Il tuo diritto di essere, scegliere ed esistere, a dispetto di ogni totalitarismo

Mauro Sartorio
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Dopo le tante esperienze della tua vita, hai fatto molte scelte per viverla al meglio, nel modo che più ti fa felice, nel rispetto della visione del mondo che ti sei costruito.
Mentre continui a fare scelte quotidiane, hai la consapevolezza che il tuo prossimo, proprio come te, ha avuto esperienze diverse che gli hanno fatto scegliere modi diversi di affrontare i problemi, di vedere le cose e vivere la vita.
L’uomo ha la capacità di auto-determinarsi, nel rispetto delle altrui identità, le quali sono la ricchezza dell’intero tessuto sociale, la famosa “ricchezza nelle diversità”.

Per esempio ad un certo punto hai scelto di non avere la televisione.
Ad un certo punto hai scelto che non avresti più fumato e hai bandito le sigarette.
Magari hai scelto di farti un particolare tatuaggio, perchè per te rappresenta un significato eterno.
Una tua parente ha fatto la scelta di non mangiare più la carne, e questa scelta è diventata imprescindibile per lei.
Un amico ha scelto di comprare solo verdure coltivate nella sua provincia.
Un altro amico ha deciso di vivere una vita lenta ed ecologica, e allora va in giro solo a piedi e in bicicletta.
Un’amica ha deciso di uscire da qualsiasi social network. Ha pure dato via lo smartphone e usa un vecchio telefono.
Un’altra amica ha scelto di non avere figli.
Un’altra ancora convive da 15 anni e ha scelto di non sposarsi.
Un collega ha deciso di convertirsi alla religione islamica e finalmente lo vedi felice.
Conosci un altro che ha sentito la vocazione e ha preso il sacerdozio.
Un’amica si è fatta esperta in erboristeria e cura sempre i suoi malanni con le erbe.
Un amico ha scelto un medico specializzato in omeopatia e dice che non lo cambia più.
Tuo padre ha scelto di non essere rianimato, di non essere alimentato artificialmente né tenuto in vita dalle macchine, e lo ha scritto nel testamento biologico.
Un’amica ha scelto di rinunciare a farmaci e terapie in generale, si è sentita aggredita dagli eccessi della medicina e non ne vuole più sapere.
Un’amica ha scelto di abortire.
Un amico ha scelto la chemioterapia per curare il suo tumore, un altro nella stessa stanza di ospedale ha preferito una cura ormonale.
Un amico ha scelto di studiare con incontenibile curiosità la possibilità che la Terra sia piatta.
Un amico ha scelto di non prendere mai gli aerei, quindi viaggia sempre in macchina e traghetti.
Io ho scelto di approcciare le mie malattie nella loro radice psichica.
Ho scelto una medicina che richiede osservazione interiore, raramente l’intervento medico e farmacologico. Cerco i farmaci, come anche la chirurgia, solo quando i sintomi sono debilitanti o urgenti. 

Il diritto all’auto-determinazione della propria identità è garantito dai diritti civili e umani, diritti che sono protetti dalle Costituzioni perché sono a fondamento della dignità e dell’esistenza di ogni essere umano.

L’IRRITAZIONE VERSO IL DIVERSO

Per qualche motivo oggi accade che molti manifestino irritazione di fronte a questi principi fondanti della nostra civiltà. 

- Sì va bene, io sono per la libertà di scelta ma… Ok le opinioni però c’è un limite…
Per qualche motivo oggi una dottrina sanitaria superiore alla dignità umana vorrebbe livellare qualsiasi auto-determinazione, forzando tutti, nessuno escluso, a costrizioni irreversibili sulla base di particolari ideologie e presunti benefici collettivi.

Colpa dei nonvaccinati
- Allora se non credi nella medicina accetti di non usare il pronto soccorso e ti paghi le cure! 
Questo ricatto delirante che subisco ormai quotidianamente non è pertinente: io usufruisco della medicina quando ne ho bisogno, ma per fare questo non mi serve essere un “credente” professante. 
Siccome non sono un credente professante, non credo alla superstizione che i non-inoculati siano i colpevoli della crisi, una superstizione di manzoniana memoria, cucinata per credenti ammaestrati a odiare i miscredenti, appunto, senza alcuno riscontro nella realtà.
Se dovessi avere sintomi influenzali debilitanti me li farei curare dal medico come si è sempre fatto prima del regime Covid, perchè gli ospedali non collasserebbero se ai medici fosse permesso di fare i medici.
VAccino inefficace
Non sono un credente professante e riconosco la insostituibile necessità del pronto soccorso, per chiunque nei casi di emergenza.
Già grazie al mio approccio alla salute sto usando i servizi sanitari al minimo indispensabile e ben al di sotto del valore delle mie tasse, quale sarebbe il senso di togliermi un servizio essenziale?

- Non puoi non vaccinarti come non puoi andare in giro senza i freni della macchina. 
Se scelgo di muovermi in macchina significa che accetto anche i freni e il codice della strada. 
Altrimenti scelgo di andare a piedi.

- Non puoi fare quello che ti pare, non puoi scegliere di non pagare le tasse e allora non puoi scegliere di non vaccinarti. 
Siamo d’accordo sulle tasse, contribuisco ai servizi per la collettività e ad una distribuzione equa delle risorse. Idealmente equa. 
Ma cosa c’entrano le tasse con un plateale disaccordo scientifico riguardo ad un abuso sanitario senza precedenti?
Sigarette obbligatorie che fanno bene!
Se trovo qualche giustificazione plausibile per affermare che fumare un pacchetto di sigarette al giorno fa bene alla collettività, questo sarebbe sufficiente ad imporlo per legge?

Io respingo qualsivoglia avvelenamento che ritengo inutile e dannoso sia per il mio corpo che per la collettività.
La mia scelta ha già la sua dignità così com’è, ma diventa strutturale nella società quando è condivisa da una larga parte di popolazione. 
Piccolo o grande che sia, l’inoculazione è un atto irreversibile. Così come un pacchetto di sigarette obbligatorio ogni giorno sarebbe una violenza irreversibile.
Non posso immaginare quando poi si scoprisse che la sigaretta obbligatoria non solo non dava benefici, ma era pure un abnorme danno collettivo.

IL TOTALITARISMO: UNA RELIGIONE POLITICA

Ora presta attenzione: tutte le scelte elencate sopra che consentono ad ogni individuo di auto-determinarsi e perciò di esistere - dal veganesimo ai diversi modi per curare la propria salute - sono scelte che richiedono il solo sforzo altrui di essere rispettate.

Chi invece ha da sempre concepito leggi di intolleranza nei confronti di visioni del mondo diverse, sono le religioni. O meglio: le religioni abusate come strumenti di potere politico ed economico. 
Nelle peggiori derive violente le “religioni politiche”, come le chiamava Eric Voegelin, negano il diritto di esistenza al diverso, e lo reprimono con ogni mezzo.
In una parola, le religioni politiche sono i totalitarismi.

Anche nella nostra moderna cultura scientifica, apparentemente non religiosa, ci sono sempre stati dei nodi mai sciolti fatti di credenze dogmatiche, che hanno alimentato superstizioni popolari e provocato violenze e sofferenze indicibili alle persone.
Dogmi scientifici che sono stati abusati come leva dal potere politico.
Porto l’esempio eclatante della concezione patologica della omosessualità, a cui oggi per fortuna possiamo obiettare liberamente.
Meno di un secolo fa “lo diceva la Scienza”: l’omosessualità era una malattia (in realtà non ha smesso del tutto di dirlo).
Anzi di più, era una malattia contagiosa: ad Auschwitz gli omosessuali venivano ulteriormente segregati per evitare che contagiassero gli altri prigionieri e le guardie.
Era tanto scientifico da convincere larga parte dei cittadini che, per difendere la salute nazionale, era necessario che fossero deportati insieme ai malati psichiatrici, ai portatori di handicap, agli epilettici, ai sordi e ciechi, ai Sinti, ai Rom e agli Ebrei.

ABUSI DI POTERE IN NOME DEL CONTAGIO

Ora ti faccio notare un altro dogma scientifico che non è mai stato sciolto, e che qui in 5LB Magazine abbiamo sempre tenuto sotto osservazione con grande apprensione a causa del suo potenziale distruttivo. Guarda caso in questo preciso momento storico è preda delle peggiori intenzioni di un potere politico totalitario.

Il dogma de “il tuo stato di salute è una minaccia nei miei confronti”.
Se tu stai male sei un pericolo, devi essere segregato per il bene della comunità.

La leva pseudo-scientifica del contagio è stata già largamente abusata in passato. 
Anche gli stessi Ebrei nel nazismo erano additati come portatori di malattie.
Già il Manzoni descriveva gli effetti devastanti della psicosi popolare, la discriminazione, la disumanizzazione, l’odio per il prossimo, la distruzione del tessuto sociale provocata dalle folli teorie sull’origine della peste e sui rimedi derivati.
Oggi con le 5 Leggi Biologiche avremmo di che discutere sulla gerarchia di causa ed effetto degli eventi durante le epidemie di peste.

Nella nostra epoca, almeno fino a qualche anno fa il dogma del contagio ha provocato danni circoscritti.
Oggi che un potere totalitario pretende di convincere la popolazione di essere in guerra con una malattia devastante, erige questo dogma come pilastro di una propaganda insormontabile.
È guerra, al virus e agli untori.
Malati e deboli vanno segregati (nelle RSA e nei reparti Covid); persino tutti i sani vanno segregati per “prevenzione”, con la chiusura dell’intera società.
Vaccinarsi rischio di vita
Su questo dogma si innesta quello successivo e conseguente: tutti devono essere sterilizzati con un ritrovato tecnico, a costo della vita, per un indiscutibile bene supremo.
È una dottrina, una retorica che non ha nemmeno alcuna coerenza interna perchè il fatto è di dominio pubblico: non esiste farmaco né esorcismo che impedisca “il contagio” del virus.

Essendo una impalcatura dogmatica ovviamente è contraddittoria in modo crescente, e infatti per conservarsi è costretta ad esasperare le proprie imposizioni dispotiche.
È chiaro che siamo all’epilogo di un sistema di credenze fondato su queste particolari superstizioni: il livello di violenza che stiamo raggiungendo è il segnale che siamo prossimi ad una tragedia che ne segnerà la fine.
Purtroppo si ha l’impressione che solo qualcosa come una “bomba su Hiroshima” potrà destare le coscienze.

Quei diritti naturali con i quali nasciamo come uomini, oggi qualcuno accetta a capo chino di subordinarli ad una coercizione ingiustificabile, e gli sembra del tutto normale doverseli conquistare come un premio: infatti oggi per strada non è raro sentire “ah finalmente, con il pass sanitario ora vado dove voglio”.
Un cocktail micidiale fatto di una dittatura sanitaria e di quel galoppante “capitalismo della sorveglianza”.

UNA NUOVA CULTURA PER UNA MEDICINA DI PACE

Sì va bene, ma tu cosa proponi?
Nel mondo in cui vivo io insieme a tanti amici, già da diversi anni e con grande gioia, la medicina non è una disciplina militare, non è un estenuante bombardamento contro la malattia, contro i virus, contro i patogeni e qualsiasi altro contro.
È una medicina che passa dalla conoscenza dell’uomo, dalla conoscenza profonda di sè e dei processi biologici che ci tengono in vita; non fa esorcismi contro il male, non ha bisogno di fare la guerra a nessuno, tanto meno ai virus.
Io non ho mai evitato alcun malato, ho sempre abbracciato i cosiddetti “contagiati” di qualsiasi cosa, non ho alcuna paura della malattia perché ne conosco profondamente il senso e la funzione biologica.
Sperimento e scelgo questo ogni giorno.
Se credi che io sia un pazzo mi assumo la responsabilità di esserlo, eppure guarda: al contrario della retorica oggi dominante non veicolo odio, alcuna discriminazione, nemmeno un seme di violenza. 

Non pretendo che tutti capiscano quello che sto dicendo, non oggi: viviamo un periodo oscuro schiacciati sotto un regime totalitario e quindi, per definizione, la maggioranza delle persone non può rendersene conto. Altrimenti non ci saremmo neanche finiti dentro.

Eppure questa sensibilità verso una nuova medicina è estremamente diffusa, benché soffocata con repressioni crescenti.
Il Titanic affonda, è il momento che tutti  coloro che risuonano si traghettino finalmente nella cultura di pace a cui aspirano e che gli appartiene, e in particolare in una nuova medicina di pace.



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