Recentemente ho voluto avvicinare le 5 Leggi Biologiche alla permacultura perché - dicevo e confermo - i due mondi hanno tanto in comune: L'importanza dei microbi in Permacultura e 4° Legge Biologica.
Oggi tratto della velleità, condivisa da questi due mondi, di arginare quella cultura di morte e distruzione che pervade l'ambito della salute così come quello dell'agricoltura perché, evidentemente, alla base vi è una incomprensione radicale della biologia e in generale della vita.
Parliamo di una mentalità che:
- concepisce gli organismi viventi come ambienti asettici che, per essere protetti dalle malattie, devono essere sterilizzati e isolati;
- considera anomalia qualsiasi deviazione da una normalità convenzionale, a cui va dichiarata guerra;
- in sostanza suppone che la natura sia insufficiente a se stessa e persino "sbagliata", cosicché sarà necessaria una tecnica umana per correggerla.
Nel mondo delle 5 Leggi Biologiche conosciamo bene questa mentalità violenta, massimamente arrogante e dilagante che, in una lotta bendata a mostri e fantasmi come cancro e virus, devasta tutto ciò che pretende di curare.
Forse però non tutti si rendono conto che questa stessa mentalità distrugge ogni giorno anche gli ecosistemi naturali, quell'ambiente che nella nostra epoca si pretende di proteggere al grido di "salviamo il pianeta!".
Allora per capire meglio di cosa parlo, faccio ora la revisione di un paio di notizie di giornale che mi sono capitate fra le mani in questo periodo.
La prima:
Una linea industriale hi-tech per l'agricoltura a basso impatto
Fonte: Il Sole 24 Ore
"Un processo replicabile e controllato consente di produrre vegetali al chiuso consumando il 95% di acqua e il 90% di terra in meno, senza ricorrere a pesticidi e additivi chimici".
Fin qui ci piace, chi non vorrebbe ridurre il consumo di risorse del 90% e produrre cibo senza chimica? Dal titolo sembrerebbe straordinario.
Le intenzioni sono molto nobili:
"creare un processo per la produzione di prodotti vegetali di qualità e buoni, senza chimica, fertilizzanti, pianificando tutto" [...].Una ricetta di terreni creata in laboratorio, senza aggiunta di componenti chimiche. [...] Semi selezionati in tutto il mondo."
Bello, va bene.
"L'agricoltura esce dal suo habitat naturale, il pieno campo, diventa industriale e si fa processo [...] replicabile all'infinito e senza margine di errore. L'antitesi dell'agricoltura tradizionale, fallace per definizione."
Qui si comincia a sentire odore di presunzione.
"Siamo andati controcorrente rispetto all'agricoltura in campo aperto che cerca semi resistenti, noi vogliamo semi di qualità. Non abbiamo bisogno di difese, nel nostro stabilimento non esistono intemperie, malattie delle piante, microbi o batteri. Il processo si svolge in ambiente asettico. Per entrare nel cuore dello stabilimento si indossano tute, mascherine e calzari".
E qui crolla tutto il castello.
"Asettico", "sterile", "isolato"... non sono parole che possono indicare qualcosa di vivo.
La vita è fatta di micro-organismi, di relazione, di biodiversità: più isoli e uccidi biodiversità, più indebolisci la vita.
Qualcuno si chiederà "E i microbi patogeni?".
Questa non è una domanda che si può porre qui, in 5LB Magazine.
Studiare la 4° Legge Biologica e andiamo avanti.
"Negli impianti 14 microclimi diversi e variabili, tailor made per le piante. Il controllo dei parametri avviene 24 ore su 24 con sensori e i dati sono elaborati in tempo reale."
Così come la crescita delle piante, l'impacchettamento e la distribuzione sono altrettanto controllati e automatizzati.
Non c'è niente di male in questo, se non fosse che la concezione della vita e della salute è distorta da quella mentalità dell' "asettico, pulito quindi sano" che è una allucinazione che ci trasciniamo fin da Pasteur.
Come credete che finirà questa storia?
Io la vedo così: le piante si indeboliranno al punto che cominceranno ad ammalarsi, coperte di processi batterici e fungini che nessuno comprenderà da dove siano mai potuti venire, e qualcuno sarà costretto a ipotizzare una contaminazione, una qualche infiltrazione, un guasto nei sistemi di aerazione o magari un incauto dipendente con le scarpe sporche avrà introdotto qualche virus malefico.
Mi vengono in mente le contorsioni cerebrali con le quali si è tentato di giustificare il dilagare di Covid in condizioni di quarantena totale.
I microbi non sono aggressori, tantomeno vengono chissà da dove: il micro-organismo è parte di ogni sistema vivente (e dell'ecosistema) e si attiva quando serve!
Quindi nella fattispecie una pianta si "ammala" non perché è assalita da qualcosa, ma perché è sotto stress! (la dico così in modo facile ma non è appropriato: ti suggerisco di studiare la 4° Legge Biologica.).
A causa di un terreno o una posizione non adatti, o per un clima sfavorevole, o per una carenza nutrizionale, o per una carenza di organismi simbionti...e altri possibili motivi.
Passiamo ora alla seconda notizia da revisionare:
Multe e controlli per chi non rimuove le erbe infestanti: ultimatum ai proprietari terrieri.
Fonte: Orizzontenergia
Cosa succede: a Viterbo una ordinanza del comune intima di rimuovere le cosiddette erbe infestanti da tutti i terreni pubblici e privati, con un limite di tempo di 15 giorni, oltre il quale scattano le multe.
Ora io capisco le buone intenzioni e certe condizioni particolari delle strade che possono dare problemi concreti ma, anche qui, prestate attenzione al tono e ai messaggi che sono veicolati nella notizia:
"dichiarazione di guerra a tutte le erbacce infestanti della città, sia pubbliche che private. [...] occorre lo sforzo di tutti i cittadini, il comune ha stanziato 100 mila euro per acquistare diserbante chimico e meccanico.[...] I privati devono fare la loro parte, è una questione di sicurezza, l'incuria non è più tollerabile. è anche una questione di immagine [...] di decoro urbano.Si tratta di vegetali che crescono spontaneamente e che generano diversi danni.Queste infatti sottraggono acqua, luce e nutrienti alle piante coltivate, e in un periodo storico così difficile dovuto ai cambiamenti climatici e al rischio siccità, occorre intervenire tempestivamente.[...] La strategia migliore per combatterle è la prevenzione."
Guerra e distruzione dunque, con armi chimiche capaci di sterilizzare l'ambiente da una sorta di malattia chiamata "erbacce infestanti" (che mi ricorda tanto il "cancro infiltrante").
Prima di tutto se ne fa una questione di pulizia e decoro, richiamandosi ad un principio estetico, frutto di una aberrazione mentale che aspira ad un mondo morto e asettico.
E poi se ne fa una questione di salute ambientale, perché i vegetali fanno danni, dicono, sottraendo acqua e nutrienti, alimentando la siccità.
E qui, proprio come nei confronti delle cosiddette "malattie", una ignoranza capitale disconosce il senso biologico delle cose: la vegetazione spontanea è niente altro che uno strumento di arricchimento del suolo e non il contrario, di immagazzinamento di acqua e non il contrario, un vestito che la natura indossa per accelerare la moltiplicazione di microorganismi, la microfauna, i nutrienti... in definitiva per generare vita.
La vita è abbondanza, relazione e biodiversità, non il contrario.
Invece il suolo nudo a cui aspira la mentalità "asettica e pulita" provoca proprio ciò che pretende di curare: impoverimento del suolo; distruzione di biodiversità, della catena alimentare, degli insetti impollinatori; incapacità di trattenere l'acqua e quindi siccità, incendi, alluvioni, erosione di suolo.
Ci ricorda qualcosa questo approccio che, nella pretesa di curare, è invece portatore di morte?
Che nella ostentata pretesa di portare pace, porta invece violenza, guerra e devastazione?
Che nella pretesa di proteggere dal male, instaura una dittatura della medicalizzazione?
Spero che sia chiaro: non sto dicendo che non si può addomesticare la vegetazione e tagliare l'erba.
Metto invece l'accento sulla cultura della eradicazione che infesta tutti gli ambiti della nostra società, dalla medicina (eradicare le malattie), all'agricoltura (eradicare ciò che "non serve") alla politica (eradicare i regimi ed esportare democrazia); che ogni giorno provoca danni abnormi ma occulti, perché non è riconosciuta, e molte persone in buona fede se ne fanno anche promotrici senza accorgersi delle conseguenze.
L'apoteosi Covid è stato un esempio tra i più eclatanti, e il lockdown globale ne è l'emblema.
Ti invito a tornare a leggere l'articolo "Eradicazione delle malattie: il delirio finale di una medicina che ha dimenticato la salute."
Ecco perché dico spesso che le 5 Leggi Biologiche sono una rivoluzione che va ben oltre la medicina, sono una conoscenza che deve essere acquisita alle fondamenta della nostra civiltà.
E prossimamente approfondiremo meglio questi aspetti, un'altra volta con Pietro Zucchetti, toccando i punti di contatto tra la visione ecosistemica in permacultura e quella della salute con le 5 Leggi Biologiche.