Come fare profitti enormi con un farmaco inutile e dannoso, sfruttando le autorizzazioni accelerate.

Mauro Sartorio
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IL CONTESTO

Dagli anni '90 è stata introdotta dagli enti regolatori farmaceutici (FDA in primis ed EMA poi) una procedura di autorizzazione accelerata (detta anche Fast Track) che essenzialmente allarga le maglie dei requisiti minimi di efficacia e sicurezza per farmaci ritenuti di notevole interesse sociale, soprattutto quando non esistono trattamenti per le condizioni patologiche che ambiscono a curare.

Durante la pandemia Covid larga parte della popolazione ha imparato a conoscere questo tipo di autorizzazione emergenziale, che ha permesso ai famosi farmaci ad mRNA di essere immessi sul mercato e persino di essere imposti in forza di legge, nonostante non vi fossero (e non vi siano ancora) evidenze di efficacia e sicurezza.

In un mondo ideale nel quale ogni paziente è pienamente informato, capace e libero di prendere decisioni per la propria salute in totale responsabilità, l'assunzione di un farmaco sperimentale in autorizzazione accelerata potrebbe essere una scelta rispettabile per chi sente di volersi assumere il rischio.

Però è evidente che noi non viviamo in quel mondo ideale.
Le persone non sono generalmente informate a sufficienza (i pazienti così come i sanitari), non sanno di poter scegliere, sentono che devono obbedire alle "autorità scientifiche" (a partire dalle istituzioni fin giù al proprio medico) e in definitiva si affidano delegando la propria salute.
Per di più questa diffusa attitudine di resa passiva brancola all'interno di un mercato della salute estremamente industrializzato, votato al profitto finanziario e infiltrato nelle istituzioni con il fine di incentivare il massimo consumo possibile dei propri prodotti.
Covid ci ha mostrato il più alto potenziale distruttivo di questo squilibrio di potere che si è accumulato negli ultimi decenni.

I REQUISITI DI UNA AUTORIZZAZIONE ACCELERATA

Ora andiamo ad analizzare il caso recente di un particolare farmaco oncologico, che ci mostra le gravi falle del sistema di autorizzazione accelerata, cosicché possiamo acquisire almeno la consapevolezza che potrebbe venirci offerto un trattamento medico che, benché approvato dai regolatori, potrebbe non essere efficace e persino dannoso.

Dal 1992 al 2017 la FDA americana ha autorizzato ben 93 trattamenti oncologici con percorso accelerato.
Ciò significa che le industrie hanno potuto eseguire studi clinici in tempi ridotti fornendo risultati surrogati. 
Cos'è un traguardo surrogato: è un obiettivo che si pone una ricerca perché lo si presume utile, che può essere misurato e raggiunto facilmente ma che di per sé non dimostra un beneficio effettivo sulla salute. 
Per esempio un farmaco oncologico potrebbe inibire un certo enzima che si presume coinvolto nei processi tumorali, ma questo non sarebbe sufficiente a dimostrarne l'effettiva efficacia.
Un altro esempio di traguardo surrogato è la risposta anticorpale data da un vaccino, risultato che però di per sè non è sufficiente a dimostrare la prevenzione della malattia né un beneficio per la salute.
Al contrario i traguardi primari (non-surrogati) producono evidenze cliniche, come la minore incidenza di sintomi o il miglioramento delle aspettative di vita.
Trovi altri esempi di traguardi surrogati nel punto 5 della nostra Guida per non farsi manipolare dalle notizie sulla salute.

Quindi, affinché l'autorizzazione accelerata sia concessa, il produttore si deve impegnare a proseguire gli studi clinici per confermare traguardi primari, ovvero un beneficio concreto al di là del risultato surrogato.
Nel mondo reale, di questi 93 farmaci oncologici finiti sul mercato: 
  • solo 19 (il 20%) hanno confermato di migliorare l'aspettativa di vita dei pazienti; 
  • un altro 20% ha confermato gli stessi risultati surrogati degli studi pre-marketing;
  • un altro 21% ha riportato traguardi surrogati diversi;
  • il 40% ha invece rinviato o mai concluso gli studi post-marketing richiesti.
Purtuttavia, di questi 93 prodotti 88 sono ancora disponibili e prescritti, e solo 5 sono stati ritirati dal commercio.
Fonte: JAMA

QUANTO PUOI GUADAGNARE DILATANDO I TEMPI DI UN FARMACO INUTILE E DANNOSO

Dicevo però di un particolare caso di farmaco oncologico, l' Idelalisib dell'azienda Gilead.
Ne parlo perché la storia è esemplare: questo farmaco è un inibitore di un certo enzima allo scopo di contrastare certe forme di linfoma; è stato autorizzato in modo accelerato nel 2014 in seguito ad un singolo studio di fase 3 e ad altri studi in fase 1 e 2 su traguardi surrogati non convalidati.
Per l'approvazione definitiva la FDA richiedeva che fossero portati a conclusione tra il 2017 e il 2019 tre particolari studi in fase 3.

Nei primi due anni dalla commercializzazione - quindi tra il 2014 e il 2016 - furono avviati diversi studi ma, poiché iniziarono ad emergere gravi problemi di sicurezza con aumento della mortalità, molti furono interrotti.
Alla fine del 2016 rimanevano i dati di 4 RCT interrotti che, confrontando il farmaco contro placebo, indicavano un certo rischio di effetti collaterali gravi e fatali.
A quel punto la FDA ha emesso un avviso di sicurezza, ha aggiornato le avvertenze sull'etichetta del prodotto e ha chiesto di avviare un nuovo studio per valutare un regime di dosaggio che fosse sicuro.

Nel frattempo, mentre la ricerca zoppicava in modo preoccupante, nei due anni le vendite del farmaco hanno portato 323 milioni di dollari nelle casse della Gilead.

Avviato quindi nel 2016, il nuovo studio sul dosaggio richiesto dalla FDA ha terminato il reclutamento di soli 96 pazienti 6 anni dopo, nel gennaio 2022.
Nello stesso mese, badate bene, l'azienda Gilead ha ritirato essa stessa il farmaco citando le difficoltà nel reclutamento.

Dunque in sintesi ridisegno il quadro della situazione: 
  • nel 2014 questo farmaco ha ottenuto l'autorizzazione accelerata sulla base di studi di fase 2 (che non hanno valore clinico); da lì in poi, con il farmaco in commercio, non sono mai stati completati studi di fase 3 (necessari a garantire efficacia e sicurezza) né gli studi richiesti per la valutazione del dosaggio.
    Tra l'altro, per inciso: di questi 31 studi complessivi, solo 13 (42%) hanno pubblicato i risultati. Pensavamo che la campagna AllTrials non fosse più necessaria, e invece...
  • I dati parziali disponibili già nel 2016 indicavano un aumento di effetti collaterali gravi e di morte, che hanno portato all'interruzione di diversi studi. 
  • Nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, altri tre farmaci inibitori dello stesso enzima hanno ricevuto l'autorizzazione accelerata nel 2017, nel 2018 e nel 2021. 
  • Durante un periodo di 6 anni di produzione di dati insufficienti e allarmanti, con un solo studio attivo in fase 3 composto da 96 pazienti, il farmaco Idelalisib ha continuato ad essere venduto, fatturando 842 milioni di dollari, con un picco nel 2016 e un costante declino fino al ritiro nel 2022.

Un gruppo di ricercatori capitanato dal celebre e agguerrito professor Vinay Prasad, ha compiuto una revisione su questa vicenda, analizzandone nel dettaglio la cronistoria. 
La loro conclusione:
La nostra analisi mostra che la maggior parte dei dati era stata raccolta già nel primo periodo post-marketing, nel 2016. Dal 2016 al 2022 i pazienti sono stati esposti agli effetti tossici del prodotto e i medici non hanno avuto accesso ai dati critici degli studi interrotti, come l'incidenza di morte o di eventi avversi gravi, mentre i farmaci hanno continuato ad avere l'autorizzazione all'immissione in commercio. [...] 

 

Il ritiro del farmaco non è avvenuto a causa di nuovi dati. In effetti c'erano pochi studi in corso dopo il 2016, momento in cui erano già state sollevate preoccupazioni per la sicurezza. La decisione [di ritirare il farmaco] ha coinciso con un periodo di diminuzione delle entrate per Gilead. Idelalisib era un farmaco promettente al momento dell'approvazione nel 2014, con vendite previste di 1,2 miliardi di dollari all'anno entro il 2020. Gilead ha acquistato Calistoga Pharmaceuticals - che includeva Idelalisib nel suo portafoglio - per 375 milioni di dollari nel 2011. Sebbene il farmaco non sia stato un best seller, lasciarlo sul mercato era più redditizio rispetto a ritirarlo. 

 

Il caso dell' Idelalisib ha implicazioni per l'intera classe di farmaci. Durante i 6 anni, tra il momento in cui sono stati sollevati problemi di sicurezza e il ritiro delle indicazioni SLL e FL [due tipi di linfoma NDT], la FDA ha approvato diversi farmaci di nuova generazione, tra cui Copanlisib, Duvelisib e Umbralisib. La decisione della FDA di approvare farmaci della stessa famiglia essendo in possesso di informazioni note sulla sicurezza è preoccupante. Dopo il ritiro di Idelalisib, l'autorizzazione accelerata per Duvelisib è stata ritirata nell'aprile 2022 e quella per Umbralisib nel giugno 2022. 
Fonte: JAMA 



CONOSCI TE STESSO E LA TUA EPOCA

La conclusione dei ricercatori è chiara: sia l'azienda che i regolatori sapevano da tempo, da ben 6 anni, che c'erano gravi problemi di tossicità e minime prove di efficacia, eppure il sistema di autorizzazione ha permesso all'azienda di indugiare dilatando i tempi, di incassare quasi un miliardo di dollari e di ritirare il farmaco solo quando stava risultando ormai poco redditizio.

In questi 10 anni di attività di 5LB Magazine ne abbiamo viste di tutti i colori, perché una sanità sempre più in mano alla finanza è una aberrazione che non può portare nulla di buono. 
Capisci che prima di parlare di "scienza", di prove ed evidenze, c'è un bello strato spesso di problemi da scremare? 

In questo momento in cui scrivo, in nome della scienza l'intera popolazione mondiale è sottoposta ad un farmaco in autorizzazione accelerata che si suppone prevenga una malattia chiamata Covid, privo di prove di efficacia e sicurezza, che sta macinando miliardi e miliardi di dollari.
E pensa che, al di là delle autorizzazioni accelerate, anche quando un farmaco è approvato in via definitiva fornisce sì maggiori garanzie, ma non può essere dato per scontato che sia effettivamente efficace e sicuro: i casi di farmaci ritirati post-approvazione sono numerosi.
E i motivi sono tanti e stratificati, come puoi avere capito meglio oggi.

Aggiornamento febbraio 2024: un farmaco per l'Alzheimer considerato rivoluzionario, viene approvato con autorizzazione accelerata nel giugno 2021 e poi ritirato nel febbraio 2024.
Grandi controversie in questa vicenda, tanto che alcuni dirigenti di FDA si dimettono in seguito alla autorizzazione. Fonte: FanPage

È un problema strutturale della nostra società, che corrode alla base anche la ricerca scientifica perché, come dice Ioannidis"La maggior parte degli studi scientifici sono sbagliati, e sono sbagliati perchè gli scienziati sono interessati ai finanziamenti e alla carriera piuttosto che alla verità".
Infatti è stato verificato che la maggior parte degli studi di riferimento (in oncologia ma non solo) non sono riproducibili.
Per non parlare del fatto che almeno la metà della ricerca anche su medicinali di uso corrente non è accessibile alla comunità scientifica perché secretata dall'industria.

Allora noi cosa possiamo fare di fronte a questa situazione più grande di noi?
  1. Prima di tutto uscire dall'ipnosi del "ma io credo nella Scienza", perché prima di vedere un barlume di scienza nel capitalismo sanitario occorre scavare diversi strati di melma; 
  2. di conseguenza abbandonare quell'attitudine di resa passiva ad un'autorità a cui delegare la salute
  3. assumersi la responsabilità di una scelta informata e consapevole, consapevole soprattutto dell'epoca che stiamo vivendo;
  4. e se tutto questo lo facciamo solidamente ancorati alla conoscenza delle 5 Leggi Biologiche, ne usciamo anche con grande forza.
Non è un caso che 5LB Magazine partecipi da sempre alle attività di Salute Attiva Onlus, che ambiscono a consegnare alla società civile questo messaggio: impariamo ad essere attivi e responsabili nei confronti della nostra salute.

COME ANDRÀ A FINIRE LA QUESTIONE DELLE AUTORIZZAZIONI ACCELERATE

Non che non ci sia coscienza di questi problemi sul piano istituzionale, ma i conflitti di interesse e la posta in gioco sono tanto abnormi che, puoi immaginare, per cambiare passo non basta dirlo.
Guardiamo anche solo la annosa battaglia (AllTrials) per costringere l'industria alla pubblicazione di tutti gli studi clinici, di cui si è fatta carico anche l'ONU nel 2016... eppure siamo qui ancora oggi a parlare di un 60% di studi occultati, che per di più riguardano un farmaco sperimentale, inutile e tossico, somministrato per quasi un decennio alla popolazione.
E non farmi parlare di quell'altro o mi censurano...

Intanto cosa sta succedendo in USA riguardo alle criticità nelle autorizzazioni accelerate: nel marzo 2022 è stata presentata una proposta di legge, l'Accelerated Approval Integrity Act, che includerebbe una scadenza automatica di un anno alla autorizzazione se gli studi di post-marketing non vengono completati entro la scadenza.
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