L'illusione delle terapie geniche alla luce della fisica moderna

Mauro Sartorio
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Da dove nascono i problemi alla radice dell'odierna medicina?
Ai piani superiori, diremmo, nelle scienze gerarchicamente superiori da cui la medicina deriva, a cominciare dalla chimica, alla biologia fin su alla fisica.
Infatti la fisica classica del 1800 concepiva i corpi come un insieme di molecole, ritenute isolabili, studiabili separatamente e inerti
È da questa concezione del mondo e della vita che sono derivati i fondamenti dell'odierna biologia molecolare, la quale a cascata ha equipaggiato la medicina degli strumenti con i quali progetta ancora oggi le proprie terapie.

Eppure da circa un secolo la fisica classica si è infranta sugli scogli della termodinamica, contro quesiti che non poteva spiegare e risolvere, lasciando spazio allo sviluppo della quantistica.
Questa nuova fisica ha stravolto la concezione degli atomi, delle molecole e dei corpi, al punto che niente può più essere pensato come isolabile né tantomeno inerte.
La quantistica ha aperto a nuove teorie di campo, alla comprensione dei sistemi complessi, delle qualità da essi emergenti, e infine alla comprensione della materia vivente.
Se quindi la fisica classica può studiare le parti di un ente, non possiede però gli strumenti necessari alla comprensione di quella entità corale e unitaria che emerge dalla materia vivente.

Per questo in 5LB Magazine facciamo spesso riferimento alla quantistica dei campi come modello teoretico da cui germogliano in successione una biologia molecolare e una medicina del tutto rinnovate, e da cui, per molti versi, conseguono prassi sanitarie antitetiche a quelle attuali.
Come dice Emilio del Giudice, la quantistica non studia gli oggetti né l'essere, bensì il divenire: allora anche la prassi terapeutica che ne deriva avrà come oggetto non gli oggetti, bensì il campo relazionale in cui essi divengono.

Allora, essendo estremamente brevi, partiamo dalla fine 800 inizi del 900 in cui insieme a tante altre cose ci fu proprio nel campo della biologia lo scontro tra due partiti: il partito delle molecole e il partito cosiddetto "vitalista", espressione che poi nel secolo successivo è stata usata da molte cosiddette "grandi menti" come un'espressione di dispregio.
Le due scuole si concentravano: la scuola vitalista sul fatto che la materia vivente era caratterizzata da un comportamento unitario, cioè sostanzialmente non analizzabile in eventi singolari - finché ovviamente rimaneva il carattere vivente. Cioè l'analizzabilità in termini singolari/molecolari diventava possibile solo dopo la morte dell'organismo in questione. 
I capiscuola di questa stanno in Germania, partono da Weber e Fechner, autore di un famoso principio - non a caso - il principio del minimo stimolo, che vuol dire che per avere un grande effetto su un organismo vivente lo stimolo deve essere il più piccolo possibile, mentre invece stimoli grandi possono avere effetti spettacolari e transitori ma certamente nel lungo periodo sono dannosi per l'organismo.
Poi ci stavano personaggi come Driesch e da questi nacque la scuola russa in cui si mise in evidenza che tutti gli organismi viventi - finché viventi  - emettevano delle forme di radiazione di tipo elettromagnetico estremamente deboli, quindi non immediatamente percepibili dalla tecnologia esistente, che però svolgevano una funzione di direzione. Per esempio quando questa radiazione emessa da una radice di una pianta colpiva un'altra radice, generava nella radice colpita nuovi processi biologici, quindi è un'azione efficace. 
Ed è possibile che attraverso queste radiazioni i vari organismi viventi si mettano in contatto tra di loro. [vedi Campi Morfici]
L'eroe di questi esperimenti era lo scienziato russo Gurvich, il cui nome è abbastanza noto nell'ambito della divulgazione scientifica. 

L'altro partito invece - il partito delle molecole - vede l'organismo vivente come un insieme di molecole. 
E nessuno nega che lo sia, però qual era il punto fondamentale: che queste molecole erano in principio isolabili l'una dall'altra
Ecco questo era il punto. Per cui l'azione su una particolare struttura molecolare aveva un effetto (si suppone in questo approccio) indipendente dalla esistenza delle altre parti dell'organismo. Cioè è possibile agire su questa parte indipendentemente da tutte le altre.
Questo secondo partito con la seconda guerra mondiale e poi soprattutto con lo sviluppo dell'industria farmaceutica - la quale ovviamente, siccome produce molecole e intende venderle, è interessata al successo di questa seconda visione rispetto alla prima, perché mentre nella prima uno deve intervenire non con la filosofia del principio attivo, che quello e solo fa una certa cosa... io sono rimasto stupefatto quando ho letto su un giornale che era stato scoperto il principio molecolare che fa venire la voglia di fumare.
Allora mi sono chiesto: ma dato che il fumo esiste solo da 500 anni da quando è stata portata in europa la pianta del tabacco dall'America, questa molecola prima di 500 anni fa cosa faceva?
È possibile che questa molecola andasse a rompere le scatole alla molecola collega che presiedeva al desiderio dei viaggi e dell'avventura, affinché si affrettassero a scoprire l'America in maniera che anche lei aveva qualcosa da fare.

Va bene è chiaro che attraverso questa strada si arriva alla follia. 
Oltretutto c'è da capire come fanno tutte le molecole del nostro corpo a cooperare. Perché nessuno può negare che il comportamento del nostro corpo è unitario, cioè non è che le molecole che stanno nel naso si comportano in modo indipendente da quelle che stanno nella lingua e quelle che stanno nel fegato: è necessario che si informino reciprocamente
E come fanno a informarsi se debbono usare i mezzi convenzionali dell'informazione, per esempio onde elettromagnetiche?
Siccome tutte queste informazioni costano energia, la bolletta energetica che il nostro organismo dovrebbe pagare per rimanere unitario per tutta la vita sarebbe sterminata, spaventosa... ma non basterebbe una centrale nucleare ad alimentare tutti questi scambi di informazioni. 
Quindi questi scambi di informazioni vuol dire che avvengono a un costo energetico infinitesimo. 
E come è possibile che questo accada, sulla base delle concezioni esistenti? 
Beh nell'ambito della fisica classica non è assolutamente possibile, e il file si chiude lì

Però per fortuna ad inizio del nostro secolo i fisici (o almeno alcuni di essi) hanno scoperto che la fisica classica era sbagliata
Altre volte gli anni scorsi ho parlato di questo, non è necessario tornarci sopra: la fisica classica è sbagliata, chiuso basta, non se ne parla più.
Allora passiamo alla fisica nuova, la fisica quantistica.

Qual è la differenza fondamentale tra le due fisiche? Nella fisica classica la materia è concepita come inerte, cioè che se uno vuole farle fare qualcosa deve esercitare delle forze; se non esercita forze non succede niente, cioè la materia è passiva.
E qua entra in campo la fisica quantistica, la quale ci dice che sostanzialmente la materia non è inerte.
Mentre nella fisica classica vale il principio d'inerzia, per cui un corpo isolato - notate bene: deve definire un corpo isolato, cioè un corpo non soggetto a forze - si muove di moto rettilineo uniforme per l'eternità, fino a che non intervenga una forza che lo fa deviare.
Invece nella fisica quantistica la materia e il movimento non possano essere separati, e quindi la materia ha una sua intrinseca oscillazione
È questo il punto. Del tutto casuale, cioè fa tutte le possibili oscillazioni. 

Bene allora, stando così le cose, la cosa fondamentale che la fisica quantistica studia non è l'essere ma il divenire
Cioè non sono gli oggetti intesi in modo ontologico cioè qualcosa che esiste di per sè, ma sono gli oggetti che divengono grazie alla loro oscillazione.
Però qua si apre una nuova grande possibilità, come capì uno dei padri, Nernst già nel 1916: la possibilità che le oscillazioni dei vari oggetti separati (che in principio se gli oggetti sono separati non si connettono tra di loro) si possano connettere tra di loro, si possano sintonizzare. 
Cioè nel 1916 venne posta questa domanda: possono le oscillazioni spontanee dei differenti oggetti che esistono dell'universo sintonizzarsi tra di loro e quindi dar luogo a una oscillazione comune di tutti questi oggetti, che diventa quindi l'identità dell'oggetto collezione-di-oggetti? 
Cioè un oggetto complesso acquista la sua identità perché i componenti, le parti, gli atomi (usiamo questa cattiva parola) che formano quell'oggetto hanno sintonizzato i loro movimenti.

La cattiva abitudine di esaminare i cadaveri non dà grandi progressi perché il passaggio dal vivente al cadavere ha una trasformazione così grande che quello che uno impara sul cadavere non ha grande importanza per capire il vivente.
Questo è stato capito solo recentemente, che la scienza del cadavere non è la biologia. Fonte: Conferenza di Emilio Del Giudice - Università degli Studi di Milano Bicocca


Quanto tempo sarà necessario affinché il paradigma della nuova fisica sia concretamente acquisito dalle scienze derivate?
A ben vedere tutto ciò che serve è già qui.
Il lavoro del dott. Paolo Renati in 5LB Magazine ci ha permesso di acquisire questo passaggio fondamentale, come non era mai stato fatto prima, dalla quantistica alla medicina e fino alle 5 Leggi Biologiche, che sono una inevitabile qualità emergente della materia vivente.


CANCRO E GENETICA

Dai postulati della odierna biologia molecolare deriva quindi una tecnica, l'ingegneria genetica, che suppone di poter modificare a piacere le molecole con il fine di impedire al sistema vivente di comportarsi in un certo modo.
Come ci ha insegnato il prof. Alessandro Giuliani, l'approccio genetico al cancro equivale a volere risolvere il problema del traffico intervenendo sul motore delle automobili.

Secondo voi esiste il traffico? Io che vivo a Roma dico sì, esiste il traffico.
Ma un traffico di che è fatto? Di automobili! 
Ma se io apro un'automobile e trovo dove sta lo spinterogeno..."da dov'è che viene il traffico, così lo togliamo da questa macchina..."
Chiaramente è fatto da automobili, ma un'automobile non fa il traffico: c'è bisogno di un certo numero di automobili e di una strada sufficientemente stretta perché questo fenomeno si generi. 
È un fenomeno reale? Sì.
Dov'è la sua base materiale? Ah...non lo so.

Per studiare il traffico e i flussi è molto meglio conoscere dove vivono le persone, dove vanno a lavorare e quali sono gli orari di ufficio, piuttosto che conoscere le automobili.
Se conosco tutto della meccanica di un'automobile, sto a zero sulla conoscenza del traffico.

Questo ci dice una cosa: che questi fenomeni emergenti (che poi vuol dire solamente che cominci a vederli quando hai abbastanza roba) che sono la maggioranza, hanno bisogno di essere conosciuti a una particolare scala di grandezza. 
E uno è il cancro: se io prendo l'espressione genica... come sapete noi abbiamo circa 30.000 geni e ognuno si muove su quattro ordini di grandezza di espressione.
Ebbene non ce n'è uno che sia più alto nei tumori è più basso nei tessuti normali.
Ma se io li vedo tutti insieme - questa è una rappresentazione per cui immaginatevi ogni piccolo pixel è un gene, blu vuol dire poco espresso, rosso molto espresso - l'intera configurazione permette di separare molto bene i tumori dal tessuto normale. Ma non ce n'è uno che è diverso, ma tutti quanti insieme sì, la configurazione sì.

Ora cosa vuol dire configurazione, è un concetto tomista-aristotelico, vuol dire "forma". Che la biologia moderna per parecchio tempo ha snobbato, ha detto "no è un epifenomeno, chissenefrega cos'è la forma, si vede che ancora non ne sai abbastanza".
In realtà anche i patologi diagnosticano il cancro guardando al microscopio, cioè osservando le forme.

Questi sono l'espressione genica di 23.000 geni di un tumore alla mammella.
La riga X è un tumore e anche la riga y è un tumore di un'altra persona. 
Ma se fosse sana non sarebbe molto diverso.
Questi sono logaritmi quindi si muovono su tre ordini di grandezza e questi 23 mila geni sono molto correlati, vedete, si mettono lungo una linea. 
Questo se io vedo l'intero genoma. Questa è una forma, esattamente come i triangoli, ho dei rapporti fissi per ogni gene.
Se io vado a ingrandire questa figura e vado a vedere questa cosa piccolina, 
questa correlazione non la vedo più, vedete? Questi si dispongono casualmente. 

Questo non è misterioso: se io faccio a pezzi quel tavolo, vi aspettate che trovo tanti piccoli tavolini? No. 
Così come se io faccio a pezzi qualsiasi altra cosa, se faccio a pezzi una sedia non è che fa tante sedioline.
Bene questa cosa che è normale, quando uno fa lo scienziato gli sembra una cosa strana.
In realtà tutte le correlazioni hanno una scala, quindi la struttura qua è importante sull'intero genoma: se io mi vado a fissare dentro uno di questi geni, cercando il gene che mi spiega tutto sto facendo con lo stesso mestiere di uno che cerca il tavolino piccolo facendo a pezzi di tavolo grosso. È una scala sbagliata!

Andiamo avanti: fondamentalmente ci stanno 200 tipi di tessuti su 23mila geni e quattro ordini di grandezza, cioè pochissimi. Il che significa che non possiamo fare tutto, ci sono poche configurazioni ammesse
Ora, cos'è che definisce quali sono quelle ammesse?
I fisici dicono "c'è un campo energetico, lì c'è un minimo [termodinamico NDR]". 
Questo campo noi ancora non lo conosciamo e dovremmo cominciare a conoscerlo se vogliamo effettivamente cambiare passo nella ricerca, perché siamo rimbambiti a guardare quei puntini piccoli piccoli che stanno là, cioè stiamo su questa scala che è una scala dove domina il rumore. 

Questo la gente l'ha capito.
Adesso, al di là di quello che uno legge su La Stampa, il Corriere della Sera o cose di questo genere, questi sono dei titoli (tra i migliaia che ci sono) delle riviste scientifiche più importanti.
Questa è Nature: "L'illusione della oncologia di precisione".
Se voi leggete sulla divulgazione normale vi dice "il futuro è la medicina di precisione": nel 2016 questa era normalmente considerata una illusione. 

Journal of National Cancer Institute: non c'è più l'idea della cellula che impazzisce, la teoria nuova dei tumori - stiamo cercando di ricominciare daccapo su questa cosa - è una teoria di campo, cioè del micro-ambiente, non della cellula che impazzisce. [teoria TOFT, NDR]

"Deflating the genomic bubble", che vuol dire in termini un po' economici "si è sgonfiata la bolla della genomica". "Che cosa succede quando grandi idee smettono di funzionare": Jama, questa è la rivista medica più importante. 

Questo è il giornale interno dell'università Ivy League che dice "in mezzo a una marea di falsi risultati della ricerca, l' NIH cerca di riformarsi": l'NIH ha scoperto che il 90% della ricerca sui tumori non è riproducibile [approfondisci].

Nonostante tutto, come dice Giuliani, sui giornali si continuerà a leggere che la genomica è il futuro.
Non che lo studio dei geni sia inutile, ma lo diventa all'interno di un quadro scientifico il cui perimetro sono una fisica, una biologia e una medicina rimaste al molecolarismo ottocentesco.

Notizia di questi giorni, tra le tante quotidiane: la tecnologia si arma di Intelligenze Artificiali capaci di processare l'enorme mole di informazioni scritte nel DNA.

La nuova intelligenza artificiale di DeepMind può prevedere le malattie genetiche. Fonte: Wired
Nel codice genetico si nascondevano milioni di potenziali colpevoli, sotto forma di mutazioni del dna in grado di creare scompiglio nella biologia di un individuo. 

Notare il linguaggio: colpevoli, mutazioni, creano scompiglio...
Come siamo abituati a osservare da queste pagine, un conto è se si osservano tali morfologie geniche "alterate" come elementi partecipanti al grande coro del sistema vivente... così come quando nel traffico vedi spesso le quattro frecce lampeggianti, o puoi rilevare che molte auto hanno la temperatura dell'acqua di raffreddamento molto elevata... sono caratteristiche peculiari del traffico; 
ben altro conto è se concepisci queste morfologie come mutazioni inspiegabilmente difettose e da correggere. 
Le frecce lampeggianti e l'acqua bollente nel motore potranno mai essere la causa del traffico?
Ciò che si osserva è oggettivo, ma il paradigma di fondo gli può attribuire un significato molto diverso.

Peraltro, come lo stesso Giuliani ribadisce, nel cancro le cellule non impazziscono! 
Come potrebbe trattarsi di una mutazione provocata da un errore casuale di trascrizione, quando le morfologie tissutali cancerose sono definite in poche forme attrattori
La mucosa intestinale fa adenocarcinomi a cavolfiore o a crescita piatta tipica dei tessuti endodermici, non fa altre forme a caso! 
L'epidermide fa forme "cancerose" tipicamente ectodermiche, fa proliferazioni connettivali "indifferenziate", non altre!
Non c'è alcuna casualità di errori accidentali, sono funzioni specifiche e sensate!
Per questo quando integri fino in fondo questo paradigma della salute, smetti di credere che l'inquinamento o l'alimentazione faccia impazzire le cellule provocando il cancro, perché il cancro è necessariamente frutto di una reazione percettiva che riconfigura la morfologia dei tessuti in modo specifico e sensato.


Non smetterò di ringraziare Paolo Renati che sta infaticabilmente costruendo un ponte tra la nuova fisica e la biologia, aiutando tutti noi ad avere una chiarezza sempre più limpida su questo storico passaggio scientifico. 
Ti consiglio di entrare in questo mondo cogliendo l'occasione dei suoi corsi e seminari.
Il prossimo 14-15 ottobre ce ne sarà uno a Pordenone (info qui a fondo pagina).

Di seguito un breve intervento in cui Paolo cita una tra le sue pubblicazioni più significative sull'argomento: Relationships and Causation in Living Matter: Reframing Some Methods in Life Sciences? (Relazioni e causazione nella materia vivente: riformulare alcuni metodi nelle scienze della vita?)




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