Come si alimenta una polemica: i vaccini

Mauro Sartorio
12 minuti di lettura
Aggiornamento 2017: Questo articolo è stato scritto nel 2015 e non subirà modifiche, rimanendo un reperto storico di quel periodo.
In seguito alle leggi coercitive promulgate in Italia nel 2017, alcune parti del testo appariranno obsolete o imprecise rispetto ad una realtà odierna che ha superato l'immaginazione
Il tema centrale dell'articolo resta comunque validissimo: l'abuso ideologico dell'espediente "generalizzazione".


Per la serie fanno bene / fanno male, i vaccini prendono senz'altro, e con prepotenza, il primo posto d'onore.
Allora, i vaccini fanno bene o fanno male?
Proviamo a immaginarlo, se conosciamo la risposta che ci diamo tipicamente in questa rubrica.

Ora, però, non indagheremo il senso che può avere il concetto di "immunizzazione" nel paradigma delle leggi biologiche: invece proveremo semplicemente a osservare, il più possibile con lucidità, come si svolge lo scontro tra fazioni nell'ambito del dibattito pubblico.
Una battaglia in cui la difesa di identità e ideologie, più che la divulgazione delle conoscenze, occupa con invadenza la scena.
Non ci serve nemmeno entrare nel contenuto del dibattito, perchè ci basta osservarne la forma.

Al ritmo delle ondate mediatiche, la polemica infuria; le istituzioni ammoniscono; la naturopatia galoppante sfodera cause legali; gli scientisti, cioè quelli che sono sicuri di tutto e la sanno meglio a prescindere, scagliano invettive.
In mezzo al polverone non c'è molto da dire, se non che, volenti o nolenti, ci tocca partecipare a una zuffa tra esaltati allo stadio.
Ci tocca, perchè adesso ce lo impone la legge.

Sanità: nuova legge in California per vaccinazioni obbligatorie
Fonte: Panorama

La California obbliga i bambini a vaccinarsi, negando e superando le precedenti esenzioni di natura religiosa o personale.
Di fronte alle limitazioni di libertà, scoppia il putiferio: curva sud vaccinisti, curva nord antivaccinisti.
La curva sud in questo frangente è riuscita a dotarsi di poteri politici che vietano d'ora in poi alla curva nord di entrare allo stadio.
Perchè è pur vero che, come nello sport, anche in tema di salute una persona può decidere per se stessa (almeno nel mondo ideale) ciò che la fa sentire meglio, secondo coscienza.
Tuttavia, in tema di microbi è un po' diverso, perchè il paradigma dominante impone l'assioma del contagio.
Al cospetto dell'assioma del contagio non si può scegliere, perchè qualsiasi scelta venga presa, da ambo le parti, inficia la libertà altrui: il vaccinismo impone all'antivaccinista di soccombere ai veleni, l'antivaccinismo impone al vaccinista di soccombere ai microbi.
La visione non-dominante in questo campo, per quanto debole, è una minaccia per la comunità tutta.
L'assioma del contagio richiede una decisione secca, che l'intero "organismo sociale" deve prendere in una unica direzione, bianca o nera senza sfumature.
Per questo motivo, quando si accendono gli scontri, da una parte se non fai il vaccino sei un criminale irresponsabile perchè metti in pericolo l'intera comunità, dall'altra se inietti i veleni sei un assassino probabilmente al soldo dell'industria.

In sintesi questa è la forma della polemica.
Niente di strano?
Proseguiamo.


L'ESPEDIENTE "GENERALIZZAZIONE"

Dove c'è una polemica, per definizione, è probabile che le due parti non stiano comunicando veramente.
Esplicitiamo le due posizioni:
- se non vaccini tutti, metti in pericolo la comunità
- se vaccini tutti, danneggi molti

In sostanza stiamo discutendo di un rapporto tra rischi e benefici: quanto è grande il beneficio personale sommato a quello sociale, e quanto è grande invece il rischio personale?
Quanto sono efficaci i vaccini e quanto è il rischio di venirne danneggiati?
Ancora: non c'è qualcosa di strano in questa domanda?

Allora chiedo anche: quanto sono buoni e nutrienti i funghi e quanto è grande il rischio che siano tossici?
E qualcuno mi risponderà: scusa ma di quale fungo parli?
Giustamente, buona domanda, perchè "i funghi" è una categoria astratta che comprende tutte le gradazioni possibili di tossicità e salubrità.
Di quale fungo stiamo parlando nello specifico?

"I vaccini" è una categoria astratta che non contiene niente di specifico al suo interno.
"I vaccini sono benefici" o "i vaccini sono nocivi" sono proposizioni insensate dettate da ignoranza.
Chi dice che "i funghi fanno male" e li rifiuta a priori, è ignorante perchè ignora quelli commestibili - tanto deliziosi che non sa cosa si perde.
Chi dice che "i funghi fanno bene" e li coglie tutti indistintamente, è ignorante perchè ignora quelli tossici che possono essere persino letali.

Eppure osserva la forma del dibattito pubblico: rimane esclusivamente su tale livello di superficiale aspecificità.
I vaccini non sono una cosa sola, come "le medicine" in generale non ci dice nulla: di quale vaccino si sta parlando?
Quale medicinale non vuoi assumere perchè pensi che sia tossico, o quale mi stai imponendo di assumere?
Possiamo essere più precisi?
Inoltre si tratta di prodotti industriali: andiamo a vedere come un marchio produce la sua formula e come l'altro marchio produce la propria?

La generalizzazione è un artificio sofistico che non permette alle due parti di comunicare, diventa uno strumento di guerriglia ideologica e spesso fa gioco al commercio.
Non ci si può meravigliare che la polemica monti nell’isteria generale, finché viene mantenuta un'approssimazione capace solo di creare tifoserie rabbiose.
Da notare che, tra le schiere, si armano non solo quelli che non hanno l'educazione sufficiente per entrare nei dettagli tecnici, ma anche quelli che hanno cultura ed esperienza medica!
Sventolano il vessillo del vaccino come simbolo della medicina moderna, portato in trionfo dai paladini della scienza.
I politici di conseguenza sono coinvolti nella zuffa e possono partorire leggi sulla base di enunciazioni generiche e debolmente fondate.

Dove c’è generalizzazione c’è ignoranza, ma chi la esercita facendo leva sulla propria autorevolezza, fa giochi di potere: un esempio lampante sono quelle proposizioni generiche ad effetto, come "la scienza si sta avvicinando alla cura per il cancro".
Anche "il cancro" è una categoria astratta, che non indica niente di specifico.
Non può esistere la "cura per il cancro", perchè il cancro non esiste di per sè: è una categoria costituita da centinaia di processi fisiologici diversi che possono avere nulla in comune uno con l'altro.
Quale cancro? Quale cura?
Cosa mi stai comunicando veramente?

Qualcuno riconoscerà lo strumento capzioso “generalizzazione” in ben altri ambiti del dibattito sociale.
La ricetta è semplice e chiunque voglia essere un manipolatore può applicarla: prendi un attributo negativo di un elemento e spalmalo su un’intera categoria con il fine di delegittimarla, o prendi un attributo positivo per giustificarla.

Solo se si abbandona la generalizzazione, foriera di zuffe adolescenziali, per entrare nel concreto e nello specifico, si può parlare con cognizione di causa.
Vedi un po’ che forse le due parti inizierebbero a capirsi.


IL CALCOLO RISCHI/BENEFICI PER OGNI SINGOLO PRODOTTO

Ci sono certamente alcuni prodotti vaccinali efficaci o per lo meno non tossici, e ce ne sono alcuni altri più tossici o comunque non abbastanza collaudati.
Il vaccino antivaioloso è efficace? Sembra di sì, ci sono alcune evidenze, e sono anche noti gli effetti collaterali.
E quello per la pertosse anche funziona?
Dipende: quello a cellule intere (oggi in disuso) e quello acellulare hanno risultati e rischi molto diversi, è abbastanza efficace nel ridurre i sintomi ma non produce alcun "effetto gregge" (fonte FDA o CDC), fenomeno venduto mediaticamente come qualità assoluta dei vaccini.
L'SPf66 contro la malaria? Totalmente inefficace.
Quello usato fino al 2015 per la varicella? C'è una moderata evidenza di efficacia fino a 3 anni senza controindicazioni notevoli, grazie ad alcuni studi RCT su anziani. Un nuovo prodotto è in studio.

Quelli che si fanno da decenni, perchè inclusi nel calendario vaccinale nazionale, sono testati sul campo (fase 4) e si suppone siano efficaci e poco tossici.
Ciò nonostante nuovi studi che testino le nuove formule sono sempre necessari, perchè la letteratura, anche su prodotti molto diffusi, è ricca di coni d'ombra a causa di una vigilanza decisamente lacunosa.
Un esempio di cono d'ombra notevole lo troviamo nella meta-analisi del 2012 sul vaccino trivalente morbillo-parotite-rosolia: "la progettazione e le relazioni sulla sicurezza negli studi sul vaccino MPR (morbillo, parotite, rosolia) sono ampiamente inadeguate").

E per quelli creati più di recente sono efficaci? Chi li commercia come li produce? Ce ne sono diversi? Se sì quale scelgo?
Quali sono le controindicazioni, gli effetti collaterali che ogni medicinale deve riportare?
Qual è il rapporto tra rischi e benefici? È noto? È stato studiato a sufficienza?
Quale l'interazione in caso di farmaco combinato? Sono indifferenti l'età e la condizione clinica di chi lo assume?
È chiaro che, se il beneficio di ridurre i rischi di una malattia è superato dai rischi di svilupparne un'altra, voglio poter scegliere quale rischio assumermi.

Per esempio tra il 2000 e il 2014 ci sono stati in Italia 6 casi di difterite, di cui 4 erano vaccinati (Fonte: ISS).
L'esavalente (in cui è contenuto l'anti-difterico) provoca convulsioni ogni 600 dosi (Fonte: AIFA).
Poichè il vaccino non limita la diffusione del batterio (agisce sulla difesa ad una tossina prodotta dal batterio) non ha alcun effetto sulla cosiddetta "immunità di gregge".
Allora il vaccino per la difterite assolve ad una funzione di esclusiva protezione personale.
A queste condizioni sceglierò quale rischio personale assumermi, se quello di ammalarmi o quello degli effetti collaterali del farmaco.
In questo caso il rapporto rischi/benefici è molto chiaro: una probabilità su 600 di avere convulsioni (considerando solo l'evento avverso convulsioni) contro, grosso modo, una probabilità su 150 milioni di contrarre la malattia (6 casi in 14 anni).

Ci sembra lapalissiano che oggi nel nostro Paese non abbia senso vaccinarsi per tifo o febbre gialla, mentre in certe zone dell'Africa abbia molto senso. Questo calcolo rischio/beneficio è doveroso per ogni singolo prodotto farmaceutico in relazione all'individuo a cui è somministrato.

Oppure: il nuovo vaccino per l'HPV (papilloma virus) è efficace? E se sì, su che basi lo si dice? È stato studiato a sufficienza? Quali produttori, e come lo fanno?
Si conoscono davvero i rischi per poterli confrontare con i benefici?
Purtroppo, proprio nel caso del vaccino per il papilloma, non ci sono molte certezze per numerosi motivi: perchè la prova è fortemente delegata alla fase 4 (post-marketing) e i farmaci sono recenti; non è definita la correlazione tra "infezione" e cancro; e c'è anche evidenza di manipolazione dolosa dei dati finora raccolti nelle ricerche.

E i vaccini antinfluenzali sono efficaci? Quali produttori? È stato testato a sufficienza? Quali sono i rischi e i benefici?
Le risposte sembrano tutto tranne che esaurienti.

Abbiamo una risposta chiara e definitiva a queste domande per ogni prodotto in commercio?


ACCESSIBILITÀ E TRASPARENZA DELL'INFORMAZIONE

Stiamo parlando di un gran numero di sostanze diverse, prodotte da industrie diverse, con funzioni e bersagli patogeni completamente diversi.
Allora come fai a dire che i vaccini, in generale, vanno fatti? Di cosa stai parlando?
Come fai a dire che i vaccini, in generale, vanno evitati? Di cosa stai parlando?
Alcuni prodotti avranno un rapporto rischi/benefici positivo, altri no.
Questo è il tema di cui discutere, nessun altro.

Tutte queste domande non solo sono lecite, ma sono un dovere per ogni cittadino.
Così la questione ricade sulla necessità di creare le condizioni affinché queste domande possano avere una risposta limpida. 
Il nodo centrale, fondamentale, imprescindibile è sempre lo stesso: la trasparenza e l'accessibilità dell'informazione scientifica.
Senza la corretta informazione alla base, vaghiamo tutti, operatori e pazienti, alla cieca con le dita incrociate.

Cosa sappiamo in effetti di ogni singolo farmaco che viene proposto o imposto da leggi nazionali o sovranazionali?
Per esempio, solo a posteriori è stato verificato che i più famosi farmaci antinfluenzali, somministrati in questi anni alle masse con finanziamenti pubblici miliardari, sono inutili e nocivi.
Come è possibile?
È stato sufficiente occultare per qualche tempo i risultati dei test clinici.
Se rimanessi nel generico come è consuetudine, potrei annunciare capziosamente che "i vaccini sono inutili e nocivi". Tutti.
Osserva, in questa pantomima, come una fazione porta a controprova quei prodotti ritenuti efficaci, come un trofeo (il vaiolo!), con l'obiettivo di giustificare genericamente il metodo "vaccinazione", mentre l'altra fazione porta lo scalpo di quei prodotti ritenuti tossici con l'obiettivo di delegittimare genericamente il metodo "vaccinazione".

Uscire dallo schema generalizzante significa, in definitiva, focalizzare la discussione sui prodotti specifici e sulla disponibilità e completezza dell'informazione scientifica che li ha testati, la quale oggi è tutt'altro che trasparente e libera.
Se non abbiamo la benché minima sicurezza sulla informazione di base, come facciamo a scegliere e decidere?
E chi si schiera, tenendo fra le mani un'informazione incompleta e manipolata, da che posizione e con che scopo lo fa?
Come fa la politica a schierarsi con tanta sicumera, se la stessa scienza non se lo può permettere?
Mentre nel mondo dei massmedia, a fasi alterne, vince la squadra che fa la voce più grossa, la scienza, quella vera e indipendente che avanza con dubbio metodico, lavora duramente e contro corrente promuovendo campagne di trasparenza come All Trials.

La gente si allontana dalla medicina non per un capriccio, ma perchè la corruzione della ricerca e dell’informazione scientifica, troppo spesso pervase dal profitto, spaventa.
Allora il dubbio diventa un'attitudine piuttosto sana e naturale.

Un domani, una legge avventata potrebbe impormi di inocularmi vaccini antinfluenzali tossici sotto l'intimidazione di un principio di responsabilità sociale, senza però averne verificato, se non è stato addirittura occultato, il rapporto rischi/benefici.
La questione vaccinale è particolarmente importante perchè in questi anni l'ambizione della ricerca punta verso la creazione di vaccini per ogni tipo di malattia, contagiosa che sia o meno.

Ora, non è questo l'ambito di indagine sul rapporto tra i rischi e i benefici di ogni singola sostanza inoculata nelle vaccinazioni, ma è certo ed evidente che il dibattito dovrebbe ridursi esclusivamente a questo, e non a scontri tra fedi religiose.


ALZARE L'ATTENZIONE SULLE GENERALIZZAZIONI

Quando ti dovesse capitare di imbatterti in una opinione che affronta il tema in termini generici parlando di “i vaccini”, alza le antenne e presta attenzione alla generalizzazione, che potrebbe originare da ignoranza o da un'intenzione manipolatoria.
E nota come, quando la discussione dovesse riuscire a entrare nello specifico, spesso si vada ad incagliare perchè l’informazione disponibile è confusa, incompleta e contraddittoria.
La ricerca indipendente, come quella prodotta da Cochrane, e possibilmente finanziata con soldi pubblici, è l'unica e indispensabile via di uscita e va sostenuta.


IL PESO, IGNORATO, DELLA PERCEZIONE PERSONALE

Abbiamo analizzato una forma della polemica, quando si nutre di generalizzazioni.
Se ora dovessimo entrare nel contenuto dell'argomento "vaccini", entreremmo in un ambito di natura chimica e tossicologica.
Se però conosci un po’ le leggi biologiche, allargando lo sguardo oltre la tossicità, sai bene quanto la sfera percettiva ed emotiva del singolo individuo sia straordinariamente importante, e quanto invece sia convenzionalmente sottovalutata. O meglio, ignorata.
Su questa base puoi riconoscere che ciò che viene addebitato a un effetto collaterale chimico, spesso invece è una reazione sensata dell’organismo a una situazione drammatica, piuttosto che a una sostanza estranea iniettata.
Le leggi biologiche spostano il baricentro dal meccanicismo bio-chimico, al modo unico e irripetibile con cui la persona percepisce il mondo.

Da questa prospettiva, dunque, la generalizzazione è nociva non solo nella comunicazione di massa per i motivi che abbiamo visto, ma lo è in modo estremo in medicina quando la generalizzazione, tipica di un protocollo clinico, scarta con indifferenza la sacralità del mondo interiore.

Per capire meglio questo ultimo punto, leggi quali possono essere alcuni “effetti collaterali” dei vaccini secondo le leggi biologiche.


Foto di Joe Parks sotto licenza CC-BY-NC