Rifiutare la chemioterapia: molte buone ragioni per farlo.

Mauro Sartorio
Rifiutare la chemioterapia
Si dice che l'aspettativa di vita dei malati di cancro sia aumentata negli ultimi 40 anni.

Possiamo pensarlo genericamente un progresso, ma una lettura dettagliata del dato ci fa capire che:
1- il guadagno nell'aspettativa di vita delle popolazioni è stato marginalmente dovuto ad un miglioramento delle cure del cancro, mentre in proporzione più che doppia avrebbero contribuito le cure delle patologie cardiovascolari. Fonte: BMJ 2017

2- la sovraesposizione a screening e a sovradiagnosi ha fatto impennare l'incidenza di certi tipi di cancro nella popolazione e la conseguente illusione che le terapie siano sempre più efficaci a contrastarli poiché, considerando malata una persona sana, alla fine si conta un "guarito" in più. 

3- il cambio di paradigma nell'oncologia negli ultimi 40 anni è il fattore che probabilmente ha contribuito di più all'aumento dell'aspettativa di vita, perchè siamo transitati dal periodo dell'ultra-aggressivo "massimo trattamento tollerabile" al più conservativo "minimo trattamento efficace", che ha ridotto i danni di chemio, chirurgia e radioterapia.
Chirurgia e radioterapia si sono inoltre perfezionate.

Diceva sulla questione l'oncologo Umberto Veronesi dalle pagine di Repubblica:
"Va detto che in passato la chemioterapia è stata utilizzata in modo improprio e per molti anni è stata effettivamente prescritta a dosi altissime, senza alcuna considerazione per gli effetti che avrebbero avuto sul malato. 
Allora vigeva in oncologia il principio del massimo trattamento tollerabile: si applicava in chirurgia, in radioterapia e in chemioterapia la dose (o l'amputazione) maggiore che il paziente potesse tollerare
Inoltre la chemio veniva effettivamente effettuata anche per pazienti in stadio avanzato, che avevano pochissime o nessuna chance di beneficiarne.
Ma negli ultimi decenni è avvenuta una rivoluzione di pensiero per cui nella cura dei tumori si applica il principio del minimo trattamento efficace: si ricerca la dose più bassa o l'intervento più limitato in grado di assicurare l'efficacia oncologica. Così è sparita la chirurgia mutilante, la radioterapia ustionante e anche la chemioterapia che devasta inutilmente l'organismo."

Fonte: Repubblica


NESSUN MERITO ALLA CHEMIOTERAPIA

Oggi la chirurgia è l'opzione considerata più efficace per i tumori solidi, e spesso radioterapia e chemioterapia sono strumenti coadiuvanti per ridurre le dimensioni di una massa prima dell'intervento chirurgico.

Ma il risultato di quel miglioramento delle aspettative di vita in seguito ad una diagnosi di cancro non può essere attribuito all'efficacia delle chemioterapie citotossiche usate come cura. 
Eppure la più ampia parte della popolazione, inclusi addetti ai lavori, crede fermamente che non ci sia alternativa alla chemio.

Dice infatti l'oncologo ricercatore Mariano Bizzarri:
Come già riportato da molti studi (Morgan, 2004), un recente sondaggio di P.H. Wise (Wise, 2016) sottolinea che, nonostante le aspettative di molti pazienti di essere curati, in realtà essi sono ingannati da inappropriate e irrealistiche affermazioni su ciò che la chemioterapia può davvero fare
Il potenziale beneficio farmacologico è davvero sopravvalutato sia dall'industria che dagli oncologi.

Di conseguenza, come evidenziato da uno studio multicentrico (Weeks, 2012), quasi il 75% di 1200 pazienti con carcinoma metastatico del colon e del polmone credeva di essere curato dalla chemioterapia, mentre "una cura in queste condizioni è praticamente sconosciuta”. 
Come PH Wise sottolinea: “In realtà i pazienti guadagneranno in media solo pochi mesi di vita in più”. 
Inoltre, “Spendere una somma a sei cifre per prolungare la vita di alcune settimane o mesi non solo è insostenibile" ma è anche "inappropriato".
[...]
In effetti, una revisione su 48 nuovi farmaci antitumorali approvati dalla FDA tra il 2002 e il 2014 ha dimostrato che questi farmaci prolungano la sopravvivenza di soli pochi mesi con una media globale di 2,1 mesi.
[Approfondimento in 5LB Magazine]
Inoltre, per raggiungere un tale modesto risultato, i pazienti devono sopportare le estenuanti sessioni della terapia in ospedale e pagare un prezzo in termini di costi e di effetti collaterali
Gli effetti collaterali mettono frequentemente in pericolo di vita, e dall'altra parte molti dei nuovi farmaci che offrono alcuni mesi di sopravvivenza extra sono estremamente costosi, oltre $100.000 all'anno per il solo farmaco.

Nel complesso, questi argomenti rafforzano una già documentata evidenza: le nuove "terapie mirate" sembrano dare scarso beneficio, se ce ne fosse, nel controllo del cancro. 
Anzi, “le terapie mirate sono generalmente non curative o comunque di efficacia non duratura"(Hanahan, 2014) e quindi la "promessa delle terapie a bersaglio molecolare rimane una promessa sfuggente" (Kamb, 2010).

Questi risultati dovrebbero sollevare preoccupazioni e problemi etici.
Dubbi e incognite che dovrebbero essere affrontati in un processo decisionale condiviso con il paziente.
Invece troviamo troppo spesso un fanatismo che ostenta sicurezza ed efficacia, un velo che vorrebbe gestire sbrigativamente la difficile compliance dei pazienti e rinforzare la medicina difensiva in un ambito, l'oncologia, in cui la ricerca non trova risposte e non offre strumenti ai dottori.


TU PUOI RIFIUTARE LA CHEMIOTERAPIA

L'ingiustificato entusiasmo per i farmaci antitumorali ha un costo enorme, finanziario e di persone, compresi i decessi correlati al trattamento, la riduzione della qualità della vita e un aumento del rischio di morire in ospedale piuttosto che a casa.
Molti pazienti non si rendono conto che optare per un trattamento di supporto piuttosto che un trattamento attivo è un'opzione - spesso chiamata "rifiuto" - che può dare loro una vita più lunga e migliore della chemioterapia. 
Conflitti di interesse tra il personale clinico aumentano la riluttanza ad instaurare un dialogo con il paziente che sarebbe complicato.
Fonte: BMJ (Godlee, 2016)

Per trattamento di supporto si intende la cura della persona, il supporto psicologico, il sostegno sociale, l’alimentazione, il trattamento del dolore, le cure cosiddette palliative...
Pazienti.it - decisione condivisa con il medico sulla chemioInsomma, è evidente che ad oggi i pazienti non sono adeguatamente informati sulla chemioterapia e sulla possibilità di fare una scelta diversa. 
A volte esistono terapie meno invasive (per esempio con certi tumori del seno vengono proposte terapie ormonali che hanno minori effetti collaterali rispetto ai farmaci chemioterapici), a volte si può provare pochi cicli per vedere la risposta dell'organismo, a volte un'opzione è il "rifiuto".


DIPENDE DAL "CANCRO"

Dal punto di vista clinico, per diversi tipi di cancro (polmone, stomaco e cervello) la chemioterapia dovrebbe essere limitata a sottoinsiemi specifici di pazienti (basati su nuovi marcatori sensibili che devono ancora essere scoperti). Tuttavia, anche in questi casi, il beneficio clinico potrebbe essere molto limitato. 
Come indicato in un rapporto pubblicato su Nature, "Quando ai pazienti con diversi tumori recidivanti vengono somministrati farmaci sulla base di marcatori biologici, solo il 30% circa risponde in qualche modo, e la progressione mediana della sopravvivenza è di soli 5,7 mesi (Schwaederle, 2016). 
Moltiplicando la percentuale di pazienti che ricevono terapie mirate con questo tasso di risposta, [è stimato] che l'oncologia di precisione possa beneficiare l'1,5% circa dei pazienti con tumori solidi recidivanti ​​e refrattari" (Prasad, 2016).

Con questa ulteriore citazione di Bizzarri, abbiamo l'occasione per chiarire un malinteso molto diffuso: il "cancro" non esiste come entità di per sè (nonostante le generalizzazioni dei media), ma ogni neoplasia è un diverso processo biologico che risponde in modo diverso alle cure.
Riprendendo la citazione, su polmone, stomaco e cervello la chemioterapia come cura è poco efficace, mentre su alcune leucemie, sull'Hodgkin o sul tumore dei testicoli lo è statisticamente di più.
Per questo il processo decisionale deve essere condiviso con il medico, nella consapevolezza che "chemio" non è una unica e imprescindibile opzione.
Impara la prassi per esercitare la libera scelta terapeutica.

Aggiornamento settembre 2019:
LE DONNE CON TUMORE AL SENO METASTATICO POSSONO EVITARE LA CHEMIOTERAPIA. Fonte: Ansa
Una revisione sistematica e metanalisi pubblicata in questi giorni sul Lancet conferma l'inefficacia della chemioterapia per donne in menopausa con tumore al seno, a favore invece delle cure ormonali.
Nonostante questo e nonostante le linee guida già lo prevedano, ancora più del 40% delle donne sono sottoposte a chemio come intervento di prima linea.


L'ODIERNO MODELLO TEORICO È AL TRAMONTO

Infine, da un punto di vista scientifico, il fallimento del trattamento del cancro sulla base della chemioterapia evidenzia l'inadeguatezza dell'attuale modello della genesi del cancro - la teoria della mutazione somatica (SMT) - su cui quei trattamenti sono fondati. 
Singoli obiettivi enzimatici e genetici non possono più essere considerati fattori causali nello sviluppo del cancro, e di conseguenza ostacolarli potrebbe difficilmente fornire alcun vantaggio significativo (Bizzarri & Cucina, 2016).
Pertanto, “una cura del cancro etica richiede il potenziamento della comunicazione al paziente [….] con informazioni accurate e imparziali, seguite da un consenso autenticamente informato. 
I finanziamenti e l'attenzione dovrebbero spostarsi presto verso la prevenzione, la rilevazione, il trattamento rapido e localizzato e la fornitura precoce di supporto alla persona. 
Solo allora la cura del cancro servirà ai pazienti piuttosto che ai governi e all'industria ”(Godlee, 2016).

Mariano Bizzarri ha condotto importanti ricerche all'Università La Sapienza di Roma su un nuovo modello di genesi del cancro detto TOFT, teoria sulla quale ho scritto alcuni articoli di approfondimento: 
In questo articolo non ho trattato di 5 Leggi Biologiche, ma 5LB Magazine ha tutto il materiale che serve per comprendere questo modello che spiega in termini psichici l'origine dei tumori.
Qui alcune nostre conferenze gratuite per chi non sa di cosa si tratta.


ATTENZIONE: se è vero che le credenze popolari intorno all'efficacia della chemio sono sproporzionate e vanno ridimensionate, è tuttavia categorico tenere in considerazione che queste credenze oggi esistono, sono radicate e agiscono profondamente sulla psiche.
Come lo sono anche le credenze opposte, cioè che una cura chemioterapica sia necessariamente mortale: questa dicotomia esiste perché tutti abbiamo avuto esperienza diretta di persone che sono guarite con la chemio e altre senza; e abbiamo sperimentato la perdita di qualcuno con il sospetto che sia stata proprio la chemio a peggiorare la situazione, o viceversa con il sospetto che sia stato il rifiuto della chemio.
Poiché 5LB Magazine tratta della relazione tra psiche e corpo, la percezione delle credenze ci riguarda molto da vicino.



Riferimenti citati senza link diretto nel testo:
- Bizzarri M, Cucina A, 2016, SMT and TOFT: Why and How they are Opposite and Incompatible Paradigms, Acta Biotheor, vol. 64, n. 3, pag. 221-239
- Godlee F, 2016,Too much chemotherapy, BMJ, vol. 355: i6027
- Hanahan D, 2014, Rethinking the war on cancer, Lancet, vol.383, pag. 558–563.
- Kamb A, 2010, At a crossroads in oncology, Curr Opin Pharmacol, Vol. 10, pag. 356–361.
- Morgan G, Ward R, Barton M, 2004, The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5-year survival in adult malignancies, Clin Oncol (R Coll Radiol), vol. 16, pag. 549-560. Approfondimento in 5LB Magazine.
- Prasad V, 2016, The precision-oncology illusion, Nature, Vol.537, n. 7619, pag. S63
- Schwaederle M, et al., 2016, Association of Biomarker-Based Treatment Strategies With Response Rates and Progression-Free Survival in Refractory Malignant Neoplasms, vol. 2, n. 11, pag. 1452-1459.
- Weeks JC, Catalano PJ, Cronin A. et al., 2012, Patients’ expectations about effects of chemotherapy for advanced cancer, N Engl J Med, vol. 367, pag. 616-1625.
Wise PH, 2016, Cancer Drugs, Survival, Ethics, BMJ, vol. 355, pag. 1-3.