Molti fenomeni empiricamente accadono, ma sono oggi scientificamente inspiegabili.
Ciò non significa che non esistano, semmai dimostrano che la scienza attuale è incompleta.
Allora forse non è così appropriato chiamare i fenomeni non spiegabili "soprannaturali" o "paranormali" o "miracoli".
Si tratta di fenomeni che fanno parte della nostra natura di esseri viventi, solo che non abbiamo ancora strumenti che possano descriverli, qualificarli e quantificarli.
Forse il termine più appropriato è "percezioni extrasensoriali", cioè che avvengono e sono colti al di là dei nostri cinque sensi, limitati alla realtà 3D in cui viviamo.
Cosa induce alcune persone, scienziati e non, addirittura a negare questi fenomeni non scientificamente spiegabili?
Forse la resistenza a idee nuove?
Mi viene da fare una considerazione personale: poichè i conflitti dipendono dalle percezioni biologiche, ci sono percezioni extrasensoriali che sarebbe opportuno considerare e studiare, perchè è molto probabile che influenzino la nostra biologia.
D'altra parte il confine che separa il sensoriale dall’extrasensoriale, il normale dal paranormale, è una convenzione, un confine che nelle epoche si è sempre spostato in avanti mano a mano che l’essere umano acquisiva nuove conoscenze e consapevolezze... oppure, quando le perdeva, venivano assorbite in forma di miti e leggende.
Forse il panico diffuso, generalizzato e perpetrato durante una epidemia può provocare molti esiti nefasti in persone particolarmente sensibili al timore di un contagio… ne abbiamo già discusso molto durante il Covid19, ma questo solo il tempo ce lo svelerà.
Abbiamo già trattato su 5LB Magazine dell’ipotesi del contagio come risultato di una psicosi collettiva.
Ma soprattutto abbiamo messo in pratica e sviluppato queste sensorialità nel nostro Laboratorio di Presenza.
Il mio invito è: sperimenta, sperimenta concretamente senza pregiudizi.
Ciò non significa che non esistano, semmai dimostrano che la scienza attuale è incompleta.
Allora forse non è così appropriato chiamare i fenomeni non spiegabili "soprannaturali" o "paranormali" o "miracoli".
Si tratta di fenomeni che fanno parte della nostra natura di esseri viventi, solo che non abbiamo ancora strumenti che possano descriverli, qualificarli e quantificarli.
Forse il termine più appropriato è "percezioni extrasensoriali", cioè che avvengono e sono colti al di là dei nostri cinque sensi, limitati alla realtà 3D in cui viviamo.
Cosa induce alcune persone, scienziati e non, addirittura a negare questi fenomeni non scientificamente spiegabili?
Forse la resistenza a idee nuove?
Improbabile, come dice Rupert Sheldrake, visto che esistono ipotesi scientifiche estreme, non dimostrate, ma che vengono considerate plausibili dal mondo accademico: ad esempio l'esistenza di universi paralleli o i viaggi nel tempo.
Può essere che certi fenomeni extrasensoriali vìolino tabù sociali e personali ben radicati in alcune tipologie di persone.
Persone che spesso si nascondono dietro alla parola "scettico", abusata dallo scientismo.
In realtà non sono scettici, perchè dal greco skepsis significa domanda, dubbio, e non negazione o dogmatismo.
Immagina di chiedere ad un tale antagonista:
- ami tuo figlio?
- si, certo!
E tu gli rispondessi:
- non ci credo. Non è vero. Non è possibile a meno che tu riesca a misurare questo amore.
Dunque, se certi fenomeni extrasensoriali avvengono, significa che la mente non è relegata all'organo cervello, ma occorre avere di essa una visione più allargata, nel vero senso della parola.
Rupert Sheldrake, uno dei massimi studiosi in questo ambito, nel suo saggio La Mente Estesa (da cui sono tratte le successive citazioni) parla proprio di una mente che si estende non solo oltre il cervello, ma anche oltre il corpo a distanze che non sono coerenti con la sensibilità dei cinque sensi.
Sheldrake: “Si tratta di un vero e proprio campo percettivo che si connette a tutto ciò che c'è intorno e mostra effetti a distanza (proprio come un campo magnetico o gravitazionale) in cui l'osservatore e l'osservato sono interconnessi.”
“L'estensione della mente verso il fuori avverrebbe attraverso l'attenzione e l'intenzione”.
Sheldrake parla di mente estesa non localizzabile nel cervello, bensì proiettata al di fuori del corpo, attraverso i quelli che lui chiama Campi Morfici.
Attraverso tali campi gli esseri viventi sono in grado di percepire e di reagire alle cose anche a distanza.
Pensiamo al campo elettromagnetico di cui tutta la attuale tecnologia si avvale, o il campo gravitazionale.
L’effetto di un campo magnetico per esempio, non può essere studiato se si analizza il solo magnete senza considerare la proiezione del suo magnetismo oltre il corpo stesso.
Sheldrake classifica i Campi Morfici in diversi modi: parla di Campi Comportamentali, Campi Mentali, Campi Morfogenetici, Campi Sociali, il cui funzionamento è basato su un ordine e una memoria impliciti, dati da un processo chiamato risonanza morfica (che spiegherò tra poco).
Tra le diverse teorie che cercano di spiegare i fenomeni extrasensoriali, quella che attualmente sta fornendo le risposte più plausibili è presa dalla fisica quantistica con il concetto di "non-località" quantica, non-separabilità o Entanglement.
Quando due particelle legate tra loro vengono separate, rimangono in realtà connesse, infatti ad un cambiamento indotto su una, corrisponde un istantaneo cambiamento anche nell'altra, nonostante la distanza interposta tra loro. Vedi La teoria quantistica dei campi (in inglese Quantum field theory o QFT)
Esperimenti di Davies e Gribbin (1991) (al capitolo 7 del Libro The Matter Myth) hanno dimostrato che la non-località quantica è un aspetto fondamentale della nostra realtà.
[Leggi anche il saggio di Massimo Teodorani "Entanglement", un fisico che ha saputo rendere divulgativi concetti controintuitivi.]
Alcuni fisici sostengono che fenomeni come la telepatia, la psicocinesi e altri fenomeni extra-ordinari possano avere una spiegazione nella non-località quantica.
Questo campo è detto morfogenetico e sarebbe responsabile anche della rigenerazione di parti amputate di certi organismi come i vermi piatti, il salice o la lucertola...
I campi morfogenetici sono olistici, cioè funzionerebbero come un frattale che porta in sè tutta l'informazione che serve a guidare la capacità di piccole parti di un organismo nel rigenerare il suo intero.
Nessuno in realtà sa ancora come questi campi funzionino, tuttavia i fenomeni avvengono, si osservano e si studiano.
Abbiamo infatti già approfondito questi interessantissimi studi nell’ambito oncologico, che si sono sviluppati nella Teoria del Campo dell’Organizzazione Tissutale (TOFT).
Sheldrake osserva che i Campi contengono memorie implicite, date da un processo chiamato risonanza morfica.
"La risonanza si verifica tra schemi di attività in sistemi AUTO-ORGANIZZANTI sulla base della similarità indipendentemente dalla distanza che li separa.
Tramite la risonanza morfica ciascun membro di una specie riceve e al contempo contribuisce alla memoria collettiva della specie."
Il Campo Sociale si manifesta nella connessione tra i singoli individui di un gruppo e consente una comunicazione tra i membri che va al di là della comunicazione sensoriale.
Il Campo Sociale spiegherebbe i fenomeni di comunicazione telepatica come l'allarme, l'eccitazione, le richieste di aiuto, le previsioni di arrivi o partenze, il disagio, la paura...
I lettori di 5LB Magazine che hanno letto il libro Noi Siamo Il Nostro Corpo di Mauro Sartorio, troveranno notevoli analogie con quella percezione sensoriale chiamata sesto senso o contenimento.
Quando ad esempio un lupo si separa dal proprio branco, resta in realtà in contatto con gli altri lupi come se ci fosse una specie di filo invisibile.
Può essere che certi fenomeni extrasensoriali vìolino tabù sociali e personali ben radicati in alcune tipologie di persone.
Persone che spesso si nascondono dietro alla parola "scettico", abusata dallo scientismo.
In realtà non sono scettici, perchè dal greco skepsis significa domanda, dubbio, e non negazione o dogmatismo.
Immagina di chiedere ad un tale antagonista:
- ami tuo figlio?
- si, certo!
E tu gli rispondessi:
- non ci credo. Non è vero. Non è possibile a meno che tu riesca a misurare questo amore.
Dunque, se certi fenomeni extrasensoriali avvengono, significa che la mente non è relegata all'organo cervello, ma occorre avere di essa una visione più allargata, nel vero senso della parola.
Rupert Sheldrake, uno dei massimi studiosi in questo ambito, nel suo saggio La Mente Estesa (da cui sono tratte le successive citazioni) parla proprio di una mente che si estende non solo oltre il cervello, ma anche oltre il corpo a distanze che non sono coerenti con la sensibilità dei cinque sensi.
Sheldrake: “Si tratta di un vero e proprio campo percettivo che si connette a tutto ciò che c'è intorno e mostra effetti a distanza (proprio come un campo magnetico o gravitazionale) in cui l'osservatore e l'osservato sono interconnessi.”
“L'estensione della mente verso il fuori avverrebbe attraverso l'attenzione e l'intenzione”.
Sheldrake parla di mente estesa non localizzabile nel cervello, bensì proiettata al di fuori del corpo, attraverso i quelli che lui chiama Campi Morfici.
Attraverso tali campi gli esseri viventi sono in grado di percepire e di reagire alle cose anche a distanza.
I CAMPI MORFICI NELLA FISICA DEI QUANTI
Già nel 1940 Michael Faraday defini il Campo come una “regione di influenza”: qualcosa di apparentemente vuoto ma che interconnette parti di un sistema tra loro distanti.Pensiamo al campo elettromagnetico di cui tutta la attuale tecnologia si avvale, o il campo gravitazionale.
L’effetto di un campo magnetico per esempio, non può essere studiato se si analizza il solo magnete senza considerare la proiezione del suo magnetismo oltre il corpo stesso.
Sheldrake classifica i Campi Morfici in diversi modi: parla di Campi Comportamentali, Campi Mentali, Campi Morfogenetici, Campi Sociali, il cui funzionamento è basato su un ordine e una memoria impliciti, dati da un processo chiamato risonanza morfica (che spiegherò tra poco).
Tra le diverse teorie che cercano di spiegare i fenomeni extrasensoriali, quella che attualmente sta fornendo le risposte più plausibili è presa dalla fisica quantistica con il concetto di "non-località" quantica, non-separabilità o Entanglement.
Quando due particelle legate tra loro vengono separate, rimangono in realtà connesse, infatti ad un cambiamento indotto su una, corrisponde un istantaneo cambiamento anche nell'altra, nonostante la distanza interposta tra loro. Vedi La teoria quantistica dei campi (in inglese Quantum field theory o QFT)
Esperimenti di Davies e Gribbin (1991) (al capitolo 7 del Libro The Matter Myth) hanno dimostrato che la non-località quantica è un aspetto fondamentale della nostra realtà.
[Leggi anche il saggio di Massimo Teodorani "Entanglement", un fisico che ha saputo rendere divulgativi concetti controintuitivi.]
Alcuni fisici sostengono che fenomeni come la telepatia, la psicocinesi e altri fenomeni extra-ordinari possano avere una spiegazione nella non-località quantica.
UN CAMPO CHE PLASMA LE FORME: CAMPO MORFOGENETICO
Dagli anni venti del secolo scorso alcuni biologi, studiando lo sviluppo di piante e animali, sono giunti alla conclusione che oltre ai geni deve esistere, all'interno di un organismo in via di sviluppo, un campo organizzato contenente il progetto o il programma specie-specifico delle forme dei vari tessuti, degli organi e dell'organismo intero.Questo campo è detto morfogenetico e sarebbe responsabile anche della rigenerazione di parti amputate di certi organismi come i vermi piatti, il salice o la lucertola...
I campi morfogenetici sono olistici, cioè funzionerebbero come un frattale che porta in sè tutta l'informazione che serve a guidare la capacità di piccole parti di un organismo nel rigenerare il suo intero.
Nessuno in realtà sa ancora come questi campi funzionino, tuttavia i fenomeni avvengono, si osservano e si studiano.
Abbiamo infatti già approfondito questi interessantissimi studi nell’ambito oncologico, che si sono sviluppati nella Teoria del Campo dell’Organizzazione Tissutale (TOFT).
Sheldrake osserva che i Campi contengono memorie implicite, date da un processo chiamato risonanza morfica.
"La risonanza si verifica tra schemi di attività in sistemi AUTO-ORGANIZZANTI sulla base della similarità indipendentemente dalla distanza che li separa.
Tramite la risonanza morfica ciascun membro di una specie riceve e al contempo contribuisce alla memoria collettiva della specie."
IL CAMPO SOCIALE
I Campi Sociali sono una particolare espressione di Campo Morfico, ma non sono qualcosa di diverso.Il Campo Sociale si manifesta nella connessione tra i singoli individui di un gruppo e consente una comunicazione tra i membri che va al di là della comunicazione sensoriale.
Il Campo Sociale spiegherebbe i fenomeni di comunicazione telepatica come l'allarme, l'eccitazione, le richieste di aiuto, le previsioni di arrivi o partenze, il disagio, la paura...
I lettori di 5LB Magazine che hanno letto il libro Noi Siamo Il Nostro Corpo di Mauro Sartorio, troveranno notevoli analogie con quella percezione sensoriale chiamata sesto senso o contenimento.
Quando ad esempio un lupo si separa dal proprio branco, resta in realtà in contatto con gli altri lupi come se ci fosse una specie di filo invisibile.
Questo fa sì che variazioni psichiche e biologiche in uno dei membri vengano istantaneamente e sincronicamente avvertite da tutti gli altri.
È stato infatti verificato che lupi distanti per settimane e per diverse miglia dal loro branco erano in grado di raggiungere, sia di notte che di giorno, il gruppo con forme di comunicazione che andavano al di là delle possibilità offerte dai normali cinque sensi.
Inoltre cervi canadesi distanti tra loro erano in grado di reagire all'unisono con atteggiamenti di impulso alla fuga in un momento in cui uno di essi avvertisse pericolo (vedi gli studi di William Long - 1919).
I Campi Morfici coordinerebbero quindi il comportamento sincrono di gruppi di animali come i banchi di pesci, gli stormi di uccelli, i branchi di lupi, di gazzelle ecc...
A questo punto come possiamo non immaginare che anche noi esseri umani siamo coordinati socialmente da campi morfici?
Infatti, quando due o più esseri umani sono legati da una relazione (familiare, di amicizia, terapeutica ecc..), sono connessi da fenomeni “telepatici” che possono fare percepire a distanza sensazioni, emozioni, immagini, idee.
Basti pensare alla simbiosi percettiva tra mamma e neonato: anche a distanza, la mammella della donna produce latte proprio nel momento in cui il figlio piange. (Sheldrake, 2002, Apparent telepathy between babies and nursing mother: a Survey - Journal of the Society for Physical Research 66,181-5)
Insomma, un conflitto del nido in forma telepatica!.
Oltre alla telepatia, i campi morfici permettono di spiegare fenomeni quali la chiaroveggenza, la psicocinesi e quella particolare sensazione di essere osservati.
A tale proposito pensate che durante la seconda guerra mondiale veniva raccomandato ai piloti di non guardare il nemico prima di abbatterlo.
Cito: "Si sapeva che l'intensità dello sguardo avrebbe fatto sì che il nemico si voltasse immediatamente verso il suo aggressore" (Narrazione di A.R. Mansfield)
Vi sarà capitato di pensare ad una persona e ricevere istantaneamente la sua chiamata.
Pensate anche a quelle incredibili sincronizzazioni tra i giocatori di una squadra sportiva.
È stato infatti verificato che lupi distanti per settimane e per diverse miglia dal loro branco erano in grado di raggiungere, sia di notte che di giorno, il gruppo con forme di comunicazione che andavano al di là delle possibilità offerte dai normali cinque sensi.
Inoltre cervi canadesi distanti tra loro erano in grado di reagire all'unisono con atteggiamenti di impulso alla fuga in un momento in cui uno di essi avvertisse pericolo (vedi gli studi di William Long - 1919).
I Campi Morfici coordinerebbero quindi il comportamento sincrono di gruppi di animali come i banchi di pesci, gli stormi di uccelli, i branchi di lupi, di gazzelle ecc...
A questo punto come possiamo non immaginare che anche noi esseri umani siamo coordinati socialmente da campi morfici?
Infatti, quando due o più esseri umani sono legati da una relazione (familiare, di amicizia, terapeutica ecc..), sono connessi da fenomeni “telepatici” che possono fare percepire a distanza sensazioni, emozioni, immagini, idee.
Basti pensare alla simbiosi percettiva tra mamma e neonato: anche a distanza, la mammella della donna produce latte proprio nel momento in cui il figlio piange. (Sheldrake, 2002, Apparent telepathy between babies and nursing mother: a Survey - Journal of the Society for Physical Research 66,181-5)
Insomma, un conflitto del nido in forma telepatica!.
Oltre alla telepatia, i campi morfici permettono di spiegare fenomeni quali la chiaroveggenza, la psicocinesi e quella particolare sensazione di essere osservati.
A tale proposito pensate che durante la seconda guerra mondiale veniva raccomandato ai piloti di non guardare il nemico prima di abbatterlo.
Cito: "Si sapeva che l'intensità dello sguardo avrebbe fatto sì che il nemico si voltasse immediatamente verso il suo aggressore" (Narrazione di A.R. Mansfield)
Vi sarà capitato di pensare ad una persona e ricevere istantaneamente la sua chiamata.
Pensate anche a quelle incredibili sincronizzazioni tra i giocatori di una squadra sportiva.
Sheldrake menziona testimonianze di giocatori di basket talmente affiatati che erano in grado di anticipare le mosse reciproche, oppure di pattinatori su ghiaccio che avvertivano i due corpi diventare una cosa sola: ”sul ghiaccio siamo telepatici”.
Del calciatore Brasiliano Pelè è stato descritto:
Del calciatore Brasiliano Pelè è stato descritto:
In qualsiasi istante sembrava conoscere intuitivamente la posizione di tutti gli altri giocatori in campo e sapere esattamente ciò che gli altri stavano per fare. (Bem, Palmer, Broughton - Updating the ganzfeld databese: a victim of his own success? - Journal of Parapsychology 65, 207-18)
La mia personale esperienza di 11 anni come giocatrice agonistica di pallavolo mi permette di riconoscere chiaramente questo fenomeno: ad un certo punto del gioco sentivo arrivare qualcosa, come un'onda di forza e fiducia che contagiava tutta la squadra; non eravamo più sei individui separati, ma un unico organismo pensante: ero in grado di sapere in anticipo cosa sarebbe successo nelle nostre interazioni di gioco.
La mia personale esperienza di 11 anni come giocatrice agonistica di pallavolo mi permette di riconoscere chiaramente questo fenomeno: ad un certo punto del gioco sentivo arrivare qualcosa, come un'onda di forza e fiducia che contagiava tutta la squadra; non eravamo più sei individui separati, ma un unico organismo pensante: ero in grado di sapere in anticipo cosa sarebbe successo nelle nostre interazioni di gioco.
Era come stare in uno stato di coscienza alterato ma lucidissimo: la sensazione è quella di vivere ad un livello più elevato.
Michael Murphy, pioniere della ricerca sui potenziali umani, nel libro The Physic Side of Sports (1978) sostiene che nel gioco di squadra oltre alla “fortuna” e ai messaggi sensoriali subliminali, ci sia anche un elemento di percezione extrasensoriale (ESP).
Pensate poi a quelle sincronizzazioni emotive di un pubblico allo stadio, ad un concerto, nelle meditazioni di gruppo, nelle manifestazioni di piazza.
Michael Murphy, pioniere della ricerca sui potenziali umani, nel libro The Physic Side of Sports (1978) sostiene che nel gioco di squadra oltre alla “fortuna” e ai messaggi sensoriali subliminali, ci sia anche un elemento di percezione extrasensoriale (ESP).
Pensate poi a quelle sincronizzazioni emotive di un pubblico allo stadio, ad un concerto, nelle meditazioni di gruppo, nelle manifestazioni di piazza.
CAMPI MORFICI E 5 LEGGI BIOLOGICHE
Come si collega tutto questo ambito extra-ordinario con le 5 leggi biologiche?Mi viene da fare una considerazione personale: poichè i conflitti dipendono dalle percezioni biologiche, ci sono percezioni extrasensoriali che sarebbe opportuno considerare e studiare, perchè è molto probabile che influenzino la nostra biologia.
D'altra parte il confine che separa il sensoriale dall’extrasensoriale, il normale dal paranormale, è una convenzione, un confine che nelle epoche si è sempre spostato in avanti mano a mano che l’essere umano acquisiva nuove conoscenze e consapevolezze... oppure, quando le perdeva, venivano assorbite in forma di miti e leggende.
Forse il panico diffuso, generalizzato e perpetrato durante una epidemia può provocare molti esiti nefasti in persone particolarmente sensibili al timore di un contagio… ne abbiamo già discusso molto durante il Covid19, ma questo solo il tempo ce lo svelerà.
Abbiamo già trattato su 5LB Magazine dell’ipotesi del contagio come risultato di una psicosi collettiva.
Ma soprattutto abbiamo messo in pratica e sviluppato queste sensorialità nel nostro Laboratorio di Presenza.
Il mio invito è: sperimenta, sperimenta concretamente senza pregiudizi.
E per sperimentare tutti insieme, non c'è modo migliore che partecipare al simposio che abbiamo organizzato a Firenze per il 4 settembre 2021: Risonanze Biologiche.