Il più famoso caso di guarigione dal cancro con la forza della mente

Eleonora Meloni
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“Il nostro modo di vivere gli eventi, assegnando loro un significato positivo o negativo è determinante per la difesa della nostra salute”
Questo si legge nelle prime pagine del libro “La mente e il cancro” dell’oncologo ricercatore Mariano Bizzarri.

Il nostro modo di vivere gli eventi influisce sulla nostra fisiologia procurando delle alterazioni funzionali e strutturali che chiamiamo “malattia”.
Ripristinare uno stato di equilibrio psicofisico attraverso la normalizzazione funzionale è il processo che chiamiamo “guarigione”.

Come avviene la guarigione?
Se non siamo abituati ad osservare e ad ascoltare il nostro corpo, tendiamo ad imputare il fenomeno della guarigione a qualcosa che dall’esterno ha agito sul nostro sistema.
Tuttavia, ad una più attenta osservazione dei fenomeni si può scoprire che la guarigione può essere attivata volontariamente agendo da dentro sul proprio sistema di credenze e convinzioni.

Il potere della mente nel guarire i tumoriUn tale intervento attivo ci permette di acquisire nuove percezioni che a loro volta modificano il senso della sofferenza, della vita e in generale della realtà che accade intorno e dentro di noi.
Si può quindi trascendere lo stato di consapevolezza ordinaria e arrivare ad uno stato di coscienza che agisce sulla nostra parte biologica attivando il sistema del “guaritore interno” (S.Locke e D. Colligan, “Il guaritore interno”, Giunti Firenze, 1990) che ogni essere vivente ha nel suo programma di sopravvivenza.

L’azione di intervento sul sistema di credenze e convinzioni, per attivare uno stato di coscienza diverso, è un lavoro personale che richiede impegno, assunzione di responsabilità e volontà.

Quando la medicina non sarà più così parcellizzata e incentrata sul sintomo, ma sarà una medicina unica e integrata con lo sviluppo dell’essere umano nella sua interezza di corpo-mente-spirito forse sarà più semplice e spontaneo guarire.

Il Bizzarri inizia il suo libro con una carrellata documentata di episodi di guarigione che sarebbero apparentemente inspiegabili, se non si considerasse l’influenza di qualcosa di interiore, un cambio di stato della mente.
Vediamone uno dei più famosi.

IL PIÙ FAMOSO CASO DI AUTO-GUARIGIONE ATTRAVERSO LA MENTE

Come può allora un cambio mentale attivare il nostro “guaritore interno”?
La medicina ortodossa ancora non se lo spiega ma non per questo il fenomeno non avviene…tutt’altro!

Eclatante è la storia del signor Wright che è stata accuratamente descritta e documentata dallo psicologo Bruno Klopfer nel 1952, diventando il caso più famoso di alternanza di effetto placebo e nocebo. (B. Klopfer, J. Project, Tecniques, 21:339, 1957)

Dopo una serie di insuccessi con le cure convenzionali il povero signor Wright fu definito spacciato a causa di un linfoma.
Fortunatamente in quel periodo venne prodotto per la cura dei linfomi un nuovo farmaco sperimentale.
Il signor Wright lo lesse sui giornali e insistette tenacemente per essere inserito nel protocollo di sperimentazione, anche se non aveva i requisiti necessari.
Con ben poche speranze da parte del medico, in un solo week-end e dopo un’unica iniezione del farmaco le tumefazioni si erano ridotte notevolmente e in soli 10 giorni fu dimesso con diagnosi di “remissione completa“ della malattia. Era guarito. 
«Il tumore si sciolse come una palla di neve su una stufa bollente», disse il medico incredulo.
Il Signor Wright ritornò alla sua vita continuando a seguire in modo assiduo i progressi dei farmaci di nuova generazione.

Purtroppo di lì a poco l’American Cancer Association rilasciò un comunicato che faceva supporre che il farmaco fosse inefficace: in pochi giorni il signor Wright ricadde in piena patologia, aggiungendo ora agli esami anche una serie di metastasi. (Leggi il perchè delle metastasi nel modello 5LB)

IL MEDICO DECIDE DI SFRUTTARE LA FORZA DI AUTO-GUARIGIONE DEL PAZIENTE

Visti gli incredibili effetti positivi ottenuti, il medico decise di fare leva intenzionalmente sull’effetto placebo: disse al paziente che una nuova versione migliorata del farmaco avrebbe dato risultati ancora più significativi della prima.

Risultato: ancora una volta gli effetti furono incredibili.
Il signor Wright in breve tempo vide di nuovo sparire non solo i suoi tumori linfonodali, ma anche il versamento pleurico e le metastasi al fegato e alla milza.

Il medico scrive:
Efficacia del placebo, acqua
“Con grande apparato scenico e recitando proprio una commedia (che ritenevo ammissibile, date le circostanze) gli somministrai la prima iniezione del doppiamente efficace e fresco farmaco preparato - consistente appunto in acqua fresca e niente altro.
La guarigione da questo suo secondo stato quasi estremo fu anche più spettacolare della prima. 
Le masse tumorali si sciolsero, il fluido toracico scomparve, egli diventò un paziente ambulatoriale e tornò anche a volare [...] [che era la sua attività NDR].
Visto l’esito miracoloso continuammo le iniezioni di acqua e il signor Wright rimase libero da ogni sintomo per più di due mesi.
Proprio allora apparve sulla stampa un comunicato dell’American Cancer Association sull’inefficacia definitiva del farmaco: 'Gli esperimenti condotti su area nazionale mostrano che il Krebiozen è un farmaco privo di efficacia nel trattamento del cancro'.

Il signor Wright venne ricoverato nuovamente in extremis.
La sua fede ora se ne era andata, la sua ultima speranza svanita. Egli morì in meno di due giorni.”


Cosa era potuto accadere al signor Wright di così magico da farlo guarire tanto velocemente e poi morire altrettanto velocemente?

Il sig. Wright era passato da uno stato di energia vitale che aveva innescato le sue risorse guaritrici a uno stato in cui aveva perso ogni punto di riferimento a cui si era ancorato, iniziando processi di auto-eliminazione. 
Fenomeni a cui tutti abbiamo in qualche modo assistito, ma non ancora sufficientemente riconosciuti...per dirla con un eufemismo.

Abbiamo parlato in un altro articolo di quale sia una tra le principali cause di morte: l'ipnosi delle credenze.

GLI STUDI SULL’EFFETTO PLACEBO E NOCEBO

L’effetto placebo non è un caso né una ciarlataneria. Gli studi sono molto numerosi e tra i più interessanti troviamo quelli condotti da Fabrizio Benedetti, esperto di livello internazionale che abbiamo incontrato recentemente con Salute Attiva.

Il potere del nocebo
Per esempio si osserva spesso che nel gruppo di controllo, quando viene somministrata acqua o zucchero in vece del farmaco, si presentano gli effetti collaterali caratteristici dei farmaci in test.
Persino donne che perdono i capelli pensando di essere sottoposte a chemioterapia, mentre in realtà stanno assumendo un placebo. Fonte: JW FieldinWorld J Surg. 1983.
Qualche anno fa avevamo notato su 5LB Magazine questo "strano" risultato in uno studio sul paracetamolo.

Come può accadere? Un fenomeno che dipende dalle aspettative che le persone hanno sugli effetti nocivi del farmaco.
Il “guaritore interiore” non solo esiste, ma opera come una costante in entrambi i sensi, quello verso la “guarigione” e quello verso la “malattia”.

L’effetto placebo/nocebo si ritrova in ogni situazione clinica, dalla gestione del dolore, alla cura di ogni sintomo, agli interventi chirurgici, agli effetti collaterali: molto è correlato con l’entusiasmo o lo scetticismo con cui il medico propone la cura.

Ma non è solo questione di “credenza”, altrimenti non si troverebbe effetto placebo negli animali.
Uno studio del 1975 di Robert Ader dimostrò l’effetto placebo sui topi, attivandolo con quello che noi nel mondo 5LB chiameremmo “binario”.
Gli animali, condizionati dall'assunzione di saccarina combinata con un immunosoppressore, anche quando ricevevano solo saccarina manifestavano i segni dell' immunosoppressione.
Fonte: PubMed

Con questo “binario” anche Benedetti ha dimostrato che è possibile produrre un effetto positivo nei malati di Parkinson, prolungando gli effetti dei farmaci attraverso pillole placebo; oppure nel trattamento del dolore prolungando gli effetti degli oppiacei; oppure negli sportivi, prolungando gli effetti di uno stupefacente.
Fonte: Fabrizio Benedetti

Il fenomeno dell’effetto placebo è ben noto sia a medici che a ricercatori, ma ad alcuni risulta disturbante perchè le variabili di soggettività messe in gioco, oltre ad essere numerose, non soddisfano i criteri della ricerca scientifica.
Come si può infatti pensare di sottoporre ad un protocollo che pretende di essere obiettivo il mondo soggettivo dell’emozione umana?


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