L'importanza vitale della corrente 'negazionista' di Covid-19

Mauro Sartorio
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Negazionismo
Ti chiamano negazionista, no mask e complottista con lo scopo ben poco dissimulato di ridurre la tua visione del mondo ad una banalità semplicistica, superficiale, demenziale. 
Ti dipingono come lo scemo del villaggio, uno stupido paranoico, così ti fanno fuori dalla discussione. 
Hanno impresso a fuoco nella carne di gente estremamente curiosa il marchio di infamia "terrapiattisti", così insieme a loro possono buttarti nella fossa comune di tutto ciò che è senza dignità.

Questi sono atti di viltà, violenza e discriminazione, che quando diventano di massa assumono la natura del regime totalitario, che sopprime la dignità all'essere umano.
Ironia della sorte (o forse è la dinamica normale di questi fenomeni) chi resiste e denuncia il regime totalitario viene oggi etichettato negazionista, che sarebbe al contrario il termine appropriato per chi negherebbe le malefatte del regime di inizio secolo scorso.
Ironia, ma forse una strategia sofistica più o meno cosciente.

Invece dentro quelle fosse comuni del "negazionismo di Covid19" non c'è una paranoia sgrammaticata, ma una sterminata e poliedrica ricchezza di pensiero e soluzioni, che è patrimonio dell'umanità.
Il problema Covid19 è talmente sistemico che, al contrario di ciò che vorrebbe apparire, è proprio la narrazione propagandistica totalitaria a voler ridurre tutto a qualcosa di elementare che faccia presa sulle menti più semplici, benché sia falsa. 
La narrazione intorno a quei grafici, che ci escono dagli occhi per quanti ne abbiamo visti, che pretenderebbero di rappresentare la presenza nella popolazione di un virus, è proprio la lettura più superficiale possibile, semplicistica, infantile e a questo punto delle cose surreale.


Al contrario, chi è oggi additato di "negazionismo", non vede affatto le cose in modo così banalizzato e in una sola dimensione.

Non si può infatti pensare che quei grafici parlino di un virus: necessariamente parlano di un complesso sistema a variabili illimitate. Molte delle quali occulte e ignorate.

I fattori di cui abbiamo già trattato e che ritengo più significativi sono:

- la bassissima affidabilità del test che determina i valori che disegnano quei grafici.
Abbiamo ben compreso e argomentato che il test PCR (detto "tampone") non dovrebbe essere usato come strumento di screening.
L'abuso che se ne sta facendo fa sì che i grafici dei contagi non abbiamo alcun valore scientifico e quindi non rappresentino nulla.

- i numeri degli ospedali, molto più concreti e misurabili, sono principalmente sostenuti dalla gestione sanitaria territoriale e dalla psicosi sociale.
In poche parole molte persone con un qualsiasi sintomo stagionale sono male assistite dai medici di famiglia, si accodano negli ospedali e in periodi diversi da questo non sarebbero mai state ricoverate.
La pressione mediatica è elemento cardine. 

Come conferma il dott.Zangrillo dalla prima linea: 
Zangrillo

"Sì alla corretta informazione e NO al sensazionalismo mediatico, perché solo il primo produce un flusso ordinato al pronto soccorso e una gestione ottimale dell'assistenza clinica. 
Dal sensazionalismo mediatico derivano angoscia, disorientamento, somatizzazione e abbandono dei pazienti
Questo produce un flusso caotico nei pronto soccorso che a sua volta crea una inefficiente gestione clinica dei pazienti Covid e non Covid, arrivando al 'blackout' dell'ospedale".
Fonte: AdnKronos

Il fenomeno si retroalimenta con gravi conseguenze iatrogene e grave impatto sulla salute della popolazione.
Questi fattori psico-sociali (5LB docet) e sanitari non sono rappresentati in nessun grafico dei ricoveri e dei decessi, ma in realtà vi partecipano in grandissima proporzione.
Insomma la questione è così tanto sistemica che è di una profonda ingenuità immaginare che tali grafici rappresentino un virus.
Le istanze di chi è buttato nella fossa comune del "negazionismo" sono invece per nulla ingenue e molto articolate, tanto che cambierebbero radicalmente sia l'interpretazione dei dati sia l'approccio politico e sanitario alle cose.
Ma è proprio questo che un potere politico, sotto pressione per responsabilità umanitarie crescenti, cerca di evitare degenerando nella violenza totalitaria.


Alcune comunità scientifiche internazionali si sono recentemente organizzate per opporsi a questa politica globale che pare seguire con il paraocchi una sua propria agenda nascosta. 
Una politica che oggi potremmo definire a tutti gli effetti "negazionista" della scienza.
Eccone alcuni link di riferimento: 

Covid19 non è un virus. É un fenomeno sociale

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