Chi conosce le 5 Leggi Biologiche e la prospettiva sulla salute che ne consegue, in genere si pone numerose domande intorno alle epidemie e al contagio.
Infatti, dopo che abbiamo compreso, non senza fatica, le dinamiche che fanno di psiche e corpo una entità inseparabile, è ancora più arduo comprendere le dinamiche che fanno di un intero sistema sociale un unico organismo complesso.
Come avvengono dunque quei fenomeni sintomatici di massa, come ad esempio l'influenza stagionale, che l'odierno consenso scientifico vorrebbe causati da palline invisibili che rimbalzano tra gli individui (teoria che ci fa tornare a Democrito e al clinamen)?
Ma soprattutto perché l'influenza è stagionale?
Proviamo qui a rispondere alla domanda sulla stagionalità di certi sintomi apparentemente collettivi, ovviamente prendendo le mosse dal nostro punto di vista sulla salute, quindi dal presupposto di una natura delle cosiddette "malattie" necessariamente percettiva.
Senz'altro, trattando di sistemi complessi, non ci sarà possibile indicare una singola causa percettiva, bensì dovremo aspettarci una matrice di fenomeni correlati che alla fine produce il risultato manifesto che osserviamo.
LA SCUOLA COME INCUBATORE PERCETTIVO
Una tesi diffusa nel nostro settore è che l'influenza, intesa come fenomeno psicosociale, si generi nelle scuole ricalcando il ciclo didattico settembre-giugno:
Fase 1) Prima vengono i più piccoli, che negli asili e asili nido, e così anche al principio della scuola primaria, vivono diffusamente e con grande predisposizione lo shock per la separazione dalla mamma e dalla famiglia.
Va compreso che, per un così piccolo organismo, il peso percettivo di essere strappato dal nido familiare e scaraventato d'improvviso in un ambiente ostile nel quale deve affrettarsi ad apprendere strategie sociali di sopravvivenza, è abnorme e soverchiante.
Il bambino che, dopo un certo tempo, comincia ad ambientarsi in questa nuova realtà conflittuale e a rilassarsi, entra in fase PCL con febbri, bronchiti, raffreddori e numerosi diversi sintomi annoverati sotto l'etichetta di "influenza" (le mamme conoscono bene questo fenomeno ricorrente!).
Questa ondata di bambini allettati cresce nel periodo ottobre-novembre.
Abbiamo potuto osservare un esempio inequivocabile di questo fenomeno di massa, quando i ragazzi sono tornati a scuola dopo mesi di tortura da quarantena Covid: a fattori invertiti, abbiamo assistito ad una "onda anomala" di sintomi, subito in seguito al ritorno alla normalità dopo un lungo periodo di socialità negata.
Il fatto che l'influenza si diffonda in qualche maniera nelle e dalle scuole, coincide anche con l'osservazione empirica di chi sostiene la teoria del contagio virale.
Per chi non conoscesse le 5 Leggi Biologiche, e quindi non avesse idea del nesso tra stress e bronchiti e/o raffreddori, suggeriamo gli approfondimenti nella sezione eziologia del nostro sito; inoltre il nostro approccio analitico alle etichette diagnostiche come "influenza"; e senza dubbio i primi 7 passi per imparare questa materia.
IL PERIODO DELLE FESTIVITÀ
Fase 2) Intorno a dicembre iniziano a fare sintomi i ragazzi delle scuole medie e superiori, generalmente più adattati alle sfide delle relazioni di comunità , ma ancora poco alla crescente pressione delle interrogazioni, dell'essere sempre più sotto esame e del rischio di rimanere indietro e poi emarginati.La competizione per la sopravvivenza nel setaccio scolastico è dura per tutti, chi più chi meno, e mantiene i ragazzi in una sensazione di precarietà per diversi mesi, tra dicembre e la primavera, finché non sentono di aver fatto il giro di boa e di essersi tratti in salvo.
Non è un caso che le festività di Natale coincidano sempre e inesorabilmente con il fatidico picco influenzale, tanto che ogni anno "gli esperti" non hanno remore a sbilanciarsi in previsioni certissime che sanno di veggenza.
Infatti accade a Natale che ampia parte della popolazione "crolli" in una fase PCL collettiva proprio quando ognuno scende dalla propria "ruota del criceto" e si rilassa.
Questo è vero per gli studenti, così come per tutte le fasce di età e le categorie di lavoratori.
L'EFFETTO NOCEBO MEDIATICO
Fase 3) Qui si alza l'onda influenzale dei genitori e dei nonni, sia per il suddetto meccanismo di allentamento delle tensioni sul campo di battaglia scuola/lavoro, ma anche in grande misura per il pervasivo effetto nocebo che gli organi di informazione distribuiscono senza tregua.
Le credenze costruite intorno al terrorismo del contagio fomentano la paura quotidiana di chi si trova a stretto contatto con un familiare "malato", provocando sintomi reali la cui origine psichica nessuno sarà in grado di riconoscere, corroborando ulteriormente la credenza del contagio virale.
Abbiamo analizzato spesso questo fenomeno di "suggestione", che noi chiameremmo più propriamente "sentito biologico", né più né meno.
L'effetto nocebo è molto studiato, qui un nostro articolo di riferimento: Le cose a cui credi possono farti ammalare - il sensazionalismo mediatico.
IL CAMPO MORFICO
In tutto questo intreccio complesso, trattando di fenomeni collettivi non possiamo fare a meno di affrontare il concetto di campo morfico.L'ho già fatto altrove e spesso, da diversi punti di vista e con diverse terminologie: campo morfico o morfogenetico, social field, sesto senso, risonanza, contenimento... sono espressioni che indicano la capacità di un sistema vivente di sintonizzare, ovvero mettere in fase, le oscillazioni dei propri componenti.
In parole povere, gruppi di esseri viventi interconnessi tenderebbero ad allineare le proprie percezioni ed emozioni, e più sono intimi, più questa sintonizzazione è forte.
Ciò, ovviamente, configura anche una sintonizzazione fisica sintomatica, secondo leggi della natura con un senso biologico di specie. Ho già approfondito questo tema nell'articolo Processi biologici collettivi, epidemie, tumori 'contagiosi'.
Probabilmente è per questo che spesso osserviamo famiglie, gruppi di amici o colleghi che manifestano sintomi uguali in tempi coincidenti, nonostante ognuno possa percepire uno stesso evento in una moltitudine di modi diversi.
Per chi ha studiato con noi un po' di elettrodinamica dell'acqua, spiego meglio di cosa si tratta: un campo sociale morfico sarebbe quell'ente omologo al campo elettromagnetico che si genera da un dominio di coerenza di molecole d'acqua.
É un campo che emerge dal fatto che si è costituita una collettività (di molecole o individui), e al contempo lo stesso campo plasma la forma della collettività da cui emerge.
In sintesi estrema: i componenti di una comunità sociale condividono una "oscillazione emotiva" che può in una certa misura coordinare la loro fisiologia speciale.
Non penserai di poter affrontare il nuovo millennio senza un bagaglio minimo sull'elettrodinamica quantistica della materia vivente, vero??
NON SOLO SCUOLA E FESTIVITÀ
Perché per indagare il contagio apparente e la stagionalità dell'influenza parlo proprio di scuola?
Prendiamo in considerazione i tempi cadenzati del ciclo scolastico annuale perché è un fattore significativo della nostra epoca, è un campo conflittuale che coinvolge soggetti suscettibili (i bambini) e di riflesso l'intera popolazione.
É chiaro però che di epidemie importanti ce ne sono state innumerevoli e diverse nella storia, in seguito a ben più significativi eventi traumatici di massa come guerre, invasioni e catastrofi naturali.
Quindi attenzione, ogni fenomeno psico-sociale va calato nel suo tempo.
DAL GENERALE AL PARTICOLARE
Ora abbiamo fatto una serie di congetture generali intorno alle ondate sintomatiche invernali (dette "influenza"), tuttavia nella pratica non dimenticare che le 5 Leggi Biologiche si applicano sempre e solo sul singolo sentito personale, che assume sfumature sempre uniche e sorprendenti.
Quindi è vero che la stagionalità delle scuole e delle festività ha senza dubbio un peso epidemiologico, che si intreccia in modi imprevedibili con l'emersione di una struttura complessa di campi morfici, il tutto schiacciato da un grave effetto nocebo di massa che diventa una eggregora pesantissima... (e possiamo immaginare quanto lo sia diventata negli anni post Covid); eppure, nonostante tutto questo, ti suggerisco di valutare questi fattori psico-sociali con il solo fine di spiegare un fenomeno sistemico in modo riduzionistico, e non per affrontare casi individuali.
É importante perché altrimenti si gettano le 5 Leggi Biologiche nella approssimazione, mentre sono invece lo strumento di massima precisione per l'esplorazione della psiche umana.
Per esempio io faccio così: quando in una classe di bambini "la maggioranza ha preso l'influenza", prima di tutto:
- voglio sapere quali sintomi ogni bambino ha manifestato, perché un naso che cola è diverso da una bronchite, che è diversa da una laringite, che è diversa da un mal di pancia, che è diverso da un indolenzimento muscolare... non esiste "influenza", ogni bambino avrà fatto un sintomo specifico correlato alla sua storia personalissima.
Se chiudessimo il discorso con una sentenza come "soluzione da separazione di gruppo" (magari dalla maestra), piuttosto che "sono tutti sintonizzati al campo morfico", faremmo una illazione senza alcun elemento concreto, che ci impedirebbe qualsiasi comprensione sia del sentito biologico particolare di un singolo bambino, sia delle 5 Leggi Biologiche in generale.
- dopodiché a volte non potrai fare a meno di notare una massiccia concomitanza di sintomi dello stesso tipo in uno stesso momento, e ciò ti indicherà quanto siano stati rilevanti gli ingredienti sistemici che ho descritto sopra.
Allora quando hai a che fare con sintomi reali, tuoi o di un tuo caro, mettiti sempre nella disposizione interiore che serve ad accedere in punta di piedi in un mondo in cui non valgono supposizioni né regole generali.
PS: in un articolo del 2020 avevo proposto un'altra ipotesi che risponde alla stagionalità strettamente invernale di certi sintomi, e anche ad un presunto aumento di produzione di esosomi nel corpo.
Dicevo così: - se, con screening annuali, scoprissimo che queste curve sono naturali e spontanee in certi periodi dell'anno... la stagione calda potrebbe forse rappresentare una Fase Attiva collettiva nel ciclo annuale, mentre la stagione fredda una PCL di riposo, cioè una condizione simile al letargo, durante la quale le cellule umane rilasciano una maggiore quantità di esosomi?
Dicevo così: - se, con screening annuali, scoprissimo che queste curve sono naturali e spontanee in certi periodi dell'anno... la stagione calda potrebbe forse rappresentare una Fase Attiva collettiva nel ciclo annuale, mentre la stagione fredda una PCL di riposo, cioè una condizione simile al letargo, durante la quale le cellule umane rilasciano una maggiore quantità di esosomi?
E quindi, aggiungo, il corpo manifesta più sintomi vagotonici...