociali più ampi, per quanto preziosi possano essere, è trattare gli esseri umani come oggetti, meri strumenti di politica.
E questo prima ancora di arrivare all'impatto economico. Abbiamo messo centinaia di migliaia di persone fuori dal lavoro e bisognosi di credito universale.

Stiamo già spingendo un quinto delle piccole imprese verso il fallimento, molte delle quali avranno impiegato una vita di onesta fatica per arrivare fino a quel punto. Si prevede che la proporzione salirà a un terzo dopo tre mesi di blocco. Le generazioni a venire saranno gravate da alti livelli di debito pubblico e privato. Anche queste cose uccidono. Se tutto questo è il prezzo per salvare vite umane, dobbiamo chiederci se ne vale la pena.

La verità è che nelle politiche pubbliche non ci sono valori assoluti, nemmeno la conservazione della vita. Ci sono solo pro e contro. 
[...] Un calcolo simile sul coronavirus potrebbe giustificare un periodo molto breve di blocco e di chiusura dell'attività, se aiutasse la capacità di assistenza critica del sistema sanitario a recuperare il ritardo. Può anche darsi che misure di distanziamento sociale severe siano accettabili, in quanto applicate solo alle categorie vulnerabili.

Ma se gli scienziati iniziano a parlare di un mese o anche tre o sei mesi, entriamo in un regno di sinistra fantasia in cui la cura ha preso il sopravvento come la maggiore minaccia per la nostra società. 
Nella migliore delle ipotesi, le misure di isolamento sono comunque solo un modo per guadagnare tempo. I virus non se ne vanno e basta. In definitiva, usciremo da questa crisi quando acquisiremo una qualche immunità collettiva, o di gregge. È così che le epidemie si estinguono. E quel momento arriverà, in assenza di un vaccino, solo quando una parte sufficiente della popolazione sarà esposta alla malattia.

Non sono uno scienziato. La maggior parte di voi non è uno scienziato. Ma possiamo tutti leggere la letteratura scientifica, che è perfettamente chiara, ma ha evidenti limiti. 
Gli scienziati possono aiutarci a valutare le conseguenze cliniche dei diversi modi di contenere il coronavirus. Ma non sono più qualificati di noi per dire se valga la pena di mettere sottosopra il nostro mondo e di infliggergli gravi danni a lungo termine. 
Tutti noi abbiamo la responsabilità di mantenere il senso delle proporzioni, soprattutto quando molti stanno perdendo il loro.
Fonte: Lord Sumption sul The Times, traduzione Milano Finanza


In una recente intervista, il professor Sucharit Bhakdi:

Allora, cosa ne pensi di tutte queste misure?

Sono grottesche, assurde e molto pericolose.
I nostri anziani hanno tutto il diritto di fare sforzi per non appartenere ai 2200 che ogni giorno intraprendono il loro ultimo viaggio.
I contatti sociali e gli eventi sociali, il teatro e la musica, i viaggi e le vacanze, gli sport e gli hobby, ecc. Contribuiscono tutti a prolungare il loro soggiorno sulla Terra.

L'aspettativa di vita di milioni di persone viene ridotta.
L'impatto orribile sull'economia mondiale minaccia l'esistenza di innumerevoli persone.
Le conseguenze sulle cure mediche sono profonde.
I servizi ai pazienti bisognosi sono già ridotti, le operazioni annullate, le pratiche vuote, il personale ospedaliero diminuisce.
Tutto ciò avrà un impatto profondo su tutta la nostra società.

Posso solo dire: tutte queste misure stanno portando all'autodistruzione e al suicidio collettivo a causa di nient'altro che uno spettro.


Un medico ospedaliero di terapia intensiva e d’urgenza della Croce Verde Lugano, Samuele Ceruti, in poche righe fa comprendere che il malumore è diffuso tra gli operatori a causa della incomprensibile improvvisazione della politica:
“Avere il virus non significa essere malati”. 
Conviviamo ogni giorno con migliaia di virus ma non per questo siamo malati. 
Detto ciò, “I coronavirus sono ubiquitari, ovvero si diffondono ovunque e non sono stagionali. Il coronavirus è noto per mutare ciclicamente. 
Abitualmente è poco virulento e di solito il 50% della popolazione contagiata non presenta alcun sintomo. Siccome il virus è ubiquitario, cioè è ovunque, o si blocca tutto (cosa impossibile) o si prende coscienza che è ovunque e si cercano soluzioni diverse. 
Chi ha pensato a un isolamento evidentemente non conosce le basi dell’epidemiologia. 
Bonificata una zona, ammesso che ci si riesca, il virus potrà rientrare nuovamente indisturbato”. Secondo Ceruti, pensare di risolvere così apre due scenari: “a pensare bene, una ingenuità e una ignoranza magistrali; a pensare male, una volontà di voler affossare l’Italia sul piano sociale, economico e morale”.
Fonte: Affari Italiani


Aggiornamento febbraio 2022: importante meta-analisi di tutta la letteratura finora pubblicata, dalla Johns Hopkins University.

Permetteteci di ampliare la nostra prospettiva dopo aver presentato la nostra meta-analisi che si concentra sulla seguente domanda: "Cosa ci dicono le prove sugli effetti dei lockdown sulla mortalità?" Forniamo una risposta ferma a questa domanda: l'evidenza non riesce a confermare che i lockdown abbiano un effetto significativo nel ridurre la mortalità per COVID-19. L'effetto è minimo o nullo.
L'uso dei lockdown è una caratteristica unica della pandemia di COVID-19. 
I lockdown non sono stati utilizzati in misura così ampia durante nessuna delle pandemie del secolo scorso. 
Tuttavia, i lockdown durante la fase iniziale della pandemia di COVID-19 hanno avuto effetti devastanti. Hanno contribuito a ridurre l'attività economica, aumentare la disoccupazione, ridurre l'istruzione, causare disordini politici, contribuire alla violenza domestica e minare la democrazia liberale. 
Questi costi per la società devono essere paragonati ai benefici dei lockdown, che la nostra meta-analisi ha dimostrato essere nella migliore delle ipotesi marginali. 
Un tale semplice calcolo del costo-beneficio porta a una conclusione forte e chiara: i lockdown dovrebbero essere respinti a priori come strumento per la gestione di una pandemia.

6- UNA STRATEGIA PER USCIRNE

Quando usciremo dalla quarantena e come?

Poichè le decisioni prese finora sembrano improvvisate, probabilmente mai.
Ma ci sono strategie epidemiologiche valide per uscirne.



Quindi cosa si dovrebbe fare?

Credo che le misure adottate debbano essere prese perché dobbiamo fare qualcosa ma, allo stesso tempo, dobbiamo anche ottenere una stima di dove ci troviamo, quante persone sono infette e come cambiano le cose, perché dobbiamo prendere decisioni nel giro di una settimana, due, massimo tre settimane, sulla base di dati affidabili.
Chiudere tutti in casa è una soluzione che, insomma sai, anche se riuscissimo a isolare proprio tutti, senza alcun contatto, è vero che stiamo contenendo la diffusione del virus, ma ti rendi anche conto che questo è molto difficile da fare, ha molte conseguenze e per una società come la nostra significa che molto presto inizierai a vedere un impatto importante sull'economia, che già vediamo, e se l'economia è rovinata hai disoccupazione, hai povertà, hai fallimenti e hai molte malattie che sono associate a questo tipo di perturbazione sociale ed economica. 
Abbiamo forti prove che ciò può portare ad un aumento della depressione, dell'ansia, dei suicidi, degli attacchi di cuore, di cose che cumulativamente potrebbero avere un impatto molto più elevato sui decessi rispetto a ciò che Covid19 può fare da sola
Ci sono alcuni modelli che suggeriscono che se segui la strategia della quarantena totale, potresti dover aspettare 18 mesi
Io sono estremamente preoccupato per quello scenario, non sono sicuro che il nostro mondo, che la nostra civiltà potrebbe sopravvivere e penso che non siano in gioco solo milioni di vite, che sono gli scenari pessimistici di Covid19, ma miliardi di vite che potrebbero essere in pericolo se protrarremo per così tanto tempo le cose.
Il mio appello è quello di ottenere i dati migliori possibili, perché abbiamo delle decisioni molto serie da prendere.

John Ioannidis, epidemiologo di Stanford, in una preziosa intervista.

Una possibile strategia da seguire:
Come spiega Ioannidis e ribadiscono gli epidemiologi, una campionatura randomizzata della popolazione come quella che ha portato avanti l'Islanda, sarebbe l'unica decisione politica sensata per comprendere quando è il momento di tornare alla normalità.
Una campionatura continua ci darebbe un quadro realistico della situazione, e segnalerebbe il momento in cui, rilevando che il virus è già ampiamente diffuso, si possano sbloccare le restrizioni sociali, limitandole nel caso ai soggetti vulnerabili.
dati degli ospedali dovrebbero invece essere usati esclusivamente dai medici per il fine clinico di decidere la cura per il paziente, e non con un significato epidemiologico.

Il dott. David Katz spiega in questa intervista la strategia della stratificazione della popolazione, che ha il fine di proteggere i soggetti più vulnerabili, lasciando circolare tutte le altre persone.
Poichè il rischio di Covid è estremamente concentrato nel gruppo degli anziani con diverse comorbidità, questo è piuttosto semplice da realizzare.
Devastante per la società è invece l'isolamento "orizzontale", senza alcuna valutazione e discriminazione del rischio.
Inoltre è essenziale che la popolazione si adatti al virus e non ha senso attendere un vaccino, che nelle proiezioni più ottimistiche richiede 18 mesi di studi, ed è probabile che sarebbe comunque inefficace.


Tom Jefferson, epidemiologo e ricercatore onorario presso il Center for Evidence-Based Medicine dell'Università di Oxford, ha confermato l'importanza dei risultati di un recente studio cinese che rileva che il 78% dei positivi è asintomatico.
Ha detto al BMJ: “Il campione è piccolo e saranno disponibili più dati. [...] Ma anche se fossero sbagliati del 10%, questo suggerisce che il virus è ovunque. 
Se - e sottolineo, se - i risultati sono rappresentativi, allora dobbiamo chiedere: "Perchè diavolo stiamo bloccando tutto con la quarantena?"
Fonte: BMJ

Invece la strategia dei nostri rappresentanti, affidati ad un imprecisato "comitato scientifico", appare essere fondata sull'improvvisazione: "Stiamo chiusi, non possiamo rischiare", dice il nostro Presidente del Consiglio.
Oggi potremmo essere già in una verosimile diffusione del virus nel 70% della popolazione (come qualsiasi epidemiologo prospetta), valore che renderebbe del tutto inutile qualsiasi misura restrittiva.
Senza alcun dato di riferimento, potremmo improvvisare una chiusura di altri 2 anni, continuando ad enumerare dati falsi sui morti, senza alcun criterio scientifico, ripetendoci "non possiamo ancora rischiare", al costo di 47 miliardi al mese e migliaia di vittime di un tessuto sociale distrutto.

Questa è tutto fuorché scienza, questo è il crimine di una "falsa scienza", fondata sul terrore, su una cultura di guerra, auto-compiacente, mercantile, predatoria, che ti mostra solo un campo di battaglia dove da una parte c'è il nemico, dall'altra c'è l'arma farmaceutica definitiva per sconfiggerlo.

Lo dicono senza sosta i politici di ogni colore "il vaccino è la nostra unica speranza", e lo ha detto oggi persino il nostro ministro della salute: "Fino a quando non avremo un vaccino, il distanziamento sociale è l'unica arma che abbiamo". Fonte: RaiNews
Cose dell'altro mondo: il vaccino per l'influenza e i Coronavirus è il prodotto farmaceutico meno efficace della storia.

Una rappresentazione surreale buona solo per i cartoni animati, ma che sentita ripetere fino alla nausea ci sembra ormai l'unica risposta possibile a qualsiasi questione di salute, e infatti non è un caso se viviamo nell'era del vaccinismo compulsivo.
Un delirio scientista incapace di riconoscere i propri limiti, ed è questo il problema, non i coronavirus.
Quindi la soluzione è una sola: un sovvertimento culturale.



Mi chiederai: perchè fai tutto questo, e parli di contagio e sistemi per limitarlo, se il tuo paradigma biologico considera i virus dei prodotti delle cellule, utili all'organismo?
Comprendo la domanda, infatti tutta questa impalcatura di dati inconsistenti cade come un castello di carte di fronte alla semplicità di una prospettiva che integra la psiche nella biologia.
Tuttavia comprenderai in quale epoca viviamo.
Per arrivare a parlare oggi sul piano della scienza di base, è necessario fare prima di tutto ordine nella confusione dello strato più superficiale, quello di un'informazione manipolata che nemmeno si relaziona con la scienza, ma è costruita per imprigionare le emozioni delle persone.
Il 5LB Magazine nasce anche con questo intento.
Ma non voglio parlarne qui: ti lascio leggere le premesse della nostra missione.