Analisi del comunicato stampa Campagna Nastro Rosa 2022

Mauro Sartorio
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 Come ogni autunno, 5LB Magazine è chiamato a portare all'evidenza le contraddizioni delle campagne di screening oncologici che hanno sempre più le sembianze di operazioni di marketing per rastrellare clienti piuttosto che di iniziative per informare i cittadini.
La regina più ricca e pomposa di tutte queste campagne è certamente il Nastro Rosa.

Siccome negli anni abbiamo accumulato sull'argomento un archivio di revisioni decisamente completo, oggi mi limiterò a leggere e commentare il comunicato stampa 2022 di LILT, rimandando a tutti i riferimenti necessari.

LILT for Women 2022 - Campagna Nastro Rosa

Comunicato stampa - fonte: LILT

Durante il mese di ottobre visite senologiche gratuite in tutta Italia negli ambulatori LILT aderenti.
Abbassamento dell’età dello screening e coinvolgimento attivo delle scuole per insegnare l’autopalpazione alle giovani donne, questi gli obiettivi della LILT per conquistare la mortalità zero per tumore al seno.

Questa è l'introduzione, che fa già una sintesi dei propositi. Intanto mortalità zero, ti ricorda qualcosa? Forse la strategia Zero Covid?
Quando l'ambizione politica e industriale parla di "azzeramenti" o persino farnetica di "eradicazioni", è un segnale che suggerisce di drizzare le antenne e, in tanti casi, di prendere le distanze.


LE TESTIMONIAL

[...]
È quello della conduttrice televisiva e radiofonica Francesca Fialdini il nuovo volto di LILT for Women 2022, la campagna Nastro Rosa promossa dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori [...]

Nastro Rosa 2022
Negli anni abbiamo seguito con grande attenzione la questione della scelta delle testimonial del Nastro Rosa, che non è qualcosa di casuale né di indifferente.
Infatti ad ogni edizione restiamo a bocca aperta per la incredibile discrepanza tra le giovani età di queste donne, che invitano ai controlli dalle locandine affisse in ogniddove, e la fascia di età stabilita nelle raccomandazioni delle linee guida internazionali per gli screening del seno, cioè tra i 50 e i 69 anni.
Nell'edizione 2022 abbiamo una testimonial 42enne, lontana 8 anni dal primo controllo raccomandato... tutto sommato anche poco rispetto alla testimonial 2015, Anna Tatangelo, di soli 28 anni!
Che ci faceva una 28enne a pubblicizzare una prestazione medica raccomandata alle 50enni?


LA PRESSIONE SULLE DONNE GIOVANI

Non è un segreto, ed è anche esplicito in questo comunicato che sottotitola "abbassamento dell'età dello screening", che l'obiettivo della campagna è aumentare il più possibile verso il basso la sua platea "target".
Diceva ad esempio nel 2017 il presidente di LILT: "Chiediamo con forza di estendere anche alle donne più giovani il programma di screening previsto dal SSN, che al momento è riservato alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni."
Il problema è che non c'è alcuna ragione scientifica né umanitaria che possa giustificare una tale richiesta. 
Infatti il SSN non limita gli screening sopra i 50 anni per una casualità, per mancanza di soldi, o per negligenza, ma perché sotto i 50 anni i rischi degli screening pesano più dei benefici! (e anche oltre i 69).

Approfondimento 3: Quante donne subiscono danni dalle campagne Nastro Rosa?

DECOLORARE IL MESSAGGIO ROSA

[...] tinge il mese di ottobre del colore simbolo della prevenzione del carcinoma mammario.
Ah, il messaggio rosa, simbolo di salute, che unisce nella responsabilità tutte le donne e riempie di colore tutte le città del mondo.
A tal proposito nel 2017 5LB Magazine ha rilanciato la campagna internazionale "Think Before You Pink" che si batte per contrastare e "scolorire" il messaggio rosa.


ECCESSO DI CONTROLLI, ECCESSO DI DIAGNOSI

Come ogni anno, in occasione del mese rosa la Sede Centrale e le Associazioni Provinciali LILT offriranno visite senologiche gratuite negli ambulatori attivi su tutto il territorio nazionale e distribuiranno materiale informativo volto a responsabilizzare su questa problematica che colpisce sempre più donne nel nostro Paese e che registra un aumento dell’incidenza anche nella fascia di età 30/35 anni oltre a un’importante percentuale di mortalità tra le donne al di sotto dei 50 anni.  
«Con circa 60.000 nuovi casi stimati per il 2022 il cancro al seno è il big killer numero uno, rappresentando quasi il 30% di tutte le neoplasie» dichiara il prof. Francesco Schittulli, senologo-chirurgo oncologo e presidente della LILT. 

Questo passaggio conferma la pressione esercitata nella speranza di estendere gli screening ben oltre le raccomandazioni internazionali.
La presentazione statistica di numeri in crescita delle diagnosi è una leva che indubbiamente spinge le persone a preoccuparsi, perché dà l'impressione di un dilagare epidemico fuori controllo.
Ma il fatto che le diagnosi di qualche "malattia" crescano nel tempo non significa che la "malattia" sia sempre più diffusa e aggressiva... piuttosto ha a che fare con un fenomeno ben noto alla ricerca, ma del tutto occultato nelle cosiddette campagne di sensibilizzazione: la sovradiagnosi.
In sostanza più cerchi e più trovi, e quando cerchi troppo stai facendo sovradiagnosi, che significa che ti sei spinto oltre un limite dove l'eccesso di controlli provoca più danni e più morti della "malattia" stessa.
Allora l'efficientissima capillarità dei controlli mammografici avrà contribuito a rendere il tumore al seno il big killer numero uno?


IL PROGRESSO NELLE CURE RIDUCE I VANTAGGI DELLA PREVENZIONE

«Trenta anni fa la metà delle donne con un tumore al seno operato moriva. Oggi la sopravvivenza a 10 anni si attesta all’80% circa. Il merito è degli operatori sanitari, del crescente ruolo della prevenzione secondaria grazie a diagnosi sempre più precoci, della ricerca e anche dell’impegno, quotidiano e capillare, della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori che, da 100 anni, promuove la cultura della prevenzione come metodo di vita.». Se diagnosticato precocemente, il cancro al seno è potenzialmente del tutto guaribile: la probabilità di guarigione per tumori che misurano meno di un centimetro è infatti di oltre il 90%. 

É vero che oggi si muore meno, ma è improbabile che ciò sia dovuto al miglioramento degli screening, lo abbiamo visto più sopra.
Piuttosto è certo e vero che le cure sono migliorate, sono diventate più precise e meno invasive, e l'aspettativa di vita è cresciuta molto.
Proprio per questo oggi lo screening perde gradualmente di rilevanza: più i trattamenti diventano efficaci, più i rischi di uno screening di massa crescono nei confronti di una condizione sempre meglio curabile.

Ecco perché oggi la domanda è più che lecita: è ragionevole fare a meno di uno screening mammografico? (Approfondimento 6)

CONTRASTI CON LE LINEE GUIDA

Tra gli obiettivi, urgenti e imperativi, che LILT individua e si impegna a raggiungere per azzerare la mortalità legata al cancro al seno si evidenziano:
- l’uniformità territoriale del programma di screening senologico promosso dal Servizio Sanitario Nazionale e organizzato dalle Regioni, ancora a macchia di leopardo, che è in grado di ridurre del 40% la mortalità per questa patologia;


Va bene, questo sarebbe almeno coerente con le linee guida.

- l’abbassamento dell’età dello screening a 40 anni, con cadenza annuale, accompagnato anche dall’esecuzione dell’ecografia (visto che il tumore al seno colpisce nel 30% dei casi donne al di sotto dei 50 anni);


Questo invito invece è in contrasto con le linee guida internazionali: tra i 40 e i 50 anni la donna che volesse sottoporsi allo screening deve essere informata dei rischi, e la cadenza annuale non è mai raccomandata, a nessuna età;  

- il coinvolgimento diretto e attivo del mondo scolastico per sensibilizzare e insegnare il valore dell’autopalpazione alle ragazze;

Autopalpazione scuola
Il coinvolgimento delle adolescenti mi sembra il fatto più grave, che ha una buona probabilità di scivolare in un indottrinamento al terrore.
L'autopalpazione è infatti una pratica che non è raccomandata a nessuna età, e il motivo riguarda sempre il rischio di sovradiagnosi, che per una ragazza di 15 anni è più che certo.

Approfondimento 7
Screening oncologici: cosa fare quando media, protocolli e ricerca si contraddicono.
La prevenzione ossessiva comporta dei rischi: l'auto-palpazione del seno.

 

- periodici e codificati controlli clinico–strumentali per le donne già colpite dal cancro al seno per il relativo monitoraggio; l’istituzione di Breast Unit per una qualificata continuità sanitaria ed assistenziale “dedicata” alle oltre 850.000 donne italiane con il vissuto cancro al seno e alle loro famiglie, con un approccio umano e personalizzato.

Il supporto "umano e personalizzato" a chi soffre e ha sofferto mi sembra la cosa più sensata, se fatta in una certa maniera. 
Ma non voglio aprire questo capitolo, perché l'approccio avrebbe - ça va sans dire - caratteristiche profondamente diverse nel modello delle 5 Leggi Biologiche.

LETTURA ATTRAVERSO I CLAIM PUBBLICITARI

Francesca Fialdini: «Il messaggio che vorrei trasmettere a tutte le donne è che per sconfiggere il tumore al seno è fondamentale conoscere il proprio corpo e ricordarsi di effettuare l’autopalpazione e le visite di controllo regolarmente, fin dalla giovane età. Sfruttate il mese rosa per informarvi ma anche per usufruire delle visite gratuite negli ambulatori LILT. La prevenzione è la migliore amica di ciascuna di noi!»

Penso che dopo questa analisi saprai leggere tra le righe di questi claim e interpretarli meglio.
C'è però ancora un gioco di prestigio lessicale che devi imparare a riconoscere: l'ambiguità della parola "prevenzione" e della formula "diagnosi precoce".
Nelle campagne sono confuse e mischiate in ogni occasione, infatti il cittadino medio percepisce, con un equivoco evidentemente cercato, che la diagnosi precoce si fa tramite controlli a tappeto sulla popolazione sana con il fine di prevenire le sciagure. 
La sensazione è che "devo fare prevenzione, andare a farmi visitare presto e spesso, più organi controllo e meglio è, così da prendere in tempo il maligno con una diagnosi precoce"
Te lo lasciano credere volentieri, ma la diagnosi precoce non è questo: consiste invece nell’identificazione tempestiva di una neoplasia in persone che presentano già segni o sintomi della malattia. Fonte: Evidence.it
Significa che non devi fare controlli da sano in momenti casuali ad un organo qualsiasi (sovradiagnosi assicurata!), ma farti visitare presto quando hai segni e sintomi!

Poi oggi c'è anche una manciata di organi per i quali il SSN prevede controlli a persone sane (prevenzione secondaria), ma a ristrette condizioni di età, e sono: colon, utero e seno - questi, solo questi e non altri, perché in tutti gli altri casi è certo che i rischi superano i benefici (no screening alle ovaieno prostatano nei sulla pelle....).
Tra l'altro - forse lo hai già intravisto negli approfondimenti - la comunità medica non è nemmeno concorde sui programmi nazionali per gli screening mammografici, infatti una parte ritiene che andrebbero eliminati del tutto per qualsiasi età.

DIVERSI PIANI DI COMPRENSIONE DEI FATTI

Ora qui abbiamo scremato lo strato più grossolano, cioè quello della manipolazione dei media e degli interessi finanziari che, per vendere prestazioni sanitarie, straripano dalle evidenze di appropriatezza e le nascondono.
Infatti abbiamo capito che le linee guida internazionali parlano tutt'altra lingua rispetto alle campagne pubblicitarie.

Dopodiché c'è una comprensione più profonda sulla prevenzione, perché quando è inquadrata nel modello delle 5 Leggi Biologiche essenzialmente perde di significato.
Forse l'unica prevenzione che resta a noi concepibile è la prevenzione quaternaria.


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